Le interviste
ESCLUSIVA CS, Fabio Barone:” Un altro record e mi ritiro. Tifo Roma, da Mourinho mi aspettavo molto di più”
Fabio Barone , Presidente del “Club Ferrari Passione Rossa”, in 21 anni di attività è considerato il sodalizio di clienti Ferrari più importante del Mondo ed attuale detentore di ben 4 Guinness World Record.
Partendo nel 2015 dalla Transfagarașan, la strada nazionale della Romania che si snoda nel nord della Transilvania fino alle pendici del castello di Dracula. L’anno successivo alza l’asticella e scala la Tianmen Mountain Road, un vero drago di cemento che con le sue 99 curve passa da 200 a 1300 metri di altezza, collocandosi a pieno titolo fra i percorsi più pericolosi del globo.
Poi ancora il nuovo primato di velocità nel Canyon della Valle del Dades, in Marocco e in ultimo insieme a un squadra di oltre 30 professionisti, hanno sfidato la vettura virtuale di Google Maps a bordo di una Rossa di Maranello F8 Tributo. U
n viaggio di oltre 4.400 Km che è stato coperto in meno del tempo dichiarato dal navigatore della California, ovvero in meno di 49h.
Quando è nato il tuo amore per la Ferrari?
“Allora diciamo che è nato quando ho capito che non ero bravo a pallone, quindi decisamente ero piccolo, io a sette anni guidavo e devo dire grazie a mio papà che mi ha messo subito in mano un volante e otto anni andavo già sui kart, sono stato abbastanza precoce e quindi da lì è nato l’amore. Tu pensa che quando non andavo a scuola ed uscivo a “fare sega”, si dice così dalle nostre parti, all’epoca andavo davanti a una concessionaria Ferrari che si trova in centro e stavo ore ed ore davanti ad una vetrina a guardare le auto, finché il venditore si mostrò compassionevole e mi fece entrare. Mi fece salire su una macchina e da lì l’amore, ancora non mi ha lasciato mai, ancora così”.
Da Presidente del club a pilota
“Sì, è sempre stata una passione perché chi fa questo di lavoro, come penso anche i calciatori e come penso tutti gli sportivi, il minimo comun denominatore è la passione. Se poi a questa passione riesci a dare un seguito e riesci a dare una performance diventi un pilota. E se da lì rieci a mettere insieme un Team di persone affiatate, perché… quello è!Quello che sono e da cui sono circondato è un team di veri professionisti e di persone in gamba: riesci a correre e se riesci a correre e ce la metti tutta riesci a fare anche probabilmente dei buoni risultati”.
Cosa ti ha portato alla scelta di tentare il Guinness World Record?
“Quel pizzico di follia che fa sì che un pilota possa salire il gradino più alto di un podio, che possa tagliare un traguardo, che possa passare un tempo perchè poi alla fine ci sono tre fattori fondamentali quando si corre: c’è il pilota, c’è la macchina e c’è una clessidra, no? C’è un tempo, un cronometro o come lo vuoi chiamare. Questo è quello che mi ha sempre caratterizzato: il fatto di cercare un limite! La differenza è che noi limite lo cerchiamo sulle strade più pericolose del mondo, non in pista. Quindi niente vie di fuga, pochi guardrail… e questo è!”
Dalla Romania nel 2015 sotto le pendici del castello di Dracula al 2016 a Tianmen In Cina sul drago di cemento da oltre 99 curve. Vogliamo ricordare bene innanzitutto quali sono i record che hai già portato a casa?
“Noi abbiamoi records di tre continenti diversi: l’Europa in Transilvania sotto il castello di Dracula che è considerata la strada più bella del mondo, la ‘Transfagarasan’, attualmente ancora imbattuto! Poi la ‘Tianmen mountain road’ in Cina, che per molti di voi è famosa perché è la strada dove fu girato ‘Avatar’ , è lo scenario dove fu girato il famoso colossal: sono 99 curve in successione e il trucco è quello di prendere un ritmo e mantenerlo fino alla fine. Poi siamo andati in Marocco, in Africa, abbiamo stabilito questo record che apparteneva un francese su questa strada che si trova nella valle, detta adesso, ‘Valle della morte’, come la chiamano in Marocco! E’ stato particolarmente difficile con la continua sabbia che veniva portata dal vento e quindi non avevi Grip sulle ruote. E l’ultimo, forse il più doloroso dal punto di vista fisico, è stato il fatto che abbiamo conquistato e abbiamo battuto Google Maps, abbiamo fatto ‘Roma – Capo Nord’… Google Maps dice che riesce a farla in 49h mantenendo sempre la stessa velocità massima su quel tratto stradale però la differenza rispetto agli umani è che lui non si ferma mai.
Noi l’abbiamo fatto in 45h 20m 37s rispettando sempre i limiti di velocità imposti, perché avevamo un giudice ed una telemetria con delle telecamere a bordo. L’unica particolarità concessa è stata quella di poter andare a quanto era necessario per battere il record in Germania perché sapete che ci sono gli autobhan, ovvero le austrade senza limite.
Lì abbiamo fatto la differenza, doloroso perché ho subito lo schiacciamento del nervo sciatico perché ho guidato per 45h, quindi 2 giorni e 2 notti intere legato dentro una macchina insieme al mio ingegnere, ed è stata una grande avventura, forse quella che ricordiamo con più affetto perché comunque siamo stati… ho un team di 70 persone e 2 anni ci abbiamo lavorato su questa cosa”
Raccontaci quali sono le sfide che hai affrontato per arrivare a questi traguardi?
“Ma sai le sfide… credo che sia, alla fine, quello che noi siamo! Cioè, l’uomo è fatto per questo, per capire quali sono i limiti! Tutti i giorni noi, sia uomini che donne, cerchiamo di battere dei record… Considera che anche la stessa mamma che tutte le mattine si alza, corre, prepara da mangiare, porta il figlio a scuola… è come battere un record ogni giorno; sono dei limiti e alla fine il limite se hai un buon ‘Mental-Coach’ e tanta voglia di fare è possibile farlo, è possibile passarlo questo limite che non deve essere un limite dato dal fatto di abusare e quindi farsi male ma bisogna trovare il giusto equilibrio! “.
