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Pasquale Luiso il Toro di Sora

Oggi premiamo il tasto Amarcord e ci assale la nostalgia di un calcio diverso da quello attuale. Fatto di campioni grintosi, umili e caparbi, degni di prodezze come la celebre rovesciata contro il Milan, che a distanza di tempo ancora ci fa impazzire. Stiamo parlando di Pasquale Luiso, il Toro di Sora, l’attaccante delle “notti magiche vicentine”, che ha letteralmente fatto innamorare milioni di tifosi, in esclusiva ai microfoni della FTLoungeRedazioneOnLine.

Ciao Pasquale come hai trascorso questo periodo di quarantena?

Trascorrendo il tempo a casa come tutti del resto. La maggior parte del tempo con i miei figli e nel frattempo mi sono tenuto in allenamento con un po’ di sport, sperando quanto prima che tutto finisse presto. Oggi sono fiducioso, siamo un popolo forte, quando vogliamo sappiamo essere unici, siamo stati bravi in questo periodo, bisogna stringere i denti solo un altro po’ e ne usciremo vincitori.

Cosa é più giusto per la Serie A, ripartire ed in che modalità o non assegnare lo Scudetto e terminare qui la stagione ?

Francamente io mi fermerei qui, per rispetto di tutti i morti e le persone ancora ammalate, comprendo tutti gli interessi che ruotino intorno al calcio, ma se il calcio dilettantistico si é fermato, così come altri sport e le altre serie, penso sia più giusto terminare qui la stagione e se dovessi assegnare lo Scudetto sceglierei l’Atalanta, sia per la stagione monstre che sta disputando, sia per commemorare la città di Bergamo, letteralmente devastata da questo male.

Da giocatore, qual è l’allenatore che ti ha lasciato di più a livello umano e sportivo?

Sicuramente un nome su tutti: Francesco Guidolin, un allenatore che porto sempre nel cuore, grandi doti tecniche ed umane, per me un gradino su tutti.

Qual è la stagione più importante per la tua carriera?

Ovviamente la stagione a Vicenza resta una delle migliori, con l’approdo anche in Europa, ma la stagione ad Avellino con 19 reti é stata il mio vero trampolino di lancio per la successiva stagione in Serie A a Piacenza. Di entrambe conservo ricordi ed emozioni indelebili.

Un attaccante del tuo calibro hai giocato insieme e contro grandi campioni, chi ti ha impressionato di più?

Ho avuto tanti duelli con fortissimi difensori, ma Nesta, Cannavaro e Thuram erano quelli con cui ho dovuto faticare parecchio. Invece il giocatore che mi faceva letteralmente impazzire con la sua classe, é stato Zinedine Zidane, veramente un campione straordinario.

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Francesco Tripodi

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