Focus
Napoli, Lobotka irriconoscibile: è ora di dirsi addio?

In un Napoli che fatica a Monza, delude ancora Stanislav Lobotka. Il centrocampista slovacco sta vivendo un momento complicato.
Il Napoli vince a Monza, ma fatica più del previsto contro una squadra ben organizzata e tutt’altro che arrendevole. I tre punti conquistati in Brianza permettono alla formazione di Antonio Conte di restare nella scia dell’Inter nella corsa Scudetto, ma la prestazione complessiva degli azzurri continua a far discutere.
La squadra appare ancora troppo fragile mentalmente e, in alcuni momenti, quasi bloccata dalla pressione. Diversi giocatori hanno fatto male, con atteggiamenti che fanno pensare più a un peso da sopportare che a un obiettivo da inseguire con fame e determinazione.
Tra questi, uno dei più deludenti è stato Stanislav Lobotka, protagonista in negativo di una partita opaca e priva del solito ordine che in questi anni lo ha reso uno dei pilastri del centrocampo partenopeo.

Stanislav Lobotka player of Napoli, during the Champions league match between Napoli vs Sporting Braga final result, Napoli 2, Sporting Braa 0, match played at the Diego Armando Maradona stadium.
Lobotka smarrito: tanti retropassaggi e poca verticalità
Il centrocampista slovacco, al Napoli dal 2020, è apparso irriconoscibile. Lento nella gestione del pallone, impreciso nei lanci e quasi sempre orientato con il corpo all’indietro, Lobotka ha rallentato la manovra in più occasioni, provocando irritazione anche tra i compagni. In un paio di occasioni Di Lorenzo e Raspadori, completamente liberi, hanno manifestato il proprio disappunto per la scelta dello slovacco di tornare all’indietro.
L’emblema della sua prestazione resta però il pallone perso a trenta secondi dalla fine: un errore banale, figlio della poca lucidità, ma gravissimo, visto che ha concesso al Monza un’ultima occasione per cercare il pareggio. Lo slovacco ha ignorato Ngonge libero sulla fascia destra e, nonostante un errore di movimento di Simeone, ha tenuto troppo il pallone in una zona rischiosa, permettendo il recupero dell’avversario.

Stanislav Lobotka player of Napoli, during the match of the Italian Serie A league between Napoli vs Udinese final result, Napoli 4, Udinese 1, match played at the Diego Armando Maradona stadium.
Napoli, fine di un ciclo? Il futuro di Lobotka in discussione
Quella di Monza non è stata una parentesi isolata. Da gennaio, le prestazioni di Lobotka sono calate sensibilmente, e anche la presenza di Gilmour al suo fianco, nel ruolo di secondo play, non è bastata a mascherarne le difficoltà.
In un Napoli che fatica a tenere il possesso e ad aggredire alto, i limiti di fisicità e atletismo dello slovacco diventano ancora più evidenti. Conte continua a dargli fiducia, come dimostra la sostituzione di Gilmour all’intervallo, ma l’impressione è che per il tipo di calcio del tecnico salentino possa servire un profilo diverso: più verticale e muscolare.
L’estate si avvicina e con essa una nuova rivoluzione in casa Napoli. E tra gli addii, non è più così impensabile che possa esserci anche quello di Lobotka. Dopo cinque anni, il suo ciclo sotto il Vesuvio potrebbe davvero essere al capolinea.
Focus
Udinese, Bijol ai saluti: è pronto per una big

Mentre si avvicina il match con il Monza, l’Udinese continua a guardare al futuro. In estate è praticamente certo l’addio di Jaka Bijol.
L’Udinese si avvicina al termine della stagione senza più grandi stimoli: la salvezza è stata conquistata in anticipo, e i risultati tutt’altro che esaltanti delle ultime giornate, confermano che la squadra ha un po’ mollato la presa.
La società, di conseguenza, ha già iniziato a guardare alla prossima stagione in vista di un’estate in cui molti club torneranno alla carica per i gioielli bianconeri. Tra i nomi più chiacchierati c’è senza dubbio quello di Jaka Bijol.

