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Milan, il nuovo modulo segna la rinascita di Theo?
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2 settimane fail

Il cambio di modulo rilancia il Milan, che asfalta l’Udinese, e rispolvera il Theo Hernandez dei giorni migliori. Che sia la strada giusta per il futuro?
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Il Milan travolge l’Udinese con un sonoro 0-4 e ritrova compattezza, brillantezza e, soprattutto, efficacia offensiva. Una delle migliori versioni stagionali della squadra rossonera, arrivata grazie a un cambio di sistema forzato dalle assenze sulla destra ma che ha dato frutti immediati. Un Milan ordinato e letale, in cui si sono rivisti i migliori Theo Hernandez e Rafael Leao.
Proprio il terzino francese, spesso primo bersaglio delle critiche per il rendimento di quest’anno, sembra poter rinascere con questo 3-4-3. Meno compiti difensivi, più campo da attaccare: la ricetta della rinascita potrebbe essere stata finalmente trovata.

RAFAEL LEAO E THEO HERNANDEZ ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Theo ritrova se stesso nel 3-4-3
Uno dei volti simbolo del successo alla Dacia Arena è stato proprio Theo, tornato al gol e autore di una prestazione totale. Il francese è apparso più attento dietro e molto più incisivo in avanti, come dimostrato dal gol del 3-0, che potrebbe essere letto come un segnale per un futuro ancora rossonero. La verità è che poche volte in stagione si era visto il vero Theo, quello delle falcate sulla sinistra e delle incursioni letali. A Udine, è tornato a fare quello che gli riesce meglio: attaccare.
L’intuizione di Sergio Conceicao di passare alla difesa a tre con due esterni alti ha dato una scossa importante al Milan. Il 3-4-3, più equilibrato ma al contempo aggressivo, ha regalato una migliore fase difensiva e liberato la qualità dei giocatori più offensivi. Theo ha agito sulla linea dei centrocampisti, coperto alle spalle da Tomori e Pavlovic, e ha potuto sfruttare al massimo i suoi strappi senza dover rientrare con continuità.
Milan, ora serve continuità
Quella contro l’Udinese è stata probabilmente la miglior prestazione dell’era Conceicao, ma ora la sfida sarà dare continuità a questo nuovo assetto. Il modulo, seppur scelto per necessità, ha rivelato potenzialità interessanti, soprattutto per esaltare giocatori come Theo e Leao, che hanno bisogno di libertà e spazi.
La rinascita del francese potrebbe rappresentare una delle chiavi per il finale di stagione e per tenere vive le speranze europee. La strada è ancora lunga, ma il nuovo Milan visto alla Dacia Arena ha riacceso l’entusiasmo tra i supporters rossoneri.

Il Napoli batte il Torino e conquista la vetta della classifica in solitaria. Decisivo, ancora una volta, Scott McTominay, autore di una doppietta.
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Il Napoli torna in testa alla classifica e lo fa con una vittoria che vale tanto, per qualità e per carattere. Battere il Torino non è mai semplice, anche se i granata ormai hanno poco da chiedere al campionato: restano una squadra organizzata, tosta, difficile da affrontare.
Ma il Napoli ha giocato da grande, con personalità e determinazione. E ancora una volta, a salire in cattedra è stato Scott McTominay, autore della doppietta che ha deciso la partita. Due gol pesantissimi, l’ennesima prova di un giocatore che si è preso il centrocampo azzurro e che, giorno dopo giorno, sta diventando sempre più il simbolo della rincorsa Scudetto della squadra di Antonio Conte.

IL DIRETTORE SPORTIVO DEL NAPOLI GIOVANNI MANNA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
13 agosto 2024, il giorno in cui cambiò tutto
E pensare che lo scorso agosto il nome su cui il Napoli sembrava puntare forte era quello di Marco Brescianini. L’ex Frosinone era praticamente un nuovo giocatore azzurro: il 13 agosto arrivò a Roma e svolse le visite mediche con il club. Ma poi qualcosa accadde. L’annuncio tardava ad arrivare, e in breve tempo si capì perché: l’Atalanta si era inserita all’ultimo e aveva cambiato le carte in tavola, con Brescianini che, di lì a poco, divenne un nuovo giocatore della Dea.
In tanti criticarono la società, parlando di un affare perso clamorosamente. Ma la realtà era un’altra: proprio quella mattina, come rivelò in esclusiva l’esperto di mercato Nicolò Schira, il ds Giovanni Manna aveva ottenuto l’apertura del Manchester United alla cessione di McTominay. Da lì la scelta: bloccare Brescianini e virare con decisione sullo scozzese, risparmiando budget e lasciando spazio in lista.

