Je Suis Greenwood, demolito dal Tribunale di Internet senza che nemmeno ci sia un processo a suo carico. Ora De Zerbi non ha scuse: deve giocarsela con il PSG.
Je Suis Greenwood. Ragazzo la cui immagine pubblica è stata dilaniata dai giustizialisti del web, sebbene non vi sia nemmeno un processo a suo carico. Ripartirà da Marsiglia, dove gli ultras locali (fintamente progressisti) si battono sul petto una medaglia che non compete loro: ovvero quella contro la violenza sulle donne.
Proprio loro che negli anni si sono segnalati per una quantità surreale di violenza, gratuita e indicibile. E in tutto ciò non mi sto certo dimenticando del guru De Zerbi, che dopo il mezzo fallimento di Brighton non ha più scuse. Longoria gli sta facendo lo “squadrone” e lui deve giocarsela con il PSG.
Alla Lazio va il merito di averci provato, ma nulla possono i biancocelesti contro le possibilità economiche dei francesi. 32 i milioni offerti dai transalpini, 25 quelli offerti dai romani. Al giocatore 3,5 milioni netti l’anno e sarebbe stato il più pagato della rosa, viste le partenze di Luis Alberto e Immobile, ma il Marsiglia gliene dà oltre cinque. Nulla si può rimproverare a Lotito, che ha fatto il massimo sforzo possibile per l’inglese.
Nessuno pretendeva di riuscire a portare nella Capitale il talento generazionale ex-Manchester United, che ai tempi in cui militava nell’Academy dei Red Devils era considerato il miglior giocatore mai uscito da quelle parti in tempi recenti. E parliamo di gente che, solo per fare qualche nome, negli ultimi tempi ha visto calcare i campi di Carrington a giocatori come Pogba, Rooney, Scholes, Giggs, Rashford, Beckham et similia.
Far vestire a Greenwood il bianco e il celeste sarebbe stato un capolavoro, ma i miracoli non si possono pretendere. Si può pretendere, però, di imparare dai propri errori. Quando Lotito dice “se i tifosi vogliono Greenwood facessero una colletta” vuol far intendere che i soldi a disposizione non sono sufficienti e ha ragione. Tuttavia, la boria da vernacolo romanesco con cui sovente si esprime è ingiustificabile.
Anche in una sessione di mercato in cui la dirigenza capitolina sta facendo obiettivamente un ottimo lavoro, il patron biancoceleste trova comunque il modo di fornire argomenti ai suoi detrattori. La Lazio sin qui ha speso tanto (quasi 50 milioni di euro) e (a mio modesto parere) anche bene. Tavares
, Noslin e Tchaouna sono ottimi colpi, quindi non c’è nessun bisogno di cercare lo scontro; di erigere continuamente barriere dialettiche.La società sta facendo tutto il possibile per ovviare a un’estate di grandi cambiamenti e addii dolorosi. In questa situazione di grande instabilità servirebbe un pompiere, non un piromane. I critici di professione non aspettano altro che un passo falso del patron (che non brilla certo per capacità comunicative, è risaputo) per portare acqua al loro mulino. Lotito, che è persona estremamente intelligente, perché dà loro corda?
Ad una squadra già forte di suo, ovvero quella marsigliese, Pablo Longoria (che mai ha lesinato gli investimenti da quando è divenuto proprietario del club) ha aggiunto tre tasselli di altissimo livello. Si è partiti con uno dei migliori difensori della scorsa Ligue 1, vale a dire Lilian Brassier: preso a prezzo di saldo dal Brest. Poi si è proseguito assicurandosi Ismael Kone, che ha raggiunto le semifinali della Copa America con il suo Canada.
Canadesi sconfitti soltanto dall’Argentina campione di tutto. Due ottimi (ottimi) giocatori prima, un fenomeno poi. Mason Greenwood è il colpo dell’anno. Non solo del Marsiglia, ma dell’intero campionato francese e forse non solo: chissà. In un campionato (ahimè) tristemente povero di stelle, un autentico fuoriclasse come Mason è una luce nel buio. Un giocatore che siede tranquillamente al tavolo delle miliardarie stelle del PSG.
PSG che, senza Mbappé, bisogna pensare di poter battere. Già lo scorso anno il Marsiglia veniva (a ragion veduta) considerata la seconda miglior rosa della Ligue 1, in ex-aequo con il Monaco. Quest’anno, complice anche l’assenza di competizioni europee, qualsiasi risultato inferiore al secondo posto sarebbe un fallimento gigantesco. De Zerbi ha l’obbligo di arrivare secondo e quantomeno di infastidire i parigini.
Non di vincere la Ligue 1, ovviamente, ma quantomeno di provarci. Perché in Francia gli zerbini (per sua sfortuna) non ci sono e ciò implica che verrà giudicato unicamente sulla base dei risultati. Certo, in Italia il proselitismo nei confronti di questo fuffa guru continuerà imperterrito. Però dopo le Alpi gli han già fatto capire che aria tira, chiedere a Domenech per conferma. Dopo il mezzo fallimento in Inghilterra, De Zerbi in Francia può rilanciarsi definitivamente o ammettere (indirettamente) di esser solo il frutto di un’allucinazione collettiva.
Aggiornato al 16/07/2024 18:18
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