fans of udinese calcio during Udinese Calcio vs FC Internazionale, italian Serie A soccer match in Udine, February 02 2020 – LPS/Alessio Marini
Udinese, gli occhi dei top club su Bijol
Il difensore sloveno, in Friuli dal 2022, è stato una colonna portante della squadra sin dal suo arrivo, come dimostrano le oltre 70 presenze ufficiali in maglia bianconera. Anche in questa stagione si è confermato tra i migliori difensori del campionato, complice anche la complementarità trovata con Solet.
Già l’anno scorso sembrava a un passo dall’addio: Roma e Bologna si erano fatte avanti, ma l’Udinese chiese più di 20 milioni di euro per lasciarlo partire.
A distanza di un anno, lo scenario è cambiato. I giallorossi non hanno mai smesso di seguirlo, ma anche Napoli, Juventus e Inter, pur avendo altri obiettivi, continuano a monitorare la situazione. E attenzione anche alla Premier League, con diversi club che hanno già chiesto informazioni.
Stavolta, però, l’Udinese potrebbe non opporre la resistenza della scorsa estate: se Bijol dovesse chiedere la cessione, il club sarebbe disposto ad accontentarlo. Perché il salto in una big, dopo tre stagioni da protagonista, è ormai ampiamente meritato.
Focus
Fiorentina, Gudmundsson è ancora il 10 del futuro?

Nel deludente pareggio contro il Betis, che ha condannato la Fiorentina all’eliminazione dalla Conference League, c’è un giocatore che ha deluso più di altri.
In casa Fiorentina c’è ancora tanta delusione per l’eliminazione dalla Conference League. Dopo la sconfitta dell’andata, il pareggio al Franchi contro il Betis ha chiuso definitivamente i giochi. Se è vero che i giocatori hanno dato tutto e concluso la partita esausti, è altrettanto vero che da qualcuno ci si aspettava molto di più. Uno su tutti: Albert Gudmundsson.
L’islandese, partito titolare al fianco di Moise Kean, è stato poco incisivo, mai davvero dentro la partita. Timido, spento, e con Kean costretto a lottare da solo contro la difesa spagnola, senza mai ricevere un vero supporto.

RAFFAELE PALLADINO RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Fiorentina, Gudmundsson tra pochi alti e molti bassi
La gara di ieri è stata in fondo lo specchio della stagione dell’islandese. Salvo qualche lampo, in particolare nel mese di marzo, Gudmundsson non è mai riuscito ad imporsi né a convincere davvero.
Il feeling con Palladino non è mai nato, e questo ha certamente pesato. Ora che il tecnico è stato confermato fino al 2027, è lecito interrogarsi sul futuro del numero 10, che rischia di non essere al centro del progetto tecnico.
Un tema non da poco, soprattutto alla luce dell’importante investimento fatto dalla società viola la scorsa estate.
La possibile trattativa con il Genoa
La Fiorentina, infatti, si era esposta molto per Gudmundsson: 8 milioni di euro spesi solo per il prestito, con un diritto di riscatto fissato a 17 che, all’epoca, sembrava praticamente scontato a fine anno.
Oggi, però, quella cifra appare sproporzionata rispetto al rendimento. Il futuro dell’islandese è dunque tutto da scrivere.
Non è escluso che i due club possano trattare su nuove basi per trovare un’intesa a cifre più basse. Per la Fiorentina sarebbe un modo per non buttare gli otto milioni investiti; per il Genoa, invece, potrebbe essere l’occasione per risolvere un nodo economico, visto che l’islandese, per costi e prospettive, non rientra più nel progetto rossoblù.
Focus
Storie di Campioni: Paolo Maldini

Riviviamo la carriera calcistica dei migliori campioni del passato. Dai primi calci al pallone alla gloria eterna. Oggi è il turno di Paolo Maldini.
Paolo Maldini è probabilmente il difensore più forte della storia del calcio. Oggi rivivremo insieme la sua vita e carriera calcistica, dalle giovanili alla fascia da capitano del Milan.

