Le interviste
ESCLUSIVA CS, Siani: “Lautaro può puntare al record, Palladino un predestinato e su De Rossi…”

Ai nostri microfoni è intervenuto Fernando Siani, volto di Cronache di Spogliatoio: ci ha parlato del campionato di Serie A.
Cosa ne pensi di questa Inter?
“Io penso che questa Inter, come ho già detto a Fontana di Trevi, sia a livello di gioco che di estetica la migliore Inter degli ultimi trent’anni.
Inoltre credo che Inzaghi sia già adesso, per il lavoro che ha fatto, superiore ad Antonio Conte per valorizzazione dei calciatori. Si è vero che Conte vince lo scudetto ma lo fa con una squadra fortissima e aveva a disposizione giocatori del calibro di: Skriniar Eriksen e Perisic.
Mentre a Inzaghi ogni anno hanno tolto tra tre-quattro giocatori chiave compresa quest’estate, sostituendoli con giocatori che teoricamente hanno sempre un passo indietro che però poi si sono rivelati un passo avanti per merito suo.
Secondo me questa Inter sta vivendo una stagione irripetibile anche perché i numeri sono sono senza senso, con un più 55 di differenza reti, un dato surreale come i 69 punti in campionato tantochè in Europa nessuno ha fatto i punti dell’Inter.
Quello che sta facendo questa squadra è un qualcosa di irripetibile, e adesso che il campionato è praticamente vinto, ci sarebbe la necessità secondo me, di andare avanti il più possibile in Champions League perché l’Inter per come gioca può serenamente almeno ripetere il risultato dell’anno scorso. Poi ovviamente tutto dipende dal sorteggio e se riesce a battere l’Atletico“.
Rimanendo in tema Inter, ti aspettavi Lautaro così in questa stagione?
“Se tu guardi i numeri di Lautaro, è un calciatore che è in costante crescita: ogni anno fa meglio dell’anno prima quindi potevo aspettarmi un Lautaro che migliorasse. Quest’anno mi sembra che abbia superato le aspettative e che anche lui sia al top assoluto della sua carriera.
E’ un giocatore che ha davvero la potenzialità di arrivare a toccare il record di di gol di Immobile, per come stanno andando le cose.
Quello che sta facendo al momento l’attaccante argentino è davvero un risultato incredibile, io non mi aspettavo potesse fare così bene però la realtà dei fatti è che Lautaro è stato messo nelle condizioni per esaltarsi al massimo grazie a Marcus Thuram, che è il giocatore perfetto per giocare al fianco del Toro.
In precedenza Lautaro è sempre stato un passo indietro rispetto agli attaccanti con cui ha fatto coppia, vedi Lukaku e Dzeko, ora che è lui la vera prima punta ha 5-6 palle gol a partita che la squadra costruisce per lui.
Io penso che questo ragazzo sia diventato un qualcosa di clamoroso e inoltre credo che la fascia di capitano gli abbia dato quell’ulteriore step in più in termini di confidenza, di fiducia, di uomo squadra che lo ha trasformato in un giocatore strepitoso”.
Cosa ne pensi di De Rossi come nuovo allenatore della Roma?
“Io sono molto favorevole a De Rossi. Innanzitutto è una persona che piace tantissimo da sempre, sin da quando giocava in campo.
Io personalmente facendo questo lavoro sono fan di chi non è mai banale nelle dichiarazioni e lui mi sembra davvero una persona vera e sincera al 100% in quello che dice, come avevo detto nel mio podcast.
De Rossi è arrivato a Roma in un contesto complicatissimo perché allenare a Roma è difficile, allenare a Roma dopo Mourinho è difficilissimo. Per fare un paragone, è quasi come venire dopo Spalletti per quello che andavi a gestire. Inoltre, l’ambiente giallorosso era molto affezionato a Mourinho.
De Rossi a Roma sta facendo un grande lavoro, non ha sbagliato nulla e secondo me, per le idee che ha, credo che siamo solo all’inizio di una carriera veramente importante”.
