Focus
Roma, 5 talenti che Ghisolfi può “portarsi” dalla Francia
La Roma si appresta ad accogliere Florent Ghisolfi come nuovo direttore sportivo e potrebbe portare con sé alcuni talenti della Ligue 1.
Roma, le giovanili del Nizza sono una miniera d’oro
Amidou Doumbouya era stato accostato a numerosi club italiani (e non solo) lo scorso autunno, quando sembrava che potesse liberasi a parametro zero dal Souchax. Poi però questo scenario non si è verificato in quanto il Nizza lo ha acquistato per mezzo milione di euro. Sintomatico della grande fiducia che il club nutre nei suoi confronti, e ora servirebbe un esborso economico importante per portarlo via dalla Francia.
Classe 2007, compirà 17 anni il prossimo 5 agosto, è un difensore centrale mancino (merce rara al giorno d’oggi) molto strutturato fisicamente. Attualmente fa parte dell’U19 del Nizza ed è nel giro dell’U17 della Francia. Non ha ancora esordito in Ligue 1, ma ha esordito in prima squadra negli ottavi di finale della Coupe de France. Ha infatti giocato tre minuti da subentrato nella partita che il Nizza ha vinto 4-1 sul campo del Montpellier.
Altri due giocatori molto interessanti, sempre del Nizza ma questi provenienti dal centro di formazione, sono Tom Louchet e Daouda Traoré. Fra i due Louchet è sicuramente quello più pronto, in quanto ha collezionato 15 presenze con la prima del Nizza: realizzando anche 2 gol e 1 assist. Migliore in campo nella partita che ieri sera il Nizza ha pareggiato sul campo del Lille, Louchet è un centrocampista eclettico ed estremamente versatile.
Farioli lo ha spesso impiegato come mezz’ala in un centrocampo a tre, ma può tranquillamente giocare anche da centrocampista di fascia. Al Pierre-Mauroy, per esempio, è stato impiegato da quinto di destra nella difesa a tre provata da Farioli. Traoré è un classe 2006, in procinto di compire la maggiore età, che ha esordito (esattamente come Doumbouya) nella vittoria di Coupe de France contro il Montpellier. In Ligue 1 ha esordito proprio ieri sera sul campo del Lille e aveva anche bagnato il suo esordio con un gol, annullato però dal VAR per fuorigioco.
Se Louchet (classe 2003) è un giocatore più brevilineo, Traoré è un centrocampista prettamente difensivo e dalla imponente struttura fisica. Le sue qualità tecniche e atletiche, tuttavia, gli permettono di giocare anche più avanti o più defilato, come dimostra l’inserimento con il quale aveva regalato al Nizza una vittoria pesante (ma inutile) sul campo del Nizza prima che il VAR (come detto poc’anzi) glielo annullasse per fuorigioco millimetrico.
Garanzia Monaco: dal “nuovo Mbappé” al pallino di Furlani
Il sogno sarebbe Eliesse Ben Seghir. Considerato in patria il “nuovo Mbappé“, come lui è cresciuto nelle giovanili del Monaco e si è stabilmente insediato in prima squadra da giovanissimo, la sua imposizione è stata rallentata da due importanti infortunati (uno alla coscia e uno spalla) occorsi nella prima parte della stagione.
Quando è tornato non ha trovato moltissimo spazio nelle gerarchie di Hutter, che nel frattempo era riuscito a costruire una squadra rodata in cui era difficile trovare spazio, e questo potrebbe favorire le squadre interessate potenzialmente al giocatore. Anche perché il Monaco ci ha abituato a cedere i suoi talenti per il giusto prezzo.
