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Il liberale a targhe alterne Malagò teme il Controllo Statale sui bilanci dei club di Serie A
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Giovanni Malagò ha ribadito la propria contrarietà al progetto anti-Covisoc varata dal Governo Meloni un’intervista alla Gazzetta.
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Quando sei mesi fa (19 Novembre) scrissi il mio editoriale sul Controllo Statale del Governo Britannico sulla Premier League auspicai che fosse solo il primo passo per la fine della folle liberalizzazione del sistema calcio. Da anni il pallone si riempie la bocca con parole come “sostenibilità” senza però fare nulla di concreto per fermare la deriva capitalistica del calcio, che rischia di far implodere tutto il movimento.
Paesi diversi, stesso liberalismo spicciolo
Il Partito Conservatore britannico, a livello europeo, fa parte del “Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei“. Partito che fa capo proprio all’attuale Presidente del Consiglio italiano, ovvero Giorgia Meloni, e quindi l’Italia non poteva che essere il primo paese a seguire la linea guida dell’esecutivo inglese.
Ovviamente ogni paese ha le proprie specifiche culturali e l’esempio del PSR, che rischia di esacerbare le disparità economiche fra i club, dovrà fungere da vademecum per la norma anti-Covisoc. Dell’argomento ve ne abbiamo già parlato nella giornata di ieri, e oggi è arrivata anche l’attesa replica del Presidente CONI Giovanni Malagò.
Malagò ha concesso un’intervista alla “Gazzetta dello Sport“, in cui si lascia andare alla tipica arringa pregna di ipocrisia dei liberali a targhe alterne. Reclama a gran voce l’autonomia delle istituzioni (“Lo stato non deve intervenire, ci regoliamo da soli“) ma poi invoca sussidi statali (“Il Decreto Crescita andava corretto e non abolito” ipse dixit 8 Gennaio 2024) dallo stesso governo a cui ha appena intimato di farsi da parte.
Il controllo statale sul sistema calcio è cosa buona e giusta. Soprattutto per ottundere la deriva liberale che vorrebbe il calcio come un corpo estraneo sui generis e che non deve rispondere alle regole che tutte le altre aziende sono chiamate a seguire. Legittimo, invece, chiedersi come possa un esecutivo dalla comprovata dabbenaggine occuparsi di questioni così delicate, ma quella di Malagò sembra la classica aprioristica difesa di chi vede minati i propri privilegi e che è disposto a tutto pur di proteggerli.
Le parole di Malagò alla Gazzetta
❝Tempi e modi sbagliati, siamo al fianco della Figc. Provo dispiacere perché il Coni è venuto a saperlo dalla Figc, che ci ha inviato la bozza, e poi dalle agenzie di stampa. E non è la prima volta che succede. Il problema prima di tutto è di forma e di rispetto. Ritenevo normale che il Comitato Olimpico Italiano dovesse essere informato direttamente dal Governo di un argomento di una simile portata. Del resto siamo l’ente che vigila su tutte le federazioni sportive italiane, e invece niente. Se questo è il buongiorno…
Nella vita tutto è migliorabile: la Covisoc, il vostro giornale, il Coni, il Governo… Se l’esecutivo, a livello normativo, sta lavorando sulla creazione di questa agenzia da giugno scorso, perché non ha mai detto nulla? Perché non ha convocato una riunione per sentire il parere del Mef, del Coni e delle Federazioni? Magari se ci avessero interpellato avremmo fatto notare che non esistono solo le società professionistiche. Ora chi fa sport è inquadrato come lavoratore sportivo. E se fallisce una squadra di uno sport non sottoposto al controllo di questa autorità, cosa succede? Niente?
Mi sembra che la questione sia stata affrontata frettolosamente e violando l’autonomia dello sport. Le federazioni, sotto certi aspetti, potrebbero anche essere contente di togliersi la responsabilità di escludere le società dai campionati, ma bisogna fare le cose con i tempi e i modi giusti. Siamo a inizio maggio, in poco più di venti giorni è possibile approvare una riforma del genere nominando anche trenta componenti della nuova agenzia? Dal 31 maggio la Covisoc deve fare la verifica degli adempimenti delle società. Mi sembra una cosa illogica e poco rispettosa anche nei confronti della presidente della Covisoc (Germana Panzironi, ndr) che non conosco, ma che per storia, curriculum e prestigio è una persona di notevole spessore.
Il Governo già in passato ha fatto norme che si è dovuto rimangiare, penso per esempio al governo Conte-2. Il ministro Abodi ha la legittima volontà di migliorare qualcosa: benissimo, ma prima poteva interpellare noi, le federazioni, la Uefa e la Fifa. Se una società fosse esclusa da questa agenzia per motivi economici dal campionato e fosse invece iscritta dalla Uefa alla Champions o dalla Fifa al Mondiale per club, cosa succederebbe? Bella domanda, eh? Il Coni sarà al fianco delle federazioni e verificherà con la Uefa e la Fifa che il calcio e il nostro sport non possano avere dei problemi da questa legge.❞
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Ivan Perisić brilla al PSV Eindhoven: con 15 gol e 11 assist a 36 anni, il croato dimostra ancora una volta che l’età è solo un numero nel calcio moderno.
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Ivan Perisić, ala croata di 36 anni, continua a stupire con le sue prestazioni eccezionali al PSV Eindhoven. Con 15 gol e 11 assist in questa stagione, Perisić dimostra che l’età non è un ostacolo per chi ha talento e determinazione. Durante l’ultima partita contro il Feyenoord, il calciatore ha segnato un altro gol e fornito un assist, consolidando il suo ruolo chiave nella squadra olandese.
Il suo contributo non è solo numerico, ma anche qualitativo: la sua esperienza e leadership sono fondamentali per il successo del PSV. La sua capacità di leggere il gioco e creare opportunità per i compagni lo rende un giocatore ancora temuto e rispettato nei campionati europei.
Il segreto del successo di Perisić
Ma qual è il segreto del successo di Perisić? La sua dedizione e la sua passione per il calcio sono evidenti in ogni partita. Nonostante l’età, mantiene una forma fisica eccellente grazie a un allenamento costante e a una dieta equilibrata. Inoltre, la sua abilità nel reinventarsi e adattarsi ai cambiamenti tattici lo rende un giocatore versatile e indispensabile.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
🚨🇭🇷 Ivan Perisić continues his insane season at PSV Eindhoven with 15 goals and 11 assists so far.
One more goal, one more assists vs Feyenoord today for 36 year old winger who keeps flying. pic.twitter.com/WgQ4ZDbYVw
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) May 11, 2025

