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La Guida al Torneo Olimpico di Calcio Maschile di Parigi 2024

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Ligue 1

Le Olimpiadi di Parigi 2024 iniziano ufficialmente il 26 luglio. Per il calcio, la data di inizio è mercoledì 24 luglio. Andiamo a vedere chi può stupire.

Per diversi sport, fra cui il calcio, la data di inizio delle Olimpiadi è mercoledì 24 luglio: due giorni prima. Ecco chi può stupire in questa guida al Torneo di Calcio Maschile di Parigi 2024.

Indice

Olimpiadi di Parigi 2024, tutte le partecipanti

In anticipo di due giorni dalla cerimonia d’apertura, inizia il Torneo Maschile di calcio della XXXIII Olimpiade. L’appuntamento vedrà sfidarsi 16 nazionali in 7 diversi stadi, non toccando solo Parigi. Come da consuetudine, il torneo olimpico di calcio verrà disputato in più città.

In questa Olimpiade gli stadi saranno Nantes (Allianz Riviera), Bordeaux (Stade Matmut-Atlantique), Saint-Étienne (Stade Geoffroy Guichard), Décines-Charpieu (Parc OL), Marsiglia (Stade Velodrome) e Nizza (stadio della Beaujoire) oltre ovviamente a Parigi (con il Parco dei Principi).

Le Nazionali saranno 16: Francia (Paese ospitante), Ucraina, Spagna e Israele (qualificatesi attraverso i Campionati Europei Under-21 del 2023). Per l’Africa, ci saranno Marocco, Egitto, Mali e Guinea (passate dalla Coppa delle Nazioni Africane Under-23 2023). Il Nord e Centroamerica hanno invece Stati Uniti e Repubblica Dominicana, qualificate mediante il Campionato Nordamericano di Calcio Under-20 2022).

Il Sudamerica porta Argentina e Paraguay, che hanno staccato il passo mediante il Torneo Preolimpico della CONMEBOL 2024. L’Asia si presenta con Giappone, Uzbekistan e Iraq (che hanno trovato il pass per Parigi mediante la Coppa d’Asia AFC Under-23 2024), mentre l’Oceania con la sola Nuova Zelanda: che ha dovuto vincere il Torne0 Preolimpico OFC 2024. 

Brasile e Italia: le grandi assenti

Le grandi assenti sono due: Brasile e Italia. I Verdeoro hanno perso il torneo preolimpico e dovranno abdicare alla medaglia d’oro, vinta nelle ultime due edizioni. L’Italia è assente dal Torneo olimpico di Londra 2012.

Gli uomini di Carmine Nunziata hanno partecipato per l’ultima volta a Pechino 2008, conquistando il bronzo quattro anni prima: ad Atene 2004. Per loro l’appuntamento con i Giochi è stato mancato nell’ultimo Campionato Europeo di calcio Under-21 2023.

Parigi 2024: i giocatori da osservare

I nomi di chi può fare molto bene in questi Giochi sono molteplici. Uno su tutti è Julian Alvarez, considerato la stella di questo torneo. Fresco vincitore della Copa America con l’Argentina, e autore del triplete lo scorso anno con il Manchester City, Alvarez sarà accompagnato da Lucas Beltran della Fiorentina e dal talentino del Botafogo Thiago Almada: già Campione del Mondo nel 2022, anno dove ha vinto il premio di MLS Newcomer of the Year.

Parigi 2024

Per la Francia padrona di casa il talento non manca per niente. Al contrario, il CT Thierry Henry potrà contare su molte stelle: a partire da Michel Olise. L’ala del Crystal Palace ha segnato 10 gol e fornito 6 assist in sole 19 partite nella scorsa stagione, nonostante sia stato frenato da problemi muscolari.

Il Bayern Monaco ha deciso di puntare su di lui, strappandolo alla Premier League con un’offerta di 65 milioni di euro. In nazionale Olise ritroverà il suo ex compagno di squadra al Crystal Palace Jean-Philippe Mateta, convocato come fuori quota per la sua straordinaria annata da 19 gol e 5 assist.

