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Juventus, senza Vlahovic la media goal crolla: i numeri

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Milan

 La Juventus viene da 3 pareggi di fila, quando l’attaccante serbo non scende in campo i bianconeri trovano difficilmente la via della rete.

La Juventus di Thiago Motta ha ottenuto l’ennesimo pareggio della stagione, in trasferta contro il Lecce. Ciò che preoccupa però è la difficoltà con cui la Vecchia Signora trova la via del goal.

Juventus dipendente da Vlahovic

L’attaccante serbo è fermo dal 23 novembre per un infortunio muscolare accusato in Nations League contro la Danimarca. Infortunio che lo ha costretto a saltare le ultime 3 gare dei bianconeri contro: Milan, Aston Villa e Lecce. Sono arrivati 3 pareggi di fila con solo un goal segnato, quello di Cambiaso con deviazione di Gaspar, insomma la Juventus ha assoluta necessita di Vlahovic e i suoi goal.

Juventus, Vlahovic

LA GRINTA DI DUSAN VLAHOVIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La media goal con e senza Vlahovic

Nelle ultime 16 partite con Vlahovic in campo i bianconeri hanno realizzato 25 reti, con una media di 1,5 goal a partita, mentre nelle 3 partite senza Vlahovic la Juventus ha segnato un solo goal, con una media di 0,33 goal a partita. Senza attaccanti centrali di ruolo a disposizione, in attesa del rientro di Arek Milik la Vecchia Signora ha bisogno del serbo. I numeri non mentono.

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Roma-Genoa, Wesley vs Norton-Cuffy: sfida ad alta velocità

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Roma

La gara tra Roma e Genoa sarà anche il confronto tra il brasiliano giallorosso e l’inglese rossoblù, due dei migliori terzini del campionato.

Domani sera la sfida tra Roma e Genoa chiuderà la diciassettesima giornata di Serie A. Una gara carica di significato in termini di classifica e, soprattutto, di emozioni, con il ritorno all’Olimpico per la prima volta da avversario dei giallorossi di Daniele De Rossi.

Ma la sfida tra giallorossi e rossoblù sarà anche l’occasione di assistere a duelli individuali, seppure su porzioni opposte di campo. La sfida più significativa, in questo senso, sarà quella tra i due terzini destri delle squadre: Wesley e Norton-Cuffy.

Wesley: dai dubbi sulle cifre all’insostituibilità

Il terzino brasiliano della Roma, arrivato nella capitale la scorsa estate per una cifra di quasi 30 milioni di euro dal Flamengo, è diventato uno dei punti fermi della squadra targata Gian Piero Gasperini. Dopo aver bagnato l’esordio ufficiale con la rete decisiva all’Olimpico nella prima partita di campionato contro il Bologna, nella primissima parte di stagione le prestazioni di Wesley avevano diviso gli addetti ai lavori ed i tifosi: volenteroso, ma troppo confusionario.

Roma

GIAN PIERO GASPERINI E WESLEY VINICIUS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Eppure, partita dopo partita, Wesley è diventato costantemente uno dei migliori in campo. Il terzino brasiliano è, di fatto, la prima arma offensiva per la Roma in fase di proposta, ma anche in quella difensiva l’ex Flamengo ha mostrato un miglioramento evidente dalle prime uscite. La costante che non è mai mancata è l’instancabilità fisica: una continua spinta sulla fascia destra che ha deliziato e convinto anche i più scettici.

Norton-Cuffy continua a stupire: per lui c’è già l’interesse della Juventus

Se Wesley ha sorpreso, dall’altra parte Brooke Norton-Cuffy lo sta facendo, forse, ancor di più. Arrivato l’anno scorso al Genoa dalle giovanili dell’Arsenal, dopo una buonissima prima stagione il rendimento del terzino inglese sta salendo in termini di prestazioni e di presenza.

