Focus
Manchester City, e se la crisi fosse dovuta alla sentenza?
Il Manchester City di Guardiola è in un momento critico: contro l’Aston Villa è arrivata la terza sconfitta consecutiva. E se la crisi derivasse da altro?
Il Manchester City non è più lo stesso. La sconfitta contro l’Aston Villa, la terza consecutiva, segna un crollo senza precedenti per la squadra di Pep Guardiola, che sembra aver perso lo smalto e l’identità che l’hanno resa una delle formazioni più dominanti del calcio europeo.
Non si tratta solo di risultati: nelle ultime 12 partite, i Citizens hanno collezionato 9 sconfitte tra tutte le competizioni, una statistica allarmante per una squadra abituata a vincere.
Ciò che sorprende di più, però, è la mancanza di solidità, gioco e idee. Guardiola, noto per il suo ingegno tattico e la capacità di adattarsi a ogni circostanza, non sembra riuscire a trovare la formula giusta per risollevare i suoi uomini.
Lo spirito che ha caratterizzato il City nelle ultime stagioni sembra essersi dissolto, lasciando spazio a una squadra che fatica a imporsi sia sul piano mentale che fisico.
Manchester City, un timore nascosto dietro la crisi?
A questo punto, viene da chiedersi se sia solo una questione tecnica o se ci sia dell’altro. Un sospetto aleggia tra tifosi e addetti ai lavori: e se il crollo fosse legato al possibile verdetto sulle 115 violazioni delle regole della Premier League di cui il Manchester City è accusato?
È ovviamente solo un’ipotesi, ma potrebbe esserci una correlazione tra la crisi attuale e la consapevolezza, all’interno della società e tra i giocatori, che una penalizzazione sia inevitabile. Dopo tutto, è difficile credere che un club di questo livello possa crollare esclusivamente per l’assenza di Rodri, nonostante il centrocampista spagnolo sia uno dei calciatori più influenti del panorama mondiale.
La qualità di Guardiola come allenatore non è in discussione, eppure il tecnico catalano sembra incapace di trovare soluzioni adeguate. Questo lascia spazio a una riflessione più profonda: il timore di un futuro incerto potrebbe aver minato la concentrazione e lo spirito di squadra. Le accuse contro il City, che includono irregolarità finanziarie e mancanza di collaborazione con la Premier League, non sono facili da ignorare.
La pressione mediatica, il rischio di retrocessione in Championship e l’eventuale ricorso, che potrebbe ritardare ulteriormente la sentenza, creano un clima di incertezza che potrebbe aver destabilizzato l’intero ambiente.
Un’ombra che pesa sul futuro
Mentre il Manchester City continua a inseguire una stabilità perduta, la domanda resta: quanto pesa l’ombra del verdetto sulla crisi attuale?
Solo il tempo darà una risposta, ma è evidente che Guardiola e i suoi uomini dovranno ritrovare la forza di guardare oltre, per non rischiare di compromettere un’intera stagione.
Focus
Roma, l’extra time è la specialità: primo posto in Serie A
Il pareggio nel recupero contro il Napoli, ha permesso alla Roma di aggiungere un altro gol alla collezione di quelli segnato dopo il 90′.
I giallorossi hanno dimostrato negli ultimi 5 anni di saper sfruttare a pieno i minuti aggiuntivi concessi dall’arbitro nel finale di partita. Ironia della sorte, la Lazio è la seconda più brava a farlo.
La zona “Roma”, da Fonseca a Ranieri la mentalità non cambia
L’adrenalina che innescano i gol dal 90′ in poi, soprattutto se sono decisivi, non hanno paragoni. Se poi succedono davanti a 70000 persone davanti alla propria gente allora il sentimento percepito diventa indescrivibile.
A questo la Roma ha abituato i propri tifosi nel corso degli anni, in particolare dal 2020/21 a oggi. Infatti, quella giallorossa è la squadra che ha segnato più gol nel recupero (28) di qualsiasi altra squadra in Serie A. Questo dato fa capire effettivamente quanto per i giocatori significhi indossare la maglia della Roma e cosa i tifosi si aspettano ogni singola partita.
Il gol di Angelino contro il Napoli è solo l’ultimo di una lunga serie iniziata, in questo caso, da Lorenzo Pellegrini in un Roma-Spezia terminato 4-3 per i capitolini andato in scena il 23 gennaio 2021.
Inoltre, in questa speciale classifica dietro al club giallorosso c’è la Lazio che ha trovato la rete per ben 27 volte nello stesso arco di tempo.
Una tradizione quasi inaugurata da Paulo Fonseca e portata avanti da Mourinho fino a De Rossi e Ranieri.
Focus
Bologna, Sartori è un mago. Castro come Lautaro, Italiano…
Il Bologna di Sartori sembra la prima Atalanta di Gasperini e…Sartori. L’uomo di Lodi è il Re Mida che dà credito alla parola “progetto”.
La parola “progetto” ha spesso un uso improprio. Sovente viene usata a sproposito e senza troppa cognizione di causa. Se però nel mondo del calcio esiste un uomo sul quale la parola “progetto” calza a pennello quello è Giovanni Sartori. Il “Re Mida di Lodi“, che ha gettato le basi dell’Atalanta prima e del Bologna ora.