Mateta ha rappresentato la Francia in tutte le categorie giovanili, ma non ha mai debuttato in prima squadra. Ora avrà l’opportunità di farlo nella rappresentativa olimpica a 27 anni. Ad aumentare l’esperienza della squadra francese ci sarà anche Alexandre Lacazette, che tornerà a giocare per i Bleus per la prima volta dal 2017.

In questa stagione, Lacazette ha segnato 22 gol in 35 partite con l’Olympique Lione: dimostrando di essere ancora in ottima forma anche a 33 anni.

Parigi 2024

Dalla Francia a chi gioca in Francia. Il Marocco si affiderà tanto ad Achraf Hakimi. Il terzino del PSG guiderà i Leoni dell’Atlante in un momento molto florido per il calcio marocchino. Convocato come fuori quota, l’ex Inter viene da un’annata in cui ha vinto la Ligue 1 e  la Coppa di Francia: segnando 4 gol e servendo 5 assist.

L’Africa, in generale, mette in campo moltissimi talenti. Non va dimenticato fra questi Naby Keita, ex Liverpool ed ora al Werder Brema. L’ultima stagione di Bundesliga è stata avara di successi e ricca di infortuni, come testimoniano le sole 5 presenze.

Non va dimenticata la Spagna. I Campioni d’Europa in carica vogliono chiudere il cerchio e vanno alla ricerca della doppietta dopo il successo in Euro 2024. Le Furie Rosse puntano su Fermín López. Dopo gli 11 gol in 43 presenze con la maglia del Barcellona, lo spagnolo vuole andare a caccia di questa bellissima doppietta.

Il programma di Parigi 2024

Le sedici squadre partecipanti sono suddivise in 4 gruppi da 4. Ogni squadra gioca contro tutte le altre nazionali del proprio girone e le prime due classificate di ogni raggruppamento accedono alla fase a eliminazione diretta.

Gruppo A: Francia, Stati Uniti d’America, Guinea, Nuova Zelanda
Gruppo B: Argentina, Marocco, Iraq, Ucraina
Gruppo C: Uzbekistan, Spagna, Egitto, Repubblica Dominicana
Gruppo D: Giappone, Paraguay, Mali, Israele

24 luglio

  • Gruppo C: Uzbekistan – Spagna (ore 15:00, Parco dei Principi, Parigi)
  • Gruppo B: Argentina – Marocco (ore 15:00, Stade Geoffroy Guichard, Saint-Étienne)
  • Gruppo C: Egitto – Rep. Dominicana (ore 17:00, Stade de la Beaujoire, Nantes)
  • Gruppo A: Guinea – Nuova Zelanda (ore 17:00, Stadio di Nizza, Nizza)
  • Gruppo D: Giappone – Paraguay (ore 19:00, Stadio di Bordeaux, Bordeaux)
  • Gruppo B: Iraq – Ucraina (ore 19:00, Stadio di Lione, Lione)
  • Gruppo D: Mali – Israele (ore 21:00, Parco dei Principi, Parigi)
  • Gruppo A: Francia – USA (ore 21, Stade de Marseille, Marsiglia)

27 luglio

  • Gruppo C: Rep. Dominicana – Spagna (ore 15:00, Stadio di Bordeaux, Bordeaux)
  • Gruppo B: Argentina – Iraq (ore 15:00, Stadio di Lione, Lione)
  • Gruppo C: Uzbekistan – Egitto (ore 17:00, Stade de la Beaujoire, Nantes)
  • Gruppo B: Ucraina – Marocco (ore 17:00, Stade Geoffroy Guichard, Saint-Étienne)
  • Gruppo A: Nuova Zelanda – USA (ore 19:00, Stadio di Marsiglia, Marsiglia)
  • Gruppo D: Israele – Paraguay (ore 19:00, Parco dei Principi, Parigi)
  • Gruppo D: Giappone – Mali (ore 21:00, Stadio di Bordeaux, Bordeaux)
  • Gruppo A: Francia – Guinea (ore 21:00, Stadio di Nizza, Nizza)