Fabio, quando corri con velocità estrema e comunque anche con il pericolo che incombe ogni qualvolta tu sei al volante, come riesci a gestire l’adrenalina durante una gara mantenendo la concentrazione per non distoglierla da nulla, perché comunque parliamo di velocità molto molto elevate?
“Le velocità di percorrenza sono elevate, sì soprattutto se parliamo del nostro stile di guida perché è dato da strade chiuse al traffico ma quindi chiaramente le velocità di percorrenza sulle curve sono molto alte. L’adrenalina: intanto partiamo dei difetti e il difetto più grande è sicuramente quello che io non ho, riesco a mantenere la concentrazione e quindi ho la necessità di lavorare molto con il ‘Mental-Coach’ per avere la concentrazione in quei momenti!… Se anche tu mi chiedi della paura o dell’adrenalina il trucco e lasciare il finestrino un dito aperto così esce e và via: e questo è un trucco che dico sempre! L’adrenalina la senti solo quando arrivi, la senti tutta nelle gambe quando tagli il traguardo e in quei momenti non hai pensieri, l’unico pensiero è avere memorizzato nella maniera migliore il percorso e dare il massimo!”.
Non deve essere facile sicuramente…
“Facile no ma credo che nella vita professionale di atleti o comunque di spositivi non c’è niente di facile, no? Così come nel vostro mondo, lo sport più famoso che è il Calcio bisogna entrare in campo e dare per 90 minuti il massimo, questa è la teoria, no? Poi la pratica è chiaro che la dà in maniera diversa. Noi non lo facciamo per un tempo probabilmente più corto però abbiamo bisogno di una preparazione più lunga”
Segui una dieta particolare per quanto riguarda la preparazione fisica e mentale?
“Si, abbiamo iniziato adesso la preparazione per Aprile. La differenza è che noi siamo un po’ come i fantini, cioè dobbiamo essere leggeri e asciutti e non grossi e muscolosi perché chiaramente il peso per quanto ci riguarda è una nota negativa, cerchiamo tutti i giorni di combattere col peso della macchina e di alleggerirla, figurati del pilota… se è un po’ pesante non è il massimo!”.
Anche perchè lì i cavalli da portare sono un poco di più di quelli dei fantini!
“Eh si, decisamente! Sulla mia parliamo di 820 cavalli da gestire ,quindi quello è molto cardio perché il cardio aiuta molto nel discorso dell’adrenalina dell’affaticamento e quindi… Io ho la fortuna di avere la palestra a casa e quindi non ho scuse per mancare i due allenamenti quotidiani”.
Fabio, hai parlato anche del ‘Mental-Coach’, una figura che io ritengo indispensabile e sicuramente da quello che ho capito, è molto importante all’interno della tua preparazione, pensi possa essere utile anche ad altri sportivi?
“Questo lo fa molto il carattere della persona, il carattere del di chi deve entrare in performance. Io lo utilizzo molto perché mi aiuta a scaricare tutte quelle che sono le ansie e le paure del pre-gara. Spesso io sono molto ripetitivo: la notte prima non dormo quasi mai, ho la necessità di fare a piedi il percorso da solo, sono molto scaramantico faccio sempre gli stessi gesti… e avere una persona vicino… io la chiamo Mental-Coach ma potrebbe essere anche il classico amico, no?
O la classica persona che ti dà supporto e che ti carica emotivamente o che raccoglie in quel momento le ansie e dubbi credo che sia la cosa più più vincente che si abbia.”
Qual’è stata la tua sfida preferita?
“Capo Nord perché ha messo a dura prova tutto quello che effettivamente era il progetto. Guarda, credimi… 2 giorni e 2 notti chiuse dentro 1,5mq con 2 persone è stata complicata. Ci sono stati dei momenti di ansia e di paura, la seconda notte fra la Finlandia la Norvegia nel buio totale pensavo: ‘Se si buca una gomma siamo finiti!’. Sì, eravamo allenati anche a riparare la gomma di una Ferrari però credimi non c’era una luce e… nemmeno in cielo c’era una luce, c’erano solo le luci della macchina e se succedeva qualcosa era veramente finita! Quindi tanta fatica, tanta fortuna… però un grazie va tutto il team che è stato 24h su 24h a fianco, che ci motivava e che ci spingeva”.
Ti va di raccontarmi delle sfide che hai affrontato? C’è un ricordo in particolare su ognuna di loro?
“Sì, ‘Transfagarasan’ la prima: 1 anno di lavoro, eravamo sicuri di essere intorno ai 9,50 di tempo e poi tagliato il traguardo il mio co-pilota mi disse 9,14 e rimasi sbalordito… tant’è che gli chiesi se i cronometristi avessero visto giusto e quindi, sì, quello è stato un bel momento!
In Cina… curva 88 e 92 non avevo più freni e non so nemmeno io come sono riuscito ad arrivare alla fine, i freni fumavano in maniera esasperata e ho pensato di arrivare, cioè di lasciare perché comunque ho dovuto massimizzare quello che avevo e veramente non avevo più nulla e quindi quando sono sceso il primo bacio è stato alla macchina, questo poco ma sicuro!!!
In Marocco… l’accoglienza del popolo marocchino è stata incredibile veramente, sentivi un calore delle persone unico c’era proprio… sai, un sapore di una terra e di una cultura diversa che non ho sentito in altri posti! Capo Nord… il ricordo più bello è stato il letto dopo 2 giorni che non ho dormito!”.
Ti sei ispirato a qualcuno in particolare?
“Mah.. no, io credo che Enzo Ferrari sia stato un uomo come ce ne siano stati pochi di italiani nel mondo, no? Io in realtà ho sempre cercato di essere Fabio Barone e se mi chiedono ‘Che cosa volevi fare da grande?’… Volevo essere Fabio Barone! Tutto qui!”
