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“L’Opinione di Giovanni Stramacci” #2: Lazio, è un mercato per migliorare o per galleggiare?
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10 mesi fail

La Lazio sta per ufficializzare il terzo acquisto della sua campagna acquisti estiva. Noslin, Tchaouna e Dele-Bashiru rappresentano un salto di qualità?
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La regina del mercato
Lo dicono i numeri: la Lazio è la società che ha chiuso più colpi di tutta la Serie A. A breve dovrebbe essere ufficializzato anche Dele-Bashiru: giovane nigeriano, classe 2001, proveniente dall’Hatyaspor. Si aggiungerà a Noslin e Tchaouna, entrambi ufficializzati a inizio settimana.
Quest’anno Lotito ha deciso (giustamente) di dare al proprio allenatore una squadra completa (o quasi) da portare con sé in ritiro ad Auronzo. Velocità a parte, la domanda da farsi è se la Lazio si stia veramente rinforzando. O quantomeno, sta gettando le basi per una stagione competitiva?
Quello che la Lazio ha perduto
La squadra della Capitale ha salutato calciatori del calibro di Luis Alberto, Felipe Anderson e Kamada: rinunciando a tutti gli effetti a tre punti di riferimento di valore. Due di questi lo sono stati per anni e hanno fatto le fortune della squadra gestita da Inzaghi prima e Sarri poi. Se a questi aggiungiamo la cessione di Milinkovic-Savic di quasi un anno fa, ci rendiamo conto di quanto abbia perduto la Lazio in così poco tempo.
La squadra ha perso gol, assist, sprint, estro ed esperienza. In poche parole, ha perso tanta qualità. Questa qualità è stata rimpiazzata adeguatamente? È nei piani della società costruire un’ossatura tecnica come quella di cui ha potuto godere negli ultimi anni?
Quello che la Lazio ha guadagnato
Con Tchaouna e Dele-Bashiru la Lazio ha guadagnato sicuramente in fisicità e gamba. Ha guadagnato in freschezza: prendendo due calciatori molto giovani e in rampa di lancio, con del potenziale importante. Questo discorso vale soprattutto per il francese, che ha dimostrato di avere i colpi per un campionato come la Serie A.
Tuttavia, c’è il dubbio che questi possano rappresentare dei degni sostituti di Kamada e Felipe Anderson nel breve termine. Noslin dovrebbe sostituire Luis Alberto, maggiormente per i costi. L’olandese ha 25 anni e viene dai suoi primi 5 mesi buoni in carriera. Potrebbe fare un percorso come quello del Mago, che venne alla Lazio in punta di piedi per poi lasciarla da vincente? Anche questa è una grossa incognita.
La mancanza delle certezze
Quello che la Lazio ha perso sono le certezze da cui ripartire. In questo preciso momento manca un leader tecnico. Solo Greenwood potrebbe venire a colmare questo vuoto lasciato da Luis Alberto e Felipe Anderson. Manca la mente della squadra. Guendouzi, per quanto leader carismatico e di personalità, non ha quelle caratteristiche, così come i nuovi.
Se prima il tifoso sapeva a chi affidarsi per risolvere le partite, in qualsiasi momento, adesso quella sicurezza non c’è più. La stessa sicurezza che il tifoso ha perduto sul proprio bomber: Ciro Immobile, messo in dubbio anche come capitano. Insomma, parliamo di un mercato senza certezze che rischia di far galleggiare la Lazio nel presente e anche nel futuro.

Il Barcellona batte nuovamente il Real Madrid e conquista anche la Copa del Rey. Secondo trofeo in stagione per i blaugrana allenati da Hansi Flick.
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Il Barcellona lo ha fatto di nuovo: i blaugrana hanno battuto il Real Madrid per la terza volta in stagione, stavolta nella splendida cornice della Copa del Rey. Uno spettacolo pieno di emozioni e ribaltamenti di fronte, prolungatosi fino ai tempi supplementari.
È stato Jules Koundé, al 116°, a scrivere la parola fine con un gol bellissimo che ha mandato in estasi i tifosi blaugrana. Una rete pesantissima, che ha consegnato al Barça il secondo trofeo stagionale dopo la Supercoppa di Spagna e che conferma la rinascita della squadra sotto la guida di Hansi Flick.

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Barcellona, con Flick cambia tutto: ora si sogna il triplete
Dall’arrivo del tecnico tedesco a inizio stagione, il Barcellona ha cambiato completamente marcia. Flick ha dato una nuova identità tattica alla squadra, ma soprattutto ha inciso sulla testa dei giocatori, rivalutando anche profili che sembravano ai margini. E i risultati parlano chiaro: due trofei già in bacheca e una semifinale di Champions League alle porte.
Ma c’è un dato che fa ancora più impressione: Flick, da allenatore, ha vinto tutte le finali disputate in carriera. Coppa di Germania, Supercoppa tedesca, Champions League, Supercoppa UEFA, Mondiale per club, e ora anche Supercoppa e Coppa di Spagna con il Barça.
Una statistica che fa tremare chi lo sfiderà in una finale, ma che forse fa tirare un sospiro di sollievo all’Inter, che affronterà i catalani solo in semifinale.

La fortuna può essere un fattore importante, se non determinante, nell’economia di una stagione di Serie A. A tal proposito è stata stilata una statistica.
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Analizzando i dati fino alla 33esima giornata della Serie A è stato possibile stabilire una classifica delle squadre italiane di primo livello che sono state salvate più volte dai pali e traverse delle loro porte.

