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Le interviste – Alessandro Battisti: “Pinto ha fatto un lavoro importante”

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Le interviste, Alessandro Battisti

Alessandro Battisti è l’ex direttore sportivo del Mantova 1911, militante in Serie C. Oggi cerca un nuovo club e ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni.

Alessandro Battisti è un professionista dagli esordi brillanti: pare, infatti, che la sua tesi da direttore sportivo sia stata un vero successo. Molto apprezzato nel suo ambiente, dopo l’avventura in Serie C con il Mantova 1911, oggi è in cerca di un nuovo club da poter dirigere con la passione che lo ha sempre contraddistinto.

Lo abbiamo incontrato in occasione dell’ultima giornata prima della chiusura ufficiale del calciomercato estivo, all’Hotel Hilton Rome Eur La Lama. Da tifoso sfegatato, ci ha parlato anche della squadra che gli sta più a cuore: la Roma.

Sul calciomercato della Roma

Da tifoso romanista, cosa ne pensi del modo in cui Tiago Pinto ha gestito un affare complesso come il calciomercato della Roma?
Credo che lavorare in Serie A, abbia delle caratteristiche che rendono già complicato di per sé il lavoro, anche solo a livello di bilancio e di valutazioni economiche, perché ci sono dei paletti che devi rispettare.

Soprattutto lavorare a Roma, secondo me, è ancora più difficile perché le aspettative e le ambizioni della piazza sono esponenziali, quindi io credo che Pinto abbia fatto un lavoro importante.

E’ vero che abbiamo perso qualche talento e che abbiamo perso qualche ragazzo, ma questo ci ha consentito di poter incamerare qualcosa a livello economico e poter fare mercato.

E’ normale che da più di qualche anno si vada a cercare giocatori pronti, esperti, già fatti, e quindi si tende ad andare sull”usato sicuro’, sul nome, però è una scelta. Una scelta che comunque ha portato i suoi frutti. Credo che negli ultimi 2 anni la Roma abbia un percorso importante, a livello di risultati.

L’ultimo colpo di mercato di quest’anno, Lukaku, è sicuramente un’operazione molto importante che porta a Roma un giocatore di primissima fascia senza particolari esborsi economici. Giudico con grande positività il mercato di quest’anno“.

Battisti su Lukaku


Se fossi stato al posto di Tiago Pinto come avresti impostato il calciomercato?

Io sono un normalissimo direttore sportivo di Serie C, quindi la Serie A è una realtà che vivo da fuori, da semplice tifoso, della quale non conosco molte dinamiche.

Per mia conformazione, mi piace avere coraggio nelle scelte: lavorare con squadre giovani, scommettere su giocatori giovani, che puoi valorizzare.

Così come capita in Serie C capita anche in Serie A, ci sono piazze nelle quali il giocatore ha più difficoltà ad esprimersi, soprattutto se è giovane. Giocare a Roma è diverso rispetto a giocare in piazze più piccole, e lo stesso discorso vale per la Serie C.

Anche quello fa parte delle valutazioni di un direttore sportivo, anche se in Serie A ci sono giocatori giovani già abituati a grandi pressioni, a situazioni in cui l’aspetto caratteriale è molto importante.

Perché il talento non è solo tecnico o fisico: è anche psicologico, caratteriale. Alcuni giocatori ne sono provvisti, e spero che arrivino a Roma, anche se la Roma ne sforna tanti dal suo settore giovanile“.

Alessandro Battisti

Battisti, ex giocatore e direttore sportivo con il cuore

Che cosa ti ha insegnato, come direttore sportivo, il tuo essere un ex giocatore? Qual è il tuo approccio originale a questa professione?
Mi è rimasto il campo: io sono un direttore sportivo che vive di campo. Formalmente gli scarpini li ho tolti quando ho smesso di giocare, ma sostanzialmente non li tolti mai. Le dinamiche che ho vissuto in prima persona da calciatore le rivivo, grazie a una buona dose di empatia, da direttore.

Quello che mi è rimasto che a volte non si sposa molto bene con la mia professione è che da calciatore ero un giocatore ‘di cuore’: la mia carriera e le mie scelte sono sempre state guidate dal cuore. Sul campo ero un giocatore focoso, e questo mi è rimasto anche da direttore.

Per me è importante che un direttore sportivo abbia la passione, che è quello che muove tutto. Lo svilimento della figura del direttore sportivo, al quale assistiamo oggi, dipende anche dal fatto che è visto solamente come quello che fa la rosa, che mette i giocatori a disposizione dell’allenatore.

Invece, secondo me, quella è una piccola parte del lavoro. Perché devi gestire i calciatori, gli allenatori… La parte fondamentale è la gestione delle risorse umane, e per questo motivo il direttore sportivo non può non mettere il cuore in quello che fa. Per me, questo mestiere è una visione, è un ideale che ho sempre avuto da quando ho smesso di giocare a calcio“.