L’ultima sfida
Sabato 1 aprile 2023, nella splendida cornice di Cinecittà World, presenterai anche la livrea della Ferrari F8 Tributo con la quale tenterai di conquistare il tuo 5° Record Mondiale percorrendo la strada panoramica che porta ai Santuari di Meteora in Grecia e in meno di 178s, primato in carica ad un pilota di origine greca, ti va di raccontarci?
Si (sospiro). Pensavamo fosse più semplice eh.. tanto questa è una cosa che rimane fra noi e non la sentirà nessuno (ride)… A Ottobre siamo andati su dopo aver accettato questa sfida con questo pilota greco che devo dire che è forte, perché in realtà sai che i greci con i Rally dell’Acropoli nascono ottimi piloti perché crescono e hanno una passione smodata per le auto, i greci. Questa strada in realtà è una strada con difficoltà 8.5 su una scala da 10 perché è totalmente consumata dai pullman turistici e quando abbiamo fatto il test abbiamo riscontrato tantissimi problemi di Grip, ma proprio tanti!
Considera che riuscivamo a scaricare si e no 300 CV rispetto agli 800 CV della macchina. Lui ha il record e c’è l’ha con un auto importante tedesca, non mi va di dare marche e modelli, ma che ha una trazione integrale e quindi la differenza è sostanziale!
Il mio capo meccanico ha detto: ‘Ma tu sei sicuro di fare questa cosa?’… Poi l’ambasciatrice e mi ha detto: ‘Barone cerchiamo di riportarlo in Italia questo tempo!’… e ci siamo messi a testa bassa a lavorare, quindi ad Aprile presentiamo la macchina ed il 25 Aprile corriamo!”.
Cosa si nasconde dietro una competizione?
“Tanti parlano di vittorie e record però non sanno quanta fatica e quante volte si perde! Noi siamo tornati a Ottobre in Italia con l’amaro in bocca perchè dai Test pensavamo di essere decisamente in vantaggio o comunque sulla buona strada, invece siam tornati bastonati forte perchè eravamo e siamo lontani dal tempo di riferimento.
E’ vero che abbiamo imparato la lezione e sappiamo dov’è e qual è la strada giusta da percorrere quindi in questo periodo stiamo lavorando per essere pronti ma io ero molto giù, ti dico la verità! E’ lì che c’è la squadra, no? ‘Dai che ce la facciamo, dai che si può fare questo… dai che non è brutta come la vediamo’, eccetera… Però finchè stai lì… Sai,noi abbiamo solo 3 tentativi, cioè realtà io ho solo 3 tentativi che mi vengono dati dai giudici, e hai 1h di tempo per poterli fare!
I tentativi sono sono quelli e non puoi fare molto, puoi cambiare un set di gomme e decidere se magari usare invece che le Slick le Semi-Slick… però quello è! Quindi andiamo lì con tanta speranza ma anche con tanto timore, no? C’è sempre il rischio che torni a casa senza aver fatto nulla però fa parte dello sport, mica sempre si può vincere!”.
Quali aspettative hai per quanto riguarda quest’ultima avventura, se vogliamo chiamarla avventura?
“L’animo è sempre quello di un ventenne ma ventenne non lo sono più… Questa volta sarà diversa, sarà diversa perchè comunque ho deciso di togliere il casco e appenderlo al chiodo… Quindi sarà un’avventura, giusto come un’avventura… Così, un po’ romantica ma decisamente difficile… non mi chiedere come mi sento adesso ma chiedimelo quando e quando scendo dalla macchina”.
Come ti senti e qual’è il pensiero che hai dopo aver terminato ogni esperienza? Dopo avere fatto fatica per ottenere quel risultato? Quali sono i pensieri che ti porti a casa?
“Principalmente dopo… la soddisfazione di aver fatto bene ancora una volta di portare la scritta Italia sulle spalle è la cosa a cui tengo di più, quella di rappresentare il nostro Paese è probabilmente la cosa che mi che mi dà più soddisfazione!
I miei figli. La piccola c’è l’ha a morte con me perché non vede l’ora che smetto, il maschio invece non vede l’ora che lo porto a correre sulle piste”.
Gli farai mettere il casco che appenderai al chiodo?
“A lui, guarda, non vorrei fargli mettere il casco sinceramente. Perché, sai da papà, lui ha iniziato a guidare adesso e già mi crea ansia quando guida. Devo dire che, anche questa è una cosa che rimane tra noi, è molto bravo perché io l’ho messo a guidare che era veramente piccolo piccolo… è molto bravo però, sai, è un mondo un po’ particolare quello delle corse… come il calcio ragazzi, non credete, è difficile arrivare… probabilmente 1 su 1000, come diceva Gianni Morandi, ce la fà… e qua è 1 su 1.000.000 ce la fà”.
E tu ce l’hai fatta Fabio, percepisco però che ci stai annunciando un ritiro?
“Sì, decisamente sì, credo che quando si arriva alla mia età bisogna dire basta, bisogna dirlo nella maniera opportuna, bisogna saper scegliere il posto opportuno dove dire basta e togliersi il casco con l’esperienza fatta e… non sò se è un momento triste o no però c’è un momento in cui tutti dobbiamo basta”.
Sicuramente, vista questa tua decisione, ti starà ripercorrendo tutta la tua carriera, come un déjà-vu, perché sai che quando arriverai al volante e terminerà e la corsa, la tua decisione ti farà ripercorrere in quel momento tutto quello che hai fatto.
“Sì bravo, condivido pienamente… Credo che hai colpito nel segno, sì è chiaro, no? Avrai 1000 sensazioni in quel momento però fa parte della vita”.
C’è stato un uomo, uno che ti abbia un po’ dato quella voglia di continuare il sogno?