LA GRINTA DI WLADIMIRO FALCONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A: la statistica
Questa statistica, seppure parziale, offre una panoramica interessante sulla predisposizione di un determinato club ad usufruire dell’aiuto di pali e traverse. Tutto questo, al di là dell’andamento di classifica.
Infatti, la squadra più volte salvata dai confini esterni della propria porta, pur navigando pericolosamente nelle zone basse del campionato, è il Lecce . La squadra salentina, protetta da Wladimiro Falcone, ha collezionato ben 16 legni subiti.
I Giallorossi sono seguiti dal Verona che, ad oggi, possono definirsi più fortunati che salvi con i loro 15 legni. Stesso numero per il Como, che chiude il podio.
Gli scaligeri, tra l’altro, stanno confermando il trend della passata stagione. L’anno scorso, infatti, videro vibrare i pali per ben 20 volte, 4 in più del Lecce, che chiuse questa classifica al terzo posto (seconda fu la Fiorentina con 17).
Da segnalare inoltre lo studio sulle “grandi”: Atalanta e Milan 10, Roma e Napoli 9, Juventus 8, Lazio 7 ed infine l’Inter, fanalino di coda, con 5.
E nell’ultimo lustro?
Estendendo la ricerca alle ultime 5 stagioni emerge che: il Verona è costantemente il club maggiormente baciato dalla fortuna. Gli scaligeri vantano la bellezza di 74 legni subiti (1 ogni 2.5 partite). Chiudono il podio Lazio ed Empoli, con il medesimo dato (63). Tuttavia, la squadra biancoceleste ha una media di 2.9 a match, mentre quella dei toscani è di 2.3.
Per quanto riguarda le tante big, dall’Inter (30) alla Juventus (41, due in meno del Napoli) non hanno dovuto chiedere così tante volte aiuti ai legni.
Sarà stata sfortuna?. Ci saranno state meno situazioni convulse nelle proprie aree di rigore o qualche metro fuori?. Difficile dirlo. Sta di fatto che il dato evidente è quello di un miglioramento della mira nelle situazioni d’attacco, con 192 legni colpiti in 660 gare. Il totale dell’anno passato fu di 227 e addirittura nel 2020/21 si toccò quota 282.

Nicolò Rovella è un elemento imprescindibile nel centrocampo della Lazio. Si improvvisa anche uomo assist, ma può migliorare nell’aspetto disciplinare.
Al netto della sorprendente e deludente eliminazione ai quarti di Europa League contro il Bodo Glimt, la stagione della Lazio non è del tutto da buttare. A 5 giornate dal termine del campionato, i biancocelesti sono a -1 dal quarto posto. In pochi lo avrebbero pronosticato, soprattutto dopo gli addii di Luis Alberto, Felipe Anderson e Ciro Immobile, e l’arrivo in panchina di un Marco Baroni che aveva sempre allenato squadre di bassa classifica.
Lazio ancora in corsa per la Champions: quanto c’è di Nicolò Rovella
Uno dei protagonisti dell’annata biancoceleste è Nicolò Rovella, che come continuità e completezza ha pochi eguali nella rosa biancoceleste, ma anche nel panorama dei centrocampisti del nostro campionato. L’anno scorso, prima con Maurizio Sarri e poi con Igor Tudor ha collezionato complessivamente 23 presenze in Serie A, di cui 16 da titolare. Quest’anno ha superato il problema della pubalgia ed è già a quota 28.

NICOLO ROVELLA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
I suoi minuti in campo sono quasi raddoppiati: è il quinto giocatore più utilizzato da Baroni, che non riesce a farne a meno. L’ex Monza forma con Matteo Guendouzi una coppia solidissima in mezzo al campo: corsa, tecnica, qualità, quantità, inserimento, fisicità, personalità. Nell’ultima vittoria contro il Genoa, Rovella ha fornito a Boulaye Dia il terzo passaggio vincente del suo campionato, eguagliando il proprio record di assist.
I numeri dal punto di vista difensivo rendono l’idea di quanto sia un calciatore imprescindibile per la Lazio: è il secondo in Serie A per tackle, il terzo per palle rubate e il decimo per intercetti (dati Kickest). Con Baroni è diventato un giocatore completo, al quale è praticamente impossibile rinunciare. Eppure, c’è un problema che il centrocampista italiano non riesce a risolvere: il numero elevato di cartellini.
Rovella è stato ammonito ben 13 volte in campionato, tant’è che guida la classifica dei cartellini gialli davanti ad Armando Izzo del Monza, Saul Coco del Torino e Jaka Bijol dell’Udinese. E’ un giocatore che non si risparmia e non toglie mai la gamba, ma spesso non riesce a frenare quando è necessario. Ma il dato che salta all’occhio è che 5 gialli sono arrivati per proteste. Il 23enne ha saltato già 2 partite per squalifica e ora è entrato nuovamente in diffida.
Se i prossimi impegni sono contro Parma ed Empoli, poi arriveranno la Juventus e l’Inter: la Lazio non può permettersi di rinunciare al suo centrocampista di riferimento. Forse per diventare un giocatore di alto livello e conquistare definitivamente la Nazionale, a Rovella manca proprio quello step dal punto di vista disciplinare. Oltre magari a qualche gol in più: è ancora a secco in questa stagione.
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