L’ESULTANZA DEL NAPOLI CON ROMELU LUKAKU, DAVID NERES, MATHIAS OLIVERA E SCOTT MC TOMINAY ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Napoli, McTominay l’uomo in più di Conte
La storia, poi, parla da sola. Dopo una lunga e complicata trattativa, McTominay arriva a Napoli il 29 agosto, accolto da una folla in delirio che, anche un po’ storpiandolo, urlava il suo nome all’aeroporto. Prima qualche scampolo di partita con il Cagliari, poi il cambio modulo e la titolarità contro la Juventus. Da quel momento lo scozzese non è mai più uscito dall’undici iniziale, e il motivo è sotto gli occhi di tutti.
In queste ultime partite decisive per la corsa Scudetto, il centrocampista si è caricato la squadra sulle spalle. La doppietta contro il Torino è solo l’ultima perla di una stagione straordinaria. A oggi, McTominay è probabilmente il miglior acquisto dell’intera Serie A estiva. E pensare che, quel giorno di metà agosto, tutto sembrava portare a Brescianini.

Il Napoli di Conte vede la meta: dopo mesi di rincorsa, è padrone del proprio destino. La vittoria netta contro il Torino spinge gli azzurri a +3 sull’Inter.
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A quattro giornate dalla fine, tutto sembra nelle mani di una squadra che ha cambiato passo nel momento decisivo. Cosa è successo all’Inter di Inzaghi? Fino a poche settimane fa era padrona del campionato e oggi è in affanno totale. La sconfitta interna contro la Roma ha certificato il crollo nerazzurro: terzo ko consecutivo, zero gol segnati. Un dato allarmante che non si vedeva da più di dieci anni, quando sulla panchina sedeva Claudio Ranieri.
Intanto, il Napoli vola trascinato da un sorprendente Scott McTominay, diventato uomo simbolo della rinascita azzurra. Con la doppietta al Torino, il centrocampista scozzese ha raggiunto quota 11 gol in campionato: record storico. Nessuno scozzese aveva mai segnato così tanto in Serie A. Superato anche Denis Law, leggenda degli anni Sessanta.
Inter senza Thuram: i numeri di una crisi
Quanto ha pesato l’assenza di Marcus Thuram nella crisi dell’Inter? Da quando il francese si è fermato, la media gol dell’Inter è crollata a 0.3 reti per partita. Un disasto. Né Correa, né Taremi e nemmeno Arnautovic sono riusciti a colmare il vuoto lasciato dal centravanti titolare.
Contro la Roma, il portiere Svilar ha passato una serata tranquilla, segnale evidente di un’Inter senza idee. La squadra di Inzaghi, che sognava addirittura un Triplete, rischia ora di chiudere la stagione a mani vuote. La semifinale di Champions League contro il Barcellona sarà uno snodo cruciale. Potrebbe rappresentare un riscatto o un crollo definitivo.

LA FORMAZIONE DELL’INTER ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Napoli, ultimi 360 minuti per la gloria: il calendario
Il Napoli, invece, può concentrarsi solo sul campionato e affrontare un calendario tutto sommato favorevole. Lecce (4 maggio), Genoa (11 maggio), Parma (18 maggio) e Cagliari (25 maggio) sono gli ultimi ostacoli sulla strada che porta dritta allo Scudetto.
Basteranno quattro partite da grande squadra per mettere la parola fine sulla corsa e alzare il tricolore?
L’Inter affronterà invece Hellas Verona (4 maggio), Torino (11 maggio), Lazio (18 maggio) e Como (25 maggio). A pesare di più sarà il big match contro i biancocelesti. I nerazzurri devono ritrovare energie e convinzione per non vedere sfumare tutto negli ultimi metri.
Antonio Conte ora può respirare: il suo Napoli è artefice del proprio destino, ma sa che ogni passo sarà decisivo. Sarà McTominay l’eroe inatteso capace di regalare agli azzurri uno Scudetto che a gennaio sembrava allontanarsi? La volata finale di questa Serie A 2024/2025 promette scintille: il meglio, forse, deve ancora arrivare.

