Focus
Mancini e la sua esperienza infelice in Arabia Saudita
Roberto Mancini è considerato il favorito per sostituire Thiago Motta alla Juventus. L’ex tecnico dell’Italia viene da un’esperienza negativa con l’Arabia Saudita.
Vi abbiamo raccontato che nelle ultime ore sta prendendo sempre più piede l’opportunità che Roberto Mancini diventi il nuovo allenatore della Juventus, in caso di esonero di Thiago Motta.
L’ex commissario tecnico dell’Italia è un profilo gradito alla dirigenza bianconera, e sarebbe pronto a rilanciarsi in un grande club in Serie A dopo le esperienze fatte con le Nazionali. Dopo aver lasciato l’Italia, con la vittoria dell’ Europeo 2021 e la fallita qualificazione al Mondiale 2022 in Qatar, Mancini è diventato il nuovo tecnico dell’Arabia Saudita.
La Federazione saudita aveva convinto Mancini a sposare il progetto ambizioso, verso i mondiali a Riad del 2034 facendogli firmare un ricchissimo contratto di tre anni per un totale di 90 milioni di euro.

CHORZOW, POLAND – OCTOBER 14, 2018: UEFA Nations League 2019: Poland – Italy o/p Roberto Mancini
L’esperienza di Mancini in Arabia Saudita
Roberto Mancini era stato scelto dall’Arabia Saudita per far proseguire la crescita del movimento calcistico arabo verso il grande obiettivo del Mondiale in casa. Aspettative, però, non rispettate: la sua avventura si è rivelata un flop totale, tanto da durare appena 14 mesi e terminare in una separazione con un paio d’anni d’anticipo. L’ultima partita come commissario tecnico è stata uno 0-0 contro il Bahrein il 15 ottobre 2024.
In totale, sono state 18 le partite di Mancini come tecnico dell’Arabia Saudita, con un rullino di: 7 vittorie, 5 pareggi e 6 sconfitte. Oltre alla prematura eliminazione agli ottavi di finale in Coppa d’Asia contro la Corea del Sud, la formazione saudita stava faticando anche nella fase di qualificazione per i prossimi Mondiali, a cui i sauditi rischiano di non partecipare: attualmente sono quarti nel girone C, con 10 punti di ritardo dalla capolista Giappone (ufficialmente primo paese non ospitante a partecipare al Mondiale 2026), in compagnia della Cina e del Bahrein.
Adesso, Roberto Mancini ha una grande voglia di rimettersi in gioco alla guida di un club. L’ultima esperienza alla guida di una squadra è quella allo Zenit di San Pietroburgo nel 2018. Chissà che la Juventus non decida di puntarci per il futuro.
Focus
Napoli, addio al 2025: è stata un’altalena di emozioni
Un anno vissuto sulle montagne russe: il 2025 del Napoli è stato un continuo saliscendi emotivo, chiuso con nuove certezze e fame di vittoria.
Il 2025 è ormai arrivato ai titoli di coda e, per il Napoli, è stato davvero un anno da montagne russe. Un’altalena di emozioni fortissime, capace di passare dalla rabbia allo sconforto, dai dubbi all’euforia più totale. Alla fine, però, il bilancio racconta una stagione da incorniciare, impreziosita dalla vittoria dello Scudetto prima e della Supercoppa Italiana poi.
Eppure l’anno non era iniziato affatto nel migliore dei modi. La partenza improvvisa e dolorosa di Khvicha Kvaratskhelia in direzione Paris Saint-Germain aveva scosso profondamente l’ambiente. Una cessione che aveva fatto esplodere la rabbia dei tifosi e che aveva colpito anche Antonio Conte, privato di uno dei migliori giocatori del campionato nel pieno della corsa scudetto.
La caccia al sostituto, poi, non aveva portato ai risultati sperati, acuendo ulteriormente il malcontento, tanto da costringere il ds Giovanni Manna a intervenire in conferenza stampa per spiegare cosa non avesse funzionato.