Rimanendo in tema nuovi allenatori, cosa ne pensi del nuovo mister del Napoli Francesco Calzona?
“In questo momento è difficile dare un giudizio. Io tramite Prime ho seguito la gara di esordio di Calzona contro il Barcellona: dovendoti dare un parere onestamente ero favorevole a un cambio in entrambi i casi.
Sia per Garcia, che secondo me aveva ben chiaro dove si trovasse, e così come Mazzarri che purtroppo non aveva chiaramente in mano la situazione.
In quel momento a Napoli era giusto cambiare, e hai preso un allenatore che conosceva già l’ambiente e mi sembra che rispetto a Mazzarri possa contare su Osimhen. La sola presenza di un Osimhen in discreta forma basta per chiudere con dignità il campionato.
Personalmente non credo che il Napoli andrà in Champions League però per come si stavano mettendo le cose questo mi sembra il male minore.
In casa Napoli è chiaro che in questo momento vi è una situazione oltre l’emergenza, adesso ci sarà la base alle Nazionali e Calzona andrà ad allenare la Slovacchia: questo vuol dire che per due settimane il Napoli avrà qualcun altro.
Questa è la situazione surreale di una stagione che al Napoli sta andando malissimo, ma il vero problema in casa Napoli è stato l’addio di Spalletti a maggio”.
Visto il tuo passato con l’Udinese, cosa serve a questa squadra per tornare su buoni livelli?
“All’Udinese manca sicuramente un pò di qualità, ha dei giocatori buoni, alcuni anche forti, ma è comunque una squadra che segna poco e prende tanti gol. Quando i numeri sono questi non può mai essere una stagione positiva.
In casa Udinese vedendo i risultati vi è una situazione anomala perchè ha fatto punti esclusa l’Inter solo con le prime quattro squadre del nostro campionato, ha battuto il Milan e Juve e ha pareggiato con l’Atalanta.
Comunque l’Udinese è una squadra che avrebbe bisogno di un pò di qualità e di voglia, ha comunque avuto dei problemi perchè non è riuscita a sostituire Deulofeu, ha avuto un pò l’equivoco della prima punta, ha avuto l’equivoco con Samardzic.
Secondo me pero alla fine si salverà perchè vedo squadre peggiori, ma questa non è sicuramente una stagione positiva anzi è un bel passo indietro per il club friulano”.
Visto che ne abbiamo parlato poco fa, secondo te chi sono le tre squadre che retrocederanno in Serie B?
“Secondo me la Salernitana nonostante mi dispiaccia molto per il direttore Sabatini, è un amico di Cronache, penso che la Salernitana e Sabatini in particolare convivrà per sempre con l’errore di non aver cambiato l’allenatore appena arrivato a Salerno.
Filippo Inzaghi ha fatto secondo me anche discretamente bene ma è stato molto sfortunato ma Sabatini aveva in testa già altro che non se l’è hai sentita di cambiare.
L’altra squadra che potrebbe retrocedere è il Sassuolo nonostante sia arrivato Ballardini, però mi sembra ormai una squadra totalmente in tilt.
Mi sembra una squadra che ha perso completamente la testa da mesi e ha vissuto quella situazione in cui credeva che non sarebbe mai arrivato questo momento invece adesso questo momento è concreto. Sarà costretta a lottare per non retrocedere, è una squadra assolutamente non abituata rispetto ad altri club come Cagliari e Verona e al momento rischia veramente tanto.
L’altro secondo me se lo giocano Verona e Cagliari, con il Verona che a mio modo di vedere meriterebbe di salvarsi ma temo che purtroppo tanti cambiamenti societari non mi danno buoni propositi e quindi ho paura che non ce la faccia a rimanere nella massima serie”.
Cosa sta mancando secondo te in questo momento alla Lazio?
“Io personalmente non riesco ad avere un parere semplice sulla Lazio, perché con Prime l’ho vista tre volte dal vivo rispettivamente contro Celtic, Atletico Madrid e Bayern Monaco e ho visto praticamente tre volte scuole diverse come gioco.