Cinque anni per un giovane giocatore possono essere pochi, ma segnare una carriera. Diamo uno sguardo a come sono diventati gli Under 21 del 2020.
Una giovane promessa può trasformarsi in meteora o un talento in erba. Limare i propri difetti e ritagliarsi in breve tempo un ruolo da protagonista assoluto. Ovviamente non è sempre così. Vediamo nel dettaglio.

LA GRINTA DI JOAO FELIX CHE PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Under 21 più preziosi nel 2020
Ovviamente la maggior parte dei prospetti hanno confermato le aspettative. A partire, ovviamente, da Kylian Mbappè. Il francese, ora al Real Madrid, godeva già a quel tempo una valutazione da fenomeno (180 milioni di €). A seguire le orme del ragazzo ex PSG: Trent Alexander-Arnold (99 Ml. €), Achraf Hakimi (54 Ml. €) e Christian Pulisic (54 Ml. €). Gli ultimi due, passati per la Scala del Calcio, San Siro. Stesso stadio di João Félix, la cui fiamma con la maglia del Milan è durato il tempo di una manciata di partite. Una stella che si è affievolita presto. A testimoniarlo il crollo del valore di mercato (dal 2020 ad oggi ben 56 Ml di € di differenza, da 81 a 25).
Tra gli più promettenti del 2020 segnaliamo De Ligt (nell’ombra dopo il passaggio allo United), Gigio Donnarumma (stagione clamorosa quest’anni col PSG) e Zaniolo (altro gioiello andato a spegnersi negli anni, con grande rammarico di tutti).
Gli U21 della Serie A del 2020 più cresciuti
La nostra massima serie, però, ha dato miglior sorte ad altri giovani negli ultimi 5 anni. Fra quelli già presenti sui nostri campi allora, i più cresciuti è proprio un compagno di squadra di Joao Felix: Rafael Leão. La pietra preziosa del Milan è passato da 20 agli attuali 75 milioni di euro (e in carriera ha toccato anche i 90), ma c’è chi continua a ritenerlo ancora un incompiuto.
E pensare che questa crescita non l’ha ottenuta nemmeno Alessandro Bastoni, fresco di passaggio all’Inter e ora ancora nella stessa squadra da leader, nonché MVP fra i difensori contemporanei e MVP di sempre fra gli italiani. La crescita del centrale nerazzurro è aumentata di ben 48.5 Ml di €. A completare il podio Dusan Vlahovic. Un pò sulla riga del “vorrei ma non posso”, la punta serba, dal 2020, ha ottenuto un plus di 29 Ml di €. L’attaccante della Juventus però, nel corso di questi 5 anni, ha toccato livelli anche più alti.
Tutto questo grazie al costo d’acquisto record e ad un impatto con la Vecchia Signora che sembrava promettere altri risultati. Ovviamente, la Torino bianconera è una piazza molto esigente. Non tutti riescono ad emergere. Un esempio lampante è stato Dejan Kulusevski. Partito forte con il Parma, in bianconero solo chiaroscuri. Per “salvare” la sua carriera ha dovuto rifugiarsi in Premier League.
Dal 2020 ad oggi il giovane scovato dall’Atalanta ha messo su un upgrade (+ 28.5) praticamente pari a quello di Davide Frattesi, passato dal prestito in Serie B all’Empoli a segnare gol decisivi in Champions League con l’Inter.
Gli Under 21 italiani del 2020 più cresciuti
Nerazzurro Frattesi, come Alessandro Bastoni. Il difensore, citato in precedenza come uno dei migliori calciatori cresciuti in generale in Serie A, si afferma al comando degli italiani ex Under 21 più cresciuti. Completa il podio, insieme ai due compagni all’Inter, Gianluca Scamacca (+ 21.1), punta di diamante dell’Ascoli 5 anni fa. Seguiranno alti e bassi, un’esperienza in Inghilterra finita presto ma un potenziale ancora vivo. Si dovrà attendere l’estate e un pieno recupero.
Da segnalare appena fuori dal podio la crescita dell’esterno dell’Atalanta Raoul Bellanova (+ 21), e Moise Kean. La punta della Nazionale e della Fiorentina ha avuto un plus di 15 ml di €.
Cinque anni possono avere un impatto mostruoso, nel bene e nel male, nella carriera di un giocatore.
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