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Juventus e Napoli fra le squadre che hanno speso di più in Europa: la classifica completa

Il calciomercato volge al termine ed è il momento di tirare le somme: letteralmente. Le squadre che hanno speso di più nei TOP 5 Campionati Europei.
I sauditi si sono dati una calmata da soli, in Inghilterra ci ha pensato il PSR. Senza il fiume di denaro proveniente dall’Arabia e dalla terra di Sua Maestà, il calciomercato ha visto drasticamente ridurre la propria capacità di spesa.
Calciomercato, la TOP 10 degli “spendaccioni”
Per la sorpresa di nessuno, il Chelsea (anche quest’anno) è la squadra che ha investito maggiormente sul mercato. Circa 238 milioni di euro, che comunque comparati ai 464 dell’anno scorso sembravano quasi un principio di austerity, per vincere una partita su tre in Premier League e rischiare di uscire ai preliminari di Conference League con il Servette. Bene, ma non benissimo.
Secondo il Brighton, che l’anno scorso era 24esimo per spese (poco più di 100 i milioni investiti sul mercato, che per gli inglesi son quasi la prassi) ma quarto per entrate grazie ai suoi quasi 200 milioni incassati. Quest’anno i Seagulls si sono rifatti alla grande, con 238 milioni spesi sul mercato e meno di 50 incassati.
La Premier domina il podio, con il Manchester United al terzo posto e 215 milioni spesi sul mercato. Appena sotto l’Aston Villa quinto, con 176 milioni, e quarto l’Atletico Madrid con 185 milioni. Solo sesto il PSG, da cui ci si aspettava un’estate scoppiettante dopo la partenza di Mbappé e invece ha speso “solo” 170 milioni.
7 in più della Juventus (settima con 163 milioni spesi) e 20 del Napoli, ottavo con 150. La TOP 10 la chiudono altre due inglesi, ovvero il Tottenham (poco meno di 149 milioni di euro investiti sul mercato, per pochissimo dopo il Napoli in questa speciale graduatoria) e il West Ham di Lopetegui con circa 145 milioni investiti.
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Chi è il miglior portiere della Serie A? I numeri dicono che…

La Serie A 2024/2025 sta per volgere al termine ed è tempo di bilanci anche dal punto di vista delle prestazioni. Ecco il miglior portiere che ha superato tutti.
Di estremi difensori in questa stagione ne sono spiccati parecchi, tuttavia uno in particolare ha lasciato sicuramente il segno più degli altri e in estate potrebbe anche partire verso i grandi club.
Miglior portiere della Serie A, per i numeri è Milinkovic-Savic
Il portiere del Torino ha dimostrato più volte quanto può essere decisivo nei momenti clou. Nonostante il suo club non abbia tagliato traguardi importanti, Vanja Milinkovic-Savic ha comunque risaltato tra tutti gli estremi difensori della Serie A grazie alla sua incredibile reattività e capacità di esecuzione.
Altezza, bravura nelle uscite, leadership in campo, reattività ed elasticità sono solo alcune delle caratteristiche che l’hanno portato sotto i riflettori. L’esordio in granata è datato 20 maggio 2018, in un Genoa-Torino 1-2 con Walter Mazzarri in panchina. Da quel momento c’è stata una crescita esponenziale.

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Secondo alcuni dati, oltre ai 10 clean sheet totali (dove occupa l’8° posizione), risulta colui che ha compiuto il maggior numero di parate (128) di cui 83 dentro l’area. Alcuni dei suoi interventi gli sono valsi più volte il premio di MVP della giornata ed è stato l’incubo per molti attaccanti.
Un altro dato che salta all’occhio è quello dei calci di rigore parati, ben 4 in totale (1° in Serie A), che gli ha conferito la nomina di miglior portiere della Serie A, almeno per quanto riguarda i numeri.
Il premio potrebbe riceverlo al termine della stagione ma al momento, con due giornate ancora da giocare, anche gli appassionati non hanno dubbi sull’affermare il primato assoluto del serbo.
Il suo futuro in granata è tutt altro che certo, infatti sono già pervenute alcune richieste di informazioni da parte di grandi club europei. Questa si può definire la stagione della consacrazione per Milinkovic-Savic che ora può dirsi un portiere completo.
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Brasile, come potrebbe giocare la Seleção con Ancelotti

