Le interviste
ESCLUSIVA CS – Graziano Campi: “La Juve sta diventando prevedibile in attacco. Motta? Secondo me ha più responsabilità Giuntoli…”
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Il noto giornalista, commentatore e opinionista sportivo Graziano Campi ha concesso una lunga intervista ai nostri microfoni in merito alla situazione in casa Juventus.
Di seguito, l’intervista rilasciata da Graziano Campi, dove ha discusso il momento di crisi della Juventus, il mercato estivo e il rendimento della squadra nell’ultimo periodo.
Le parole di Graziano Campi
Perché la Juventus non riesce più a vincere neanche con le piccole?
“Perchè sta diventando sempre più prevedibile. Yildiz finora è stato un fattore determinante in negativo. Giusto dire che il futuro è suo, ma quest’anno non riesce ad essere la seconda arma offensiva di questa squadra. Se Conceicao è molto bravo a prendere fallo e far saltare le difese avversarie, lui raramente si procura occasioni su calcio piazzato al limite sinistro dell’area. I tiri da fuori sono un problema: tutte le grandi Juventus avevano un fuoriclasse su calcio piazzato. Platini, Baggio, Del Piero, Pirlo, Pjanic, Dybala per dirne qualcuno. Yildiz deve essere più bravo a prender fallo per creare occasioni su piazzato e ad attaccare il secondo palo quando Conceicao fa saltare le difese, come successo col Torino.”
Quanta responsabilità ha Motta sui risultati e quanto peso hanno invece gli infortuni?
“Per me il problema è Giuntoli. Ha sopravvalutato alcuni giocatori e non ha investito il necessario per rinforzare la Next Gen che in questa emergenza avrebbe dovuto fornire giocatori di qualità. Il progetto è abbandonato a se stesso e si è monetizzato tutto il possibile in estate per andare a strapagare Douglas Luiz, Koopmeiners e Nico Gonzalez, protagonisti di un inizio di stagione degno dei tempi dei vari Tiago, Poulsen, Almiron, Felipe Melo e compagnia cantante… Motta ha lanciato Savona e rilanciato Locatelli e McKennie. Della vecchia guardia sono due le note negative: Danilo e Fagioli. Non pensare che fosse necessario sostituire Milik è stato un errore madornale: il fatto che in Next Gen ci siano Afena Gyan e Da Graca, che hanno fallito il salto in serie B, e Semedo, arrivato in quota famigerata “giovani portoghesi che arrivano a Torino per poi scomparire nel giro di sei mesi”. Non so quanti anni sono che portiamo a casa portoghesi per i settori giovanili salvo poi perderne le tracce. Sembra una tassa. Ad oggi il mercato è fallimentare e la colpa ricade sul direttore sportivo, non sull’allenatore.”
Chi ha deluso di più finora sono stati gli acquisti più costosi come Douglas Luiz, Koopmeiners e Nico Gonzalez. Secondo lei Giuntoli ha sbagliato il mercato o bisogna dare loro tempo?
“Dipende dai casi. Douglas Luiz oggi è soltanto un giocatore che non si è ambientato in Italia e quindi può avere ancora mercato. Anche a costo di lavorare a uno scambio, ma deve partire. Nel reparto hai recuperato Locatelli, McKennie e hai Thuram e Koopmeiners che all’occorrenza può giocare da regista. Se il trequartista lo fa finalmente Yildiz, il reparto è al completo (a giugno rientra anche Miretti e sono sei per tre ruoli). Nico Gonzalez va aspettato perchè non è tuo: va riscattato a giugno e prima non può partire. Koopmeiners ha saltato la preparazione con lo sciagurato sciopero e deve capire i movimenti da fare in un attacco che tatticamente si muove in maniera molto diversa dall’Atalanta. Per me va usato come uomo d’ordine, lasciando a Yildiz il compito di giocare sottopunta e a Weah quello di attaccare gli spazi sul lato sinistro, insieme a Cambiaso.”