Mi pare di capire che giochi un ruolo fondamentale l’intelligenza emotiva, nel tuo lavoro.
Ritengo che l’intelligenza emotiva sia una componente fondamentale per chi deve gestire le persone, dal direttore sportivo all’allenatore. Il direttore sportivo, in particolar modo, deve avere ancora di più la capacità di mettersi nei panni dell’altro. Non ti nascondo che nel mio curriculum, spesso, sia un aspetto che ha rivestito una grande importanza.

A partire dalla mia tesi da direttore. Andai a fare il corso scazzato, perché già lavoravo, invece è stata un’esperienza bellissima. Poi, quando preparai la tesi, scelsi il titolo ‘Etica, competitività e cuore: il percorso del direttore sportivo‘. Poi me la pubblicarono, e da lì cominciai“.

E ora?
Ora sono a riposo, in attesa di una chiamata che spero arrivi presto“.

Porgiamo ad Alessandro Battisti i nostri migliori auguri e lo ringraziamo per il prezioso tempo che ci ha concesso.

Le interviste

Esclusiva CS, Matilde Brandi: “Dispiace per Mourinho, ma De Rossi è l’uomo giusto. Sull’Italia…”

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Matilde Brandi, attrice e showgirl, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Calcio Style della sua passione per la Roma ma non solo.

Raggiunta dal nostro Daniele Bartocci, la showgirl (nonché attrice e conduttrice televisiva) Matilde Brandi ha concesso un’intervista esclusiva a Calcio Style. Tanti i temi toccati, fra cui (ovviamente) la Roma (di cui la Brandi è una tifosa sfegatata) ma anche il percorso dell’Italia agli Europei tedeschi e una “battuta” sulla Lazio.

Le parole di Matilde Brandi

Mourinho

Mi dispiace molto che Mourinho se ne sia andato, e come me anche molti altri romanisti. Rimane uno dei top e io sono una sua fan della prima ora. Con lui si sognava lo scudetto, ma non c’erano le condizioni. Avrebbe avuto bisogno di più tempo per lavorare, ma comunque un trofeo lo ha portato e non è poco.❞

De Rossi

❝De Rossi è riuscito a fare ciò che Mourinho non riusciva più a fare, ovvero compattare spogliatoio e ambiente che è una cosa molto importante. Noi vogliamo bene alla squadra, ma a prescindere da chi la allena, ma è inevitabile che con figure come De Rossi (o anche Totti) hanno un posto speciale nel cuore dei tifosi romanisti.❞

Italia e Zaccagni

❝Probabilmente l’Italia non meritava di pareggiare contro la Croazia, ma l’importante è aver portato a casa la qualificazione. Zaccagni ha fatto un gol da paura e in questi momenti non conta che sia un giocatore della Lazio. Conta solo la Nazionale e oggi pomeriggio tutti attaccati al televisore per sostenere gli azzurri. Detto questo, io comunque la Lazio spero di vederla in Serie B (ride, n.d.r.) ma l’Italia è un’altra cosa.❞

Matilde Brandi

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Esclusiva CS, Kovalenko: “Né Bellingham né Mbappé, vi dico il miglior giocatore dell’Europeo. Sull’Italia…”

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KOvalenko atalanta

Il calciatore ucraino dell’Empoli (ma di proprietà dell’Atalanta) Viktor Kovalenko ha parlato in esclusiva ai microfoni di Calcio Style.

Viktor Kovalenko, calciatore in forze all’Empoli ma di proprietà dell’Atalanta, ha concesso un’intervista esclusiva ai microfoni di Calcio Style. Fra i temi toccati, ovviamente, l’andamento degli Europei tedeschi.

Le parole di Kovalenko a Calcio Style

Germania

Vedo la Germania favorita per la vittoria finale a Euro2024: è quella che mi ha convinto di più.

Italia-Svizzera

❝Partita difficile, ma credo (e spero) che l’Italia possa passare il turno. All’Italia non manca un centravanti. Ha tanti giocatori forti, anche lo stesso Scamacca, e con un po’ di fortuna può vincere.❞

Ucraina

❝E’ stata una rassegna difficile per l’Ucraina. Soli quattro punti conquistati. Eliminazione al primo turno, figlia anche dei tre gol presi alla prima partita contro la Romania. Alla fine sono andati fuori per quello.❞

Quale calciatore ucraino vedresti bene nel campionato italiano?

Direi mezza squadra. (ride, n.d.r.) Tanti, ma su tutti Dobvyk, Sudakov e Matvienko.

Il giocatore più forte dell’Europeo

❝L’Europeo è un’altra storia, una competizione particolare. Non è un campionato, dove conosci la squadra in cui giochi. Guarda Dobvyk: lui è migliorato molto in Spagna, eppure ha fatto zero gol. Per me in questo momento il miglior giocatore dell’Europeo è Toni Kroos.❞

Più forte giocatore ucraino

❝Per me il più forte giocatore ucraino non è Mudryk, ma Sudakov. Lui lo vedrei bene in Italia, ma anche in Inghilterra: ovunque. Forse ha meno talento di Mudryk, ma ha più testa e più fisico.❞

Portogallo

❝Il Portogallo è una bella squadra. Mi piace, per me possono arrivare in finale.❞

Kovalenko

Viktor Kovalenko e Daniele Bartocci.