Svolta storica per il Brasile. La nomina di Re Carlo alla guida della Seleção apre un nuovo capitolo nella storia della nazionale verde-oro.
Brasile-Ancelotti, perché è un “compromesso storico”?
La scelta della Federazione Brasiliana di puntare su Carlo Ancelotti come nuovo commissario tecnico è storica principalmente per due ragioni. La prima è di natura storiografica. Infatti, Re Carlo sarà soltanto il quarto commissario europeo della storia del Brasile. Prima di lui, infatti, c’erano stati solo: Ramon Platero nel 1925; Joreca nel 1944 e Filpo Nunez nel 1965. Erano quasi sessant’anni che la Seleção non si affidava ad un tecnico “locale”.
Il secondo motivo è di natura “culturale”. Con Ancelotti, apologeta indiscusso del pragmatismo applicato al calcio, ci si lascia definitivamente alle spalle l’identità brasiliana del “Joga Bonito“, degli “undici fantasisti” e tutte quelle altre definizioni appartenenti alla memoria storica dei tifosi brasiliani. Con Ancelotti vedremo sicuramente una squadra più pratica, quadrata e camaleontica. Senza però rinunciare alla sconfinata qualità di cui dispone il calcio brasiliano, che il tecnico italiano ha dimostrato di saper gestire nel corso della sua carriera.

Carlo Ancelotti ( foto KEYPRESS )
Vinicius e altri dieci, torna Casemiro: le prime scelte
I primi a giovare dell’insediamento di Re Carlo in panchina potrebbero essere i suoi “fedelissimi”, ovvero quelli precedentemente allenati in carriera: soprattutto nel Real Madrid. Il link con Casemiro, pupillo storico di Ancelotti, è automatico e naturale. Il centrocampista brasiliano sembrava avviato verso la fase discendente della sua carriera, ma la sua esperienza e la sua leadership innata stanno letteralmente trascinando un Manchester United arrovellato nella peggior fase storica della sua gloriosa tradizione.
Un altro pupillo di Ancelotti, vale a dire Vinicius, è praticamente certo di essere sempre il primo nome nella lista dei convocati e nella formazione titolare. Neymar è tornato da poco a vestire la maglia del Brasile, dopo i problemi fisici che ne hanno contraddistinto la parentesi saudita, ma rischia di pestarsi i piedi con Vini. Non solo da un punto di vista tattico, dato che entrambi prediligono partire da sinistra, ma anche da un punto di vista caratteriale, dato che i rapporti personali fra i due (per usare un vasto eufemismo) non sono idilliaci.
Tanti i brasiliani nel Real Madrid, a partire da Eder Militao: che era titolare anche con i precedenti allenatori prima dei ripetuti problemi fisici che ne hanno rallentato l’ascesa. Anche Endrick e Rodrygo potrebbero essere dei punti fermi della squadra del futuro, anche se con ogni probabilità partiranno dalla panchina.
Come giocherà il Brasile di Ancelotti?
Ancelotti nella sua carriera si è contraddistinto per non essere un dogmatico o un integralista. Non ha un modulo di riferimento, specialmente in una fase storica in cui i ruoli sono liquidi e i sistemi di gioco vanno derubricati a meri strumenti di semplificazione giornalistica, o una filosofia da difendere acriticamente. Nel corso della sua carriera è stato sovente prediligere la difesa a quattro, con il 4-3-1-2 o il 4-2-3-1 fra i moduli da lui più utilizzati: sistemi che si confanno adeguatamente anche alle caratteristiche dei giocatori del Brasile.
In porta, oltre agli arcinoti Ederson e Alisson, potrebbe prendere quota il nome di Lucas Perri, portiere che sta facendo benissimo da un anno e mezzo con il Lione. A proposito del nuovo che avanza: Murillo del Nottingham Forest questa estate rischia di rompere il record di Maguire e Gvardiol, diventando il difensore più pagato della storia del calcio. Ci sono pochi dubbi sul fatto che sarà il leader difensivo del presente e del futuro: vista anche l’età di Marquinhos e i ripetuti infortuni che condizionano Militao.
Lucas Beraldo del PSG gode di grande considerazione in patria. Difensore duttile, eclettico, che può giocare da centrale ma anche da terzino. La generazione d’oro dei terzini verde-oro è finita e Ancelotti dovrà inventarsi qualcosa sui laterali: chissà che il poliedrico mancino, pupillo di Luis Enrique che lo ha voluto fortemente a Parigi, non possa fare al caso suo. A centrocampo, invece, oltre al ritorno di Casemiro, Ederson dell’Atalanta è un nome in ascesa. Così come Joelinton e Matheus Cunha, con quest’ultimo che può ricoprire tutti i ruoli dell’attacco: dal centravanti tattico alla seconda punta, passando per il trequartista centrale o laterale.
Sempre nei Wolves giocano due giovani talenti brasiliani molto interessanti, vale a dire André e (soprattutto) Joao Gomes: metronomo del centrocampo dei Black Wolf e già nel mirino dei principali club europei. Se parliamo di talenti in ascesa non possiamo non citare Joao Pedro del Brighton (che si candida ad essere il “nove” del futuro del calcio brasiliano) e Savinho del Manchester City. Menzione d’onore per il giovanissimo Estevao, classe 2007 ma già nel giro della nazionale maggiore: Ancelotti lo tiene d’occhio.
Probabile Formazione Brasile (4-2-3-1): Alisson; Lucas Beraldo, Marquinhos, Militao, Vanderson; Bruno Guimarães, Casemiro; Vinicius, Matheus Cunha, Raphinha; Joao Pedro.
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Napoli, Sudakov-De Bruyne per un centrocampo da sogno