Ben Seghir ha giocato titolare le ultime due gare di campionato, che per i monegaschi non contavano nulla in quanto già certi della partecipazione diretta alla prossima edizione della Champions League, e proprio contro il Nantes (nell’ultima giornata di questa Ligue 1) ha segnato il suo secondo gol stagionale. Sempre nel Monaco gioca il maliamo Soungoutou Magassa: classe 2003 e altro prodotto del settore giovanile monegasco,
Mediano dall’importante struttura fisica, che all’inizio di questa stagione è stato arretrato anche come difensore centrale. Hutter se n’era calcisticamente innamorato, facendogli giocare da titolare 11 delle prime 13 partite stagionali, salvo poi relegarlo in panchina una volta che Salisu è tornato dall’infortunio. Magassa è tornato a giocare titolare (ieri sera contro il Nantes) dopo oltre tre mesi: l’ultima volta il 4 Febbraio contro il Le Havre.
Focus
Roma, é davvero tutta colpa di Matias Soulé?
E’ davvero tutta colpa di Matias Soulé? Critiche e aspettative su di lui, ma il giovane argentino ha ancora tempo per brillare. Cosa lo frena davvero?
Che fine ha fatto Matías Soulé? La Roma è uscita sconfitta in Svezia contro l’Elfsborg. Una partita in cui i giallorossi non sono mai riusciti a imporsi concretamente, eccezion fatta per gli ultimi 15 minuti. La prestazione complessiva della squadra è stata sotto tono, ma le maggiori critiche sono piovute su Matías Soulé. L’argentino, classe 2003, era tra i giocatori più attesi, ma ha deluso le aspettative. Tuttavia, ci si chiede: è davvero tutta colpa di Soulé?
Indice
Dove sta il problema?
Da un giocatore del suo calibro ci si aspetta sempre quel lampo di genio capace di cambiare le sorti di una partita, ma ieri sera così non è stato. Guardando le heatmap della partita, si nota che la maggior parte delle azioni più intense si sono sviluppate proprio nella sua zona di competenza: ovvero sulla fascia destra. Soulé ha totalizzato 73 tocchi con una precisione nei passaggi del 91%. Numeri che, almeno sulla carta, non sembrano raccontare di una prestazione insufficiente. Allora, dov’è il vero problema?
Uno dei fattori chiave è sicuramente il modulo. Seppur sulla carta possa sembrare simile a quello che adottava nel Frosinone, la realtà è ben diversa. Con la squadra di Di Francesco Soulé giocava alto a destra, ma aveva soprattutto il compito di accentrarsi: favorendo così le incursioni dei terzini e degli esterni.
Il gioco del Frosinone era fondato sul fraseggio e sul possesso palla, caratteristiche che esaltavano le qualità tecniche dell’argentino. Con Juric, invece, la Roma predilige verticalizzazioni rapide, un approccio che sembra non sposarsi bene con lo stile di gioco di Soulé. Nella partita contro l’Elfsborg, infatti, ha faticato a trovare spazi, finendo spesso per pestarsi i piedi con i propri compagni e scontrandosi contro la solida linea difensiva svedese.
Juric a difesa di Soulé
A fine partita, Juric ha difeso il suo giocatore ai microfoni di Sky Sport: “Secondo me si dà da fare, ha qualità, ma è solo al secondo anno in Serie A. Non riesce a esprimere tutto il suo talento, però cerca sempre il contatto con la palla e si fa vedere. Questo significa che non sente la pressione. Sono convinto che crescerà. Ha fatto un anno di Serie A al Frosinone, bisogna essere tranquilli. Oggi mi è piaciuto di più per le posizioni in campo, bisogna lavorare, ma sono fiducioso.”
Dybala/Soulé, l’uno esclude l’altro
Un altro aspetto da considerare è la presenza di Paulo Dybala. Soulé è stato acquistato dalla Roma pensando a una possibile partenza di Dybala che però non si è concretizzata, limitando così le chance da titolare del giovane argentino. Entrambi occupano la stessa zona di campo ed è difficile immaginare di schierarli insieme senza compromettere l’equilibrio della squadra.
Se Dybala e Soulé condividessero il campo potrebbero formare una coppia d’attacco potenzialmente esplosiva, ma il problema risiede nella fase difensiva. Entrambi non eccellono nel ripiegamento e, con i già noti problemi difensivi della Roma, schierarli insieme significherebbe rischiare troppo nella copertura. Dato di fatto che, per la cronaca, aveva compreso fin da subito anche Daniele De Rossi, esonerato forse senza una giusta causa ed in maniera troppo repentina.
