I campioni in...
15 giugno 1974. Il “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi
Erano i Mondiali del 74′. Il 15 giugno, nella partita d’esordio, l’Italia incontra Haiti. Match rimasto nella memoria per il “vaffa” di Chinaglia, ma non solo.
15 giugno 1974: Italia-Haiti a Monaco di Baviera
L’Italia del commissario tecnico Ferruccio Valcareggi si presenta ai mondiali del 74‘ come una delle nazionali favorite, anche perché gli azzurri sono vicecampioni in carica dopo Messico 70′.
Il match d’esordio per gli Azzurri sembra a senso unico, solo una formalità, eppure resta nei ricordi per due eventi non banali. Ma iniziamo raccontando i fatti…
La partita ha luogo a Monaco di Baviera nell’Olympiastadion, queste le formazioni iniziali:
Italia: Zoff, Spinosi, Morini, Burgnich, Facchetti, Mazzola, Capello, Rivera, Benetti, Chinaglia, Riva.
Haiti: Françillon, Bayonne, Jean-Joseph, Nazaire, Auguste, Antoine, Desir, Vorbe, François, Saint-Vil, Sanon.
La partita inizia come ci si aspetta, l’Italia conferma di essere di un altro livello, e di poter avere la meglio con facilità sui centro-americani.
Tuttavia dopo i primi minuti promettenti, gli azzurri si adagiano, credendo di poter vincere la partita senza sforzi. Dunque il gioco si svolge per lo più con l’Italia che crea occasioni, ma senza riuscire a finalizzare, tant’è che si va al riposo con le porte di Zoff e Françillon che restano inviolate.
L’inizio della ripresa è il momento in cui si concretizza il primo dei fatti storici di questo incontro.
Infatti al primo minuto del secondo tempo Haiti attacca, Vorbe serve un passaggio in profondità per Emmanuel Sanon, il centravanti haitiano si trova solo al cospetto di Dino Zoff, lo supera, e mette la palla in rete. Fermato a 1142 minuti il record di imbattibilità del portierone azzurro.
Quindi al minuto 46′ l’Italia si trova in svantaggio ai mondiali contro Haiti. La nazionale di Valcareggi però è troppo più forte degli avversari, e ci pensa Rivera a rimettere in equilibrio il match. Al 52′ Mazzola crossa da destra, Chinaglia stoppa a centro area e poi lascia la palla al pallone d’oro del 69′ che insacca. Al minuto 66 arriva il vantaggio, grazie ad una autorete di Auguste, che devia un tiro di Benetti da fuori area.
Al minuto 70′ arriva il famoso “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi in mondo-visione. Long Jhon apostrofa il ct quando decide di sostituirlo con Anastasi. Lo stesso Anastasi infine sigla il gol al 79′ che fissa il risultato sul definitivo 3-1.
Zoff, il “vaffa” di Chinaglia e il mondiale del 74′.
La vittoria su Haiti apre il mondiale di Germania Ovest 74′ per l’Italia. Tuttavia dopo il pareggio per 1-1 contro l’Argentina, nel secondo incontro della prima fase, gli azzurri si fermano perdendo 2-1 contro la Polonia. Il terzo match, in cui agli azzurri sarebbe bastato il pareggio per accedere alla seconda fase, sancisce invece l’eliminazione degli azzurri.
Quindi del mondiale del 1974, per l’Italia, rimango nella memoria soprattutto due cose:
– il gol di Sanon, che fissa a 1142 i minuti di imbattibilità di Dino Zoff, record ancora valido per un solo portiere. Ma battuto come record di squadra nel 2021 da Donnarumma, Sirigu, Cragno e Meret che hanno tenuto la porta azzurra illibata per 1168 minuti consecutivi in totale.
– il “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi in mondo-visione, unico sprazzo del tanto atteso centravanti fresco campione d’Italia con la Lazio.
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I campioni in rossoblu: Gigi Piras (video gol)
Gigi Piras è stato uno dei più prolifici bomber della storia del Cagliari. Una storia gloriosa, visto che il Cagliari è l’unica squadra del sud (insieme al Napoli) ad aver vinto lo scudetto
Piras giunse a Cagliari nel 1971, vestendo la maglia rossoblu per 15 stagioni.
Tra Serie A, Serie B e Coppa Italia, ha collezionato 376 partite, nelle quali ha messo a segno 104 reti.
