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Juventus, Vlahovic e Haaland molto simili tranne nei gol
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L’attaccante serbo della Juventus, Dusan Vlahovic e Erling Haaland del Manchester City hanno statistiche simili in tutto tranne nei gol, ma di chi è la colpa?
Il paragone tra il calciatore della Juventus, Vlahovic, e Haaland va avanti da molto tempo, in un confronto che è apparso impari molte volte non considerando l’impatto che possa avere la squadra in cui giocano sulle loro statistiche.
Juventus, le statistiche a confronto tra Vlahovic e Haaland
Vlahovic e Haaland sono due grandi attaccanti e i freddi numeri in realtà non sono affatto lontani. Le statistiche di questa stagione dicono che i due hanno la stessa percentuale di duelli vinti, la stessa percentuale di passaggi riusciti, lo stesso numero di recuperi e addirittura il serbo è leggermente superiore per duelli aerei vinti. Il numero di occasioni create premia di pochissimo il norvegese, ma anche nei contrasti e nei falli subiti i due sono sostanzialmente pari.
Statistica sui gol
A conti fatti un solo dato che oggi divide enormemente Vlahovic e Haaland ed è, purtroppo per la punta bianconera, il dato sulla precisione nel tiro. Il bomber del Manchester City ha una percentuale di tiri in porta del 65,5% mentre l’ex-Fiorentina si ferma al 47,4%. È quindi inevitabile che la percentuale di conversione in gol dei tentativi sia molto più alta per Haaland anche se da ottobre in poi anche lui abbia frenato la sua corsa in zona gol (solo 3 in Premier in 10 gare).
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Erling Haaland of Manchester City celebrates his goal to make it 1-0 during the Premier League match Manchester City vs Wolverhampton Wanderers at Etihad Stadium, Manchester, United Kingdom, 4th May 2024
(Photo by Mark Cosgrove/News Images)
Focus
Inter, Marotta: “La nostra mission: considerare lo sport una palestra di vita”
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Il presidente dell’Inter Beppe Marotta, in occasione dell’evento Costituzione e Sport, ha parlato del lato tossico delle performance giovanili.
Il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, intervenuto al Convegno di Costituzione e Sport tenuto al Palazzo Lombardia, non ha esitato a ribadire l’influenza negativa nella formazione dei giovani dovuta all’eccessiva pressione da parte dei familiari dei giovani calciatori.
Le conseguenze di tali pressioni possono riversarsi sulle performance dei giovani. Secondo il punto di vista del Presidente, ciò che bisogna trasmettere ai giovani calciatori è l’educazione dello Sport; guidare i ragazzi in un percorso di crescita, lavorando sui propri obiettivi formativi e in un lavoro di squadra.
La squadra riconosce il valore educativo dello sport: i genitori tendono ad imporre nei ragazzi le regole, spesso non costruttive e degenerative per la formazione giovanile. Nell’Inter c’è una selezione forte mirata ad un solo obiettivo, ovvero considerare lo sport una “palestra di vita”, come ha detto Marotta.
Ciò che bisogna cogliere dal lato produttivo dei giovani è la determinazione a vincere e crescere in squadra, nonostante gli ostacoli che la burocrazia impone.
Inter, le parole di Giuseppe Marotta
“Quando si parla di presidente dell’Inter si parla di una squadra che ha milioni di supporter nel mondo. Non tutti riconoscono la valenza sociale che l’Inter rappresenta, noi abbiamo una filiera di squadra di donne e uomini, tutto questo per avere 700 tesserati. Abbiamo una responsabilità sociale nei loro confronti.
I genitori spesso impongono nei ragazzi delle aspettative pesanti, noi ci troviamo a gestire queste situazioni. Dobbiamo essere capaci, siamo dotati di profili professionali. Nell’Inter c’è una selezione molto forte, non possiamo mai perdere di vista la nostra mission, ovvero considerare lo sport come palestra di vita. Non ci riusciamo spesso perché i genitori impongono aspettative fuori luogo. È un ruolo molto delicato, non solo di formazione sportiva”.
E ancora: “Mi rifaccio al concetto che la costituzione con l’articolo 33 riconosce il valore educativo dello sport, il contesto di riferimento è il calcio, che è molto cambiato perché è cambiato il riferimento delle squadre. Prima c’era il fenomeno del grande imprenditore, ora 12 società su 20 sono di proprietà straniere. Sono venute meno anche le forme di sponsorizzazioni locali. Queste società sono costrette a dover far pagare la retta, andiamo intorno ai 1.000 euro all’anno per ragazzino, è chiaro che una famiglia che ha un reddito basso ha un approccio diverso.