L’ultima col Bayern Monaco è stata secondo me è una prestazione fenomenale difensivamente parlando con il Bayern che vanta giocatori del calibro di: Harry Kane, Muller, Musiala, Kimmich, poi ho visto anche una partita finalmente concreta da parte di Immobile, una squadra super concentrata.
Poi dopo le altre due gare, compresa quella col Torino, di nuovo male con Sarri che sbrocca, Lotito uguale quindi alla base c’è qualcosa che non va.
Personalmente parlando mi dispiace perché ho seguito tanto la Lazio, sono stato a Formello, ho intervistato Pedro e ho visto una squadra super organizzata con un centro sportivo meraviglioso, però a mio modo di vedere sta pagando il fine ciclo di Sarri che è abbastanza evidente.
Il mercato purtroppo non ha portato dei giocatori che lui evidentemente non voleva, mi sembrava abbastanza chiaro, non è mai stato sostituito davvero Milinković-Savić.
Comunque la stagione non è da buttare adesso vai a giocare gli ottavi di Champions al ritorno col Bayern partendo sul 1 a 0, sei anche ancora in Coppa Italia quindi è tutto lì però in casa biancoceleste ci sono dei segnali tanto discordanti e quando è così vuol dire che c’è qualcosa che non va alla base”.
Cosa ne pensi della voce che potrebbe portare Palladino alla Lazio per il post Sarri?
“Palladino alla Lazio non mi dispiacerebbe perchè è un allenatore con tante idee, non so quanto sia facile gestire l’ambiente Lazio, a Monza mi sembra che tutto sommato sia abbastanza tranquilla come come realtà, al contrario l’ambiente Lazio mi sembra abbastanza tosto. Palladino mi sembra davvero un predestinato quindi sarebbe molto interessante vederlo sulla panchina della Lazio.
Parlando di predestinati, un parere su Thiago Motta e sul suo Bologna?
“Credo che dopo Inzaghi, Thiago Motta sia il migliore allenatore del campionato, e inoltre credo che sia l’allenatore più ambito del campionato, non so se resterà a Bologna secondo me no anche perchè è un allenatore che ha molto mercato.
Il tecnico ex Spezia è cercato dalla Juve, dal Milan, dal Napoli e dal Barcellona, ed è un allenatore che pur non avendo allenato in grandi squadre ha già lo la personalità per a stare sulla panchina di una grande squadra, mi sembra davvero uno nato per essere allenatore di un top club, io credo che chiunque lo prenderà Motta farà un grande affare”.
Quanto hanno influito Sartori e Di Vaio nella costruzione di un Bologna perfetto messo in mano a Motta?
“Sicuramente non possiamo dire che come dire è 100%, merito di Motta se il Bologna va così bene, non sarebbe giusto, perchè il Bologna è pieno di giocatori di livello anche prima di Motta.
Possiamo dire che il Bologna lavora benissimo da quando Sartori, che credo sia il miglior DS d’Italia, riesce a prendere giocatori che poi si rivelano tutti dei potenziali campioni, poi dipende chi li allena però il materiale è sempre ottimo.
Basti pensare ai vari Orsolini, Ferguson, Posch, Ndoye, Freuler che sono in un contesto dove si esaltano, quindi io ti dico che soltanto è un 50 e 50, il Bologna ha messo a disposizione una buona squadra a Motta, e Motta l’ha fatta diventare una grande squadra”.
Ti voglio fare una domanda stile cronache, i tre giocatori che ti hanno sopresi di più finora?
“A me stupisce sempre un po’ Piccoli del Lecce che secondo me è un giocatore di cui si parla poco ma che ha grandi qualità, un altro che mi ha stupito è Ederson dell’Atalanta per me lui è il numero uno nel senso è un giocatore che mi immaginavo forte ma non sapevo fosse così forte, ed è un calciatore che può giocare in qualsiasi top club in Italia.
