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Juventus, che scoperta Veiga: come ha cambiato la difesa

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veiga

L’esordio in Champions League di Renato Veiga è stato rivelatorio. Ecco come il portoghese ha cambiato la difesa della Juventus.

Renato Veiga è il regista difensivo che mancava a Thiago Motta per replicare l’impostazione vista ai tempi del Bologna. Il lusitano si è posizionato al centro del reparto arretrato, in mezzo a Gatti (che ha agito da stopper vecchio stampo) e a Kelly, che da terzino sinistro stringeva per formare una linea a tre in possesso.

Juventus, Veiga cambia tutto: Kelly come Calafiori e Yildiz out

Al tecnico italo-brasiliano un regista prestato alla difesa mancava terribilmente. Infatti, l’ex-Chelsea è un giocatore eclettico: nella sua giovane carriera ha giocato, oltreché da difensore centrale, da terzino sinistro e da mediano davanti alla difesa. Così come mancava un laterale mancino che sapesse fare anche il centrale, come faceva Calafiori l’anno scorso, permettendo alla squadra di schierarsi con un 3-4-2-1 in fase di possesso.

A cascata cambiano anche i compiti tattici del resto della squadra. I due esterni partono larghissimi, quasi con i piedi sulla linea, e sono chiamati a fare tutta la fascia. Compito che calza perfettamente a Weah (che infatti è stato fra i migliori in campo) e meno ad Yildiz, che è più un “dieci”: ce lo ha anche scritto sulla maglia. E’ naturalmente portato a venire dentro il campo e, almeno per questa partita, non era nelle idee di Motta.

Perché dall’altra parte giocava Nico Gonzalez, che per caratteristiche fisiche è maggiormente portato a venire dentro il campo partendo da destra e ad agire quasi da seconda punta: affiancandosi a Kolo Muani. E’ stato quindi salvifico l’ingresso del giovane Mbangula, maggiormente predisposto a fare tutta la fascia in quanto ala pura, con McKennie insignito dei ranghi di guastatore fra le linee. L’americano, infatti, dei tre centrocampisti bianconeri (Locatelli e Douglas Luiz) era quello incaricato di attaccare gli spazi, agendo quasi da trequarti.

Uno schema che non ha pagato sino in fondo (il PSV non avrebbe meritato la sconfitta) e che sacrifica due dei migliori talenti bianconeri, ovvero Yildiz e Conceicao, ma che si avvicina all’idea di calcio di Motta molto di più delle precedenti versioni della Juventus. Tutto suggerisce che si continuerà su questa falsa riga, vista la centralità che Veiga e Kelly hanno avuto sin dal loro arrivo a Vinovo, magari già dal match contro l’Inter.

renato veiga chelsea juventus

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Zhegrova è una boccata d’aria fresca per il calcio italiano

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Juventus

La Juventus vince ancora e si avvicina alla vetta: contro il Pisa la svolta è arrivata grazie a Zhegrova, il talento capace di rompere ogni schema.

La Juventus ha trovato ieri la terza vittoria consecutiva in campionato, portandosi a ridosso della vetta della classifica, in attesa delle partite di oggi e dei recuperi di Inter, Milan e Napoli. Un successo importante, arrivato contro un Pisa solido, compatto e ben organizzato, che per lunghi tratti aveva limitato le soluzioni offensive bianconere.

A fare davvero la differenza, però, ancora più dell’identità e dell’organizzazione portate da Luciano Spalletti, è stato l’ingresso nella ripresa di Edon Zhegrova. E non è difficile capirne il motivo. Il kosovaro ha portato in campo imprevedibilità, strappi, dribbling, fantasia. 

In pochi minuti ha scombussolato i piani del Pisa, rompendo gli equilibri e costringendo la difesa avversaria a rincorrere. Esattamente ciò per cui la Juventus ha deciso di puntare su di lui in estate.

Zhegrova

LA GRINTA DI LUCIANO SPALLETTI E ALBERTO GILARDINO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Zhegrova, il talento che va oltre la tattica

Perché in fondo esistono giocatori che vanno oltre ogni schema. Calciatori che, con la sola qualità individuale, possono distruggere qualsiasi piano tattico e cambiare il volto di una partita. Zhegrova rientra perfettamente in questa categoria, ma non è un caso isolato.

Basta guardare come il Napoli abbia cambiato marcia da quando David Neres è tornato centrale nel gioco azzurro, o quanto il Milan perda soluzioni offensive quando Rafael Leão è indisponibile.

Sono giocatori che vanno coltivati e, a volte, coccolati più della tattica stessa, perché la loro capacità di accendere una partita è un valore aggiunto enorme. Finora Spalletti ha utilizzato Zhegrova soprattutto a gara in corso, come arma per spaccare le partite. Ma continuando così, non servirà molto prima che il tecnico di Certaldo gli conceda fiducia anche dal primo minuto con maggiore continuità.

Perché Zhegrova non è solo una risorsa per la Juventus: è una boccata d’aria fresca per il calcio italiano. Ed è anche ciò che manca, da tempo, alla nostra Nazionale.

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Calcio italiano, i giocatori da tenere d’occhio per il 2026

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Calcio italiano

Il 2026 si avvicina: tra gol, talento e personalità, ecco i giovani italiani pronti a prendersi il futuro del nostro calcio italiano.

Calcio italiano, i talenti sui quali puntare per il 2026

Negli ultimi anni il calcio italiano ha vissuto una fase di transizione, tra la necessità di rinnovare generazioni e l’urgenza di ritrovare protagonisti in grado di competere ai massimi livelli.

