Le interviste
ESCLUSIVA CS- Cosimo Bartoloni: “Conte è l’uomo giusto per il Napoli, vedo l’Inter favorita per lo scudetto. Su Ranieri e Motta…”
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Il giornalista di Cronache di Spogliatoio Cosimo Bartoloni ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai nostri microfoni, relative a diverse tematiche.
Il giornalista e volto di Cronache di Spogliatoio Cosimo Bartoloni ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai microfoni di Calciostyle, relative a diverse tematiche legate al nostro campionato. Tra cui il Napoli di Antonio Conte, la Roma di Claudio Ranieri e non solo.
Le parole di Bartoloni
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dal giornalista Cosimo Bartoloni ai nostri microfoni.
Come giudichi l’operato di Thiago Motta alla Juventus sin qui?
“Non ti nego che in estate mi sarei immaginato una Juventus diversa, più avanti in classifica a Novembre rispetto alla situazione attuale.
Chiaro che quando c’è un cambiamento così importante dal punto di vista tecnico bisogna lasciare del tempo, poi è un sesto posto “bugiardo”.
La Juventus ha tante squadre davanti, ma sono tutte racchiuse in pochi punti. Sono tutte lì, non ce n’è una che ha fatto il solco lasciando le altre indietro. Potenzialmente, con due vittorie di fila e magari qualche passo falso delle squadre davanti, la Juventus è lì.
Chiaramente mi sarei aspettato qualcosa di più, ma si sapeva che sarebbe stato un progetto a lungo termine e sono convinto che usciranno fuori alla distanza.”
Conte è l’uomo giusto per il Napoli?
“Assolutamente sì. Era l’uomo giusto per mettere apposto le cose, per sistemare tutto ciò che non ha funzionato lo scorso anno. La storia di Conte dice questo, lo fece anche appena arrivato alla Juventus, e lo sta dimostrando.
Il Napoli è una grande squadra, ma lo era già l’anno scorso. Doveva solo essere riordinata, anche da un punto di vista mentale e delle motivazioni.
E da questo punto di vista un allenatore come Conte, in una squadra un po’ vuota e con la pancia piena, può essere decisivo.”
Ranieri può risollevare la Roma?
“Secondo me sì, perché è un tecnico esperto e soprattutto conosce l’ambiente. Poi dal prossimo anno, quando le cose saranno state sistemate, servirà un allenatore di spessore superiore, per ambire a qualcosina di più. Però per questo momento, per come si erano messe le cose, è la persona adatta.
Sa come si sistemano le cose a Roma, dato che lo ha già fatto più di una volta. Conosce i tifosi e sa come rimettere apposto una situazione così caotica, che chiaramente la squadra non vive bene. Una persona come Ranieri, anche da un punto di vista umano oltreché tecnico, è la persona adatta per riportare la Roma a vivere serenamente il momento.
Forse adesso è un po’ tardi, ma una volta che la Roma si libererà dei suoi problemi potrà tornare a giocarsi un piazzamento nelle coppe europee.”
Campionato molto combattuto, c’è qualcuno che spicca sugli altri?
” Secondo me l’Inter ha qualcosa in più delle altre. A livello individuale ha dei giocatori che possono fare la differenza sul lungo periodo, ma ha anche un allenatore che ha dimostrato di saper gestire il gruppo sia dal punto di vista umano che da un punto di vista tecnico.
Quindi metto l’Inter davanti e subito dopo il Napoli, che metto al secondo posto, e poi tutte le altre che sono dietro.”
Cosa pensi di Lazio e Fiorentina?
“Sono due bellissime realtà. Sono molto contento soprattutto per Marco Baroni, perché non godeva (soprattutto a livello di “percepito”) di una grandissima reputazione.
Invece veniva da due stagioni molto ben fatte con Lecce ed Hellas Verona, quindi sono contento che si sia affermato in una squadra che ambisce a qualcosa di molto più importante.
Non era scontato, credo che la Lazio sia una squadra molto interessante e che possa dare fastidio a tutti per i primi quattro posti.
La Fiorentina è una squadra molto bella. E’ sorprendente come Palladino sia riuscito a risolvere i problemi che si erano creati ad inizio stagione. Non perché credessi che Palladino non sarebbe stato in grado di farlo, ma perché nel calcio di oggi è sempre più raro vedere un allenatore che mette in discussione il proprio credo tattico.
Palladino ha capito che con quelle idee non sarebbe potuto arrivare molto lontano e ha fatto un passo indietro, ha capito come la squadra avrebbe potuto rendere al meglio e ora la squadra funziona. La Fiorentina ha un portiere che para tantissimo e un attaccante che segna tantissimo, ed è la grande differenza rispetto all’anno scorso.
La Fiorentina sono anni che gioca molto bene a calcio, ma passare da N’Zola a Kean fa la differenza. Così come fa la differenza avere un portiere di livello superiore, che sta ritrovando la forma di quando era uno dei migliori al mondo. Non so se sia una squadra da primi quattro posti, ma sicuramente potrà fare un bellissimo campionato.”
