Racconterò oggi di un giocatore straordinario, semplicemente chiamato Il Genio, Dejan Savicevic, uno dei giocatori più carismatici che il Milan abbia mai avuto. Nato all’ombra dei Balcani il 15 settembre del 1966, per la precisione a Titograd, Savicevic è ritenuto da tutti il miglior giocatore montenegrino di tutti i tempi ancora adesso ricordato per la sua fantasia e la sua imprevedibilità.
Dejan Savicevic esordisce nel Buducnost Titograd dove giocherà per 6 anni, dal 1982 al 1988 prima di consacrarsi nella Stella Rossa dove venne ricordato anche dai tifosi rossoneri per aver segnato il gol dell’1-0 prima che la partita fosse sospesa per nebbia. Con il club di Belgrado vinse una Coppa nazionale e ben tre scudetti in sei anni. Il punto più alto con la Stella Rossa lo raggiunge però nella stagione 1990/91 quando alzò al cielo la Coppa dei Campioni grazie alla quale, un anno dopo, sfidò Jean-Pierre Papin alla conquista del Pallone d’oro poi vinto dal francese. A dicembre alzò un altro trofeo, la Coppa Intercontinentale.
Approdò quindi al Milan nel 1992 trovando Fabio Capello come allenatore che lo fece esordire il 13 settembre del 1992 durante la gara Pescara-Milan finita 4-5. Il montenegrino purtroppo non trovò immediatamente lo spazio che avrebbe desiderato a causa della regola sugli stranieri che non ne prevedeva più di tre in campo e come ben sappiamo il Milan in quegli anni era ricco di nomi altisonanti. La prima rete la realizzò contro il Genoa su perfetto calcio di punizione il 24 gennaio del 1993, da lì in avanti la situazione migliorò e trovò una certa continuità di presenze, di prstazioni ed anche di gol.
La svolta fu durante la stagione 1993/94 complici le partenze di Rijkaard e Gullit, oltre la prolungata indisponibilità di Marco Van Basten che ne sancì il clamoroso addio al calcio. Savicevic si ritagliò uno spazio decisamente maggiore e tutto il Milan beneficiò delle giocate del montenegrino, vero e proprio trascinatore in campo per le vittorie della Supercoppa italiana, del terzo scudetto consecutivo e soprattutto della Champions League contro il Barcellona
con lo storico risultato di 4-0. Dejan i questa gara deliziò i suoi tifosi dapprima con un assist a Daniele Massaro per il gol dell’1-0 ed inseguito realizzò una magnifica rete su pallonetto che beffò Zubizarreta, gol ancora negli occhi e nei cuori dei milanisti.Giocò da protagonista anche nel biennio successivo vincendo un altro scudetto nella stagione 1995/96, il quindicesimo rossonero che di fatto chiuse il ciclo di Fabio Capello sulla panchina milanista. La stagione 1996/1997 le cose iniziarono ad andare per un verso sbagliato, una crisi di gioco e risultati colpì il Milan tanto che nell’estate 1997 tornò Capello senza però replicare le magnifiche stagioni passate. L’ultima rete in rossonero la segnò l’8 gennaio 1998 nel derby contro l’Inter. Il suo bilancio in rossonero fu di 144 gare e 34 reti segnate.
Savicevic si ritirò nel 2001, dopo aver giocato nuovamente nella Stella Rossa ed in seguito nel Rapid Vienna, a causa di numerosi e ripetitivi problemi fisici.
Savicevic fu un giocatore decisamente duttile ed in grado di giocare come trequartista, ma anche mezzapunta o vero e proprio attaccante. In possesso di una straordinaria fantasia, si specializzò nei dribbling e negli assist a favore dei compagni. La sua pecca fu sempre la discontinuità, il carattere controverso ne caratterizzò le annate e la sua scarsa disciplina tattica fece il resto. Ma parliamo di uno dei più grandi giocatori della storia del calcio, il detto genio e sregolatezza fu senz’altro azzeccato nel suo caso.
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