L’ESULTANZA DEL NAPOLI A FINE GARA CON GIOVANNI DI LORENZO, ALESSANDRO BUONGIORNO E LELE ORIALI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Napoli, faticoso ma bellissimo
In mezzo a mille difficoltà, Conte è riuscito però a reinventare il suo Napoli. Lo ha fatto cambiando uomini, ruoli e soluzioni, trovando risposte dove sembrava non ce ne fossero. All’ultima giornata di campionato è arrivato uno Scudetto quasi miracoloso, che ha ribaltato completamente il clima attorno alla squadra.
L’estate si è aperta con la conferma tanto attesa di Conte, che sembrava destinato a un ritorno alla Juventus, e con il clamoroso colpo Kevin De Bruyne, capace di infiammare la piazza e di lanciare un messaggio chiarissimo: il Napoli voleva alzare ancora l’asticella. I successivi acquisti non sono stati dello stesso impatto mediatico, ma si sono rivelati funzionali per costruire una rosa profonda, pronta ad affrontare una stagione con quattro competizioni.
L’inizio della nuova annata, però, ha riportato dubbi e perplessità. Il Napoli ha faticato, soprattutto in Champions League, e anche in campionato non ha entusiasmato. Critiche al mercato, a Conte, al progetto: l’altalena emotiva è ripartita.
Solo nell’ultimo mese la squadra ha cambiato volto, ancora una volta grazie alla capacità del tecnico di reinventarsi, anche forzato dalle tante indisponibilità.
Qualche passo falso non è mancato, ma le vittorie consecutive nei big match contro Atalanta, Roma e Juventus, seguite dal trionfo in Supercoppa dopo aver superato Milan e Bologna, e infine dal successo di Cremona nell’ultima gara dell’anno, hanno restituito certezze e entusiasmo.
Il messaggio è chiaro: il 2025 è stato un’altalena, sì, ma il Napoli ha dimostrato di saper restare in piedi a ogni curva. E soprattutto ha fatto capire che questo progetto è solo all’inizio e che l’obiettivo è continuare a vincere.
Focus
Da Mbappé a Haaland: 2025 a suon di gol!
Si chiude il 2025 calcistico nei top 5 campionati europei. Andiamo a vedere i bomber più prolifici nell’anno solare appena trascorso. Guida la classifica Kylian Mbappé del Real Madrid.
I bomber della stagione 2025 nei campionati
Seppur privo di trofei rilevanti conquistati, il primo anno di Kylian Mbappè al Real Madrid è stato da incorniciare, almeno dal punto di vista individuale. L’asso francese ha chiuso l’anno solare eguagliando il record di gol in tutte le competizioni in un anno in maglia Blancos di Cristiano Ronaldo, a quota 59 reti.
Considerando solo i gol realizzati nel solo campionato, il numero 10 del Madrid ha chiuso la stagione con 39 centri in 36 gare di Liga. Di seguito la classifica completa, di gol realizzati nei top 5 campionati europei nell’anno solare:
- Mbappé, 39 goal in 36 partite
- Kane, 31 goal in 33 partite
- Haaland, 27 goal in 29 partite
- Greenwood, 22 goal in 34 partite
- Guirassy, 20 goal in 32 partite
- Lewandowski, 19 goal in 29 partite
- Alvarez, 19 goal in 37 partite
- Ferran Torres, 18 goal in 31 partite
- Schick, 18 goal in 31 partite
- Lepaul, 17 goal in 33 partite
- Budimir, 17 goal in 36 partite
- Mateta, 17 goal in 36 partite

LAUTARO MARTINEZ ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A, abbiamo un problema
Come si evince da questa classifica, nessuno dei primi 12 cannonieri nei top 5 campionati europei gioca in Serie A. Sostanzialmente in Italia i grandi bomber si sono estinti. Si dice spesso di quanto la Serie A sia un campionato tattico, in cui è difficile segnare, e in cui faticano specialmente le punte straniere ad ambientarsi. Basta prendere ad esempio il caso di Artem Dovbyk, arrivato alla Roma dal Girona con il titolo di capocannoniere della Liga, e capace di segnare appena 8 gol in un anno intero di Serie A.