“Guarda, io di fortuna e ne ho avute tante mi reputo una persona molto fortunata e tra queste cose ho avuto la fortuna di cenare più volte con Michael Schumacher nell’ambito della partita del cuore che abbiamo organizzato a Roma e con Mario di Natale Presidente della Nazionale Mondiale piloti ed era una persona con carisma… è una persona con un carisma incredibile quindi sai spesso per me era il mio idolo”.
Degli anni ’70 – ’80 quando avevi 10/12 anni, prima di Schumacher c’è stato un pilota che ti piaceva?
“Si, Villeneuve! I Ferraristi rimpiangono ancora Villeneuve, è un pilota che è rimasto nel cuore di tutti”.
Cosa pensi di suo figlio Jaques?
“E’ un personaggio, certe volte ha cercato di fare il personaggio è vero però pure che ha vinto il titolo mondiale e quindi diciamo la stoffa c’era poi non voglio entrare adesso nel discorso se magari aveva la macchina vincente e che chiunque avrebbe potuto vincere il mondiale in quell’anno con quella macchina, questo non non è dato da noi saperlo, però sta di fatto che ha vinto un titolo mondiale.
Il papà era diverso, il papà era un genio del volante. Io conosco molto bene René Arnoux perchè siamo amici mi ha raccontato degli aneddoti incredibili e su questo ti posso dire che era veramente non un pazzo ma uno che veramente andava forte”.
Fabio dopo l’addio al Guinness in che modo continuerai ancora, se continuerai, all’interno del mondo Ferrari?
“Chiaramente continuerò il lavoro del Club che è un lavoro che mi appassiona quello di girare il mondo l’Europa con i nostri soci e soprattutto quello di dedicare alcune giornate dell’anno a dei ragazzi disabili come con la “Ferrari terapia” con cui collaboriamo con diverse associazioni perché è molto particolare il fatto di vedere questi ragazzi per una giornata stare a bordo delle auto e sorridere, perché in realtà ricordatevi sempre Enzo Ferrari che diceva: ‘Date un foglio di carta e dei colori a un bambino e chiedetegli di disegnare una macchina che la farà sicuramente rossa, questo è poco ma sicuro!”.
Si parlava di Villeneuve e vari campioni che sono passati anche nel team Ferrari. Fra questi un altro pilota francese Jean Alesi, hai avuto modo di conoscerlo come persona ? Come carattere oltre che come pilota, ti ha soddisfatto con la sua esperienza la Ferrari? Secondo te è stato un pilota da ricordare che ha lasciato il segno ?
“L’ho conosciuto solo al telefono in realtà perché abbiamo quest’amico in comune che è Renè Arnoux però per me è un uomo dal grande cuore e dal grande carattere. Ricordiamoci, però, che la F1 più bella era quella di quegli anni dove il ricordo di Digione ’79 dove Renè Arnoux e Gilles Villenueve fecero… rimane ancora il duello storico più bello della F1 dove continuavano a darsi gommate a destra e sinistra, oggi non sarebbe possibile, all’epoca era tanto e quindi la F1 che non tornerà più, come adesso c’è il mondo dell’ibrido e dell’elettrico tanto che mi chiedono cosa ne penso e rispondo che sarà fortunato a morire prima di vedere tutto questo mondo elettrico”. (sorride)
Tu avrai guidato tantissime Ferrari, tantissime macchine. Ti chiedo però una differenza se per caso tu hai guidato una monoposto e qual è la differenza, perché comunque sono macchine completamente differenti?
“Guarda, ho guidato la monoposto perché ho fatto il corso di Formula 1 e ho guidato la Benetton con cui corse Michael Schumacher! La differenza delle monoposto o vetture a ruote scoperte è fondamentalmente la posizione di guida che è assolutamente a terra, non sei protetto, sei a cielo aperto… è totalmente diversa è un po’ come la differenza fra la chitarra classica e la chitarra elettrica, entrambe sono chitarre ma sono due suoni totalmente diversi e lo stesso e fra una monoposto e una vettura come la nostra quindi è tanta la differenza”.
Che sensazione hai provato sulla macchina di Michael Schumacher, sulla sua monoposto?
“Vabbè, parti che ho impiegato una mattinata solo per capire come farla partire e per farla partire dal box perché lì ancora c’era la frizione e poi c’era il campo elettroidraulico però per partire avevi la necessità della frizione. E’ tutto complesso e tutto un Mondo, servono diversi giri solo per capire dove stai ancora e poi piano piano cominci a prendere dimestichezza però devi capire dove andare a mettere le ruote, invece con la macchina, la vettura di serie, è totalmente diverso”.
Fabio vorresti dire qualcosa a qualcuno che magari potrebbe aver voglia di intraprendere il tuo stesso percorso?
“Sembra veramente una frase fatta ma la realtà è che se avete un sogno dovete coltivarlo perché si avvera”.
Fabio Barone e la “Magica”
Fabio entriamo anche un pochino nel mondo calcio, non solo campione ma anche tifoso simpatizzante, per quale squadra tifi?
“Partiamo dalla premessa che non capisco quasi niente di calcio però simpatizzo per la Roma, la mamma romana e quindi ti ritrovi ad essere simpatizzante. Certo, tu mi dirai potresti essere anche della Lazio ma invece ho scelto la Roma, tra l’altro io sono molto amico di Milinković perché abbiamo comprato la Ferrari nello stesso giorno, abbiamo ritirato la Ferrari nello stesso giorno e lui ha la targa col numero dopo la mia quindi c’è questa amicizia che ci lega e spesso ci vediamo, sono simpatizzante della Roma, non sono uno che frequenta gli stadi, capisco poco ma conosco diversi calciatori personalmente”.
Hai seguito qualche partita , sei andato allo stadio?
“Lucia, come sai non non ho molta frequenza degli stadi anche se mi invitano spesso e ho visto qualcosa, è un bello spettacolo per carità però preferisco il motore”.
Posso chiederti qual è il tuo giocatore preferito della Roma di questo periodo magari anche di periodi passati?