Un altro che mi ha stupito molto che credevo potesse fare bene ma non così bene che adesso è proprio in rampa di lancio è Bellanova del Torino che è una mia battaglia da sempre da quando era all’Inter. Io l’ho sempre visto come un giocatore dalle potenzialità alte perché un esterno che corre, credo sia il giocatore più veloce del campionato, crossa benissimo sia di destro che di sinistro, sa inserirsi bene e adesso viste le sue prestazioni c’è addirittura aria di convocazione in nazionale da parte di mister Spalletti”.
Ti voglio chiedere come ultima cosa un parere su questi tre calciatori, Suslov, Folorunsho e Brescianini?
“Per quanto riguarda Folorunsho, a metà, perchè seguendo molto il Verona e ti dico che la prima parte di stagione di Folorunsho è andata male un pò come tutto il Verona, adesso sta venendo fuori più per come gioca durante la partita come giocatore da highlights, è un giocatore che fa dei dei gol clamorosi , quello contro la Juve ne è l’esempio più lampate.
Per quanto riguarda Suslov, è un giocatore che sin dalla prima partita si è capito che era diverso dagli altri ed è un altro giocatore molto buono che tra le sorprese del campionato ci sta più che bene.
Per quanto riguarda le sorprese del campionato al posto di Piccoli metterei Soulé. Brescianini e un pò come tutti i giocatori dalla trequarti in su in casa Frosinone sono tutti ottimi giocatori di cui sentiremo parlare sicuramente in futuro”.
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Juventus, Graziano Campi: “Allegri-Motta? La differenza la fa il rapporto con gli Ultras. Su Giuntoli e Vlahovic…”

Il noto giornalista, commentatore e opinionista sportivo Graziano Campi ha parlato della Juventus durante un’intervista esclusiva ai nostri microfoni.
Il noto giornalista sportivo, nonché grande tifoso della Juventus, Graziano Campi, ha rilasciato un’altra intervista esclusiva ai nostri microfoni. Il main topic, ovviamente, è stato il momento dei bianconeri.
Juventus, le parole di Graziano Campi
Di seguito le sue parole.
Q: Lo scorso anno la stagione della Juventus è stata definita “fallimentare” per un terzo posto e una Coppa Italia. Come mai l’approccio della stampa nei confronti dell’attuale allenatore è così diverso da quello del precedente? L’abbattimento dell’età media della rosa è davvero una motivazione sufficiente?
A: “Perché Thiago Motta non parla molto coi giornalisti. Perché parlare male in assenza di risultati fa fare interazioni, che sono il pane del moderno giornalismo. Perché la società non sa fare da schermo al tecnico e perché si sono spesi un sacco di soldi, con conseguenti aspettative deluse. L’età media della rosa è un fatto, ma Di Gregorio, Kalulu, Gatti, Bremer, Cambiaso, Koopmeiners, Locatelli, Douglas Luiz, Nico Gonzalez, Vlahovic e Kolo Muani sono giocatori giovani ma non inesperti. Inoltre i meno esperti hanno fatto il loro dovere, se penso a Savona, Yildiz, Mbangula, Conceicao e Thuram. Manca la maturità e la personalità per gestire i momenti di crisi e quello è un fattore psicologico che cresce con l’età.”

LEONARDO BONUCCI DISCUTE CON MASSIMILIANO ALLEGRI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Q: La Juventus non supera gli ottavi di finale di Champions League dal 2019. In questi sei anni ha cambiato quattro allenatori, ma due volte su cinque non ha neppure avuto acceso alla fase ad eliminazione diretta. Come mai si parla così tanto del manico e così poco del progressivo impoverimento tecnico della rosa?
A: “Perché si va a toccare la gestione del direttore sportivo, che è sempre meno attaccabile dell’allenatore. Non ricordo direttori sportivi cambiati con l’allenatore che rimane al suo posto, ma potrei sbagliare. Motta oggi è criticato, ma ti faccio un esempio di errore che cambia la stagione: Calafiori. Era la prima scelta di Motta, lo voleva a tutti i costi ma per Giuntoli non era indispensabile perché sarebbe costato 45 milioni. Si è andati su Douglas, Nico e Teun. Circa 150 milioni investiti e poi per trovare il difensore centrale sinistro, tra Cabal, Kelly e Veiga, è stato un calvario che più o meno ti è costato la stessa cifra: tra bonus e prestiti. Una difesa con Kalulu, Bremer e Calafiori penso sarebbe piaciuta a tutti i tifosi.”
