Pep Guardiola
Il proselitismo di Guardiola, vale a dire la tendenza ad affidarsi ad allenatori che hanno studiato alla scuola del catalano, ha ora una sua nomenclatura.
“Pep Factor” non è un nuovo programma televisivo, sulle orme del celeberrimo X Factor, ma una nomenclatura (una sorta di neologismo di matrice anglosassone) che sta prendendo piede oltremanica. “E non solo” verrebbe da dire, considerando che il proselitismo di Guardiola sta mietendo vittime worldwide.
Per “Pep Factor” (italianizzato “Fattore Pep“) s’intende quella tendenza ad affidarsi ad allenatori che si sono abbeverati alla fonte del tecnico catalano. I casi più recenti sono Arteta (in forze all’Arsenal dopo il suo trascorso nell’Academy del Manchester City) ed Erik ten Hag, attuale tecnico del Manchester United (ma vicino all’esonero) e che è stato assistente di Guardiola ai tempi in cui questi allenava il Bayern.
Proprio il Bayern Monaco è in procinto di assumere Vincent Kompany, (oramai) ex-allenatore del Burnley che ha “rubato” dallo spagnolo durante il periodo in cui quest’ultimo lo ha allenato. Una scelta ha fatto discutere ma che è sintomatica della volontà dei principali club europei di ricercare il “nuovo Guardiola“.
Il termine “Pep Factor” è stato utilizzato anche da Andy King, bandiera del Leicester, che ha parlato ai microfoni della PA News Agency dell’imminente passaggio di Enzo Maresca (che è stato prima allenatore delle giovanili dei citizens e poi assistente di Guardiola) al Chelsea. Di seguito, un estratto delle sue parole:
❝Ho giocato due volte quest’anno (con il Bristol City, n.d.r.) con il Leicester ed erano disposti in campo esattamente come il Manchester City. Sono certo che ci abbia messo del suo, ma l’aver avuto accesso in prima persona alle sessioni di allenamento di Guardiola è stato certamente importante. Questo appare chiaramente nella disposizione in campo della squadra e nel suo modo di giocare. So che ai ragazzi è piaciuto molto lavorare con Maresca. Parlano sempre molto bene di lui e avendoci giocato contro, capisco anche il perché.❞
Una tendenza iniziata nel 2009, l’anno successivo alla promozione di Guardiola da tecnico della Masia a tecnico della prima squadra del Barcellona, e la Juventus, con l’esonero di Claudio Ranieri e la conseguente scelta di affidarsi all’esordiente Ciro Ferrara, è stata (suo malgrado) precursore di questa tendenza.
Tuttavia, difficilmente l’imitazione raggiunge la grandezza dell’originale. Sin qui soltanto Arteta, fra i proseliti del catalano, ha rispettato le (enormi) aspettative che posano sulle spalle di questa scuola di pensiero. Non ci resta che attendere per capire se Maresca e Kompany faranno altrettanto o se saranno soltanto l’ennesimo frutto di una moda passeggera e (forse) anche dannosa per il movimento calcistico internazionale.
Aggiornato al 29/05/2024 12:12
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