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Inter, rimpianto Stankovic? Il portiere brilla a Venezia
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FIlip Stankovic si sta imponendo come uno dei migliori portieri del campionato con la maglia del Venezia: è già un rimpianto per l’Inter?
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Nonostante il Venezia occupi l’ultima posizione in classifica, c’è un giocatore che sta catturando l’attenzione di tutti: Filip Stankovic. Figlio dell’indimenticabile Dejan, l’estremo difensore classe 2002 si sta rivelando uno dei portieri più decisivi del nostro campionato.
Paradossalmente, sono proprio le fragilità difensive dei lagunari a mettere in evidenza il suo talento. Nelle ultime settimane, l’ex Inter ha inanellato una serie di ottime prestazioni, dimostrandosi spesso l’ultimo baluardo di una squadra che fatica a tenere testa agli avversari.

FILIP STANKOVIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Inter, una cessione frettolosa?
La scorsa estate i nerazzurri hanno deciso di cedere Stankovic al Venezia in prestito con diritto di riscatto fissato a soli 2 milioni di euro, che diventerebbe obbligo in caso di salvezza. Una cifra che, alla luce delle sue prestazioni, appare incredibilmente bassa per il talento serbo.
Al contrario di quanto avvenuto con il prestito alla Sampdoria, dove era stato inserito un controriscatto per garantire un controllo sul futuro del giocatore, con il Venezia i nerazzurri hanno optato per una clausola che prevede il 50% della futura rivendita.
Guardando alle prestazioni attuali, però, Stankovic avrebbe potuto rappresentare il futuro dei pali nerazzurri. Per Sommer l’età avanza e il ritiro si avvicina, mentre Martinez non sembra ancora aver convinto pienamente lo staff tecnico.
Anche in caso di retrocessione, i lagunari potrebbe decidere ugualmente di riscattare Stankovic, consapevoli del fatto che molte squadre potrebbero puntare su di lui in estate. A questo punto viene da chiedersi se il club nerazzurro non abbia avuto troppa fretta nel privarsi di lui. Probabilmente solo il tempo riuscirà a dissolvere questo dubbio.
Focus
Fiorentina, come nasce un leader: guida di Rolando Mandragora
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21 ore fail
18/04/2025
La Fiorentina vola in semifinale di Conference League grazie al pareggio contro il Celje. Decisivo ai fini del risultato Rolandro Mandragora.
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La Fiorentina, pur soffrendo, ha conquistato le semifinali di Conference League grazie al pareggaio contro il Celje. Decisivo per la qualificazione Rolando Mandragora, autore di un gol all’andata e, nel 2-2 finale di ieri, protagonista con il primo gol del match e l’assist per il pareggio di Kean.
Un’altra prestazione maiuscola per il centrocampista napoletano, che fino a dicembre faticava a trovare spazio e continuità, ma che da gennaio è diventato un insostituibile per la Viola e per Palladino.
I numeri, d’altronde, parlano chiaro: 5 gol e 1 assist in Conference League, 2 reti e 2 assist in Serie A. Statistiche da mezzala moderna, che però raccontano solo una parte della crescita del classe ’97, oggi vero leader in campo e riferimento per i compagni.

LA FORMAZIONE DELLA FIORENTINA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Fiorentina, Mandragora trascinatore in Europa
Il doppio confronto con il Celje ha confermato un dato ormai evidente da settimane: Rolando Mandragora è un leader tecnico e caratteriale di questa Fiorentina. Dopo aver firmato il gol vittoria all’andata, nel ritorno di ieri si è confermato uomo chiave della qualificazione.
Da gregario silenzioso a protagonista assoluto: la sua trasformazione è simbolo della crescita della squadra.
La maturità di un centrocampista completo
Il cambiamento di Mandragora non è solo statistico, ma soprattutto mentale e tecnico. Palladino gli ha dato fiducia, e lui ha risposto con prestazioni solide, giocate di qualità e una leadership silenziosa ma concreta. Che si tratti di gestire il ritmo o di colpire nei momenti giusti, Mandragora ha dimostrato di avere tutto per essere considerato uno dei migliori interpreti del ruolo in Serie A.