“Da bambino era Bruno Conti e Falcao. Chiaramente ho avuto la fortuna di conoscere Bruno Conti e quindi mi è rimasto lui nel cuore e poi nell’epoca moderna, se così si può dire, anche Francesco Totti perché ho conosciuto anche lui. Siamo stati a cena insieme, una serata bellissima, persona e ragazzo di grande cuore! Degli ultimi sono un po’ meno addentrato”.
Un pensiero su questa Roma anche se la segui pochissimo, ti sembra una Roma che sta dando qualcosa la sua città?
“Quello che posso dire io di tecnico è decisamente scarso, mi sembra che è da troppo tempo che la Roma vince poco e questo me ne dispiace tanto e spero che nel breve possa salire in classifica e fare qualcosa”.
Cosa ne pensi di Mourino, questi due anni che sono passati da allenatore della Roma… Ti aspettavi questi risultati o immaginavi qualcosa di più?
“Forse qualcosa me lo aspettavo e qualcosa di più, io sono particolarmente serio su queste cose, vedi Binotto con la Ferrari, quando la squadra non và si cambia l’allenatore. I tifosi della Roma mi perdoneranno ma non sono per i ricicli e non credo nelle proroghe a lungo termine”.
Tornando un attimo alla passione Ferrari, la mattina quando ti svegli e la sera quando ti corichi e ogni qualvolta vai nel tuo garage e vedi questo simbolo (il cavallino n.d.r.) che cosa corre dentro di te?
“La prima cosa è che sono fortunato e la seconda è che ho realizzato il sogno più importante della mia vita anche a livello professionale. Che faccio il lavoro che tanti bimbi invidiano e per cui sono fortunato.
Che spero di poterlo portare fino alla fine il più possibile negli anni considerando il fatto che, insomma, quello che abbiamo davanti è una svolta, nel senso che comunque finirò di correre e mi dovrò dedicare a qualche altra cosa però l’emozione che mi da la macchina ogni volta che l’accendo è immutato, penso che sia difficile abbandonare i motori.
Ho già ricevuto diverse proposte che al momento chiaramente non posso svelare ed ho deciso di non metterlo al chiodo (il casco) ma sulla mensola così si spolvera meglio poi vedremo”.
Le interviste
ESCLUSIVA – Piero Schiavazzi: “Il Giubileo sia un reset, l’aborto non va politicizzato. Putin e Netanyahu…”
L’ex-arbitro, ora presentatrice, giornalista e opinionista televisiva, Alexandra Colasanti ha intervistato l’analista dell’Huffington Post Piero Schiavazzi.
Sono le 16.00 del 13 gennaio 2025, la Porta del Giubileo è stata inaugurata la Porta Santa e mi trovo a incontrare dopo qualche anno Piero Schiavazzi, Vaticanista, analista per l’Huffington Post, Docente ed uno dei massimi esperti di geopolitica Vaticana.
Su incarico del Ministero degli Esteri Piero Schiavazzi ha curato un ciclo di Conferenze in 40 città del Mondo, inaugurate a Cracovia e Buenos Aires alla presenza dei Cardinali Ratzinger e Bergoglio, innanzitutto grazie, tra timore e piacere inizio, non è proprio così simile parlare di calcio e di Jubilee, ma chi meglio di te, potrà dare una visione reale di quanto porterà Roma ed il Vaticano al centro dell’attenzione Mondiale…
Piero Schiavazzi, l’intervista di Alexandra Colasanti
Preghiera, pentimento, indulgenza, che peso ha il Giubileo 2025 nel contesto di profonda instabilità geopolitica nel quale si inaugura, Piero Schiavazzi?
“Il Giubileo è un reset nella percezione di Francesco e lo è in chiave di metafora volendo dare una cornice prima di andare a descrivere il quadro, perché nell’Apocalisse si parla dei quattro angeli ai quali viene dato il potere di ribaltare la terra ed i mari, non era mai accaduto come in questi venticinque anni di inizio secolo e di millennio, ecco perché ti porto i quattro angeli. Quattro crisi economica ed ecologica 2007-08, Crisi pandemica2020, Crisi Belliche 2022 24/02 Ucraina 07/10 Gaza che rivestono un ruolo cruciale catalizzatore per innescare la terza.
La parantesi post caduta 1989 ed il 2001, finisce il 2011.
C’è una serie di false partenze del secolo e del millennio resettiamo questa è la lettura del reset di Francesco, lettura laica, poi c’è la lettura intima dell’Indulgenza e delle specificità religiose di riflessione e preghiera
Secondo Piero Schiavazzi potrebbe il Giubileo a seguito di questa riflessione, anche dei grandi capi di Stato a pronunciare la parola fine a questi due conflitti bellici che stanno segnando in maniera importante
“Cara Alexandra torno indietro quando il Papa fu eletto, evocò l’immagine evangelica del buco sul tetto (come io l’ho descritta) Zeffirelli lo racconta magistralmente nel suo Gesù di Nazareth: la metafora è Quando il terreno a terra arde cosi tanto di odio occorre fare un foro sui tetti per far si che la pace cada dall’alto, non maturata dal basso”.
“Non mi pare che le vedute delle grandi potenze in Terra Santa collinino mentre diverso sull’altro fronte bellico”.
“Perché vedi sul fronte ucraino-russo Putin è consapevole che non reggerà per molto l’impegno su più fronti, è consapevole che il piano geopolitico estero-interno gli sta costando più, dell’estero-estero. Mi spiego meglio l’Ucraina a Putin è costato il Medioriente. A quest’ultimo Putin è molto interessato per i mari caldi. Inoltre c’è una convergenza di interessi a chiudere il conflitto da parte degli attori principali che prevale sugli attori divergenti. Probabilmente l’Ucraina finirà con il cedere il 20% del territorio, poiché il Big Bang potrebbe dire da un momento all’altri rien va plu, i giochi sono fatti, per queste motivo negli ultimi mesi si sta combattendo per metri cubi.