Il campionato è ormai perso? Ieri Giuntoli ha detto che l’obiettivo è arrivare tra le prime 4…
“Un direttore sportivo che lo scorso anno ha fatto di tutto per far fuori l’allenatore, che non solo è arrivato tra i primi quattro ma ha anche vinto una coppa Italia, non può parlare di quarto posto come obiettivo. Questo perchè gli investimenti fatti non sono da caccia al quarto posto: hai sostituito Miretti, Nicolussi e Rabiot spendendo 130 milioni di euro tra Thuram, Douglas e Koopmeiners. Hai sostituito Rugani e Alex Sandro con Kalulu e Cabal (30 milioni). Chiesa e Kostic con Gonzalez e Conceicao (80 milioni, riscatti inclusi). Hai cambiato portiere (altri 20 milioni investiti). A questo aggiungiamo i tanti piccoli errori come Djalo e Alcaraz un anno fa, l’impoverimento della Next Gen e il cambio di già tre allenatori (Allegri, Brambilla e Montero). Se può essere che gli altri a fine stagione siano stati più bravi di te, tu non hai comunque alibi. Alla prima Juve di Elkann si continuò a dare fiducia a Cobolli, Blanc e Secco fino all’inevitabile tracollo. Ripetere lo stesso errore sarebbe gravissimo. Giuntoli è stato spietato con tutti, da Allegri ai giocatori che voleva “far fuori”: quando hai quel modo di fare, poi devi aspettarti la stessa decisione nella valutazione del tuo operato. Ma non è detto che sia necessario: per me abbiamo ancora tutto quello che serve per toglierci grosse soddisfazioni in tutte le competizioni e molti di quelli che oggi sembrano dei bidoni possono riscattarsi. Cosa che, pur essendo schietto nelle critiche del presente, io credo sia assolutamente possibile e mi auguro con tutto il cuore. Io continuo a fare il tifo per Giuntoli, per Motta, per Yildiz, Koopmeiners, Douglas Luiz, Danilo, Nico Gonzalez: mi aspetto che loro diano il 100% per arrivare più in alto possibile, senza parlare di quarti posti o di alibi.”
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Dino Marino: “Il mio obiettivo è dedicarmi ai ragazzi, aiutarli a creare un avvenire”
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Dino Marino, ex calciatore dell’Inter, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni riguardo la sua nuova vita dopo l’aver appeso gli scarpini al chiodo.
L’ex giocatore di Inter e Arezzo, Dino Marino, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni. Diversi i temi affrontati, tra cui la sua nuova esperienza di formatore di giovani, dopo aver detto addio al calcio giocato.
Esclusiva CS, le parole di Dino Marino
Con l’aver messo gli scarpini al chiodo, ora ti dedichi nelle polisportive di calcio all’insegnamento della voglia, della passione e del talento a questi ragazzi, giusto?
“Sì, cerco di aiutarli. Ci sono tanti ragazzi di prospettiva che se allenati in un certo modo, possono rendere tanto. Il mio obiettivo è dedicarmi ai ragazzi, aiutarli a creare un avvenire. Ho giocato nell’Inter, ho avuto molti allenatori, ma posso garantirvi che l’unico allenatore che mi ha insegnato tutto è stato mio padre. Voglio cercare di dare ai ragazzi quello che mio padre mi ha insegnato. Il mio obiettivo è lavorare sulla qualità, oramai nessuno ci lavora più: pensano tutti alla tattica”.
A proposito di ragazzi che segui, partiamo con Mattia Piciollo. Classe 2007, allenato da te nell’ultimo periodo.
“Ora Mattia è andato al Follonica in Serie D. Ho preferito farlo andare in una piazza di Serie D per farlo maturare prima. È un ragazzo di prospettiva, io l’ho allenato qualche mese, ma il lavoro più grosso l’ha fatto il nonno, perché l’allenato tantissimo. Ho notato in lui delle qualità importanti. Il fisico, l’altezza (1,87), usa entrambi i piedi, è elegante. È un giocatore da società professionistiche di un certo livello per le qualità che possiede.
Ho notato ciò e ho cercato di aiutarlo perché secondo me, partendo dalla Serie D e avendo a che fare con giocatori grandi ed esperti, può maturare prima. Questo anche grazie all’aiuto di Mauro Scarino, che me l’ha presentato e ha dato una grossa mano affinché possa far bene. È un giovane che può fare tanto perché ha delle qualità fisiche importanti. Ormai tutti guardano il fisico nelle società di Serie A, Serie B, Serie C. La prima cosa che guardano è il fisico e lui c’è l’ha.
Deve soltanto lavorare con i grandi e capire che il calcio non è il settore giovanile, ma quello dove adesso si trova.
Vorrei ringraziare il mister Marco Masi, il direttore Marco Comparini e il direttore Paolo Giovannini che hanno creduto in lui e hanno preso subito il ragazzo”.
L’Intervista integrale sul nostro canale Youtube
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Rijeka, Djalovic: “Cannavaro e Gattuso grandi allenatori, ma noi puntiamo al titolo”
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La nostra redazione ha avuto l’onore e il piace di intervistare Radomir Djalovic, allenatore del Rijeka, attualmente primo in classifica in Croazia.
La redazione di Calciostyle ha avuto l’opportunità di intervistare Radomir Djalovic, ex attaccante montenegrino che, dopo due anni trascorsi da vice-allenatore, ad agosto scorso è stato scelto come guida tecnica del Rijeka.