Dopo un calo di rendimento dovuto al difficile inizio di stagione con la squadra rossoblù, con la guida di De Rossi Norton-Cuffy sta crescendo sempre di più. Lo scorso 8 dicembre una sua rete (la sua prima in Serie A) ha regalato il successo al Genoa ad Udine e confermato, di fatto, quello che di buono si era già visto.

NORTON-CUFFY ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

E le prestazioni di Norton-Cuffy, arrivato a Genova per soli 4 milioni, stanno attirando le attenzioni di alcuni top club: la Juventus lo avrebbe già messo nel mirino già per il mercato di gennaio, così come l’Inter, ma per portarlo via la richiesta della dirigenza rossoblù sarebbe di almeno il triplo di quanto sborsato un anno fa per strapparlo all’Arsenal.

Il minimo comun denominatore tra Norton-Cuffy e Wesley è però lo stesso: la spinta costante sulla fascia. Una caratteristica fondamentale per gli schemi di Gasperini e De Rossi, ma anche per tutte le squadre che vogliono giocare un calcio propositivo come il loro, e proprio per questo avere due terzini di questo calibro a disposizione nella propria rosa è un arma di inestimabile valore.

 

 

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Zhegrova è una boccata d’aria fresca per il calcio italiano

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Juventus

La Juventus vince ancora e si avvicina alla vetta: contro il Pisa la svolta è arrivata grazie a Zhegrova, il talento capace di rompere ogni schema.

La Juventus ha trovato ieri la terza vittoria consecutiva in campionato, portandosi a ridosso della vetta della classifica, in attesa delle partite di oggi e dei recuperi di Inter, Milan e Napoli. Un successo importante, arrivato contro un Pisa solido, compatto e ben organizzato, che per lunghi tratti aveva limitato le soluzioni offensive bianconere.

A fare davvero la differenza, però, ancora più dell’identità e dell’organizzazione portate da Luciano Spalletti, è stato l’ingresso nella ripresa di Edon Zhegrova. E non è difficile capirne il motivo. Il kosovaro ha portato in campo imprevedibilità, strappi, dribbling, fantasia. 

In pochi minuti ha scombussolato i piani del Pisa, rompendo gli equilibri e costringendo la difesa avversaria a rincorrere. Esattamente ciò per cui la Juventus ha deciso di puntare su di lui in estate.

Zhegrova

LA GRINTA DI LUCIANO SPALLETTI E ALBERTO GILARDINO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Zhegrova, il talento che va oltre la tattica

Perché in fondo esistono giocatori che vanno oltre ogni schema. Calciatori che, con la sola qualità individuale, possono distruggere qualsiasi piano tattico e cambiare il volto di una partita. Zhegrova rientra perfettamente in questa categoria, ma non è un caso isolato.

Basta guardare come il Napoli abbia cambiato marcia da quando David Neres è tornato centrale nel gioco azzurro, o quanto il Milan perda soluzioni offensive quando Rafael Leão è indisponibile.

Sono giocatori che vanno coltivati e, a volte, coccolati più della tattica stessa, perché la loro capacità di accendere una partita è un valore aggiunto enorme. Finora Spalletti ha utilizzato Zhegrova soprattutto a gara in corso, come arma per spaccare le partite. Ma continuando così, non servirà molto prima che il tecnico di Certaldo gli conceda fiducia anche dal primo minuto con maggiore continuità.

Perché Zhegrova non è solo una risorsa per la Juventus: è una boccata d’aria fresca per il calcio italiano. Ed è anche ciò che manca, da tempo, alla nostra Nazionale.

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Calcio italiano, i giocatori da tenere d’occhio per il 2026

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Calcio italiano

Il 2026 si avvicina: tra gol, talento e personalità, ecco i giovani italiani pronti a prendersi il futuro del nostro calcio italiano.

