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Come la Spagna ha “matato” il tiki-taka

La Spagna è campione d’Europa con una prestazione ai limiti della perfezione. Il successo è anche dovuto a De la Fuente capace di riscrivere le regole del gioco

La Spagna ha conquistato l‘Europa, trainata da due adolescenti che hanno incantato difese e telespettatori di tutto il continente. Le Furie Rosse hanno mostrato uno dei giochi più convincenti e incisivi degli ultimi campionati europei.

La morte del tiki-taka

Se per analogia eravamo abituati a pensare alla Spagna come sinonimo di tiki-taka, è il momento di rivedere questa concezione. La Spagna ha vinto e convinto tutti in questo europeo, non solo grazie a giocate straordinarie da parte di giocatori eccezionali. Le Furie Rosse hanno imposto il loro gioco per tutta la durata del torneo. Potremmo definirlo come la “morte definitiva di un tiki-taka esaperato”. La Spagna, storicamente non avvezza nel gioco fisico e alle verticalizzazioni improvvise box to box, è riuscita a rinnovarsi senza perdere quel tecnicismo che da sempre la contraddistingue.

Non è più lo spazio il fattore cruciale, ma il pressing forsennato, orchestrato dal capitano Alvaro Morata (che per certi tratti ci ha ricordato Mandzukic), coadiuvato dagli esterni che si stringevano in fase di non possesso.

L’esaltazione del 1vs1

La Spagna non ha abbandonato le sue radici, continuando a tessere una fitta rete di passaggi per far muovere l’avversario. Tuttavia, a differenza delle passate competizioni, il nuovo tecnico De La Fuente ha puntato sull’esaltazione delle individualità nel 1vs1 di Yamal e Nico Williams. Dietro di loro, Rodri, il fulcro del gioco della Roja, ha espresso un calcio perfetto, fungendo da metronomo e dettando sempre i tempi di gioco giusti.

Due giocatori di un altro pianeta

Le vere ciliegine sulla torta sono stati Yamal e Williams, due giocatori di un altro pianeta. Ogni volta che uno dei due puntava l’uomo, si aprivano praterie sfruttate dagli esterni o dai centrocampisti; tanto che la Spagna ha portato in rete ben 10 giocatori diversi. Nico e Yamal,(due bimbi), non hanno solo dribblato, ma “sbeffeggiato” gli avversari, mostrando una superiorità tecnica quasi al limite del ridicolo che non si vedeva da tempo.

Spagna campione, ha vinto la bellezza

Il Prof. De La Fuente ha saputo dispensare buoni consigli, ridisegnando le regole e rinnovando la semantica calcistica. Non più bel gioco contrapposto al catenaccio: la parola d’ordine è concretezza, saper leggere il momento per essere incisivi. Ecco come la Spagna ha “matato” questo Europeo. Una combinazione di innovazione tattica e talento puro, portando una ventata di freschezza e bellezza vitale nel calcio europeo.

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Pubblicato da
Gaetano Vernile
Tag: Spagna

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