Dopo oltre quattro mesi senza vittorie, il Monza ritrova i tre punti a Udine. Un successo inutile per la classifica, ma utile per guardare al futuro.
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Dopo più di quattro mesi di digiuno, il Monza torna a sorridere e lo fa nel modo più inatteso, espugnando il Bluenergy Stadium di Udine. La squadra di Nesta, già retrocessa da tempo, ha dimostrato carattere e orgoglio, giocando una gara coraggiosa e reagendo con determinazione al momentaneo pareggio friulano di Lucca.
Una vittoria che non cambia nulla nella classifica, ma che rappresenta un piccolo riscatto, un messaggio chiaro: il Monza non vuole chiudere la stagione trascinandosi malinconicamente verso la Serie B, ma con dignità e spirito.

MONZA CALCIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Monza, futuro da costruire con criterio
Il successo in Friuli può essere una scintilla da cui ripartire in vista della prossima stagione. La retrocessione impone inevitabilmente una rivoluzione dell’organico, ma se affrontata con lucidità, come fatto dal Sassuolo, il ritorno in Serie A può diventare un obiettivo concreto.
Lo stesso Nesta, il cui addio a fine stagione appare scontato, meriterebbe forse una nuova chance in cadetteria, categoria dove ha già ben figurato, soprattutto con la Reggiana.
Nel frattempo, però, servirà confermare lo spirito visto oggi anche nelle ultime due giornate di campionato contro Empoli e Milan, anche per guardare al futuro con più ottimisimo.
L’augurio dei tifosi è che questa retrocessione sia solo un incidente di percorso e non l’inizio di un incubo. La risposta, come sempre, la darà il tempo.

Mentre si avvicina il match con il Monza, l’Udinese continua a guardare al futuro. In estate è praticamente certo l’addio di Jaka Bijol.
L’Udinese si avvicina al termine della stagione senza più grandi stimoli: la salvezza è stata conquistata in anticipo, e i risultati tutt’altro che esaltanti delle ultime giornate, confermano che la squadra ha un po’ mollato la presa.
La società, di conseguenza, ha già iniziato a guardare alla prossima stagione in vista di un’estate in cui molti club torneranno alla carica per i gioielli bianconeri. Tra i nomi più chiacchierati c’è senza dubbio quello di Jaka Bijol.

fans of udinese calcio during Udinese Calcio vs FC Internazionale, italian Serie A soccer match in Udine, February 02 2020 – LPS/Alessio Marini
Udinese, gli occhi dei top club su Bijol
Il difensore sloveno, in Friuli dal 2022, è stato una colonna portante della squadra sin dal suo arrivo, come dimostrano le oltre 70 presenze ufficiali in maglia bianconera. Anche in questa stagione si è confermato tra i migliori difensori del campionato, complice anche la complementarità trovata con Solet.
Già l’anno scorso sembrava a un passo dall’addio: Roma e Bologna si erano fatte avanti, ma l’Udinese chiese più di 20 milioni di euro per lasciarlo partire.
A distanza di un anno, lo scenario è cambiato. I giallorossi non hanno mai smesso di seguirlo, ma anche Napoli, Juventus e Inter, pur avendo altri obiettivi, continuano a monitorare la situazione. E attenzione anche alla Premier League, con diversi club che hanno già chiesto informazioni.
Stavolta, però, l’Udinese potrebbe non opporre la resistenza della scorsa estate: se Bijol dovesse chiedere la cessione, il club sarebbe disposto ad accontentarlo. Perché il salto in una big, dopo tre stagioni da protagonista, è ormai ampiamente meritato.
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