La stagione 2025/26 potrebbe segnare l’affermazione di nuovi nomi che presto potrebbero dominare la scena in Serie A e anche con la maglia dell’Italia: attaccanti letali, registi moderni, difensori tecnici e creativi. Ecco i prospetti su cui scommettere.

Francesco Camarda (Milan, in prestito al Lecce)

Forse il nome più chiacchierato della nuova generazione, Francesco Camarda, ha già scritto pagine importanti nella sua giovane carriera. Debuttato giovanissimo in Serie A e addirittura in Champions League, è considerato uno dei centravanti più promettenti in Italia: dotato di un ottimo fiuto del gol, movimento intelligente e senso della posizione, Camarda potrebbe (se gestito bene fisicamente e tatticamente) diventare il riferimento offensivo di una grande squadra italiana.

Francesco Pio Esposito (Inter)

Un altro attaccante che sta facendo parlare di sé è Francesco Pio Esposito. Classe 2005, fisico imponente e abilità nel gioco di sponda lo rendono un profilo molto interessante per il calcio moderno. Dopo una stagione positiva in Serie B con lo Spezia, Esposito sta trovando spazio anche a livello maggiore e ha già iniziato ad accumulare esperienza con la Nazionale giovanile; il salto di qualità potrebbe arrivare proprio nel 2026.

Giovanni Leoni (Parma)

Tra i talenti difensivi spicca Giovanni Leoni, giovane centrale dotato di grande maturità, lettura delle situazioni e capacità di impostare l’azione dal basso. Cresciuto nel Parma e accostato a club importanti, Leoni rappresenta il prototipo del difensore moderno: forte nel duello, sicuro in fase di possesso e già con esperienza in prima squadra. La sua crescita potrebbe collocarlo stabilmente tra i migliori difensori italiani di domani.

Simone Pafundi (Udinese)

Talento già noto nel panorama giovanile, Simone Pafundi è un trequartista/ala con grande tecnica, visione di gioco e capacità di creare superiorità numerica. Con la stagione 2025/26 che potrebbe risultare decisiva, Pafundi ha tutte le carte in regola per diventare un protagonista: il suo elemento chiave è l’abilità di collegare centrocampo e attacco con passaggi filtranti e dribbling netti.

Niccolò Fortini (Fiorentina)

Giovane difensore viola, Niccolò Fortini è emerso con personalità nonostante i minuti limitati in Serie A. Con la sua velocità, lettura degli spazi e capacità di adattarsi su più ruoli – dal centro alla fascia – Fortini può diventare un elemento importante sia per club che per la Nazionale Under-21 nei prossimi anni.

Altri talenti da seguire

Mattia Liberali (esterno offensivo), giovane con visione tecnica e talento naturale nelle giovanili, già aggregato alla prima squadra in alcune occasioni.

Niccolò Amatucci e Gabriele Guarino, centrocampista e difensore, entrambi con esperienza in Serie B e potenzialità per compiere il salto in Serie A.

Non dimentichiamo, ovviamente, ottimi portieri italiani emergenti come Carnesecchi, Caprile e Turati, che stanno guadagnando fiducia tra i pali in Serie A.

Perché questi giocatori saranno importanti per il calcio italiano nel 2026?

La risposta è semplice: l’Italia ha bisogno di una nuova generazione di protagonisti in grado di portare freschezza, carattere internazionale e competitività nei club e nella Nazionale, soprattutto dopo alcuni anni in cui la presenza di talenti nostrani nei grandi club è stata scarsa e di mancate partecipazioni ai Mondiali.

Ed è dai giovani che si può ripartire per inaugurare una nuova fase del calcio italiano, che sia in grado di tornare a competere ai massimi livelli europei e mondiali.

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Club Brugge, Aleksandar Stanković si sta mettendo in mostra!

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Jashari

Il Club Brugge ha visto partire Talbi, Jashari e De Cuyper nella scorsa sessione di calciomercato. Un ottimo sostituto dell’attuale centrocampista rossonero arriva sempre da Milano. 

Aleksandar Stanković aveva passato la stagione precedente in Svizzera, al Lucerna, dove ha attirato l’interesse di vari club ma, su tutti, il Club Brugge ha notato qualcosa in lui.

Sostituire l’mvp del campionato (Jashari) non era affatto un compito semplice ma, ad oggi, il centrocampista serbo cresciuto nell’Inter non lo sta facendo assolutamente rimpiangere.

In 29 presenze vanta 3 gol e 1 assist, numeri simili a quelli dell’annata precedente e quasi replicati con 9 partite d’anticipo (38 presenze, 3 gol e 2 assist con il Lucerna).

Capitano della primavera dei nerazzurri, il giocatore ha una clausola di recompra a favore del club lombardo. 23 milioni per l’estate del 2026, 25 milioni per la sessione del 2027. I nerazzurri osservano da lontano la crescita del figlio di Dejan, che nel frattempo ha attirato l’ interesse su di sé.

Inter

Club Brugge, su Stanković gli occhi di Bundesliga e Premier League

Il classe 2005, grazie alle proprie prestazioni, sta attirando gli occhi dei top campionati europei.

Giocatore dinamico ed ottimo nella fase difensiva, come dimostrano i 3.57 interventi e i 2.03 duelli aerei vinti a partita.

Preciso per quanto riguarda i passaggi e bene in area di rigore, dato che tocca 1.85 palloni a partita in quella zona di campo.

Sui passaggi completati, invece, vanta l’86.8% e 56.37 quelli tentati a partita. 6.10 quelli progressivi a match, dunque rivela un’ottima efficienza offensiva per i propri compagni. Gli assist previsti? 2.35, ma dato il solo assist registrato, i compagni non li hanno saputi sfruttare.

Infine 1.97 tiri tentati a partita, che spiegano dunque il numero di reti siglate sino a questo momento.

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