I veri talenti che potevano essere i Baggio, gli Antonioni, i Del Piero, arrivano dal mondo dell’oratorio, della strada. Adesso anche l’oratorio deve far pagare la retta. Ecco allora che deve intervenire lo Stato, non ne parlo in maniera critica, il fatto di poter avere le scuole a tempo pieno e far si che accanto alla scuola ci sia la continuità nel pomeriggio può essere un aspetto.
Oggi il vero problema sono le strutture, noi come Serie A con 1,2 miliardi che versiamo all’erario siamo tra i maggiori contribuenti, e allora una defiscalizzazione per chi investe nello sport potrebbe aiutare a dotarsi di strutture per essere anche un polo attrattivo per i giovani”.
Focus
Serie A: spareggi amari, forse anche di più…
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Annata disastrosa per la Serie A in Europa: delle cinque squadre in corsa per un posto nelle coppe, solo la Roma esce vittoriosa e va a Nyon.
Si nutrivano grandi speranze per il proseguimento nelle Coppe Europee per le squadre italiane. Gli spareggi hanno dato esiti e riscontri tutt’altro che positivi, ma andiamo per gradi e cominciamo dal principio.
I risultati della scorso viaggio europeo erano stati fenomenali, concludendosi con il diritto di avere cinque compagini italiane in Champions League: Inter, Milan, Juventus, Atalanta e Bologna.
Roma, Lazio e Fiorentina, poi, chiudevano il pacchetto, rispettivamente in Europa League le prime due e la Viola in Conference League. Le aspettative erano pesanti, ma giustificate: visto che il nostro campionato è tra i top-5 a livello internazionale.
“Non c’è nulla che vada come previsto, è l’unica cosa che ci insegna il futuro quando diventa passato.” Così affermava Daniel Pennac, nel suo “Diario di scuola.” Il docente e scrittore francese, in questo romanzo autobiografico, spiega le difficoltà e le paure del fallimento scolastico. Lui stesso ammette però di essere stato un cattivo studente, preoccupato del fallimento.
Una frase, la sua, che si presta perfettamente con la situazione del calcio italiano in Europa in questo momento. Le scuole sono le competizioni, i team gli studenti. Ogni squadra ha avuto problemi con la paura di crescere, probabilmente.
Disastro Serie A in Champions League
Il Milan in primis. La squadra di Conceicao aveva già fallito la prima “interrogazione” a Zagabria. E, proprio come il proverbio, ha poi perseverato (diabolicamente) nello sbagliare l’approccio di studio dello spareggio. Il Feyenoord, sulla carta, non rappresentava un grande ostacolo per i rossoneri. Dopo l’andata ci si aspettava un cambio di rotta, una reazione rabbiosa: arrivata subito col gol dell’ex Gimenez. Poi i soliti problemi e Theo Hernandez espulso dal direttore di gara anzitempo hanno mostrato la fragilità di testa, e gioco, del Milan.
Considerazioni: rossoneri rimandati con ingenti perdite, forse, a settembre.
Come il Milan la Juventus. La squadra di Thiago Motta cade nel supplementare di Eindhoven, dopo la vittoria a Torino. Succede tutto in ventuno minuti. Olandesi in gol con Perisic (53′) e Saibari (74′), con il gol del momentaneo pareggio juventino di Weah (63′). A sancire l’uscita dalla competizione dei bianconeri il 3-1 di Flamingo, difensore olandese classe 2002.
Considerazioni: Juventus in campo per un tempo. Non Abbastanza.
Discorso diverso per l’Atalanta. La Dea, defraudata all’andata del pareggio (2-1 finale per i belgi viziato da un rigore a dir poco generoso), crolla a Bergamo. Irriconoscibili i ragazzi di Gasperini. Il Club Brugge s’impone 3-1 grazie alla doppietta di Talbi e al gol di Jutgla. Effimera la rete di Lookman in una partita inguardabile dell’Atalanta, condita anche dall’espulsione di Toloi nel finale.
Considerazioni: l’attenuante dell’andata ingiustificabile dato il ritorno disastroso.
Unica compagine esclusa da questi giudizi è il Bologna. I ragazzi di mister Italiano alla prima apparizione in Champions League a sessant’anni dall’ultima volta, di per sé avevano già raggiunto un grande traguardo e possono ritenersi abbastanza soddisfatti del percorso. La vittoria contro il Borussia Dortmund è sicuramente la ciliegina sulla torta per i rossoblù, a cui si aggiungono anche 3 pareggi (Shakhtar, Benfica e Sporting). Considerazioni: emozioni che resteranno indelebili nei cuori di tutta Bologna.