30 luglio

  • Gruppo C: Rep. Dominicana – Uzbekistan (ore 15:00, Parco dei Principi, Parigi)
  • Gruppo C: Spagna – Egitto (ore 15:00, Stadio di Bordeaux, Bordeaux)
  • Gruppo B: Ucraina – Argentina (ore 17:00, Stadio di Lione, Lione)
  • Gruppo B: Marocco – Iraq (ore 17:00, Stadio di Nizza, Nizza)
  • Gruppo A: USA – Guinea (ore 19:00, Stade Geoffroy Guichard, Saint-Étienne)
  • Gruppo A: Nuova Zelanda – Francia (ore 19:00, Stadio di Marsiglia, Marsiglia)
  • Gruppo D: Paraguay – Mali (ore 21:00, Parco dei Principi, Parigi)
  • Gruppo D: Israele – Giappone (ore 21:00, Stade de la Beaujoire, Nantes)

2 agosto

  • Quarto di finale (26): 1B – 2A (ore 15:00, Parco dei Principi, Parigi)
  • Quarto di finale (28): 1D – 2C (ore 17:00, Stadio di Lione, Lione)
  • Quarto di finale (27): 1C – 2D (ore 19:00, Stadio di Marsiglia, Marsiglia)
  • Quarto di finale (25): 1A – 2B (ore 21:00, Stadio di Bordeaux, Bordeaux)

5 agosto

  • Semifinale: vincitore quarto 26 – vincitore quarto 28 (ore 18:00, Stadio di Marsiglia, Marsiglia)
  • Semifinale: vincitore quarto 25 – vincitore quarto 27 (ore 21:00, Stadio di Lione, Lione)

8 agosto

  • Finale per la medaglia di bronzo (ore 17:00, Stade de la Beaujoire, Nantes)

9 agosto

  • Finale (ore 18:00, Parco dei Principi, Parigi)

Non solo calcio a Parigi 2024

Non ci sarà da seguire solo il calcio in questi Giochi Olimpici. Sono molteplici gli atleti che incanteranno in queste settimane di Giochi. Uno su tutti può essere Victor Wembanyama. Il cestista francese, in forza ai San Antonio Spurs, viene da una stagione stellare in NBA: chiusa con una media di 21.4 punti, 10.6 rimbalzi e 3.9 assist. Numeri che gli sono valsi il premio di Rookie of The Year. A lui spetterà l’arduo compito di guidare la sua Nazionale all’oro olimpico dopo il fallimentare Mondiale dello scorso anno.

In tema pallacanestro, i francesi allenati da Vincent Collet dovranno vedersela con Team USA. LeBron James e compagni hanno una squadra costruita con un sola obiettivo: vincere. Stephen Curry, Kevin Durant, Jrue Holiday, Jayson Tatum. Tutti accomunati dall’aver vinto un titolo NBA. Non c’è da sorprendersi se coach Steve Kerr abbia costruito la squadra con quest’idea.

Gli Stati Uniti d’America potranno contare non solo su Team USA nella pallacanestro, sia maschile che femminile. Nella ginnastica artistica tornerà Simone Biles. Dop0 il forfait a Tokyo 2020 per tutelare la sua salute mentale, la quadri campionessa a Rio 2016 tornerà in pedana dopo aver dominato i Mondiali di Anversa del 2023. Nell’atletica ci sarà Noah Lyles, tricampione ai Mondiali di Budapest nel 2023 nei 100, 200 metri e staffetta 4×100. A Parigi 2024 con l’obiettivo non solo di vincere, ma anche di battere ogni record.

L’atletica è una delle discipline più seguite. A Parigi non ci saranno solo gli assi statunitensi ma anche Armand Duplantis e Shelly-Ann Fraser Price. Il primo arriva a Parigi da campione di tutto da tempo (non viene battuto in un grande evento dai Mondiali 2019, quando fu argento) e alla ricerca dell’ennesimo record nel salto con l’asta (6.24 metri l’ultimo record). La Fraser Price arriva a Parigi consapevole del fatto che potrebbe essere l’ultimo ballo di una straordinaria carriera. Dopo l’oro nei 100 metri a Pechino 2008, la giamaicana è diventata una leggenda dell’atletica tra otto medaglie a cinque cerchi e sedici medaglie mondiali.