Il talento c’è
La conclusione è che Soulé è un giocatore di grande talento, ma ha ancora bisogno di tempo per inserirsi nel contesto tattico di una squadra ambiziosa come la Roma. Le sue qualità sono indiscutibili, ma al momento sembra troppo leggero per portare sulle spalle le responsabilità di una squadra e di una città che da anni delude le aspettative. Soulé ha tutte le carte in regola per diventare un top player, ma per farlo dovrà crescere ancora. Soprattutto sotto il profilo tattico e mentale, ma non si dica che non abbia talento.
Focus
Genoa – Sampdoria: leggenda e dietrologia dello ‘striscione a testa in giù’
Genoa – Sampdoria, le origini dello striscione a testa in giù
Esiste un codice non scritto delle frange più estremiste del tifo organizzato: il furto dello striscione della fazione avversaria rappresenta uno dei gesti più importanti e clamorosi. Tale gesto segna la “vittoria” sul campo di una determinata frangia a discapito di un’altra. Il vessillo avversario “rubato” esposto al contrario, costituisce a tutti gli effetti un bottino di guerra.
Il codice ultras
Negli anni ’80 e ’90, il fenomeno ultras in Italia raggiunse il massimo apice, trasformandosi in una sorta di culto urbano in cui il calcio diveniva identità, appartenenza e, soprattutto lotta. In questo mondo fatto di codici non scritti e valori propri, rubare una bandiera o uno striscione avversario significa molto più di una semplice bravata, una vera e propria dichiarazione di guerra, un trofeo che segna la superiorità di un gruppo sull’altro.
Ciò che è accaduto in Genoa – Sampdoria ne è la conferma. Come gli antichi guerrieri che si contendevano il dominio dei campi di battaglia, gli ultras si scontrano negli stadi e fuori da essi, su autostrade, nei pressi delle stazioni ferroviarie o negli autogrill. Ogni striscione rubato non rappresenta solo un pezzo di stoffa, ma l’essenza stessa, l’anima del gruppo avversario. Sottrarre quel vessillo significa infliggere un’umiliazione tale che, secondo il codice d’onore ultras, può portare allo scioglimento del gruppo sconfitto. Come accadeva per i guerrieri antichi, perdere la propria bandiera significava perdere il proprio onore.
Il vessillo rubato come bottino di guerra
Questa dinamica affonda le sue radici in antiche pratiche belliche. Già i Vichinghi, durante le loro incursioni in Europa, erano soliti rubare le bandiere nemiche e issarle a testa in giù, un chiaro segnale di scherno e sottomissione. Per loro, la bandiera rappresentava molto più di un semplice simbolo: era l’essenza stessa del nemico, un trofeo di guerra da esporre come segno di vittoria.
Nel mondo ultras, questi rituali guerrieri si ripetono acquisendo una simbologia che riporta alla mente antiche battaglie per il controllo dei territori. Sottrarre una bandiera, uno striscione, significa anche marcare il confine tra chi domina e chi viene sconfitto. La bandiera rovesciata diventa il segno tangibile di una vittoria morale, di un’umiliazione inflitta agli avversari.
Ciò che è accaduto in Genoa – Sampdoria è solo la punta di un iceberg. In un contesto fatto di simbologie e codici, la bandiera non è solo appartenenza, ma una vera e propria arma di guerra psicologica. E come in tutte le guerre, l’onore e la sopravvivenza del gruppo dipendono dalla capacità di difendere i propri colori e, quando possibile, sfilare quelli degli avversari.
Focus
Empoli-Fiorentina come non l’avete mai vista
Ricco di rivalità e tradizione, il derby tra Empoli-Fiorentina è una delle sfide più affascinanti del calcio toscano. Questa volta sarà ancora più speciale.