Paolo Maldini (Milan) during friendly football match AC Milan vs Panathinaikos FC at the Nereo Rocco stadium in Trieste, Italy, August 14, 2021 – Credit: Ettore Griffoni
Paolo Maldini: gli inizi
Paolo Cesare Maldini nasce a Milano il 26 Giugno 1968, quarto di sei figli della bandiera del Milan, Cesare Maldini e Marialuisa Mazzucchelli. Da sempre appassionato di calcio comincia a dare i primi calci al pallone nel 1978 nelle giovanili del club rossonero seguendo così le orme del papà Cesare. Nessuno però si sarebbe aspettato che quel bambino diventasse il calciatore con più presenze nella storia del Diavolo e uno dei difensori più forti della storia del calcio.
L’amore per il Milan
Paolo Maldini ha legato la sua intera carriera al Milan, squadra della sua città natale, in cui ha militato dal suo provino del settembre 1978 fino al 2009. Paolo esordisce con la maglia rossonera il 20 Gennaio 1985 e da quel giorno in poi non la lascerà più. Le qualità del ragazzo non erano di certo in discussione tanto che Liedholm dopo il suo debutto dirà: “Paolo ha un grande avvenire”. Con la maglia del Milan ha vinto 26 trofei: 7 scudetti, 1 Coppa Italia, 5 Supercoppe italiane, 5 Coppe dei Campioni/UEFA Champions League (con il record di 8 finali giocate) , 5 Supercoppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa del mondo per club FIFA.
La Nazionale italiana
Dal 1988 al 2002 ha militato nella Nazionale italiana, della quale è stato capitano per otto anni, prendendo parte a 4 Campionati del Mondo: Italia 1990, USA 1994, Francia 1998 e Corea del Sud-Giappone 2002. Ha detenuto fino al 2010 il record di presenze con la maglia azzurra sia come capitano che non, poi successivamente superato da Fabio Cannavaro. Successivamente al Mondiale del 2002 dopo l’infortunio di Nesta nel 2006 avrebbe potuto partecipare ai Mondiali di Germania 2006 ma declinò la convocazione per una promessa fatta a Trapattoni post eliminazione in Corea-Giappone.
Paolo Maldini, il Palmares
Nella sua carriera Maldini ha vinto molti trofei, in questo paragrafo li elencheremo tutti.
Club
- Campionato italiano: 7 Milan: 1987/88, 1991/92, 1992/93, 1993/94, 1995/96, 1998/99, 2003/04.
- Supercoppa italiana: 5 Milan: 1988, 1992, 1993, 1994, 2004.
- Coppa Italia: 1 Milan: 2002/03.
- Champions League: 5 Milan: 1988/89, 1989/90, 1993/94, 2002/03, 2006/07.
- Supercoppa UEFA: 5 Milan: 1989, 1990, 1994, 2003, 2007.
- Coppa Intercontinentale: 2 Milan: 1989, 1990.
- Coppa del Mondo per club: 1 Milan: 2007.
Individuali
- Squadra del torneo del campionato europeo: 3
- Germania Ovest 1988,Inghilterra 1996, Belgio-Paesi Bassi 2000
- Trofeo Bravo: 1
- 1989
- All-Star Team dei Mondiali: 2
- Italia 1990, Stati Uniti 1994
- Calciatore dell’anno World Soccer: 1
- 1994
- Squadra dell’anno ESM: 4
- 1994-1995, 1995-1996, 1999-2000, 2002-2003
- Onze di bronzo: 1
- 1995
- Inserito nel FIFA World Cup Dream Team
- 2002
- Premio Gianni Brera allo sportivo dell’anno: 1
- 2002
- Premio Nazionale Carriera Esemplare “Gaetano Scirea”: 1
- 2002
- Squadra dell’anno UEFA: 2
- 2003, 2005
- UEFA President’s Award: 1
- 2003
- Oscar del calcio AIC: 1
- Miglior difensore: 2004
- Inserito nella FIFA 100
- 2004
- FIFA FIFPro World XI: 1
- 2005
- UEFA Club Football Awards: 1
- Miglior difensore: 2007
- Premio internazionale Giacinto Facchetti: 1
- 2008
- Vincitore del FIFA Order of Merit
- 2008
- Premio UEFA alla carriera
- 2009
- Inserito nella Hall of Fame del calcio italiano nella categoria “Giocatore italiano”
- 2012
- One Club Man Award
- 2016
- Legend Gazzetta Sports Awards
- 2018
- Inserito nel Dream Team del Pallone d’oro
- 2020
- Inserito tra le “Leggende del calcio” del Golden Foot
- 2021
- Globe Soccer Awards: 1
- Best sporting director of the year: 2022
Carriera
Giovanili
- Milan 1978-1984
Squadre di club
- Milan 1984-2009
Nazionale
- 1988-2002
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