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Esclusiva CS, Scanziani :”Il rapporto con Mazzone. Sull’Inter e la Sampdoria…”

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CalcioStyle ha intervistato Alessandro Scanziani, ex centrocampista di Sampdoria, Inter, Ascoli, Arezzo ed altri club. Una carriera importante, per un centrocampista completo e dalla buonissima tecnica

Ciao Alessandro è un piacere intervistare uno dei centrocampisti che negli anni 80 ha incarnato le caratteristiche del ruolo in maniera importante. Allora…..partiamo….

Hai giocato in squadre importanti, a quale sei più legato e perché?

Alla Sampdoria. Ho trascorso 5 anni. Il primo eravamo in serie B. Ho segnato ben 10 gol. Siamo saliti in serie A. Poi ho vinto la prima Coppa Italia con la fascia di capitano. Ricordi indelebili

In carriera hai giocato oltre 500 gare, segnato 82 gol, di cui 41 in serie A, per una mezzala sono numeri importanti. Chi pensi possa essere oggi un centrocampista alla Scanzani?

A dire il vero nella mia carriera, anche in serie c, ne ho segnato un po’ di più. In campionato e coppa italia. In Europa anche. Tra l’altro noi ne giocavamo 30. E non 38 come adesso. Non saprei dire chi mi assomiglia. Non riesco a vedere tutte le partite ogni sabato e domenica

Di quale squadra sei tifoso?

Sono tifoso di tutte le squadre dove ho giocato. Di più la Samp. Dove ho fatto anche il capitano

Il calciatore più forte con cui hai giocato? E l’avversario più forte?
(Puoi farci anche due nomi per ognuno)

Francis, Souness, Vierchowod, Vialli, Mancini, Altobelli, Oriali, Bordon….. Avversario Maradona, poi Platini, Zico…

Oggi il calcio è cambiato, ti piace, lo segui?

Mi piace sempre il calcio e lo guardò con piacere. Diverso per molte cose rispetto ai miei tempi. Ma sempre bello

Scanziani

Chi pensi che oggi sia l’allenatore più preparato?

Sono tutti preparati, ed hanno la possibilità di studiare e vedere immagini. Gasperini mi piace per la sua bravura, poi posso fare i nomi di Ranieri, Italiano e Allegri. Io ho avuto diversi allenatori in carriera. Con Eugenio Bersellini non ho avuto grande rapporto. Di Carlo Mazzone, a livello tecnico non posso dire nulla. Mentre per ciò che concerne i rapporti umani, personalmente non posso parlarne proprio bene”

Chi sono gli “amici del mondo del calcio” che ti sono rimasti e che senti ancora?

Qualche anno fa ho fatto un gruppo: Ex Inter. Ne fanno parte 13 miei ex compagni. Una volta al mese andiamo a cena. Molti sono in Brianza o a Milano. Pasinato viene da Treviso, Altobelli da Brescia. Ma è  molto bello, siamo ancora un bel gruppo di ex compagni

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Lele Adani in ESCLUSIVA: “Roberto Mancini tornerà in Italia. Su Fonseca..”

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Prosegue senza sosta a Macerata la kermesse sportiva Overtime Festival 2024 (14^ edizione): special guest Lele Adani. Ieri sera Lele Adani e Nicola Ventola hanno infiammato il cuore degli appassionati di calcio al Teatro Lauro Rossi, nel cuore della città maceratese. In collegamento Antonio Cassano che non ha risparmiato critiche nei confronti di Cristiano Ronaldo (“Non sa giocare a calcio”) e nei confronti dei nuovi talenti italiani (“In Italia non vedo talenti, è inutile dire facciamo giocare i giovani se i giovani non ci sono”). Il trio ha fatto divertire i presenti: tutto esaurito al Teatro Rossi con ‘ Viva el Futbol On the Road’.

Di seguito l’intervista integrale ESCLUSIVA che abbiamo realizzato nel backstage a Lele Adani. Da Roberto Mancini e Luciano Spalletti a Paulo Fonseca del Milan, passando per il capitolo doping e calcioscommesse. Le dichiarazioni di Lele Adani di seguito (VIDEO-intervista)

Ciao Lele e bentrovato. Dai Bagni Andrea di San Benedetto del Tronto all’Overtime di Macerata: hai sempre espresso parole al miele, a distanza di tempo, nei confronti di Roberto Mancini. Avevi ragione tu a San Benedetto, il Mancio alla fine ci ha fatto vincere l’Europeo…

Roberto Mancini è un tecnico rivoluzionario, soprattutto che ama un certo tipo di calcio. Ha una grande visione. Ora sta facendo un percorso lontano dall’Italia, però io credo che tornerà sicuramente nel nostro paese in un progetto, diciamo, che dia fiducia sia alla ricerca dei giocatori che a un determinato tipo di gioco

Esistono oggi, a tuo modo di vedere, dei nuovi Lele Adani in difesa, Antonio Cassano o Nicola Ventola in attacco? Come vedi la nostra Nazionale, manca un po’ chi salta l’uomo in Italia?

