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Lazio, quanta manca il Taty: i dati che preoccupano Baroni

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La partita con l’Inter di Coppa Italia ha evidenziato una tendenza ormai ai limiti del lapalissiano: c’è una Lazio con Castellanos e una senza.

Contro l’Inter, martedì sera nei quarti di finale di Coppa Italia, ha fatto registrare un xG inferiore a 1: 0,84 per la precisione. E’ la decima volta che capita in stagione e nel 50% di queste Castellanos non partiva titolare.

Alla pari dell’Inter-B, ma non basta

Si è parlato di una sconfitta non pienamente meritata, e in parte è vero. Sino al suggerimento di Dumfries a centro area per Correa, arrivato agli ultimi scampoli di recupero, l’Inter aveva praticamente gli stessi xG della Lazio: 0,85 contro 0,84. “L’occasione” per il gol dell’ex ha fatto passare gli xG a 0,92 e i tiri complessivi dei nerazzurri a 4, mentre i tiri in porta sono rimasti 2: in quanto la conclusione dell’argentino è finita alta.

La sostanza, tuttavia, non cambia. L’Inter ha trovato la rete con gli unici due tiri verso la porta: un capolavoro balistico di Arnautovic e un calcio di rigore di Calhanoglu. La Lazio ha tirato 13 volte e in 6 occasioni ha trovato lo specchio difeso da Martinez, senza però creare particolari patemi all’ex-estremo difensore del Genoa. Classica partita in cui si gioca alla pari dell’avversario e si perde per le individualità?

Può darsi, ma Inzaghi si è presentato a San Siro con l’inedito tandem Taremi-Arnautovic. Due attaccanti di assoluto valore, ma abbondantemente (ed eccessivamente, aggiungo io) criticati e ritenuti inadatti nel corso della stagione. L’austriaco e l’iraniano si sono improvvisamente riscoperti cecchini affidabili oppure sono stati i biancocelesti, come spesso capita loro ultimamente, a latitare una volta giunti negli ultimi 16 metri?

MARCO BARONI CARICA TATY VALENTIN CASTELLANOS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

C’è una Lazio con il Taty e una senza: tutti i numeri

Senza bisogno di girarci attorno, la Lazio ha fatto una prima parte di stagione straordinaria. Per realizzare quest’utopia, Baroni ha costruito le fondamenta del suo piccolo capolavoro attorno a cinque capisaldi. Nuno Tavares a sinistra, Guendouzi-Rovella nel mezzo e la strana coppia Dia-Castellanos in avanti. La partnership fra il senegalese e l’argentino è stato ciò che ha differenziato la Lazio di Baroni da quella di Sarri, che si riscopre troppo simile alla sua versione precedente quando uno dei due deve dare forfait.

Lo dicono i numeri. La media punti (anche se sarebbe più corretto dire “media vittorie”, dato che ho inserito nel novero anche Europa League e Coppa Italia) con il Taty in campo è di 2,07: senza di 1,45. Crollano anche gli xG: da 1,62 con l’argentino dal primo minuto, a 1,32 quando manca o subentra. Chiaro che un giocatore da solo non può fare una squadra: infatti sono proprio i meccanismi offensivi di squadra a saltare.

Nella prima parte di stagione Baroni è stato bravo a trovare soluzioni alternative, ma estemporanee. Come l’inserimento di Dele-Bashiru a centrocampo, la terza giovinezza di Pedro o qualche sporadico guizzo regalato da Noslin. Ma la verità è che Baroni non ha la bacchetta magica e gli sarebbe servito un terzo attaccante di ruolo, anziché un quinto centrale o l’ennesima mezza punta. La Lazio abbonda in alcuni reparti.

Ha due ottimi portieri, cinque difensori di ruolo, cinque terzini e una batteria sterminata di fantasisti. Poi però si ritrova con tre centrocampisti di ruolo (più Belahyane) e due soli attaccanti. Improvvisare Tchaouna da prima punta non è il modo giusto di difendere l’investimento fatto su un ragazzo di talento. Che probabilmente il prossimo anno fiorirà (come successo ad altri), ma solo a rimarcare le mancanze di una rosa mal costruita.

Aggiornato al 26/02/2025 20:26

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Pubblicato da
Marco Palleschi Terzoli
Tag: Lazio

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