Il Napoli è molto attivo sul mercato, con il ds Manna che sta portando avanti diverse trattative, soprattutto per rinforzare il centrocampo.
Nonostante il pensiero del Napoli e dei suoi tifosi sia comprensibilmente rivolto alle ultime due partite di campionato, in cui la squadra di Antonio Conte si gioca lo Scudetto con un prezioso punto di vantaggio sull’Inter, il mercato non dorme mai.
Lo sa bene Giovanni Manna, direttore sportivo azzurro, finito nel mirino delle critiche dopo una sessione di gennaio molto deludente. L’obiettivo ora è riscattarsi, e le indiscrezioni che filtrano negli ultimi giorni sembrano andare proprio in questa direzione.
Il dirigente partenopeo ha infatti deciso di concentrare gran parte delle sue attenzioni sul centrocampo, reparto destinato a subire profondi cambiamenti in estate.

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Napoli, fiducia per il colpo De Bruyne
Con l’addio ormai scontato di Anguissa, il futuro incerto di Lobotka e il ritorno sempre più probabile di Billing in Premier League, Manna è pronto a rivoluzionare il cuore della squadra, puntando su colpi di altissimo livello tecnico.
Il nome che infiamma la piazza è sicuramente quello di Kevin De Bruyne: la trattativa per il fuoriclasse belga prosegue spedita e aumenta la fiducia. Ma De Bruyne potrebbe non essere l’unico grande colpo per il centrocampo azzurro.

Hamburg, Germany – February 15, 2024: Georgiy Sudakov of Shakhtar Donetsk thanks fans after the UEFA Europa League game against Marseille at Volksparkstadion in Hamburg, Germany
Sudakov e non solo: si avvicina anche Florentino Luis
Oltre a De Bruyne, il Napoli ha messo nel mirino Georgiy Sudakov, considerato da Manna e dal suo staff un talento assoluto e un futuro top player. Secondo quanto riportato in giornata da Il Mattino e confermato da Matteo Moretto, il club azzurro avrebbe già avanzato una prima proposta verbale allo Shakhtar Donetsk da circa 35 milioni di euro più 5 di bonus.
L’eventuale arrivo di De Bruyne non escluderebbe quello del giovane ucraino, che è seguito da almeno due anni e potrebbe finalmente approdare sotto il Vesuvio.
Da non dimenticare anche Florentino Luis del Benfica: con il centrocampista è vicinissima l’intesa sui termini contrattuali, mentre manca ancora l’accordo con il club portoghese, che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni.
Insomma, il Napoli sogna lo Scudetto in queste ultime due partite, ma la società guarda già al futuro, con l’ambizione di costruire un centrocampo in grado di essere il fulcro di una squadra sempre più competitiva.
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