Nel tennis l’attenzione è ovviamente rivolta a Novak Djokovic. Il tennista serbo ha vinto tutto meno l’oro olimpico. Nel 2024 è ancora a secco di titoli. Che possa essere Parigi 2024 il luogo del primo titolo olimpico?

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L’Italia batte Francia dopo 16 anni

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Italia, Juventus

L’Italia dopo 16 anni torna a battere la Francia, non capitava dal 2008. In casa loro ciò non succedeva da 70 anni, precisamente dall’11 aprile 1954.

L’Italia vince a 16 anni dall’ultima volta

Fino a ieri sera erano passati ben 16 anni dall’ultima volta che gli azzurri avevano battuto la formazione francese in una gara ufficiale. Era precisamente il 2008, nella partita che valeva il passaggio ai quarti di finale dell’Europeo. In campo quella sera per la nazionale scesero in campo Buffon, Panucci, Grosso, Chiellini, Gattuso, Toni, De Rossi, Cassano, Zambrotta, Perrotta, Pirlo, guidati dal CT Roberto Donandoni.

La formazione azzurra si impose per 2-0 con le reti di Andrea Pirlo e Daniele De Rossi.

In casa loro non accadeva dal 1954

Un altro dato interessante è quello che riguarda l’ultima vittoria ottenuta al di là delle Alpi. Non accadeva infatti di portare i tre punti a casa dal 1954, precisamente domenica 11 aprile alle ore 15. Caso strano e singolare, gli Azzuri si imposero con lo stesso risultato (3-1 sulla Francia) e proprio a Parigi.

In campo allora scesero per l’Italia Ghezzi, Vincenzi, Giacomazzi, Neri, Tognon, Nesti, Boniperti, Pandolfini, Galli, Capello, Frignani. Andarono in gol Galli per due volte e Pandolfini.

italia

LUCIANO SPALLETTI SORRIDENTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Thiago Motta gioca come Allegri: no alla rivoluzione, sì alla continuità

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Allegri

Dopo le prime tre giornate di Serie A, è già possibile tirare le primissime conclusioni su Thiago Motta e sulla sua Juventus.

Sebbene sia prematuro tirare qualsivoglia conclusione a Settembre, finora la tanto agognata “rivoluzione” in casa Juventus non c’è stata. E questo è un bene, in quanto, come ho spiegato in un vecchio editoriale, Torino è il peggior luogo in assoluto dove fare le rivoluzioni.

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Thiago Motta come Allegri: il confronto

Una squadra che arriva terza in classifica e che vince la Coppa Italia non ha bisogno di essere rivoluzionata e questo è il primo punto fondamentale della disamina. La belante mandria giochista ha accolto Thiago Motta come “il nuovo Sacchi“, dimostrando (non che ce ne fosse bisogno) di giudicare senza guardare le partite.

Thiago Motta è un difensivista, nell’accezione più positiva possibile del termine. Ovvero pensa prima di tutto a non prendere gol, come tutti i grandi allenatori del mondo. Persino Guardiola, idolo della scuola giochista, cura in maniera maniacale la fase difensiva: poiché non prendere gol è la base per vincere le partite.

Lo dimostra anche questo avvio di campionato, dove al primo posto in classifica ci sono le squadre che hanno subito meno gol delle altre. In questo fondamentale, l’italo-brasiliano ha fatto (sin qui) addirittura meglio del suo predecessore: la sua è infatti l’unica squadra italiana a non aver ancora subito gol.

Juventus-Roma, Thiago Motta

THIAGO MOTTA PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Da Bologna a Torino: Thiago non è cambiato

Allo stesso punto del campionato, la Juventus di Allegri aveva subito un gol in più di quella di Thiago ma aveva segnato lo stesso numero di gol. Questo per spegnere sul nascere i bollori di chi, dopo due 3-0 inferti a due squadre in lotta per non retrocedere, gridava già alla moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Dopo un inizio accidentato, in cui subì 4 gol nelle prime 3 partite, il Bologna di Motta fece registrare quattro clean sheet consecutivi: compresi tre zero a zero di fila. Immaginate se tre zero a zero consecutivi li avesse fatti Allegri con la Juventus: come minimo un’interrogazione parlamentare. Li fa Motta e “gioca bene“.