Q: Mi ricollego alla domanda di cui sopra. Thiago Motta a 11 giornate dal termine è a 6 punti dalla vetta. Verosimilmente non vincerà lo scudetto, ma viste tutte le attenuanti del caso l’acredine dei tifosi nei suoi confronti (parimenti a quanto accaduto con il suo predecessore) non è eccessiva?
A: “Faccio un distinguo. L’anno scorso Allegri era criticato per i risultati ma non dagli ultras, che oggi sono scesi dal carro di Thiago nonostante le cinque vittorie consecutive in campionato. Nelle cinque gare da inizio febbraio alla prima di marzo, un anno fa Allegri collezzionò 4 punti: con la sconfitta contro l’Inter. Motta ne ha fatti 15, battendo l’Inter. La differenza la fa anche il rapporto con i tifosi: Allegri dava loro confidenza mentre Motta si attiene alle attuali disposizioni delle autorità competenti, per non finire intercettato come i tesserati di Inter e Milan.”

THIAGO MOTTA PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Q: Per un anno e mezzo si è ripetuto che la scarsa vena realizzativa di Vlahovic dipendesse unicamente dal modo di giocare di Allegri. Poi è arrivato un altro allenatore, che vede il calcio in maniera molto diversa dal labronico, e persistono le stesse difficoltà, ma l’analisi non cambia. Considerando che nessuna big ha bussato alla sua porta nel mercato di Gennaio, vale la pena chiedersi se il suo valore sportivo rispetti quello mediatico?
A: “Vlahovic ha 25 anni. Quando la Juve vendette Bobo Vieri, ne aveva 24. Se analizzi potenziale e rendimento e guardi la carriera dei due dal punto di vista dei gol, Vlahovic sta facendo una carriera migliore. La questione sta tutta nel potenziale mentale: se ha la testa giusta, può migliorare e diventare forte come lo divenne Vieri più avanti in carriera. Rischiare di fare come con Kean, che ha la stessa età, non è una decisione facile. Solo dal punto di vista economico, ingaggio e potenziale incasso, si può ragionare su una sua cessione. Chi lo boccia perché non vede in lui qualità, non ha capito che da 20 a 25 anni un calciatore va incontro a un processo di maturazione mentale oltreché fisico. Vieri andò via sicuramente per soldi, ma anche perché era scatenato fuori dal campo. Agnelli lo rimpianse immediatamente ma la Juventus no, perché arrivò Inzaghi e vinse lo scudetto.”

DUSAN VLAHOVIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Q: Giuntoli è stato (giustamente) celebrato per il capolavoro fatto nell’ultimo anno a Napoli, ma le precedenti campagne acquisti erano state più o meno in linea con la sua prima estate bianconera. E’ stato eccessivo insignirlo del ruolo di plenipotenziario? Senza gli accurati pesi e contrappesi all’interno della società?
A: “Va capito se è il plenipotenziario o se è semplicemente si è isolato. A Torino ha trovato una squadra completa, con Cherubini, Tognozzi, Manna, i Chiellini, Calvo e ci metto pure Allegri. Metà li ha fatti fuori e l’altra metà l’ha mandata a fare pubbliche relazioni in Lega Calcio. Inoltre lui si occupa soltanto della parte di calciomercato, insieme agli uomini che si è voluto portare da Napoli. Non si è mai occupato della parte di politica sportiva, come fa ad esempio Marotta. Non si occupa del lato finanziario (vedi comunicati dell’area amministrativa a corollario delle operazioni da lui fatte, come nel caso dei prestiti con diritto di fatto obbligato o delle permute di Iling e Barrenechea) e non si vede in conferenza stampa dopo le sconfitte. Litigi a parte, non parla coi giocatori. Fa un ruolo più simile a quello del Direttore Sportivo. Come a Napoli, dove del lato finanziario e politico si occupava la squadra di De Laurentiis. Qualcuno ha fatto credere che fosse il nuovo Marotta, ma quella figura è più vicina al ruolo che svolge Giovanni Carnevali o, in misura minore, lo stesso Francesco Calvo con Giorgio Chiellini.”