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il pallone della champions league ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Europa League: bene la Lazio, Roma “a metà”
Se lo spareggio Champions ha lasciato un profondo amaro, l’Europa League “sorride” alla Serie A. Spareggio che vedeva impiegata solo la Roma, con la Lazio spettatrice interessata.
Una Europa League di certo non come la Roma si aspettava. Ranieri & co. hanno dovuto sudare fino all’ultima giornata per entrare nel playoff. L’avversario designato dal sorteggio è stato il Porto: ostici, ma non imbattibili. Lontani parenti di quella squadra che qualche tempo fa metteva paura all’Inter in Champions.
A Oporto un pareggio (1-1) tutto sommato giusto, con qualificazione rimandata nell’Urbe. Segnali di sfortuna ci sono stati. L’assenza di Dovbyk prima dell’inizio e il vantaggio degli ospiti con Aghehowa al 27′, per esempio.
I ragazzi di Ranieri, però, complice anche il frastuono dei tifosi che non smette mai di accompagnarli, non si sfalda. Il pareggio arriva dopo soli otto minuti con il solito Paulo Dybala, che al 39′ poi raddoppia per i giallorossi. Pisilli all’83’ fa 3 a 1 e a nulla serve al Porto l’autogol di Rensch, a recupero scaduto. Giallorossi a Nyon con lo spettro del derby agli ottavi, poi scongiurato per via del sorteggio con l’Athletic Bilbao.
Considerazioni: derby agli ottavi sarebbe stato meraviglioso per la piazza, ma un pò meno per il Ranking.
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UEFA EUROPA LEAGUE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Tutti a Nyon…quelli rimasti, almeno
Otto squadre hanno partecipato. Solo quattro proseguono. Il sorteggio di Nyon per gli ottavi di finale è andato per la sua strada, ma non certo quella che ci si aspettava. La Roma, sopravvivendo, si unisce a Inter, Lazio e Fiorentina. Nota di merito per le ultime tre, avanti senza passare per gli spareggi. Bilancio decisamente negativo per la Serie A. Soprattutto per il ranking per il posto extra in Champions. Quasi impossibile, vista l’accelerata spagnola e la pesante flessione della Serie A. Non ci resta che aspettare.
Francesco Ceci
Focus
Juventus, Conceição tra dribbling e limiti: un talento ancora acerbo
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La Juventus vince a Cagliari ma non convince del tutto. Tra gli insufficienti spunta anche Conceição, che continua a mancare nell’ultima giocata.
Fumoso. È questa la prima parola che viene in mente quando si parla di Francisco Conceição, di certo una delle note più liete della stagione complicata della Juventus. L’esterno portoghese, arrivato in estate in prestito oneroso dal Porto per 10 milioni di euro, ha tutte le caratteristiche che si chiedono a un esterno offensivo: dribbling, velocità, rapidità e fantasia.
Pecca in termini di fisicità, ma compensa sempre con grande carattere e agonismo. Eppure, ogni volta che scende in campo lascia la sensazione che potrebbe dare molto di più.
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Francisco Conceicao during Liga Portugal game between FC Porto and SL Benfica at Estadio Do Dragao, Porto, Portugal. (Maciej Rogowski)
Conceição, quando l’ultima scelta fa la differenza
Il problema principale di Conceição è la scelta nell’ultima giocata. Quando riceve palla, punta immediatamente l’uomo, abbassa la testa e parte in velocità. Il guaio è che spesso non la rialza più.
Sembra non valutare mai con attenzione il piazzamento dei compagni, insistendo su azioni personali che si concludono con un cross alla cieca o un tiro forzato e ignorando soluzioni più efficaci.
Il classe 2002 ha collezionato finora 5 gol e 5 assist in 28 partite tra tutte le competizioni: numeri discreti per un’ala giovane alla prima esperienza in Serie A. Tuttavia, da un giocatore con il suo talento ci si aspetta un impatto più incisivo.
È un pericolo costante per le difese avversarie, che tendono a raddoppiarlo ogni volta che entra in possesso del pallone, e rappresenta sicuramente un’arma importante nello scacchiere di Thiago Motta.
Nonostante questo, però, il tecnico bianconero dovrà lavorare molto su di lui, soprattutto considerando che in estate serviranno altri 30 milioni di euro per acquistarlo a titolo definitivo.
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CRISTIANO GIUNTOLI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus, un investimento che merita fiducia
Le qualità di Conceição sono indiscutibili, ma il portoghese dovrà fare uno step importante per guadagnare un posto da titolare indiscusso in una Juventus che vuole tornare al vertice in Italia e in Europa.
Deve affinare le sue scelte in fase offensiva, imparare a leggere meglio il gioco e rendersi più efficace sotto porta. Il talento c’è, il potenziale anche: ora sta a lui dimostrare di essere pronto per il salto di qualità.
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