Scelta che, almeno fino a questo momento, ha ampiamente ripagato, visto il primo posto in classifica nel campionato croato. Con lui abbiamo parlato del rendimento della squadra ma anche degli allenatori nostrani emigrati in Croazia.
Esclusiva CS – Rijeka, le parole di Djalovic
Il Rijeka occupa la posizione di leader nel campionato croato nonostante il fatto che si combattano due grandi allenatori italiani Gennaro Gattuso (Hajduk) e Fabio Cannavaro (Dinamo Zagabria). È vero che il budget annuale del Rijeka è di 15 milioni di euro, dell’Hajduk di 50 milioni e della Dinamo di 60 milioni? Come riesci a combatterli?
È vero che i budget di Dinamo e Hajduk sono 6, 7 volte più grandi dei nostri, ma a volte, anche se i soldi sono molto importanti, non sono decisivi. Cerchiamo con un grande lavoro di creare un clima familiare in cui i giocatori danno il massimo, insieme ai nostri tifosi, per lottare con loro, e per ora sta andando bene.
Chi è il tuo più grande rivale in questa stagione, Gennaro Gattuso o Fabio Cannavaro?
Sono entrambi bravissimi allenatori, come dimostrano i loro risultati, ed entrambi sono rivali nella corsa al titolo, a pari merito si potrebbe dire.
Pensi che i due allenatori italiani abbiano portato lo stile di calcio italiano nei due più grandi club croati?
Sì, entrambi hanno portato uno stile italiano riconoscibile in Croazia, e i loro risultati dimostrano che sono allenatori bravi e di grande successo.
Speri di poter ancora vincere il titolo?
Lo spero. anche se questo è il mio primo lavoro da allenatore, ma sarebbe bellissimo riuscire a superare entrambi e riuscire a festeggiare alla fine. Noi ci crediamo, anche se ci siamo indeboliti perché abbiamo venduto 3 dei nostri migliori giocatori una settimana fa. Una cosa è certa: non ci arrenderemo e lotteremo fino alla fine.
Hai mai pensato di allenare un club italiano?
Certo. Sono ancora giovane, ma sarebbe un onore e un privilegio lavorare in Italia in futuro.
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Mauro Scarino: “Serata all’insegna del calciomercato, il Gran Galà del Calcio…”
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Mauro Scarino, organizzatore dell’Adicosp, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni per l’ultimo giorno di calciomercato all’evento all’hotel Hilton di Roma.
Mauro Scarino è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni nell’ultima giornata di calciomercato direttamente dall’evento organizzato dall’Adicosp, associazione italiana direttori e collaboratori sportivi, all’hotel Hilton EUR La Lama proprio per le ultime trattative della sessione invernale.
ESCLUSIVA CS – Le parole di Mauro Scarino
“Questa è una serata all’insegna del calciomercato, che comprende tutta la Serie A e anche il calcio internazionale. Questo tipo di evento all’Hilton comincia a prendere sempre più piede, vediamo una partecipazione sempre più ampia da parte delle persone persone. Una serata importante anche per il gruppo dell’Adicosp che si sacrifica ogni anno per organizzare questi eventi in cui siamo tutti presenti.”
Cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi eventi Adicosp?
“Con il presidente Morrone si cercherà sempre di organizzare eventi importanti. La sua presenza è molto fondamentale in quanto è una persona che per impegno e per serietà non si trova facilmente in giro. Il gruppo continuerà ad andare avanti cercando di migliorare le situazioni in questi eventi in cui l’affluenza di pubblico è enorme.
Il Gran Galà del Calcio è un evento molto bello in cui partecipano anche persone, all’interno del mondo calcistico, di spicco. Dietro c’è sempre un’organizzazione fatta ai minimi dettagli, con accuratezza per tutte le situazioni. Ogni anno comunque si spera sempre di migliorare l’esperienza e di andare sempre avanti.”
Colpo del mercato?
“Sicuramente può essere quello di Joao Felix al Milan.”
Ranieri ha dato la scossa alla Roma?
“Ranieri ha sicuramente dato una scossa importante alla squadra giallorossa, in quanto il gruppo, rispetto a prima, ha acquisito più sicurezza. Lo abbiamo visto nella partita contro il Napoli in cui la Roma ha fatto una bellissima partita e, nonostante sia andato in svantaggio, è riuscita a recuperare facendo un bellissimo secondo tempo impegnando il Napoli in diverse azioni. Credo che la Roma punterà sul rinnovo in panchina di Ranieri.”
Intervista completa sul nostro canale Youtube
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