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Maradona, dal barrio a leggenda mondiale. Simbolo di rivalsa

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Maradona e la sua maglia numero 10

Diego Armando Maradona è stato sicuramente uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Oggi, il 30 ottobre, sarebbe stato il suo 64° compleanno.

Il 30 ottobre 1960 è una data speciale per il mondo del calcio, in particolare per l’Argentina e per Napoli che hanno reso omaggio al Pibe de Oro con un video social emozionante; un fumetto animato che ripercorre le tappe più iconiche della sua carriera sotto il Vesuvio.

La storica presentazione al San Paolo il 5 luglio 1984. Il gol su punizione contro la Juventus, sotto il diluvio del 5 novembre 1985. Lo scudetto del 1987 e il leggendario palleggio sulle note di “Live is Life”, all’Olympiastadion di Monaco di Baviera. Tutti momenti impressi per sempre nella storia del calcio.

Maradona, personaggio universale

Maradona non è stato solo un calciatore: è stato una figura globale di resistenza. Nel 1985, in un momento difficile segnato dalla sua dipendenza dalla cocaina, Diego trovò sostegno a Cuba, dove incontrò Fidel Castro. Maradona, ispirato dalla filosofia di Castro, si avvicinò agli ideali socialisti e divenne simbolo di rivoluzione e resistenza. Lo stesso Castro lo definì “il Che Guevara dello sport”, un appellativo che Diego onorò tatuandosi sul braccio sia il volto di Castro sia quello di Guevara: come tributo alla rivoluzione cubana del 1959. El Pibe De Oro incarnava valori di giustizia e libertà e sapeva che la sua forza era strettamente legata al suo benessere interiore: “Se non sono felice dentro, non riesco a essere un campione.”

Maradona e la mano de dios

Diego una volta disse: “In campo non ci si batte con le armi, bensì col pallone”. In effetti, quel ragazzo ricciolino risolveva problemi ben più grandi semplicemente giocando a calcio. Un esempio? Il suo gol più famoso, ‘la mano de Dios’, nei quarti di finale della Coppa del Mondo 1986 in Messico.

Maradona segnò con la mano contro l’Inghilterra, un avversario che in quel momento storico simboleggiava molto più di una sfida calcistica: era il volto del capitalismo e del potere. Per molti argentini, ancora scossi dalla guerra delle Falkland/Malvinas, quel gol rappresentò una sorta di rivincita. Maradona stesso disse in un documentario: “Quel gol fu come rubare il portafogli a un inglese”.

El D10s diviso tra due mondi

“So di non essere nessuno per cambiare il mondo” dichiarava“ma non voglio che entri qualcuno nel mio per condizionarlo.” Maradona è ed è stata una figura che ha diviso, ma la sua grandezza sta nella capacità di raccogliere intorno a sé prospettive diverse. El Pelusa ha rappresentato la rivalsa del ‘barrio‘. Conosceva il linguaggio del popolo e al tempo stesso quello di chi seguiva il calcio comodamente dal divano di casa. Con un semplice tocco di palla, o meglio di ‘pelota’ come dicono in Argentina, dava voce a chi voce non ne aveva: trasmettendo la forza di un’intera comunità. Come lui stesso affermò: “È fantastico ripercorrere il passato quando vieni da molto in basso e sai che tutto quel che sei stato, che sei e che sarai non è altro che lotta.”

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Roma, emergenza sulla destra: chi in campo contro la Juventus?

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Tra infortuni e squalifiche, la Roma rischia di non avere a disposizione nessun esterno destro nella prossima partita di Serie A contro la Juventus.

Grazie a un gol di Dovbyk al minuto 80, la Roma passa 1-0 a Lecce e vince la sua settima partita di fila in Serie A: non accadeva dalla stagione 2015-16, con Spalletti in panchina. Per i giallorossi si tratta inoltre del quinto successo consecutivo in trasferta. Miglioramenti in fase difensiva (un solo gol subito nelle ultime 7 gare), ma soprattutto una risalita importante in classifica, col quarto posto che dista solo 4 punti.

La Roma vince ancora ma è in emergenza sulla fascia destra

Nonostante l’ennesima vittoria, non è tutto oro quel che luccica. Tra gli aspetti negativi, saltano all’occhio le occasioni sprecate. Era accaduto nell’andata con l’Athletic Bilbao e a Empoli, ma anche al Via del Mare la Roma ha sprecato assai: da Angelino che ha calciato sul fondo a porta vuota, a KonéShomurodov che a tu per tu con Falcone si sono fatti ipnotizzare. In vista del filotto di partite contro le big, dove difficilmente i giallorossi avranno tutte queste opportunità, è necessario essere decisamente più freddi sotto porta.