Dopo una lunga gavetta e le polemiche seguite al suo addio alla Juventus nel 2018, ora Mandragora è pronto a prendersi il suo posto tra i grandi del nostro campionato. E la Fiorentina, intanto, se lo gode.
Focus
18 aprile 1990: 35 anni fa l’apoteosi del calcio italiano
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17/04/2025
Trentacinque anni fa, il 18 aprile, il calcio italiano dominava l’Europa, con ben 4 squadre nelle fasi finali delle Coppe Europee.
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Il Milan di Arrigo Sacchi in Coppa dei Campioni, la Sampdoria di Roberto Mancin e Gianluca Vialli in Coppa delle Coppe e addirittura due in Uefa : la Juventus di Totò Schillaci (allenata da Dino Zoff) e la Fiorentina di Roberto Baggio, che proprio nella finale di ritorno (16 maggio ‘90) giocò la sua ultima partita in maglia viola prima di trasferirsi proprio a Torino, sponda bianconera.
La Coppa Campioni ai piedi del calcio italiano
Anno d’oro per il calcio italiano il 1990, a cominciare dalla competizione più importante: la Coppa dei Campioni del Milan degli olandesi.
Senza dubbio una delle squadre più forti di ogni epoca, quella rossonera. La squadra di Sacchi, campione in carica grazie al successo del 24 maggio 1989 a Barcellona 4-0 allo Steaua Bucarest, si giocò la finale a Vienna (23 maggio ‘90) contro il Benfica di Sven Goran Eriksson. Quello Sven Goran vincitore poi, alla guida della Lazio, dello Scudetto del 2000.
I rossoneri eliminarono i finlandesi dell’HJK Helsinki (4-0 e 1-0), il Real Madrid per il secondo anno di fila (2-0 e ko per 0-1 in Spagna), i belgi del Mechelen (0-0 e 2-0 ai supplementari) e il Bayern Monaco (1-0 e sconfitta per 2-1 in Germania, quella del gol ai supplementari del compianto Stefano Borgonovo). In finale ci pensò Frank Rijkaard a piegare i portoghesi del Benfica, e vincere così la quarta Coppa dei Campioni del Milan, l’ultima di Arrigo Sacchi e la seconda dell’era Berlusconi.
Una coppa per Genova
Il 18 aprile segna una data spartiacque anche per la città di Genova, sponda blucerchiata: la Sampdoria. La squadra ligure vinse il suo primo, e finora unico, titolo europeo il 9 maggio 1990 a Göteborg. Finale combattuta e bellissima quella contro l’Anderlecht: 2-0 ai supplementari grazie alla doppietta di Vialli.
Questo successo storico fu l’antipasto del primo Scudetto blucerchiato, vinto nel 1991 (sempre nel segno della coppia Mancini-Vialli). Ciliegina sulla torta di quel periodo florido la finale di Coppa dei Campioni persa nel 1992 contro il Barcellona (1-0, punizione di Koeman ai supplementari). Il camino trionfale iniziò con la doppia vittoria contro i norvegesi del Brann (2-0 e 1-0), proseguita con le eliminazioni di Borussia Dortmund (1-1 e 2-0), Grasshoppers (2-0 e 2-1) e Monaco (2-2 e 2-0).
Una coppa (Uefa) per due
E per ultima venne la Coppa Uefa, con ben due squadre italiane a contendersela: la Juventus e la Fiorentina. L’unica finale ad essere giocata tramite andata e ritorno andò alla Juventus. La Vecchia Signora vinse la Coppa Uefa battendo 3-1 la Fiorentina il 2 maggio e pareggiando 0-0 il 16 maggio.
Un grandissimo risultato che, in qualche modo, mitigava l’inizio di stagione tragico dopo la scomparsa di Gaetano Scirea. Il difensore bianconero, ci lasciava 3 settembre ‘89, vittima di un incidente d’auto in Polonia, a Babsk.