Mentre… E qui l’espressione di Bergoglio trova la sua massima realizzazione, differente la situazione in Terra Santa dove si può congelare la situazione, ma dal sette ottobre 2024 si è seminato troppo odio, e da quello che è accaduto dopo. Sono morti tanti bambini, violati molti essere umani, sarebbe solo una momentanea soppressione delle tensioni latenti aiutate dal fatto che il Tycoon sostiene e sprona Netanyahu a differenza del democratico Biden, quindi se anche fosse imposta una pace sotto il carbone rimarrebbe la brace”
Ma il Giubileo 2025 è quello dei Pellegrini della Speranza, e per far si che tutto si realizzi nel pieno della sicurezza il sistema di intelligence italiano ha installato un discreto numero di telecamere che si avvalgono dell’intelligenza artificiale, allora ti chiedo a fronte del tilt che c’è stato nelle Chat Gpt del 26/27 dicembre quanto possono essere sicure?
“I lavori del Giubileo, ha rivestito un carattere che in parte definirei artigianale siamo sono andati all’italiana che si affidano alla forza ed alla intelligenza degli esseri Umani, lo puoi vedere tu con i tuoi stessi occhi, Basta agirarsi a San Pietro e dintorni su strada possiamo notare tanti occhi, quindi questo fai da te, ci garantisce”; prosegue:
“Questo ritardo storico rispetto agli altri paesi ci garantisce, una cosa del genere potrebbe accadere in quei paesi consegnati armi e bagagli alla tecnologia come la Corea ed il Giappone”.
Il Vaticano, la Chiesa sono soddisfatti di come sono stati svolti i lavori di ristrutturazione in vista del Giubileo?
“Il Papa si è pronunciato più volte, il segretario di Stato, il Cardinal Fisichella, il Cardinal Reina c’è una coralità di consensi, quindi non è un mio parere è un fatto”.
“Roma non è stata ristrutturata, è stato effettuato un restyling, un approccio leggero ti porto alcuni esempi per il quale il primo termine non si può dire che è stato attuato.
Non è stato fatto un sottopassaggio a P.zza Risorgimento, è stato cambiato senso di marcia intensificando il rosso per le auto.
Un’altra ti riporto il tram sarebbe dovuto arrivare
Infine si allungano i lavori della metropolitana fino agli affari Esteri ed ancora nulla.
In ultimo le radici che affiorano, la pulizia, io faccio il vaticanista ci vivo ma, non si può parlare di ristrutturazione.
Ristrutturazione avrebbe dovuto comportare un approccio di sistema differente, possiamo definirlo restyling.
La gestione c’è del flusso sino ad oggi è stata più che ottimale, ci sono stati 500.000 pellegrini, sino ad oggi, ci sarà una breve flessione ora a gennaio che si intensificherà a febbraio con gli eventi in programma ed avremo una reale prova della security, ma non credo che avremo problemi a riguardo”.
Andiamo all’essenza, lasciando da parte la logistica, i problemi burocratici che ormai sono le radici di questa città così forte, così importante, così complessa che è Roma, i temi caldi di cui si parlerà in questo Giubileo, sono il fine vita, su cui la Chiesa non si è espressa in maniera positiva e quello dell’Aborto su quest’ultimo il Papa Francesco è stato molto duro chiamando Sicari i medici che effettuano aborti, considerandolo peccato, ma assolvendo dal peccato.
Si potrà trovare una risposta ed una possibile apertura su questi temi così delicati e personali?
“Abbiamo un Papa che è stato chiarissimo ed anche molto insistente, utilizzando termini forti ed urticanti che i suoi predecessori hanno talora evitato: Francesco ha sburocratizzato il momento del perdono da parte della Chiesa di chi lo ha commesso, ma non depenalizzato il peccato”. Segue “Ripete è un Omicidio, un assassinio”, al ritorno dal Belgio “Sapete come la penso, perché me lo chiedete”.
“Quindi nel rispetto della sacralità fra il credente e Cristo l’intermediario è direttamente il Sacerdote con cui ci si confessa.
Mi spiego prima quando si confessava l’aborto, si interrompeva la pratica ed il Sacerdote doveva attivare una procedura, passavano anche settimane prima dell’assoluzione, oggi questo grazie all’apertura del Papa è cambiato”.
Quindi il Papa e Piero Schiavazzi in questa intervista lo conferma ci ha ribadito la differenza tra errore ed errante; ormai tradizionale nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II.
In conclusione con questo cambiamento il Papa ha rimesso al centro il Sacerdote che somministra il sacramento e depotenziato l’umiliazione delle Donne.
La Contraddizione a cui tu facevi riferimento porta la spiegazione su quanto segue cara Alexandra:
“Come mai il Papa semanticamente più duro di chiunque altro vieta le veglie in America davanti le cliniche abortistiche, le nuove chiese evangeliche?
Ti do Due risposte per sciogliere il nodo:
Il Papa tema che diventi appannaggio della destra non vuole politicizzare l’aborto e farlo diventare un fatto di destra o di sinistra, mosso principalmente dai movimenti politici repubblicani negli USA, spesso antiabortisti. Le cosiddette processioni delle sentinelle se sponsorizzate potrebbero portare ad accostare l’aborto alla destra.
La seconda ragione perché impedisce le veglie è che si consideri l’aborto un fatto religioso, la Posizione di Francesco…” prosegue “Lo ripete spesso lo dice la scienza che li dopo un mese si forma una vita non la religione!”
“Sino a che uno scienziato non dimostrerà che il contrario non è un fatto religioso, è omicidio, lo dice la scienza!”.
Concludendo Piero riporta pensiero laico vicino al pensiero di Papa Francesco.
“HOBBS: Lo Stato nasce per difendere i diritti dei più deboli, difendere i deboli per evitare la dottrina dei più forti, la dottrina è laico di del seicento.”
Questa la Dottrina di Bergoglio sull’aborto,
Per quanto riguarda il suicidio assistito, ci sarà un’apertura o confermi?
