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I campioni in… giallorosso: Totti L’ VIII Re di Roma

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NON USARE!

Roma caput mundi. Raccontiamo oggi le gesta di un giocatore che ha reso grande Roma Roma stesso lo ha reso grande. Francesco Totti, il numero 10 della storia del club capitolino, l’unico romano de’ Roma ad aver indossato per 25 lunghe stagioni la stessa maglia gialla e rossa. Quando nella presentazione d’ingresso dei giocatori al microfono si udiva il Capitano, tutto lo stadio era lì in piedi ad applaudirlo,  osannarlo,  e si percepiva già un senso di vittoria, aspettando da in momento all’altro una giocata strabiliante,  da far venire la pelle d’ oca anche agli avversari. Persino i tifosi ospiti non potevano far altro che inchinarsi al Re.

ll Capitano è nato, cresciuto e maturato a Trigoria  e nemmeno Braida riuscì a strapparlo dalla Capitale per portarlo in quel Milan che a quell’ epoca faceva gola a tutti. Tornò a Milano a mani vuote e non poté far altro che ammirarne la compostezza, la maestria, l’ ingegno, la potenza e la forza di quel ragazzo che da lì a poco tempo sarebbe diventato il beniamino del popolo romanista.

Attaccante e centrocampista, dopo aver fatto tutta la trafila nelle giovanili,  Boskov lo fa esordire all’ età di 16 anni nella partita vinta dai giallorossi a Brescia. Inizia così il suo giro nella prima squadra, e Mister Carlo Mazzone lo fece giocare da titolare in una sfida di Coppa Italia nel Dicembre del 1993 contro la Sampdoria. Non si fermò più. Li davanti nel reparto offensivo vi erano giocatori del calibro di Balbo Fonseca , ma il ragazzo era davvero bravo. Mazzone iniziò a controllarlo anche nella vita privata pur di preservarlo da critiche ed elogi  che avrebbero potuto influirne la crescita. Pian piano iniziò a prendersi la Roma per mano, le sue giocate diventavano fine quanto aggressive, potenti, finché quella maglietta numero 10 indossata prima da Giannini per altro suo idolo, divenne sua. Il ragazzo cresceva, diventava uomo, i tifosi lo amavano , e senza di lui in campo era un’ altra partita. Assapora il profumo di Scudetto targato Capello nel 2001, diventa capocannoniere della Serie A, l’ Europa inizia a stravedere per lui. Porta a casa anche due Coppe Italia e due Supercoppe italiane, riconosciuto e insignito della Scarpa d’ oro nel 2007 a cui va ad aggiungersi nello stesso anno il Pallone D’ Argento. E di trofei personali ne ha vinti tanti oltre che esser inserito nella Hall of Fame. 

Con la Roma disputa 786 partite condite da ben 307 reti. Ma le soddisfazioni nazionali non sono da dimenticare. Con la Nazionale under 18 si laurea vicecampione d’ Europa, ottiene l’ oro con la nazionale under  21 durante i Giochi del Mediterraneo con la Nazionale maggiore addirittura Campione del mondo nel 2006 in Germania. Famoso per i suoi goal a cucchiaio, per le sue punizioni resta ad oggi il giocatore con più presenze nelle stesso club, con più reti nello stesso club,  è al secondo posto dopo Piola nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi in Serie A, l’ unico giocatore ad aver segnato in 23 campionati consecutivi, eletto miglior giocatore per ben 5 volte tra il 2000 e il 2007, e per finire detiene il record come giocatore più anziano ad aver segnato una competizione europea.  Lascia il calcio giocato il 28 Maggio 2017 dedicando una bellissima lettera ai suoi tifosi, alla sua gente, nella sua casa, lo Stadio Olimpico, osannato come un Imperatore, l’ VIII Re Di Roma ,Francesco Totti.

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I campioni in rossoblu: Gigi Piras (video gol)

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Gigi Piras è stato uno dei più prolifici bomber della storia del Cagliari. Una storia gloriosa, visto che il Cagliari è l’unica squadra del sud (insieme al Napoli) ad aver vinto lo scudetto

Piras giunse a Cagliari nel 1971, vestendo la maglia rossoblu per 15 stagioni.

Tra Serie A, Serie B e Coppa Italia, ha collezionato 376 partite, nelle quali ha messo a segno 104 reti.

Fu in un certo senso l’erede dell’altro Gigi, il mito rossoblu Riva.

Vediamo insieme una carrellata dei suoi gol:

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15 giugno 1974. Il “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi

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15 giugno 74'

Erano i Mondiali del 74′. Il 15 giugno, nella partita d’esordio, l’Italia incontra Haiti. Match rimasto nella memoria per il “vaffa” di Chinaglia, ma non solo.

15 giugno 1974: Italia-Haiti a Monaco di Baviera

L’Italia del commissario tecnico Ferruccio Valcareggi si presenta ai mondiali del 74‘ come una delle nazionali favorite, anche perché gli azzurri sono vicecampioni in carica dopo Messico 70′.