Italiano meglio di Motta, ma l’Emilia è un’isola felice
Il Bologna non giocava una semifinale di Coppa Italia da 26 anni. L’ultima volta era il 1998/1999 e ad attendere i felsinei c’era la Fiorentina, ex-squadra di Vincenzo Italiano: un’altra delle scelte illuminate di Sartori. Sostituire Thiago Motta, dopo il lavoro dell’ultimo anno e mezzo, era un compito ingrato. Eppure il tecnico italo-tedesco ha portato con orgoglio questa Spada di Damocle, forse consapevole del fatto che negli ultimi mesi si fosse parlato troppo del bravissimo italo-brasiliano e troppo poco di tutto il resto.
Bravo Italiano nel costruire una squadra a sua immagine e somiglianza e brava soprattutto la dirigenza a sceglierlo. Non sembrava una scelta coerente con quanto visto nell’ultimo anno e mezzo, eppure i numeri danno (ancora una volta) ragione all’area tecnica emiliana. Il Bologna in campionato non andava così bene dagli anni ’60 e anche il confronto con la passata stagione è sorprendente, viste le premesse.
Alla 23esima giornata dello scorso campionato, infatti, il Bologna di Thiago Motta aveva 39 punti. Il Bologna di Italiano ha 37 punti, quindi 2 punti in meno ma anche una partita in meno. A parità di partite giocate, lo scorso anno la squadra emiliana di punti ne aveva 36. Italiano sta quindi facendo addirittura meglio del suo predecessore, al netto dell’infortunio di Ferguson e delle partenze di Zirkzee e Calafiori.
Bologna “camaleontico”, il capolavoro di Saputo
Già, le partenze. Il grande punto di domanda che pendeva sulla testa del Bologna. Eppure il player trading ha ancora dimostrato che sì, una società può rimanere competitiva anche perdendo i suoi pezzi pregiati. Servono “soltanto” idee chiare, competenza e progettualità. Il Bologna ha perso Zirkzee, ma aveva già trovato lo scorso Gennaio Santiago Castro. Sei mesi di apprendistato e via, adesso vale Zirkzee e sembra Lautaro. Se l’Inter volesse continuare la sua tradizione di attaccanti argentini, sa già a chi citofonare.
Via Calafiori e dentro Holm, sfido chiunque a notare delle differenze: anzi. Dallinga ci ha messo un po’ ad ingranare, ma adesso ricorda l’attaccante che al Tolosa stregava l’Europa. Peccato (per il Bologna) l’infortunio di Odgaard. Uno dei quattro insostituibili della squadra emiliana, assieme alla coppia difensiva Lucumi-Beukema e a Freuler. L’anello di continuità fra questo Bologna e la prima Atalanta di Gasperini.
Quella stessa squadra e quello stesso allenatori battuti ieri sera nei quarti di finale di Coppa Italia, in una partita che sembra quasi un passaggio di consegne. Il modello felsineo ricalca proprio quello bergamasco. Il Presidente (Saputo) è facoltoso, ma si è circondato di uomini di calcio e non di agenzie di recruiting calcistico o intermediari stranieri. Un modello virtuoso, che è un connubio perfetto fra la necessità dei club italiani di attingere ai denari stranieri (soprattutto americani) per restare competitivi in un calcio sempre più insostenibile e l’imperitura competenza della scuola dirigenziale italiana. Italian do it better. Sì, forse.
Focus
Cristiano Ronaldo compie 40 anni: i 5 momenti iconici della sua carriera
Per celebrare i 40 anni di Cristiano Ronaldo, ecco i cinque momenti più iconici della carriera del fuoriclasse portoghese.
Un viaggio fra i momenti iconici
Cristiano Ronaldo, una leggenda vivente del calcio, celebra oggi il suo quarantesimo compleanno. La sua carriera è stata un susseguirsi di successi straordinari e momenti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dello sport. Dall’esordio con lo Sporting Lisbona al trionfo in Premier League con il Manchester United, passando per le glorie con il Real Madrid, Cristiano ha dimostrato di essere un campione ineguagliabile. Tra i suoi momenti iconici, impossibile non menzionare il gol in rovesciata contro la Juventus in Champions League, un gesto atletico che ha incantato il mondo.
Cristiano Ronaldo, il futuro di una leggenda
Nonostante l’età, Ronaldo continua a stupire con la sua forma fisica e il suo talento immutato. Attualmente impegnato con l’Al-Nassr, il portoghese non sembra intenzionato a fermarsi, dimostrando una longevità professionale rara nel mondo del calcio. La sua influenza va oltre il campo, con un impatto significativo sul marketing sportivo e sui social media, dove conta milioni di follower. Cristiano Ronaldo rappresenta un modello per le nuove generazioni, una fonte di ispirazione per chiunque sogni di eccellere nel proprio campo.
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Fonte: l’account X di Gianluca Di Marzio
#CristianoRonaldo compie 40 anni: i 5 momenti iconici della sua carriera https://t.co/wKPQ4LlIl0
— Gianluca Di Marzio (@DiMarzio) February 5, 2025
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