“Io dico che la nostra Nazionale sta lavorando bene. Luciano Spalletti sta cercando di dar fiducia ai giovani e le ultime convocazioni vanno in questo senso. Credo che Adani e Ventola si possano trovare sempre nelle caratteristiche. Il tutto deve però essere accompagnato da qualità umane e dalla fame. Antonio Cassano era un genio e un genio rimane una storia a sé…

Champions League 2024/2025 e campionato di Serie A 2024-2025: qual è il tuo pronostico a tal proposito?

“Sarei contento se vincesse il PSG, Luis Enrique è davvero un grande tecnico. In campionato, oltre alla solita Inter, tra i team direi che anche la Juve può essere una delle candidate a un certo percorso di crescita che porti allo scudetto. Il Milan? Paulo Fonseca è a mio modo di vedere un bravo allenatore. Credo debba essere supportato dalla società. Paulo ha buone idee, in questo momento un po’ in difficoltà anche se ha dimostrato, sia nel derby che negli incontri successivi, di avere una visione di crescita per un percorso. Ma tutto parte dalla società rossonera”.

Qui nelle Marche abbiamo due ottimi attaccanti, Alessandro Gabrielloni del Como e Walid Cheddira (dal Napoli all’Espanyol). Se Cheddira è ormai un calciatore della Nazionale del Marocco, Alex Gabrielloni – che ha trascinato il Como fino alla serie A – potrebbe rivelarsi utile alla causa azzurra nel prossimo futuro  secondo te?

Io credo che in Nazionale ci sia spazio per tutti, specie in questo momento dove non ci sono tanti selezionabili. Quando un ragazzo dimostra qualità, per esempio abbiamo visto Niccolò Pisilli, e riesce ad onorare il merito… poi arriva anche il riconoscimento da parte del selezionatore. Selezionatore che ha bisogno di attingere dagli italiani giovani per provare a realizzare un percorso virtuoso con la Nazionale

Doping e scommesse: che opinione hai a riguardo?

Il doping in particolare è un problema che c’è da sempre. Va gestito condannandolo sempre, prendendo le distanze e semplicemente con la certezza della pena e con la rigidità nel seguire chi truffa il calcio, e truffa anche la gente… Perché il veicolo di tutto è la passione popolare. Sempre Viva el Futbol! Sotto l’intervista video realizzata da Daniele Bartocci.

 

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Esclusiva CS – Ariedo Braida: “Il Milan sta trovando la sua identità. Napoli favorito per lo scudetto, su Thiago Motta…”

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Braida

Ariedo Braida, ex-dirigente del Milan, ha concesso un’intervista esclusiva ai microfoni di Calcio Style, riguardo la situazione dei rossoneri ma non solo.

Ariedo Braida è stato per 27 anni dirigente del Milan. Prima direttore sportivo (per 16 anni, dal 1986 al 2002) e poi direttore generale per undici anni, dal 2002 al 2013. Dopo le esperienze alla Sampdoria, al Barcellona e in ultimo alla Cremonese, terminata lo scorso 30 Giugno, è attualmente libero da oneri contrattuali.

Le parole di Ariedo Braida

Il dirigente ha concesso un’intervista esclusiva ai nostri microfoni. Di seguito le parole che l’ex-Milan ha rilasciato al collaboratore di Calcio Style Alessandro Aglione.

Milan

Con il Leverkusen l’ho visto bene, mi è piaciuto. Secondo me ha fatto una buonissima prestazione, il risultato non lo dimostra ma questo può succedere. Vedo dei miglioramenti rispetto all’inizio del campionato e sta trovando la propria identità. A darti una dimensione è la consapevolezza di ciò che sei, la consapevolezza della propria forza e dell’essere una grande squadra. I valori ci sono, deve solo trovare il suo equilibrio“.

Leao

Leao è fatto così, è il suo carattere. E’ meteoropatico, dipende dal tempo. O lo prendi così oppure lo lasci andare. Io credo che se una squadra ha un giocatore come lui, che ti fa la differenza creandoti la superiorità numerica nell’1 vs 1, deve tenerselo stretto, perché sono merce rara. Le cose vanno vissute dal di dentro per poterle capire e giudicare. Solo dopo puoi dire ‘questo è bravo, ha talento ma non mi serve’.”