Da qui si passa proprio al calendario, che non sorride alla Lupa. I prossimi impegni saranno contro: JuventusLazioHellas Verona, InterFiorentinaAtalanta, MilanTorino. Da una parte la Roma si ritrova, per la prima volta dopo anni, ad affrontare l’ultima parte del campionato senza gli impegni infrasettimanali delle coppe europee, quindi con l’intera settimana a disposizione per preparare le gare. Dall’altra, il valore delle avversarie da incontrare è molto elevato, per cui servirà la massima attenzione in ogni dettaglio.

Roma, Celik

ZEKI CELIK IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

L’ultimo aspetto riguarda gli infortuni. Ci si potrebbe già fermare parlando di Dybala: tutti sanno quanto sia importante un giocatore del genere in una squadra come la Roma. Non averlo a disposizione per l’intero finale di campionato, e forse per l’inizio della prossima stagione, è un grande problema. Ma oltre all’argentino, che si è sottoposto a intervento chirurgico dopo la lesione del tendine semitendinoso rimediata contro il Cagliari 2 settimane fa, i giallorossi sono in emergenza sulla corsia di destra.

Tre esterni si sono procurati delle lesioni muscolari: Celik al tendine congiunto del bicipite femorale, Rensch all’adduttore lungo e Abdulhamid alla coscia. Il primo sembra quello messo meglio e dovrebbe rientrare nella prossima partita di Serie A, in programma domenica 6 aprile all’Olimpico con la Juventus. Il turco potrebbe accelerare i tempi, anche perché contro i bianconeri mancherà pure Saelemaekers per squalifica, dopo l’ammonizione presa ieri sera a Lecce per proteste.

L’allenatore Claudio Ranieri spera di recuperare almeno Celik, altrimenti dovrà inventarsi una nuova soluzione. L’ipotesi più plausibile porta a El Shaarawy, che nasce come ala sinistra ma ha saputo adattarsi in varie posizioni nel corso degli anni, in più ha giocato esterno destro a tutto campo nel ritorno di Europa League contro il Porto lo scorso 20 febbraio. Più difficile invece l’ipotesi Sangaré, classe 2007 spagnolo arrivato la scorsa estate ma che non ha ancora esordito in prima squadra.

 

 

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La Roma mette la settima: adesso arrivano gli scontri diretti

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Roma, Ranieri

Contro il Lecce la Roma ha ottenuto la settima vittoria consecutiva in campionato, ma dalla prossima domenica arriverà la parte più difficile del calendario.

Roma: a Lecce arriva la settima

La Roma espugna il Via del Mare ed ottiene il suo settimo successo consecutivo in questa stagione di Serie A. Ieri sera contro il Lecce la rete di Artem Dovbyk a dieci minuti dal termine della gara ha regalato ai giallorossi, ancora una volta, tre punti fondamentali per continuare a credere alla qualificazione alla prossima Champions League.

Una gara scorbutica, difficile, proprio come se l’aspettava lo stesso tecnico dei giallorossi Claudio Ranieri. Un primo tempo in cui la squadra romanista ha sprecato due occasioni da gol clamorose e in cui i salentini hanno provato ad avvicinarsi pericolosamente alla porta difesa da Svilar.

Il secondo tempo ha visto gli uomini di Giampaolo provare a credere nell’impresa, ma poi è arrivato il centravanti ucraino che con un gran gol dopo un azione personale ha sigillato di fatto il match a favore dei giallorossi.

Con la vittoria contro il Lecce la Roma è salita a 52 punti, sorpassando momentaneamente la Lazio e portandosi a -3 punti dalla Juventus e a -4 punti dal Bologna quarto in classifica. Proprio quel quarto posto che soltanto tre mesi fa sembrava più di un’utopia adesso è lì, a portata di mano, grazie ad una rimonta incredibile dei giallorossi.

Roma: ora arriva la parte tosta del calendario

Roma

CLAUDIO RANIERI CONSOLA ARTEM DOVBYK RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Molti sostenevano che, dopo il pareggio interno contro il Napoli (l’ultimo x dei giallorossi in stagione), per arrivare ad avere una chance di qualificazione alla prossima Champions League la Roma avrebbe dovuto fare filotto di vittorie nelle gare contro Venezia, Parma, Monza, Como, Empoli, Cagliari e Lecce. E filotto è stato. Sette vittorie consecutive, 21 punti conquistati, ed ora sono lì.

Adesso però viene la parte più difficile del calendario, quella che molti tifosi romanisti al momento della programmazione di luglio temevano.

