I campioni in...
La maglia della Juventus, ecco perché è bianconera
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3 anni fail

La Juventus oltre ad essere la squadra più vincente a livello nazionale, è anche uno dei club più antichi d’Italia. Ma la società torinese, fondata nel 1897 da un gruppo di studenti del liceo Massimo D’Azeglio, in origine indossava maglie rosa con cravatta nera. Solo dopo qualche anno, ovvero nel 1903, furono introdotte le maglie a strisce verticali bianche e nere che poi ne sono diventate un simbolo riconoscibile a livello mondiale.
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Come arrivarono le maglie bianconere
La Juventus gioca le sue prime partite in maglia rosa con pantaloni e cravattino neri, questa è la divisa con la quale la squadra partecipa al suo primo campionato di serie A nel 1900. Le maglie non sono di ottima fattura, o perlomeno non adatte a giocare a calcio. I ragazzi della Juventus avrebbero bisogno di maglie tecniche più adatte per lo sport.
Prende la situazione in mano uno dei componenti della squadra, ovvero il primo straniero della storia juventina e parlando del football non poteva venire che dalla Gran Bretagna, era Tom Gordon Savage. L’inglese che veniva da Nottingham, era legato al club professionistico più antico del mondo, ossia il Notts County, portò a Torino uno stock di maglie della squadra dei Magpies che erano appunto bianconere.
Correva l’anno 1903 ed all’epoca in Gran Bretagna il calcio era assai più sviluppato che non in Italia, infatti già esistevano fabbriche tessili che producevano kit da gioco specifici per le squadre di calcio. Il campionato del 1903 quindi fu il primo della Juventus in maglia bianconera. Con quella stessa maglia nel 1905 arrivò anche il primo titolo di campione d’Italia. Il bianco ed il nero, arrivati quasi per caso, da allora rappresentarono al meglio i valori che voleva trasmettere la squadra, purezza ed autorità che dessero uno stile riconoscibile ed inconfondibile.
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Il legame tra Juventus e Notts County
Era il lontano 1900 quando nacque questo legame, da allora è passato oltre un secolo e la Juventus ha collezionato decine di trofei con la maglia bianconera addosso. Il Notts County significa molto per la storia della squadra di Torino, infatti per l’inaugurazione dello Stadium, l’8 settembre 2011, i bianconeri decisero di invitare proprio la squadra di Nottingham.
Il Notts County attualmente vive un periodo difficile, nel 2019 ha rischiato il fallimento ed in quel momento il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, si mosse in prima persona in aiuto dei cugini d’oltremanica. Ora la squadra milita in National league, la quinta serie inglese, ma il legame tra società e tifosi è solido, tant’è che tifosi italiani ed inglesi periodicamente vanno ad assistere ed a tifare nelle curve della squadra consorella.
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Gigi Piras è stato uno dei più prolifici bomber della storia del Cagliari. Una storia gloriosa, visto che il Cagliari è l’unica squadra del sud (insieme al Napoli) ad aver vinto lo scudetto
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Piras giunse a Cagliari nel 1971, vestendo la maglia rossoblu per 15 stagioni.
Tra Serie A, Serie B e Coppa Italia, ha collezionato 376 partite, nelle quali ha messo a segno 104 reti.
Fu in un certo senso l’erede dell’altro Gigi, il mito rossoblu Riva.
Vediamo insieme una carrellata dei suoi gol:
I campioni in...
15 giugno 1974. Il “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi
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2 anni fail
15/06/2023
Erano i Mondiali del 74′. Il 15 giugno, nella partita d’esordio, l’Italia incontra Haiti. Match rimasto nella memoria per il “vaffa” di Chinaglia, ma non solo.
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15 giugno 1974: Italia-Haiti a Monaco di Baviera
L’Italia del commissario tecnico Ferruccio Valcareggi si presenta ai mondiali del 74‘ come una delle nazionali favorite, anche perché gli azzurri sono vicecampioni in carica dopo Messico 70′.
Il match d’esordio per gli Azzurri sembra a senso unico, solo una formalità, eppure resta nei ricordi per due eventi non banali. Ma iniziamo raccontando i fatti…
La partita ha luogo a Monaco di Baviera nell’Olympiastadion, queste le formazioni iniziali:
Italia: Zoff, Spinosi, Morini, Burgnich, Facchetti, Mazzola, Capello, Rivera, Benetti, Chinaglia, Riva.