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ESCLUSIVA CS – Mantova, l’ex ds Battisti: “Miracolo? No, capolavoro!”

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Mantova, Alessandro Battisti

Dopo una grande stagione in Serie C, il Mantova è riuscito in un’impresa che mancava da 15 anni. Ne parla con noi l’ex direttore sportivo Alessandro Battisti.

Erano 15 anni che il Mantova non veniva promosso in Serie B: la sua ultima volta nella seconda serie di campionato risale alla stagione 2009-2010.

Si tratta di un risultato che, ovviamente, è frutto di un grandissimo lavoro. Un lavoro che l’ex direttore sportivo Alessandro Battisti, fuori dal club dallo scorso anno ma rimasto in ottimi rapporti con la dirigenza, conosce molto bene.

Noi di CalcioStyle lo abbiamo raggiunto telefonicamente per chiedergli un giudizio in merito.
Ecco che cosa ci ha detto.

Mantova, l’intervista di Alessandro Battisti

Alessandro, qual è il tuo giudizio sulla promozione in Serie B del Mantova? L’ultima volta del club nella seconda serie risale al 2009-2010.

“Certe volte si pensa al miracolo, invece questo secondo me è un capolavoro. La parola capolavoro dà più l’idea di ciò che è stato fatto. Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, soprattutto dopo l’epilogo dello scorso anno. Una squadra riammessa in Serie C che stravince il campionato. Un capolavoro meritato: è la squadra che ha espresso il miglior gioco della Serie C, e non è sempre facile abbinare il bel calcio ai risultati”.

Visto che sei ormai un ex ti posso chiedere qualche commento sul calciomercato. Partiamo dalla stagione di Alessandro De Benedetti, che tornerà in prestito al Mantova.

“È un’altra dimostrazione di visione che hanno a Mantova. È un giocatore che ha qualità importanti. Malgrado non gli abbiano dato tantissimo spazio il fatto che lo abbiano mantenuto in una categoria superiore è stata un’ottima intuizione dell’allenatore”.

Parliamo di una voce, quella che riferisce di un interesse del Mantova per Federico Artioli del Sassuolo, attualmente in prestito alla Pergolettese.

“Un giocatore che ha le caratteristiche per inserirsi bene nell’idea di calcio di Possanzini, un centrocampista di grande dinamismo e qualità che ha già un’esperienza importante in Serie C. Un giovane. Fanno un lavoro eccezionale. Idee chiare e soprattutto giocatori funzionali alla squadra”.

Secondo te, per come è strutturata adesso la squadra, quali sono gli aspetti da migliorare, magari con acquisti mirati?

”Secondo me hanno dimostrato di non aver bisogno di consigli da nessuno, conoscendo i protagonisti e il presidente Piccoli, che è una persona alla quale sono molto legato. A lume di naso, calcolando che Gaetano Monachello, da quell che sento, non rientra nei piani della Serie B, secondo me il reparto in cui ci vorrebbe un innesto è quello offensivo.

Dietro hanno tenuto e riconfermato tanti ragazzi, credo meritatamente. Sono contento per Panizzi, un ragazzo meraviglioso che si è guadagnato con il lavoro la conferma in Serie B”.

Quest’estate incombono due amichevoli importanti: quella del 20 luglio contro il Napoli di Conte e quella del 25 contro il Genoa di Gilardino. Come andrà, secondo te?

“Guarda, in un’amichevole che fece con una squadra di categoria superiore, il Brescia, il Mantova vinse 3-0. L’auspicio è quello di vincere e stravincere”.

Secondo c’è la concreta possibilità di arrivare in Serie A? Negli anni d’oro del club, gli anni Sessanta, il club ci era arrivato.

”Se non erro, il Mantova può vantare sette stagioni in Serie A, quindi si tratta di una piazza blasonata. Si è creata un’alchimia importante tra i protagonisti, la società e il presidente. Secondo me il Mantova sfrutterà questo grandissimo entusiasmo, come ha fatto lo scorso anno.

Come impianto di gioco, credo che il club non sia secondo a nessuno, e secondo me non lo sarà nemmeno in Serie B se continua su quella falsariga. Questa è una piazza che ha iniziato a sognare l’anno scorso e può tranquillamente continuare a farlo”.

Chiudiamo con una curiosità di mercato. Hai visto che tra le neopromosse in Serie A di quest’anno il Como, in particolare, sta facendo acquisti da Serie A, come il giallorosso Belotti. Secondo te anche il Mantova farà shopping dalle categorie superiori?

”Penso che il Mantova qualcosa di simile farà, perché comunque credo sia una piazza ambita in Serie B. Io credo che avrà la possibilità di scegliere anche giocatori di categoria. Quello che ha fatto la differenza quest’anno, e che farà la differenza il prossimo, sono sì i giocatori ma è soprattutto l’impianto di gioco di Possanzini, che ha sorpreso e meritatamente vinto”.

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