Già la prossima domenica la Roma ospiterà la Juventus all’Olimpico, in un big match che sarà una vera e propria sfida decisiva per la Champions per entrambe le compagini. Subito dopo, sempre all’Olimpico, i giallorossi saranno impegnati nel derby contro la Lazio: una gara che molto probabilmente non ha bisogno di presentazioni, a maggior ragione se i due club capitolini, al momento attuale, sono divisi in classifica da una sola lunghezza.

La gara interna contro il Verona darà ai giallorossi un po’ di respiro, ma solo momentaneo. In quella successiva gli uomini di Ranieri andranno a far visita all’Inter capolista, mentre in quella successiva ospiteranno all’Olimpico la Fiorentina.

Successivamente la Roma andrà in scena al Gewiss Stadium, dove ad attenderla ci sarà l’Atalanta che, molto probabilmente, sarà ancora in lotta per la corsa scudetto. La penultima giornata di campionato vedrà i giallorossi impegnati contro il Milan che, salvo soprese, potrebbe essere ancora in lotta per una qualificazione alle coppe europee il prossimo anno.

L’ultima gara del campionato vedrà la Roma impegnata a Torino contro la squadra granata. Una parte di calendario difficile, anzi difficilissima. Ma i giallorossi ci sono, mentalmente e fisicamente, e vogliono provare a continuare una rimonta che, se il campionato fosse iniziato a gennaio, li vedrebbe a giocarsi lo scudetto.

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Napoli-Milan: Gattuso, Higuain, Galli e altre curiosità

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Tonali

Il match serale della 30esima giornata tra Napoli-Milan rievoca nella mente dei tifosi e degli addetti ai lavori ex e curiosità degne di essere ricordate.

Uno sguardo al passato tra sfide, ex ed altro, tra le due squadre che domenica sera si affronteranno con un unico risultato: la vittoria, perchè un pareggio probabilmente le metterà fuori dai loro obiettivi.

Napoli-Milan

IL PALLONE DELLA SERIE A 2024-2025 ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Gattuso e Ancelotti: nel segno di Napoli-Milan

Con questi due nomi introduciamo il tema del “doppio”, in tutti i sensi. Carlo Ancelotti e Rino Gattuso rappresentano infatti quei protagonisti che vivono due vite “calcistiche”. Per il calabrese, quella da giocatore è a tinte rossonere, mentre da allenatore si colora anche di azzurro.

Allo stesso modo, “Carletto” è diviso tra anni in cui ha scritto pagine indelebili al Milan e due stagioni comunque intense alla guida del Napoli.

Entrambi però, sono accomunati da una statistica particolare. Le sfide contro i meneghini, sulla panchina dei partenopei, non presentano un bilancio esaltante: Gattuso ha disputato 3 partite, con un record di 1 vittoria, 1 pareggio e 1 sconfitta, ma soprattutto nessun successo tra le mura amiche del “Maradona”. Sono 4 invece i precedenti per Ancelotti, con 1 vittoria, 2 pareggi e 1 sconfitta.

Higuain, dente avvelenato

Quello tra il Napolie Gonzalo Higuain è uno dei rapporti più viscerali della storia del calcio italiano. Con i partenopei ha collezionato 146 presenze, 91 gol e 26 assist. Come se non bastasse nel mezzo c’è stato anche il record di reti in una singola stagione di Serie A (ora in coabitazione con Immobile).

Tre stagioni fatte di emozioni intense. Poi all’improvviso il passaggio, mai perdonato dai tifosi del Napoli, alla Juventus. Da quel giorno, “el pipita” è tornato al “Maradona” 5 volte, centrando il bersaglio in 3 occasioni e spesso rivolgendo una rabbiosa esultanza nei confronti dello spicchio di stadio riservato alla dirigenza. Anche con la maglia del Milan, l’argentino è tornato a fare visita ai partenopei, senza però trovare la via del gol. Il bilancio generale da ex contro il Napoli, racconta di 9 precedenti e 6 timbri.

La maledizione del Milan di Giovanni Galli

Se fosse stato un film, quel Napoli-Milan sarebbe stato sicuramente un noir a temi hitchcokiano. Una cosa è certa: uno scenario sicuramente poco piacevole per il protagonista della storia. Stiamo parlando di Giovanni Galli, grande portiere del Milan tra il 1986 e il 1990.

L’ormai 66enne, ricorda con poca soddisfazione il periodo da ex rossonero ai tempi del Napoli. Tra il 1990 e il 1993 infatti, il pisano ha totalizzato 6 presenze contro i rossoneri, uscendone quasi sempre con le ossa rotte.

Per lui 3 pareggi e 3 sconfitte, senza mantenere la porta inviolata nemmeno in una occasione. In più, il classe 1958 ha raccolto il pallone dalla propria porta ben 18 volte, collezionando tre batoste (un 4-1, un 1-5 e un 5-0).

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