Il Bologna ha concluso la scorsa Serie A con 32 gol subiti (terza miglior difesa, un solo gol subito in meno della Juventus) e con gli stessi gol fatti della Vecchia Signora: ovvero 54. 17 invece i clean sheet (13 per Skorupski e 4 per Ravaglia) mentre 16 son stati quelli della Juventus: 15 per Szczesny e 1 per Perin.

Thiago Motta, Cristiano Giuntoli

Thiago Motta “smaschera” le contraddizioni dei giochisti

Il dato più interessante, però, è quello relativo al possesso palla. Chi si aspettava una Juventus arrembante e sempre pronta a schiacciare l’avversario nella propria area di rigore sarà probabilmente rimasto deluso. Dopo le prime tre giornate, la Juventus è settima per possesso palla medio: con un dato del 55,3%.

Un dato sicuramente più alto rispetto a quello dell’anno scorso (la Juventus chiuse 12esima con il 48,5%), anche se con un campione statistico decisamente più ampio, ma che non mostra un’inversione di tendenza. Il ché dimostra una verità lapalissiana, finora cocciutamente rifiutata dai giochisti, ovvero che con questo centrocampo non è possibile far giocare la Juventus differentemente.

E se è in parte vero che Thiago Motta in queste prime tre giornate sta giocando con gli stessi giocatori dell’anno scorso, di fatto non ha ancora inserito a pieno regime nessuno dei nuovi acquisti, è altrettanto vero che rispetto ad Allegri ha un Fagioli in più. Che certamente non sarà Douglas Luiz o Koopmeiners, ma (con il dovuto rispetto) nemmeno McKennie o Nicolussi Caviglia.

Il progetto che Thiago Motta intende impostare alla Juventus appare chiaro e cristallino. Ripartire dall’ottima base che Allegri gli ha lasciato, per poi inserire gradualmente i nuovi e portare la proposta tecnica bianconera al Next Level. L’italo-brasiliano e il labronico (che, ricordiamolo, chiese Kroos proprio in funzione di questo cambio pelle) condividono la stessa visione. Thiago probabilmente porterà i risultati sperati, perché è bravissimo, ma con questa campagna acquisti li avrebbe portati anche Allegri.

Il ché testimonia, ancora una volta, come la scelta di far fuori Allegri non avesse una natura tecnico-tattica, ma “politica”. La qualità del gioco non c’entra nulla, poiché questa dicotomia fra giochisti e risultatisti esiste soltanto nei salotti e sui social. Nel calcio vero, quello in cui girano miliardi e miliardi di euro ogni anno, le società vogliono solo vincere. Soprattutto alla Juventus. Soprattutto a Torino, dove, storicamente, le rivoluzioni (di nessun tipo) non hanno mai attecchito.

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Saudi Pro League, la bolla saudita è già scoppiata

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Saudi Pro League, Cristiano Ronaldo

L’esperimento Saudi Pro League è tecnicamente fallito, ma deve essere tenuto in vita “artificialmente”: almeno fino al 2034.

Avete presente l’Ucraina? Ovvero un paese virtualmente fallito, ma tenuto artificialmente in vita dai denari americani per motivi propagandistici? Ecco, il campionato saudita è praticamente la stessa cosa.

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Saudi Pro League, progetto a tempo: obiettivo “Mondiale”

Se la data di scadenza appiccicata sulla fronte di Kiev è il Novembre del 2024, periodo in cui si terranno le elezioni presidenziali americane, quello della Saudi Pro League è il 2034. Non si tratta (ovviamente) di un problema economico in questo caso, ma che l’esperimento saudita fosse a scadenza lo si sapeva già.