Braida poi si sofferma sulla discussa dirigenza del Milan, affermando che non è nel suo stile giudicare il lavoro dei suoi colleghi. L’ex-dirigente afferma che “sono tutti professionisti di alto livello” e che “possono aver sbagliato, perché tutti possiamo sbagliare, ma sicuramente sono persone che conoscono il calcio“.

Napoli e Inter

Il Napoli con Conte e Lukaku è la mia favorita per lo scudetto e non lo dico solo perché attualmente sono primi i classifica. L’Inter ha tanta qualità e soprattutto ha dimostrato in questi anni continuità. Poi un derby prima o poi avrebbe dovuto perderlo, perché mica li puoi vincere. Il calcio è anche questo, sennò noi che siamo milanisti che facciamo? Dobbiamo soffrire e basta? (ride, n.d.r.) Ci sono persone che spostano gli equilibri, come ho detto di Leao prima. Con il massimo rispetto per tutti gli altri, ma quei due (Conte e Lukaku) hanno qualcosa in più”.

Thiago Motta

Thiago mi piaceva già quando giocava. L’unico problema è che a inizio carriera ha avuto tanti infortuni e non sapevo come avrebbe reagito il suo corpo, ma poi ha dimostrato di essere un giocatore di altissimo livello e ora anche da allenatore. Prima al Bologna e ora alla Juventus. E’ un allenatore che ha delle qualità, che portano delle novità quando arrivano in una squadra. Anche lui è uno di quelli che ha qualcosa in più degli altri“.

Braida si concede poi una chiosa finale su un tema molto dibattuto in Italia, ovvero quello relativo all’impiego dei giovani talenti. Egli cerca di sfatare un mito, affermando che nel calcio esiste un principio meritocratico che deve essere rispettato a prescindere dall’età anagrafica dei pretendenti alla maglia.

Sento spesso dire che i giovani in Italia non giocano, ma questo non è vero. E’ un falso mito, i giovani vengono fatti giocare e anche Allegri, criticato per questo motivo, ne ha fatti giocare tanti. Non è che uno deve giocare a prescindere solo perché è giovane. Giochi se sei bravo, punto. L’età è un valore anagrafico, non un sinonimo di qualità. Ma voi pensate che Yamal e Cubarsì giochino perché sono giovani o perché sono bravi? E Yildiz?”

Braida

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ESCLUSIVA CS – Lino Banfi: “I club di Serie A devono avere il presidente italiano, Juric mi sta incuriosendo. Su De Rossi…”

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Roma

Il noto attore comico e grande tifoso della Roma Lino Banfi ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai nostri microfoni.

Il noto attore comico Lino Banfi ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai microfoni di Calciostyle e Almanacco Cinema, soffermandosi in particolar modo sul club giallorosso: di cui è un grande tifoso.

Le parole di Lino Banfi

Di seguito le parole del noto attore comico Lino Banfi, rilasciate in esclusiva i nostri microfoni.

Lino Banfi

Un giudizio sul nuovo tecnico della Roma Ivan Juric?

“È un allenatore che mi sta incuriosendo molto. Considerando che io sono molto amico di De Rossi ed ero in buoni rapporti con Mourinho, quando è arrivato un altro allenatore straniero come Juric sono rimasto un po’ spiazzato.

Io penso, come ho sempre detto nelle mie interviste calcistiche, che in una squadra di Serie A ci vuole un allenatore italiano e una presidente italiano: se è romano ancora meglio.

Come ho già detto in precedenza, Juric è un allenatore che mi sta incuriosendo molto e se riesce a risollevare la Roma in un momento del genere, così complicato, vuol dire che è un validissimo tecnico.”

Mi può spiegare brevemente come è nata l’idea di fare il film “L’allenatore nel pallone”?

“L’idea di fare questo film me la diede Liedholm nel periodo in cui allenava la Roma, in una domenica sera in cui eravamo entrambi diretti a Milano.

In quella circostanza mi disse se avevo mai pensato di fare un film su un allenatore di calcio e mi raccontò di questo Oronzo pugliese che poi sarebbe diventato il protagonista dei miei film: ovvero Oronzo Canà“.

Rimanendo in tema “L’ allenatore nel Pallone”, nel secondo film della saga appare per pochi minuti Daniele De Rossi. Come ha vissuto il recente esonero dell’ormai ex tecnico giallorosso?

“Io, come tutti i tifosi giallorossi, non ho vissuto bene l’esonero di De Rossi, perché in quel momento non riuscivo a capire bene il motivo per cui è stata fatta questa scelta. Poi, quando abbiamo saputo che la scelta era stata fatta dall’ormai ex CEO dei giallorossi, ci siamo rimasti molto male.

Io personalmente non condivido l’esonero di De Rossi, perché come Totti è stato una bandiera della Roma e non meritava di finire in quel modo, ma ormai non si può tornare indietro e dovremo farcene una ragione.”

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