Haiti: Françillon, Bayonne, Jean-Joseph, Nazaire, Auguste, Antoine, Desir, Vorbe, François, Saint-Vil, Sanon.
La partita inizia come ci si aspetta, l’Italia conferma di essere di un altro livello, e di poter avere la meglio con facilità sui centro-americani.
Tuttavia dopo i primi minuti promettenti, gli azzurri si adagiano, credendo di poter vincere la partita senza sforzi. Dunque il gioco si svolge per lo più con l’Italia che crea occasioni, ma senza riuscire a finalizzare, tant’è che si va al riposo con le porte di Zoff e Françillon che restano inviolate.
L’inizio della ripresa è il momento in cui si concretizza il primo dei fatti storici di questo incontro.
Infatti al primo minuto del secondo tempo Haiti attacca, Vorbe serve un passaggio in profondità per Emmanuel Sanon, il centravanti haitiano si trova solo al cospetto di Dino Zoff, lo supera, e mette la palla in rete. Fermato a 1142 minuti il record di imbattibilità del portierone azzurro.
Quindi al minuto 46′ l’Italia si trova in svantaggio ai mondiali contro Haiti. La nazionale di Valcareggi però è troppo più forte degli avversari, e ci pensa Rivera a rimettere in equilibrio il match. Al 52′ Mazzola crossa da destra, Chinaglia stoppa a centro area e poi lascia la palla al pallone d’oro del 69′ che insacca. Al minuto 66 arriva il vantaggio, grazie ad una autorete di Auguste, che devia un tiro di Benetti da fuori area.
Al minuto 70′ arriva il famoso “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi in mondo-visione. Long Jhon apostrofa il ct quando decide di sostituirlo con Anastasi. Lo stesso Anastasi infine sigla il gol al 79′ che fissa il risultato sul definitivo 3-1.
Zoff, il “vaffa” di Chinaglia e il mondiale del 74′.
La vittoria su Haiti apre il mondiale di Germania Ovest 74′ per l’Italia. Tuttavia dopo il pareggio per 1-1 contro l’Argentina, nel secondo incontro della prima fase, gli azzurri si fermano perdendo 2-1 contro la Polonia. Il terzo match, in cui agli azzurri sarebbe bastato il pareggio per accedere alla seconda fase, sancisce invece l’eliminazione degli azzurri.
Quindi del mondiale del 1974, per l’Italia, rimango nella memoria soprattutto due cose:
– il gol di Sanon, che fissa a 1142 i minuti di imbattibilità di Dino Zoff, record ancora valido per un solo portiere. Ma battuto come record di squadra nel 2021 da Donnarumma, Sirigu, Cragno e Meret che hanno tenuto la porta azzurra illibata per 1168 minuti consecutivi in totale.
– il “vaffa” di Chinaglia a Valcareggi in mondo-visione, unico sprazzo del tanto atteso centravanti fresco campione d’Italia con la Lazio.

Aperto al pubblico il mausoleo contenente il corpo di Pelé. Si può ora far visita alla spoglia, nel cimitero verticale di Santos, nello stato di San Paolo.
Pelé, ora si può visitare il mausoleo
Aperto al pubblico a partire da lunedì, il mausoleo dedicato a Edson Arantes do Nascimento, o meglio Pelé.
Il grande campione, leggenda del calcio mondiale, ha lasciato questo mondo lo scorso 29 dicembre 2022, all’età di 82 anni. Il ricordo di O Rei sarà per sempre nel cuore di tutti, soprattutto di chi ama il gioco del calcio.
Lunedì si è svolta una speciale cerimonia di inaugurazione, ora è possibile visitare il mausoleo. All’interno, oltre alle spoglie di Pelé, sono presenti erba artificiale con tutto intorno immagini di tifosi del Santos e suoni di applausi, come se stessimo ancora assistendo alle gesta, del tre volte campione del Mondo brasiliano, sul rettangolo verde. Inoltre sono presenti 2 statue dorate, diversi trofei, maglie e foto di Pelé in campo.
Il mausoleo occupa una area di circa 200 metri quadrati, era visitabile fino ad ora solo dai familiari, si trova nel cimitero verticale più grande al mondo. Il Memorial Necrópole Ecumenica si trova nella città di Santos, nello stato di San Paolo. La visita è gratuita, ma per recarsi a rendere omaggio a O Rei è necessario fissare un appuntamento.
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