La Juventus di Dino Zoff fu trascinata dai gol di Totò Schillaci. La Viola dalle giocate di Roberto Baggio, preludio di quanto sarebbe poi successo in Nazionale al Mondiale di casa. La Juventus eliminò i polacchi del Gornik Zabrze (1-0 e 4-2), i francesi del Psg (1-0 e 2-1), i tedeschi del Karl-Marx-Stadt (2-1 e 1-0), dell’Amburgo (2-0 e ko per 2-1) e del Colonia (3-2 e 0-0). Mentre, la Fiorentina vinse contro Atletico Madrid (ai rigori), Sochaux (0-0 e 1-1 in trasferta), Dinamo Kiev (1-0 e 0-0), Auxerre (doppio 1-0) e Werder Brema (1-1 in Germania e 0-0 a Firenze).
Apoteosi del calcio italiano
Un’annata, quella del 1990, meravigliosa con le Coppe Europee finite sotto l’egida dei club di Serie A. Momenti indimenticabili per il nostro calcio, che meritano e dovrebbero capitare più spesso.
Focus
Bologna, senza paura contro l’Inter: obiettivo rilanciare la corsa europea
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17/04/2025
Il Bologna, dopo la sconfitta contro l’Atalanta, vuole reagire per continuare a credere nel sogno Champions League. I rossoblù attendono l’Inter al Dall’Ara domenica alle ore 18.
Il 33° turno di Serie A potrebbe rivelarsi decisivo per le sorti del campionato. Nella domenica di Pasqua è in programma una gara ad altissima tensione allo stadio Dall’Ara, tra Bologna e Inter. La squadra di Vincenzo Italiano, dopo il k.o. di Bergamo contro l’Atalanta, deve vincere per mantenere vive le speranze di raggiungere il traguardo della Champions League, per il secondo anno di fila. I rossoblù affronteranno i nerazzurri primi in classifica, determinati a mantenere a distanza il Napoli, dopo aver conquistato l’accesso alle semifinali di Champions League.
L’Inter rappresenta un osso durissimo, ma i rossoblù negli ultimi incontri hanno sempre ben figurato contro i campioni d’Italia, regalandosi spesso delle soddisfazioni. Basti pensare alla vittoria in rimonta nel recupero di campionato che costò lo scudetto ai nerazzurri nella stagione 2021/2022, o al passaggio del turno ottenuto a San Siro nella scorsa edizione della Coppa Italia. In più c’è da considerare che il Bologna ha sempre dimostrato di sapersi rialzare dopo una sconfitta. In campionato non perde due partite di fila da più di due anni, da gennaio 2023.
Bologna, corsa all’Europa tutta da giocare
A 6 giornate dal termine della stagione, la sconfitta maturata contro l’Atalanta ha reso complicate le ambizioni del Bologna. Non solo per l’allungo dei bergamaschi a + 4 in classifica, ma anche perché ha certificato il vantaggio degli scontri diretti per i nerazzurri in caso di arrivo a pari punti tra le due squadre. Per giunta il calendario degli emiliani, comparato con le rivali, è quello che presenta più insidie: oltre all’Inter, il Bologna dovrà ancora affrontare Juventus, Milan e Fiorentina. Proprio lo scontro diretto con i bianconeri, attualmente 4° in classifica, sarà come una finale per i rossoblù.
La squadra di Tudor precede quella di Italiano di due punti. Arrivare allo scontro diretto del Dall’Ara, a inizio maggio, con questo distacco sarà fondamentale. Il Bologna è quindi chiamato, contro Inter e Udinese, a tenere lo stesso passo della Juventus ( che avrà di contro avversarie sulla carta più morbide: Parma e Monza).
Oltre ad una Champions da provare ad acciuffare c’è sempre una posizione in zona Europa League da difendere: le romane e la Fiorentina inseguono agguerrite. Rispetto alle altre contendenti, il Bologna può contare sulla scorciatoia chiamata Coppa Italia. Con un piede e mezzo già nella finale di Roma, in programma il 14 maggio, i rossoblù hanno l’enorme chance di vincere un trofeo e assicurarsi comunque un posto in Europa. Di certo a Bologna un finale così intenso, con così vari scenari, non lo si viveva da tantissimo tempo.
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