Parimenti a quanto fatto dal Qatar, che ha (vanamente) cercato di “ripulire” la propria immagine in vista dei Mondiali del 2022, il progetto Saudita prevede la sponsorizzazione del proprio paese (in maniera particolare utilizzando il calcio come veicolo) in vista dei Mondiali del 2034: assegnati proprio al paese arabo.

Tante le scelte commerciali che sono andate in questo senso. Dal tentativo di restaurare la Nazionale dell’Arabia Saudita, affidandola a Roberto Mancini, passando per i tanti campioni convinti a suon di milioni ad andare a giocare in Arabia. Tuttavia, nonostante i numerosi investimenti, il progetto saudita fatica a carburare.

Saudi Pro League

I club sauditi hanno dimezzato gli investimenti sul mercato

Partiamo dai numeri. La scorsa estate, ovvero quella del “lancio” del progetto saudita in quanto immediatamente successiva allo sbarco in Oriente di Cristiano Ronaldo, le squadre saudite hanno mosso quasi un miliardo di euro sul mercato. Un flusso di denari sterminato, che portò in molti a vedere nella Saudi Pro League un campionato destinato a diventare, nel giro di un paio d’anni, fra i migliori al mondo.

Molte scelte di mercato, fra cui certe clausole folli e al limite dell’irragionevole come quella con cui il Napoli si è legato mani e piedi a Victor Osimhen, sono state fatte e pensate in funzione di questo mare magnum: che si pensava inesauribile. Eppure questa estate i club sauditi hanno praticamente dimezzato la propria capacità di spesa, facendo registrare uscite inferiori al mezzo miliardo di euro.

Pensate che l’Al-Hilal, l’anno scorso una delle regine del mercato (terza squadra al mondo per investimenti profusi dopo Chelsea e PSG), quest’anno ha visto ridursi la propria capacità di spesa praticamente ad un terzo dell’anno precedente: passando da oltre 370 milioni spesi sul mercato a 93. 

Saudi Pro League

La Saudi Pro League è un flop: non la guarda nessuno

Un’inversione di tendenza che non si spiega soltanto con la necessità (relativa) di calmierare gli investimenti, ma anche (e soprattutto) con la maggiore e crescente riluttanza dei calciatori importanti ad accettare la destinazione saudita. La Saudi Pro League (per ora) non è diventata quello che tutti si aspettavano e, se questo in parte era fisiologico e prevedibile, le prospettive non sono certo delle più incoraggianti.

Del resto fu lo stesso Cristiano Ronaldo, lo scorso Gennaio, a dire che la Saudi Pro League fosse già uno dei primi cinque campionati al mondo. Addirittura anteponendola alla Ligue 1 nella sua personalissima graduatoria, stilata non si capisce sulla base di quali parametri. Tuttavia, la realtà dei fatti è ben diversa da quella sbandierata dal pensionato portoghese e si riflette nella totale incapacità delle autorità saudite di rendere il proprio prodotto attrattivo.

La Saudi Pro League non la guarda letteralmente nessuno (almeno il campionato francese mezzo miliardo di euro l’anno in diritti televisivi li muove ancora, caro Cristiano), né in patria né tantomeno all’estero, e gli stadi sono sempre tristemente vuoti. Non siamo ancora ai livelli del Qatar, dove persone raccattate casualmente per strada venivano pagate per assistere alle partite facendo finta di essere tifosi, ma non siamo troppo lontani.

Per questo motivo i rappresentanti delle istituzioni saudite, nei prossimi giorni, inizieranno un lungo pellegrinaggio in giro per l’Europa, nella speranza di trovare qualcuno che gli insegni come fare impresa sportiva. E, per incentivare i professionisti europei a rispondere al loro disperato appello, sono disposti a mettere sul piatto sgravi economici e un regime fiscale particolarmente agevolato.

Si parla di: zero tasse sulle persone fisiche; aliquota unica del 20% per le società; Iva al 15%. E, grazie ad accordi bilaterali stipulati con molti paesi (Italia compresa), non è prevista doppia tassazione in patria. Nessuno può sapere se queste mosse salveranno il progetto saudita, ma ciò che appare certo è che difficilmente la Saudi Pro League si trasformerà nel tanto auspicato Nirvana calcistico.

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