Fu in un certo senso l’erede dell’altro Gigi, il mito rossoblu Riva.
Vediamo insieme una carrellata dei suoi gol:
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Pelé, aperto al pubblico il mausoleo di O Rey
Aperto al pubblico il mausoleo contenente il corpo di Pelé. Si può ora far visita alla spoglia, nel cimitero verticale di Santos, nello stato di San Paolo.
Pelé, ora si può visitare il mausoleo
Aperto al pubblico a partire da lunedì, il mausoleo dedicato a Edson Arantes do Nascimento, o meglio Pelé.
Il grande campione, leggenda del calcio mondiale, ha lasciato questo mondo lo scorso 29 dicembre 2022, all’età di 82 anni. Il ricordo di O Rei sarà per sempre nel cuore di tutti, soprattutto di chi ama il gioco del calcio.
Lunedì si è svolta una speciale cerimonia di inaugurazione, ora è possibile visitare il mausoleo. All’interno, oltre alle spoglie di Pelé, sono presenti erba artificiale con tutto intorno immagini di tifosi del Santos e suoni di applausi, come se stessimo ancora assistendo alle gesta, del tre volte campione del Mondo brasiliano, sul rettangolo verde. Inoltre sono presenti 2 statue dorate, diversi trofei, maglie e foto di Pelé in campo.
Il mausoleo occupa una area di circa 200 metri quadrati, era visitabile fino ad ora solo dai familiari, si trova nel cimitero verticale più grande al mondo. Il Memorial Necrópole Ecumenica si trova nella città di Santos, nello stato di San Paolo. La visita è gratuita, ma per recarsi a rendere omaggio a O Rei è necessario fissare un appuntamento.
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Canallas e Leprosos: Rosario aspetta i campioni del Mondo
Uno ci è nato, ma l’ha lasciata che era ancora bambino. L’altro ci è diventato calciatore e giura di tornarci. La città è Rosario, e loro sono Messi e Di Maria.
L’Argentina aspetta i figli di Rosario
Lionel Messi è nato a Rosario il 24 giugno 1987, a dato i primi calci ad un pallone nel Newell’s old Boys, ma aveva solo 13 anni quando ha lasciato l’Argentina per la Spagna, dove è diventato uomo e calciatore.
Ora ha 35 anni, e saranno 36 alla fine di questa stagione. Sappiamo che lo sceicco Al Thani è pronto a fare di tutto, ovvero ricoprire la Pulga d’oro letteralmente, pur di fargli rinnovare il contratto con il Paris Saint Germain. Ma chissà che Messi dopo aver ottenuto in Qatar la vittoria più grande, non possa fare una scelta che non punti solo al profitto massimo.
Ci sono molte possibilità, chiaramente chi non sarebbe disposto a fare ponti d’oro per assicurarsi l’asso argentino?
In Arabia addirittura sognano di riproporre, dopo i fasti di qualche anno fa in Liga spagnola, la sfida eterna tra Messi e Ronaldo.
A Barcellona invece, c’è chi spera di vederlo tornare in blaugrana, come il figliol prodigo.
Infine i più romantici immaginano di vedere Messi chiudere la carriera tornando finalmente a casa, al Newell’s Old Boys.
Che effetto farebbe vedere la Pulga con la maglia dei leprosos, sfidare gli eterni rivali cittadini, le canallas del Rosario Central. Pensate poi se dall’altra parte dovesse esserci quell’Angel Di Maria che con la maglia del Rosario Central è cresciuto, ed è diventato calciatore, il Fideo che non perde occasione per giurare di tornare, prima o poi, a vestire la maglia della squadra che ama.
Angel Di Maria a Rosario è nato il 14 febbraio 1988, prima di tornare a casa il Fideo ha scelto di restare in Europa per un’altra esperienza, li dove il calcio è più business, dove restare in vetrina per esser certo che il ct dell’albiceleste lo portasse in Qatar. La Juventus ha sfruttato l’occasione e sarà l’ultima della schiera di grandi squadre di tutta Europa che lo hanno ammirato in campo.
I due campioni hanno realizzato a Qatar 2022 il sogno non solo loro, ma di una nazione intera. Entrambi sono figli di Rosario, quella che è definita la città del calcio, Rosario li aspetta, vuole vederli tornare, vuole vederli in campo a sfidarsi nel Clásico Rosarino.
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