“Per il tema del suicidio assistito i numeri sono diversi, quelli sull’aborto stanno crescendo in maniera esponenziale”.
“Bergoglio ossessivamente ripete che ci troveremo in una società in cui si penserà che i vecchi non servono più. Non è così fantascientifico in uno scenario in cui l’umanità non sorregge più il peso economico degli anziani”.
“Il Papa teme uno scenario in queste società contemporanee in cui i più deboli non verranno protetti, ed è irremovibile sull’edificazione di muri per proteggere i più deboli e questi sono gli anziani, sul fine vita non si parla dei malati malati” “Vuole difendere il valore della vita come un tabù che non si tocca, la sua ossessione è questa”.
Abbiamo parlato molto in quest’intervista di Vita, il Giubileo 2025 si sintetizza con “Pellegrini della Speranza” pellegrinaggio come metafora del viaggio della VITA. Ti chiedo che cosa è la vita e se in una società sempre più frenetica, in cui si rincorre il successo a tutti i costi si possa trovare la vera pace interiore…
“A me la pace interiore non piace molto, mi piace quella nella società, fra Nazioni. La pace interiore non ha mai fatto parte né delle mie aspirazioni, né delle mie dimensioni di Vita. A me piace andare a cavallo e mi piace di più quando c’è vento come in Cime Tempestose. La Speranza a cui tu facevi riferimento, è un fatto economico, il leit motiv di questo JUBILEE, la speranza è anche un fatto economico. Lo dico anche a tutti quelli che si interrogano su cosa sia il tema della Speranza. Gli economisti ci spiegano perché la borsa non è prevedibile? Perché c’è una variabile, indefinita che dipende dalla Speranza, questo valore è imponderabile ed a volte si sottrae ai calcoli dell’algoritmo. La Speranza è un valore enormemente concreto”
Ma non mi hai risposto su cosa è la Vita per Piero Schiavazzi !…?
“Una sana inquietudine interiore, anche un po’ insana.”
Sono passati 58 minuti e siamo giunti al termine. Grazie Piero Schiavazzi, a presto.
Le interviste
Esclusiva CS – Renzo Ulivieri: “A Motta serve tempo, mi aspettavo questo Baroni. Su Conte e Ranieri…”
L’ex-allenatore Renzo Ulivieri ha concesso un’intervista esclusiva ai microfoni di CalcioStyle, parlando a 360 gradi del calcio italiano.
L’ex-allenatore, nonché figlio d’arte, Renzo Ulivieri ha parlato in esclusiva ai microfoni di CalcioStyle. In una intervista concessa al nostro collega Alessandro Aglione, Ulivieri ha parlato a 360 gradi della Serie A.
Le parole di Renzo Ulivieri a CalcioStyle
Di seguito le parole di Ulivieri.
Juventus
“La Juventus sta passando attraverso una fase di ricostruzione. Ha perso giocatori importanti, fra cui Bremer che gli stava tenendo in piedi la difesa, e davanti ha qualche problema, ma chi conosce il calcio vede il tentativo di realizzare l’idea di calcio di Thiago Motta: così come la vedevo a Bologna. Ci si legge dentro l’intenzione di realizzare questo progetto e ho la sensazione che i giocatori lo seguano.”
Bremer
“A inizio anno la Juventus prendeva pochi gol, poi ha perso un giocatore fondamentale dietro. Va in vantaggio e poi prende gol, perché non riesce a gestire il vantaggio. Parlo anche di Danilo, ma soprattutto di Bremer. Oggi manca un giocatore come lui, che pulisce l’area di rigore in certe situazioni. Non c’entrano Gatti e Kalulu, c’entra solo il valore di Bremer. Non dipende né dai sostituti né dall’assetto difensivo.”
Vlahovic
“Tutti gli attaccanti affrontano periodi nei quali vedi la porta grande e il portiere piccolo, ma anche periodi nei quali la porta si rimpiccolisce e il portiere s’ingrandisce. Succede a tutti gli attaccanti, anche ai grandi e secondo me Vlahovic è un grande attaccante. Serve pazienza e che continui a giocare, senza pensare soltanto a fare gol. Si vede che lo sta facendo perché il suo contributo alla manovra in fase di possesso è aumentato.”
Kolo Muani
“Lo conosco relativamente poco, ma non parlo dei giocatori singolarmente. Non era il mio mestiere nemmeno quando ero un allenatore. Al massimo davo consigli, ma non entro in certe dinamiche. Io non do giudizi né consigli. A queste cose devono pensare Motta e la società. Non è il mio mestiere, lasciamoli lavorare. E’ il primo anno di una ricostruzione e, probabilmente, lo scudetto ora è per altre squadre.”
Conceicao
“Fonseca è un allenatore valido e l’ha dimostrato da tante parti, ma i giocatori non lo seguivano. Conceicao è stato mio giocatore a Parma e si vede che i giocatori lo seguono di più. Poi, se vuoi la spiegazione reale, si prendono Theo Hernandez e Leao e ti rendi conto che non sono parenti neanche alla lontana di loro due di un mese fa. Se giocatori del genere prima erano sottotono e ora te li ritrovi così, fa tutta la differenza.”
Conte
“Mi aspettavo che avrebbe avuto questo impatto, altrimenti non sarebbe stato Conte. Conte è questo, è bravo nel compattare la squadra e nel trasmettere velocemente le sue idee. Sottolineerei anche il lavoro di Oriali nel tessere i rapporti fra squadra e allenatore. Io lo conosco bene, perché ci ho lavorato quattro anni a Bologna e mi ha levato tanto lavoro da fare. La loro mano si vede, anche sul mercato: ha recuperato molti giocatori.”
Kvara e Neres
“Io faccio un discorso generale, non parlo né di Neres né di altri. Kvaratskhelia è stato un giocatore molto importante nella stagione dello scudetto con Spalletti. Evidentemente ha ricevuto altre proposte, ma Conte è bravo a fare con quelli che ha. Se intervenire o meno sul mercato è una decisione che spetta a lui e società.”