Il match d’esordio per gli Azzurri sembra a senso unico, solo una formalità, eppure resta nei ricordi per due eventi non banali. Ma iniziamo raccontando i fatti…

La partita ha luogo a Monaco di Baviera nell’Olympiastadion, queste le formazioni iniziali:

Italia: Zoff, Spinosi, Morini, Burgnich, Facchetti, Mazzola, Capello, Rivera, Benetti, Chinaglia, Riva.

Haiti: Françillon, Bayonne, Jean-Joseph, Nazaire, Auguste, Antoine, Desir, Vorbe, François, Saint-Vil, Sanon.

La partita inizia come ci si aspetta, l’Italia conferma di essere di un altro livello, e di poter avere la meglio con facilità sui centro-americani.

Tuttavia dopo i primi minuti promettenti, gli azzurri si adagiano, credendo di poter vincere la partita senza sforzi. Dunque il gioco si svolge per lo più con l’Italia che crea occasioni, ma senza riuscire a finalizzare, tant’è che si va al riposo con le porte di Zoff e Françillon che restano inviolate.

L’inizio della ripresa è il momento in cui si concretizza il primo dei fatti storici di questo incontro.

Infatti al primo minuto del secondo tempo Haiti attacca, Vorbe serve un passaggio in profondità per Emmanuel Sanon, il centravanti haitiano si trova solo al cospetto di Dino Zoff, lo supera, e mette la palla in rete. Fermato a 1142 minuti il record di imbattibilità del portierone azzurro.

Quindi al minuto 46′ l’Italia si trova in svantaggio ai mondiali contro Haiti. La nazionale di Valcareggi però è troppo più forte degli avversari, e ci pensa Rivera a rimettere in equilibrio il match. Al 52′ Mazzola crossa da destra, Chinaglia stoppa a centro area e poi lascia la palla al pallone d’oro del 69′ che insacca. Al minuto 66 arriva il vantaggio, grazie ad una autorete di Auguste, che devia un tiro di Benetti da fuori area.

Al minuto 70′ arriva il famoso “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi in mondo-visione. Long Jhon apostrofa il ct quando decide di sostituirlo con Anastasi. Lo stesso Anastasi infine sigla il gol al 79′ che fissa il risultato sul definitivo 3-1.

Zoff, il “vaffa” di Chinaglia e il mondiale del 74′.

15 Giugno 74'

La vittoria su Haiti apre il mondiale di Germania Ovest 74′ per l’Italia. Tuttavia dopo il pareggio per 1-1 contro l’Argentina, nel secondo incontro della prima fase, gli azzurri si fermano perdendo 2-1 contro la Polonia. Il terzo match, in cui agli azzurri sarebbe bastato il pareggio per accedere alla seconda fase, sancisce invece l’eliminazione degli azzurri.

Quindi del mondiale del 1974, per l’Italia, rimango nella memoria soprattutto due cose:
– il gol di Sanon, che fissa a 1142 i minuti di imbattibilità di Dino Zoff, record ancora valido per un solo portiere. Ma battuto come record di squadra nel 2021 da Donnarumma, Sirigu, Cragno e Meret che hanno tenuto la porta azzurra illibata per 1168 minuti consecutivi in totale.
– il “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi in mondo-visione, unico sprazzo del tanto atteso centravanti fresco campione d’Italia con la Lazio.

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Pelé, aperto al pubblico il mausoleo di O Rey

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Pelé

Aperto al pubblico il mausoleo contenente il corpo di Pelé. Si può ora far visita alla spoglia, nel cimitero verticale di Santos, nello stato di San Paolo.

Pelé, ora si può visitare il mausoleo

Pelé

Aperto al pubblico a partire da lunedì, il mausoleo dedicato a Edson Arantes do Nascimento, o meglio Pelé.

Il grande campione, leggenda del calcio mondiale, ha lasciato questo mondo lo scorso 29 dicembre 2022, all’età di 82 anni. Il ricordo di O Rei sarà per sempre nel cuore di tutti, soprattutto di chi ama il gioco del calcio.

Lunedì si è svolta una speciale cerimonia di inaugurazione, ora è possibile visitare il mausoleo. All’interno, oltre alle spoglie di Pelé, sono presenti erba artificiale con tutto intorno immagini di tifosi del Santos e suoni di applausi, come se stessimo ancora assistendo alle gesta, del tre volte campione del Mondo brasiliano, sul rettangolo verde. Inoltre sono presenti 2 statue dorate, diversi trofei, maglie e foto di Pelé in campo.

Il mausoleo occupa una area di circa 200 metri quadrati, era visitabile fino ad ora solo dai familiari, si trova nel cimitero verticale più grande al mondo. Il Memorial Necrópole Ecumenica si trova nella città di Santos, nello stato di San Paolo. La visita è gratuita, ma per recarsi a rendere omaggio a O Rei è necessario fissare un appuntamento.

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