Il primo incontro risale alla stagione 1985-86, nei quarti di finale di Coppa Italia, dove la Fiorentina ribaltò la sconfitta dell’andata per 3-2 con un netto 3-0 al ritorno, grazie alla doppietta di Monelli e al gol di Oriali.
Indice
Empoli-Fiorentina, i primi confronti in campionato
La prima sfida in Serie A tra Empoli–Fiorentina si giocò nella stagione successiva, 1986-87, e terminò 1-1, con i gol di Antognoni per la Fiorentina e Casaroli per l’Empoli.
Nei due campionati successivi le partite terminarono in pareggio a reti inviolate e ci volle un decennio prima che le due squadre si ritrovassero di nuovo; nella stagione 1997-98. In quell’occasione l’Empoli ottenne una vittoria storica al Franchi per 2-1 con le reti di Tonetto e Martusciello, ribaltando il vantaggio iniziale dei viola firmato da Batistuta.
Keyword: equilibrio totale
Il derby toscano è una gara di totale equilibrio, le statistiche non mentono. Le due formazioni si sono incontrate 26 volte dal 1997 ad oggi. Nelle ultime 20 partite 5 sono finite a favore degli azzurri, 9 a favore dei viola e 6 match sono terminati in pareggio.
L’1-1 è il risultato più frequente tra le due squadre in Serie A, ma ha avuto luogo soltanto due volte al Castellani negli ultimi anni. L’ultima volta è stata nella scorsa stagione. Per trovare un altro pareggio con lo stesso punteggio in casa dell’Empoli bisogna tornare indietro al dicembre 2005, quando Pazzini e Vannucchi furono i marcatori del match. Questi dati sottolineano l’imprevedibilità di una sfida che, storicamente, ha sempre riservato sorprese.
Empoli-Fiorentina, gli anni recenti e l’inversione di marcia
Più recentemente, Fiorentina ed Empoli hanno continuato a sfidarsi regolarmente: con la viola che spesso ha mantenuto una posizione di predominio sia sul campo che in classifica. Tuttavia, ci sono stati episodi significativi in cui l’Empoli ha saputo imporsi. Uno degli esempi più eclatanti è la vittoria del 2021-2022, quando gli azzurri si imposero per 2-1 in rimonta con i gol di Bandinelli e Pinamonti.
Altra curiosità sul match sta negli ultimi score degli azzurri, i quali non perdono un derby dal lontano 2022: in quell’occasione la Fiorentina vinse grazie ad un gol dell’ormai ex Nico Gonzalez.
Empoli imbattuto: un record storico
Inusuale per gli ultimi anni, l’Empoli si presenterà al prossimo derby contro la Fiorentina occupando una posizione migliore in classifica rispetto ai gigliati. Un altro fatto significativo che sottolinea il momento d’oro dell’Empoli è che, per la prima volta nella sua storia, la squadra è riuscita a restare imbattuta nei primi cinque turni di campionato.
Questo risultato, insieme alla sorprendente posizione in classifica, evidenzia il buon lavoro fatto dalla squadra azzurra e prepara il terreno per un derby toscano ancora più inedito, combattuto e spettacolare. Un confronto tra passato e presente, proiettato verso il futuro.
-
Serie B4 giorni fa
Serie B, chiusa la 7^giornata: al Brescia il derby lombardo
-
Calciomercato4 giorni fa
Milan, una poltrona per due: se parte Jovic pronta la staffetta
-
Serie A5 giorni fa
La Procura Federale chiede gli atti, sull’inchiesta ultras: cosa rischiano Inter e Milan
-
Notizie7 giorni fa
Milan, tutti bene tranne uno: il giocatore non riesce a svoltare
-
Champions League4 giorni fa
Milan, Leao: “Fonseca mi sta aiutando, ma le critiche fanno male. Con i tifosi non è più come due anni fa…
-
Notizie4 giorni fa
Milan, la scadenza si avvicina: Cardinale cerca soci o scatta il piano B | I dettagli
-
Primavera3 giorni fa
Milan, Ibrahimovic convocato in nazionale
-
Serie A4 giorni fa
Serie A, la programmazione dalla 7a alla 13esima giornata