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Rijeka, Djalovic: “Cannavaro e Gattuso grandi allenatori, ma noi puntiamo al titolo”
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La nostra redazione ha avuto l’onore e il piace di intervistare Radomir Djalovic, allenatore del Rijeka, attualmente primo in classifica in Croazia.
La redazione di Calciostyle ha avuto l’opportunità di intervistare Radomir Djalovic, ex attaccante montenegrino che, dopo due anni trascorsi da vice-allenatore, ad agosto scorso è stato scelto come guida tecnica del Rijeka.
Scelta che, almeno fino a questo momento, ha ampiamente ripagato, visto il primo posto in classifica nel campionato croato. Con lui abbiamo parlato del rendimento della squadra ma anche degli allenatori nostrani emigrati in Croazia.
Esclusiva CS – Rijeka, le parole di Djalovic
Il Rijeka occupa la posizione di leader nel campionato croato nonostante il fatto che si combattano due grandi allenatori italiani Gennaro Gattuso (Hajduk) e Fabio Cannavaro (Dinamo Zagabria). È vero che il budget annuale del Rijeka è di 15 milioni di euro, dell’Hajduk di 50 milioni e della Dinamo di 60 milioni? Come riesci a combatterli?
È vero che i budget di Dinamo e Hajduk sono 6, 7 volte più grandi dei nostri, ma a volte, anche se i soldi sono molto importanti, non sono decisivi. Cerchiamo con un grande lavoro di creare un clima familiare in cui i giocatori danno il massimo, insieme ai nostri tifosi, per lottare con loro, e per ora sta andando bene.
Chi è il tuo più grande rivale in questa stagione, Gennaro Gattuso o Fabio Cannavaro?
Sono entrambi bravissimi allenatori, come dimostrano i loro risultati, ed entrambi sono rivali nella corsa al titolo, a pari merito si potrebbe dire.
Pensi che i due allenatori italiani abbiano portato lo stile di calcio italiano nei due più grandi club croati?
Sì, entrambi hanno portato uno stile italiano riconoscibile in Croazia, e i loro risultati dimostrano che sono allenatori bravi e di grande successo.
Speri di poter ancora vincere il titolo?
Lo spero. anche se questo è il mio primo lavoro da allenatore, ma sarebbe bellissimo riuscire a superare entrambi e riuscire a festeggiare alla fine. Noi ci crediamo, anche se ci siamo indeboliti perché abbiamo venduto 3 dei nostri migliori giocatori una settimana fa. Una cosa è certa: non ci arrenderemo e lotteremo fino alla fine.
Hai mai pensato di allenare un club italiano?
Certo. Sono ancora giovane, ma sarebbe un onore e un privilegio lavorare in Italia in futuro.
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Mauro Scarino: “Serata all’insegna del calciomercato, il Gran Galà del Calcio…”
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Mauro Scarino, organizzatore dell’Adicosp, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni per l’ultimo giorno di calciomercato all’evento all’hotel Hilton di Roma.
Mauro Scarino è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni nell’ultima giornata di calciomercato direttamente dall’evento organizzato dall’Adicosp, associazione italiana direttori e collaboratori sportivi, all’hotel Hilton EUR La Lama proprio per le ultime trattative della sessione invernale.
ESCLUSIVA CS – Le parole di Mauro Scarino
“Questa è una serata all’insegna del calciomercato, che comprende tutta la Serie A e anche il calcio internazionale. Questo tipo di evento all’Hilton comincia a prendere sempre più piede, vediamo una partecipazione sempre più ampia da parte delle persone persone. Una serata importante anche per il gruppo dell’Adicosp che si sacrifica ogni anno per organizzare questi eventi in cui siamo tutti presenti.”
Cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi eventi Adicosp?
“Con il presidente Morrone si cercherà sempre di organizzare eventi importanti. La sua presenza è molto fondamentale in quanto è una persona che per impegno e per serietà non si trova facilmente in giro. Il gruppo continuerà ad andare avanti cercando di migliorare le situazioni in questi eventi in cui l’affluenza di pubblico è enorme.
Il Gran Galà del Calcio è un evento molto bello in cui partecipano anche persone, all’interno del mondo calcistico, di spicco. Dietro c’è sempre un’organizzazione fatta ai minimi dettagli, con accuratezza per tutte le situazioni. Ogni anno comunque si spera sempre di migliorare l’esperienza e di andare sempre avanti.”
Colpo del mercato?
“Sicuramente può essere quello di Joao Felix al Milan.”
Ranieri ha dato la scossa alla Roma?
“Ranieri ha sicuramente dato una scossa importante alla squadra giallorossa, in quanto il gruppo, rispetto a prima, ha acquisito più sicurezza. Lo abbiamo visto nella partita contro il Napoli in cui la Roma ha fatto una bellissima partita e, nonostante sia andato in svantaggio, è riuscita a recuperare facendo un bellissimo secondo tempo impegnando il Napoli in diverse azioni. Credo che la Roma punterà sul rinnovo in panchina di Ranieri.”
Intervista completa sul nostro canale Youtube
Le interviste
ESCLUSIVA CS e OC – Repice: “Alla Roma Claudio Ranieri presidente o plenipotenziario”
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In diretta su Officine Calcio abbiamo fatto una chiacchierata con Francesco Repice, uno dei radiocronisti più noti in Italia.