Calcio italiano, i talenti sui quali puntare per il 2026

Negli ultimi anni il calcio italiano ha vissuto una fase di transizione, tra la necessità di rinnovare generazioni e l’urgenza di ritrovare protagonisti in grado di competere ai massimi livelli.

La stagione 2025/26 potrebbe segnare l’affermazione di nuovi nomi che presto potrebbero dominare la scena in Serie A e anche con la maglia dell’Italia: attaccanti letali, registi moderni, difensori tecnici e creativi. Ecco i prospetti su cui scommettere.

Francesco Camarda (Milan, in prestito al Lecce)

Forse il nome più chiacchierato della nuova generazione, Francesco Camarda, ha già scritto pagine importanti nella sua giovane carriera. Debuttato giovanissimo in Serie A e addirittura in Champions League, è considerato uno dei centravanti più promettenti in Italia: dotato di un ottimo fiuto del gol, movimento intelligente e senso della posizione, Camarda potrebbe (se gestito bene fisicamente e tatticamente) diventare il riferimento offensivo di una grande squadra italiana.

Francesco Pio Esposito (Inter)

Un altro attaccante che sta facendo parlare di sé è Francesco Pio Esposito. Classe 2005, fisico imponente e abilità nel gioco di sponda lo rendono un profilo molto interessante per il calcio moderno. Dopo una stagione positiva in Serie B con lo Spezia, Esposito sta trovando spazio anche a livello maggiore e ha già iniziato ad accumulare esperienza con la Nazionale giovanile; il salto di qualità potrebbe arrivare proprio nel 2026.

Giovanni Leoni (Parma)

Tra i talenti difensivi spicca Giovanni Leoni, giovane centrale dotato di grande maturità, lettura delle situazioni e capacità di impostare l’azione dal basso. Cresciuto nel Parma e accostato a club importanti, Leoni rappresenta il prototipo del difensore moderno: forte nel duello, sicuro in fase di possesso e già con esperienza in prima squadra. La sua crescita potrebbe collocarlo stabilmente tra i migliori difensori italiani di domani.

Simone Pafundi (Udinese)

Talento già noto nel panorama giovanile, Simone Pafundi è un trequartista/ala con grande tecnica, visione di gioco e capacità di creare superiorità numerica. Con la stagione 2025/26 che potrebbe risultare decisiva, Pafundi ha tutte le carte in regola per diventare un protagonista: il suo elemento chiave è l’abilità di collegare centrocampo e attacco con passaggi filtranti e dribbling netti.

Niccolò Fortini (Fiorentina)

Giovane difensore viola, Niccolò Fortini è emerso con personalità nonostante i minuti limitati in Serie A. Con la sua velocità, lettura degli spazi e capacità di adattarsi su più ruoli – dal centro alla fascia – Fortini può diventare un elemento importante sia per club che per la Nazionale Under-21 nei prossimi anni.

Altri talenti da seguire

Mattia Liberali (esterno offensivo), giovane con visione tecnica e talento naturale nelle giovanili, già aggregato alla prima squadra in alcune occasioni.

Niccolò Amatucci e Gabriele Guarino, centrocampista e difensore, entrambi con esperienza in Serie B e potenzialità per compiere il salto in Serie A.

Non dimentichiamo, ovviamente, ottimi portieri italiani emergenti come Carnesecchi, Caprile e Turati, che stanno guadagnando fiducia tra i pali in Serie A.

Perché questi giocatori saranno importanti per il calcio italiano nel 2026?

La risposta è semplice: l’Italia ha bisogno di una nuova generazione di protagonisti in grado di portare freschezza, carattere internazionale e competitività nei club e nella Nazionale, soprattutto dopo alcuni anni in cui la presenza di talenti nostrani nei grandi club è stata scarsa e di mancate partecipazioni ai Mondiali.

Ed è dai giovani che si può ripartire per inaugurare una nuova fase del calcio italiano, che sia in grado di tornare a competere ai massimi livelli europei e mondiali.

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