Scudetto
“Il Napoli ha certamente un vantaggio dal punto di vista di gestione delle forze e delle energie, perché ha tante partite in meno, mentre l’Inter ha più impegni. Serve che siano bravi a gestirsi dal punto di vista fisico e mentale. L’anno scorso lo sono stati, hanno scelto di andare avanti su tutti i fronti e ce l’hanno fatta ad arrivare fino alla fine. Per lo scudetto ci sono Atalanta, Inter e Napoli: ma non so chi sia la favorita.”
Atalanta
“Secondo me incide l’allenatore, ma anche una società del genere alle spalle fa la differenza. Poi non so a chi vada la maggior parte dei meriti, ma la mano del tecnico è evidente e non si può negare.”
Gioco
“Non so cosa voglia dire giochista. Io non faccio queste suddivisioni, so che sono venute fuori ma quando allenavo io nemmeno c’erano. A me non riesce farla, perché alla lunga chi gioca fa i risultati. Nessuno rinuncia al gioco sperando che i risultati piovano dal cielo. Allegri ha vinto gli scudetti quando la sua squadra giocava bene, perché giocare bene vuol dire fare un gioco rapportato alle caratteristiche dei giocatori che si hanno. Per esempio, se ho attaccanti alti 1,60 e crosso tanto nel mezzo allora non ho contezza dei giocatori che ho. Fare l’allenatore significa esaltare le caratteristiche dei giocatori che si hanno.”
Roma
“Al momento c’era bisogno di fare risultati e Ranieri li sta facendo. Poi il prossimo anno non lo so, questa domanda non dovete farla a me. Fatela a Ranieri, forse lui il prossimo anno non sarà l’allenatore ma sarà dirigente: quindi chiedetelo comunque a lui. Sarà un dirigente capace, con un passato da grande allenatore e quindi io non mi permetto di dargli suggerimenti sulla scelta di un nuovo allenatore.”
Dovbyk
“Chi si adatta prima nelle squadre sono i difensori e i centrocampisti. Anche Platini, la prima volta che arrivò in Italia, ci mise qualche mese ad adattarsi. Per l’attaccante è diverso. O si adatta subito, perché magari si trova da subito bene in Italia e nel campionato italiano, oppure è fisiologico che ci voglia più tempo.”
Fiorentina
“Conosco bene la Fiorentina, essendone tifoso. Palladino è bravo e lo so da quando ha fatto il corso da allenatore con me. Da Coverciano escono allenatori con idee diverse e questo mi rende orgoglioso, perché vuol dire che la scuola calcistica italiana porta gli allenatori a non essere tutti uguali e questa è una cosa molto importante. La squadra ha avuto difficoltà all’inizio, poi sicuramente c’è stato un periodo in cui ha raccolto forse più di quanto meritasse e ora lo sta pagando. E’ un momento negativo, ma la mano dell’allenatore si vede anche ci sono difficoltà. La Fiorentina paga la situazione di Bove non solo per la sua assenza a livello tattico, ma anche dal punto di vista mentale: per i precedenti con Astori.”
Baroni
“Pensando alla storia di Baroni, mi aspettavo che potesse fare così bene alla Lazio. Nel suo passato ci sono due cose eccezionali, entrambe l’anno scorso con l’Hellas Verona. Il girone d’andata e poi anche quello di ritorno, dopo che gli avevano smontato la squadra a Gennaio. Eppure, guardandolo dall’esterno, si aveva la sensazione che avessero sempre giocato assieme. E non è un miracolo, ma solo frutto del suo lavoro.”
Termina qui l’intervista di Ulivieri a CS.
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Fusato: “Supercoppa? Inter superiore e l’ha dimostrato. Le amnesie sono costate, ora testa al campionato. Su Frattesi…”
Riccardo Fusato, giornalista e tra le altre cose opinionista dell’Inter a Telecity e Radionerazzura, ha rilasciato in esclusiva alcune dichiarazioni.
In particolare, si è soffermato sul momento dei nerazzurri dopo la sconfitta di Riyadh e sulle prossime partite in programma per la squadra di Inzaghi.
Esclusiva Calciostyle, Fusato: “Partita spettacolare a Riyadh, Inter superiore”
Volevo chiederle un suo punto di vista sulla sfida di Riyadh…Che partita è stata?
“La partita di Riyadh è stata spettacolare per il calcio, un po’ meno per gli interisti. L’Inter è superiore al Milan e l’ha dimostrato fino al 2-0. Purtroppo ci sono queste amnesie che costano negli ultimi minuti le rimonte… A parziale scusante c’è da dire che fuori Calhanoglu, fuori De Vrij, senza Thuram, Bastoni un po’ acciaccato, Dimarco con dei problemi è vero che sei più forte però non puoi concedere 5/6 titolari al Milan, soprattutto in una finale secca. Dopodiché secondo me l’Inter ha fatto una buona partita però ci sono delle crepe che vanno risolte perché non è la prima volta, vedi Juve e Leverkusen, che l’Inter negli ultimi minuti subisce la squadra avversaria”.
Come si riparte e se può lasciare strascichi…
“Secondo me non lascerà strascichi perché l’Inter è una squadra matura, è un anno che gioca ad altissimo livello tutte le partite. La squadra è col mister e Marotta è un ottimo dirigente e seppur con qualche problema di formazione, son convinto che contro Venezia, Bologna e Lecce farà 9 punti e si rilancerà in campionato anche sfruttando gli scontri diretti che ci saranno tra le altre”.
E se si aspetta qualcosa in chiave mercato
“Non mi risultano movimenti di mercato dell’Inter, va monitorata un attimo la questione Frattesi. L’Inter ha sparato alto perchè indispettita con l’agente Riso che ha fatto il doppio gioco con Roma e Napoli offrendo il giocatore. Lui non ha mai spinto per andare via, è chiaro che a determinate condizioni e con un’alternativa valida l’Inter potrebbe cederlo. Non mi risultano movimenti su Cristante“-
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