Con Francesco Repice abbiamo parlato della sua Roma e del valore della radiocronaca oggi.
Officine Calcio, l’intervento di Francesco Repice
Repice sull’arrivo di Claudio Ranieri e sul suo ruolo alla Roma
“Per quello che riguarda la Roma sono stati fatti degli errori che a Trigoria hanno ammesso: errori pacchiani mostruosi. La Roma ha pagato le conseguenze, il tributo, a questi errori.
Ora è arrivato Claudio Ranieri e tutti noi sappiamo quanto potesse risultare utile il suo arrivo a Trigoria in questa fase della stagione.
Il problema è che da lui ci si aspetta qualcosa di importante: non tanto da allenatore perché non ha bisogno di dimostrare niente a nessuno, ma ci si aspetta qualcosa di importante da dirigente”.
Sul futuro allenatore giallorosso
“I tifosi della Roma quando sentono parlare di certi nomi in panchina rabbrividiscono e sperano invece che si possa chiudere nel più breve breve tempo possibile o che si possa arrivare ad allenatori che garantiscono un certo tipo di stagione, anche per come costruiscono le squadre.
Ogni riferimento a Massimiliano Allegri non è puramente casuale”.
Sulle ultime dichiarazioni di Claudio Ranieri
“Secondo me ha voluto dire due cose: la prima è che la Roma in campionato, se succede un miracolo, può conquistare una posizione di Europa League. Quindi deve arrivare in Europa da un’altra porta, dalle coppe, e in questo momento io credo che la partita con il Milan sia più importante della partita con il Napoli.
La seconda cosa, forse ancora più importante, è che ha voluto dimostrare a tutti che questa è la squadra che ha a disposizione. La vera domanda è: si viaggia ancora d’amore d’accordo o perlomeno si viaggia ancora con i medesimi obiettivi, la società e Claudio Ranieri? Perché questa è la vera domanda.
Dopodiché la Roma ha una proprietà ricchissima, potrebbe comprare giocatori stratosferici e quindi ci si aspetta che non arrivino soluzioni strane.
Ecco io quando sento parlare gli allenatori che parlano del ‘mio calcio, il calcio propositivo’, ho i brividi.
Sull’evoluzione e il valore della radiocronaca oggi
“Noi credevamo che le nuove tecnologie avrebbero ucciso il mezzo radiofonico. Quando si è imposta la rete noi credevamo che la radio sarebbe finita lì.
In realtà è successo l’esatto contrario: la radio ha moltiplicato la sua capacità di diffusione proprio grazie alle nuove tecnologie. Faccio un esempio: se io sono a Newport in Nuova Zelanda e voglio ascoltare una partita del Cosenza, la squadra della città in cui sono nato, posso benissimo farlo attraverso la rete.
C’è un altro aspetto: la televisione ti costringe a star seduto a farti lobotomizzare dalle immagini e da suoni e da parole sette giorni alla settimana 24 ore al giorno 365 giorni l’anno. La radio no: la radio ti insegue, ti consente di farti una vita, di portare a cena a tua moglie, di portare a giocare i tuoi figli, di uscire con gli amici e di fare tantissime cose.
Perché la radio ti insegue. Il metodo, e quindi la tecnica, della radiocronaca è cambiato perché dobbiamo essere, non dico competitivi perché questo è assolutamente impossibile con le piattaforme televisive, ma dobbiamo affascinare chi ci ascolta.
Io ho scelto di sudamericanizzarmi, quindi di raccontare le partite in una certa maniera ben sapendo che che chi ascolta le partite di calcio vuole disegnare nella sua mente una fotografia vuole avere un’immagine ben precisa vuole dipingere addirittura un e io cerco di farlo e la radiocronaca per questo secondo me non perderà mai il suo fascino ormai la sua potenza”.
Sulla gestione della dirigenza giallorossa
“Per me già la scelta di tornare a Claudio Ranieri è una scelta importante, che significa: ‘Guardate, noi abbiamo sbagliato, adesso cerchiamo di correre di pari’. Bisogna proseguire su quella via.
Per me la posizione di presidenza dell’AS Roma ideale sarebbe quella di Claudio Ranieri come faceva la famiglia Agnelli con Boniperti, come fece Cragnotti con Zoff.
Mettere lì qualcuno che sappia di che cosa si parla, che sappia di calcio. Poi fate scegliere a Ranieri, fate scegliere a lui. La grande intelligenza di Oaktree è stata mettere Marotta alla presidenza dell’Inter e quindi far decidere a lui.
Quando i grandi uomini dell’impresa americana, tra cui i Friedkin, che quest’anno hanno fatturato solo con la loro prima attività 15 miliardi di dollari, capiranno e si convinceranno che un uomo come Claudio Ranieri deve avere tutto in mano, allora può darsi che ritornerà qualcuno.
Può darsi che si possano fare scelte, visto che si parla più di direttori sportivi, ad esempio di Pantaleo Corvino. E se salva la squadra bisogna inginocchiarsi e inchinarsi”.
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