Per inserire i primi giocatori che militano in Italia in questa classifica, ovvero chi ha segnato più gol in Serie A, Riccardo Orsolini e Lautaro Martinez entrambi a quota 15 centri, bisognerebbe scendere fino alla 21esima posizione. Un confronto abbastanza impietoso, che fotografa bene, quello che sta vivendo il calcio in Italia. Meno campioni, meno giocate, e meno gol. In generale si può dire che l’epoca dei grandi bomber di una quindicina d’anni fa, capaci di segnare almeno in 4 /5 più di 20 gol a campionato, sia un lontano ricordo.
Focus
Napoli, accadde oggi: Raspadori beffa il Venezia
Oggi, 1 anno fa, il Napoli ospitava il Venezia per la 18a giornata della Serie A 2024/25. Una delle tante partite decise da Raspadori entrando dalla panchina.
Giacomo Raspadori è conosciuto a Napoli per essere l’uomo dei gol importanti. Vengono in mente alcuni dei suoi gol nella stagione del terzo Scudetto, come quelli in extremis contro Spezia e Juventus.
Tuttavia ha segnato diversi gol importanti anche nella stagione del quarto Scudetto, come quello in casa contro il Venezia. Un gol che sarà importante anche per il suo futuro con i Partenopei.
Napoli-Venezia, 29 dicembre 2024

ANTONIO CONTE SORRIDENTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La squadra di Conte è alla ricerca della terza vittoria consecutiva in campionato, e vuole superare l’Atalanta capolista. Il Venezia, invece, si trova al penultimo posto in classifica ma ha ottenuto 5 punti nelle ultime tre partite.
Conte schiera per la prima volta contemporaneamente dal primo minuto Kvaratskhelia e Neres, che affiancano Lukaku in attacco. Di Francesco, invece, lascia Pohjanpalo in panchina, affidandosi alla coppia d’attacco Yeboah-Oristanio.
I primi 15 minuti, vedono i padroni di casa rendersi più pericolosi in attacco. Dopo 20 minuti, anche il Venezia va vicino al gol con un tiro di Yeboah, parato da Meret.
A pochi minuti dall’intervallo la squadra di Conte riesce ad ottenere un calcio di rigore per un fallo di mano di Idzes: tuttavia, Stankovic para il tiro dal dischetto di Lukaku. Pochi minuti dopo, Anguissa riceve palla da Kvaratskhelia, e si trova davanti a Stankovic: ma il tiro del camerunense finisce alto.
Il secondo tempo inizia senza particolari emozioni, e con qualche errore nei passaggi da entrambe le parti. La prima vera occasione del secondo tempo capita al minuto 64, con Lukaku che entra in area di rigore con un tunnel, ma il suo tiro viene deviato da Stankovic, finendo sul palo.
A 20 minuti dal novantesimo, Conte fa entrare Raspadori dalla panchina, togliendo Anguissa. 9 minuti dopo il suo ingresso in campo, l’ex attaccante del Sassuolo segna il gol che decide la partita: cross basso di Neres deviato da Candela, la palla arriva a Raspadori che tira di prima intenzione, battendo Stankovic, e facendo esplodere di gioia il Maradona.
Con questa vittoria, la squadra Partenopea mette uno dei primi mattoncini per la vittoria del quarto Scudetto. Ma è una vittoria decisiva anche per Raspadori. Prima della partita le probabilità di una sua cessione a gennaio erano molto alte: la vittoria contro il Venezia farà cambiare idea a Conte.
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