Palestina vince 2-1 in rimonta una partita giocata in Giordania, poiché impossibilitata a disputare gare in casa. Tra vittorie simboliche e incoerenze FIFA.
Questo successo, più che sportivo, ha un enorme valore simbolico per un popolo devastato dal conflitto.
Sebbene la qualificazione diretta ai Mondiali del 2026 sia ormai irraggiungibile, la Palestina ha ancora una possibilità di avanzare alla quarta fase delle qualificazioni asiatiche.
In palio altri due posti per il torneo.
La Palestina, priva di infrastrutture sportive a causa della guerra, è costretta a disputare tutte le sue partite all’estero.
Se riuscirà a vincere le prossime due sfide contro Kuwait e Oman, potrebbe ancora sperare nella qualificazione, un’ipotesi difficile ma non impossibile.
Tuttavia, la realtà del calcio internazionale è spesso dominata dalle stesse nazioni, e la partecipazione della Palestina resta un sogno lontano.
La vittoria contro l’Iraq è arrivata dopo che la squadra era sotto di un gol fino all’88’.
Quando sembrava tutto perduto, è arrivato il pareggio di Abou Ali. A cui è seguito poi il colpo di testa vincente di Mahajneh al 97′.
Questo risultato ha suscitato grande entusiasmo tra giocatori e tifosi, offrendo un raro momento di gioia in un periodo di distruzione e sofferenza a Gaza.
Non è certo che l’Italia riesca a qualificarsi ai Mondiali: ha mancato già l’accesso sia ai Mondiali di Russia 2018 che a quelli di Qatar 2022.
Inoltre, non disputa una partita a eliminazione diretta dal trionfo del 2006.
Dopo la sconfitta contro la Germania, è stata inserita in un girone di qualificazione con Norvegia, Estonia, Moldavia e Israele.
Dopo aver affrontato Israele due volte in Nations League lo scorso anno, l’Italia lo sfiderà nuovamente l’8 settembre in Ungheria e il 14 ottobre in casa.
Proprio mentre Mahajneh segnava il gol decisivo per la Palestina contro l’Iraq, Israele, dopo aver battuto l’Estonia, perdeva contro la Norvegia.
Presa di posizione netta dell’allenatore norvegese Ståle Solbakken e il portiere Ørjan Nyland che in conferenza stampa hanno parlato delle drammatiche immagini provenienti da Gaza.
Inoltre il capitano Martin Ødegaard ha criticato la FIFA per averli obbligati a giocare la partita.
Secondo gli articoli 3 e 4 dello statuto FIFA, un paese accusato di genocidio dovrebbe essere escluso dalle competizioni.
Inutile la campagna “Show Israel the Red Card”: la federazione ha scelto di mantenere Israele ed escludere la Russia per l’invasione dell’Ucraina, una decisione adottata anche dal Comitato Olimpico Internazionale.
Inoltre, le manifestazioni di solidarietà per la Palestina vengono spesso sanzionate dagli organi sportivi internazionali.
Aggiornato al 30/03/2025 19:16
Kyle Walker lascerà il Manchester City in estate: il futuro dipende anche dal Milan. Il…
Dall'Inghilterra sono sicuri: niente sentenza dalla Premier League prima dell'estate per i 115 violazioni imputate…
Il Bayern Monaco ha scelto: Max Eberl, dirigente del club, ha espresso l’intenzione di trattenere…
L'attaccante del Barcellona, Robert Lewandowski, è risultato decisivo nel primo round dei quarti di finale…
Se le voci fossero confermate, il Milan potrebbe davvero sorprendere con una doppia scelta molto…
La Fiorentina punta su Fagioli e Folorunsho, opzioni di acquisto già pronte per il club…