CRISTIANO GIUNTOLI PREOCCUPATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Dino Marino: “Il mio obiettivo è dedicarmi ai ragazzi, aiutarli a creare un avvenire”

Dino Marino, ex calciatore dell’Inter, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni riguardo la sua nuova vita dopo l’aver appeso gli scarpini al chiodo.
L’ex giocatore di Inter e Arezzo, Dino Marino, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni. Diversi i temi affrontati, tra cui la sua nuova esperienza di formatore di giovani, dopo aver detto addio al calcio giocato.
Esclusiva CS, le parole di Dino Marino
Con l’aver messo gli scarpini al chiodo, ora ti dedichi nelle polisportive di calcio all’insegnamento della voglia, della passione e del talento a questi ragazzi, giusto?
“Sì, cerco di aiutarli. Ci sono tanti ragazzi di prospettiva che se allenati in un certo modo, possono rendere tanto. Il mio obiettivo è dedicarmi ai ragazzi, aiutarli a creare un avvenire. Ho giocato nell’Inter, ho avuto molti allenatori, ma posso garantirvi che l’unico allenatore che mi ha insegnato tutto è stato mio padre. Voglio cercare di dare ai ragazzi quello che mio padre mi ha insegnato. Il mio obiettivo è lavorare sulla qualità, oramai nessuno ci lavora più: pensano tutti alla tattica”.
A proposito di ragazzi che segui, partiamo con Mattia Piciollo. Classe 2007, allenato da te nell’ultimo periodo.
“Ora Mattia è andato al Follonica in Serie D. Ho preferito farlo andare in una piazza di Serie D per farlo maturare prima. È un ragazzo di prospettiva, io l’ho allenato qualche mese, ma il lavoro più grosso l’ha fatto il nonno, perché l’allenato tantissimo. Ho notato in lui delle qualità importanti. Il fisico, l’altezza (1,87), usa entrambi i piedi, è elegante. È un giocatore da società professionistiche di un certo livello per le qualità che possiede.
Ho notato ciò e ho cercato di aiutarlo perché secondo me, partendo dalla Serie D e avendo a che fare con giocatori grandi ed esperti, può maturare prima. Questo anche grazie all’aiuto di Mauro Scarino, che me l’ha presentato e ha dato una grossa mano affinché possa far bene. È un giovane che può fare tanto perché ha delle qualità fisiche importanti. Ormai tutti guardano il fisico nelle società di Serie A, Serie B, Serie C. La prima cosa che guardano è il fisico e lui c’è l’ha.
Deve soltanto lavorare con i grandi e capire che il calcio non è il settore giovanile, ma quello dove adesso si trova.
Vorrei ringraziare il mister Marco Masi, il direttore Marco Comparini e il direttore Paolo Giovannini che hanno creduto in lui e hanno preso subito il ragazzo”.
L’Intervista integrale sul nostro canale Youtube
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Rijeka, Djalovic: “Cannavaro e Gattuso grandi allenatori, ma noi puntiamo al titolo”

La nostra redazione ha avuto l’onore e il piace di intervistare Radomir Djalovic, allenatore del Rijeka, attualmente primo in classifica in Croazia.
La redazione di Calciostyle ha avuto l’opportunità di intervistare Radomir Djalovic, ex attaccante montenegrino che, dopo due anni trascorsi da vice-allenatore, ad agosto scorso è stato scelto come guida tecnica del Rijeka.
Scelta che, almeno fino a questo momento, ha ampiamente ripagato, visto il primo posto in classifica nel campionato croato. Con lui abbiamo parlato del rendimento della squadra ma anche degli allenatori nostrani emigrati in Croazia.
Esclusiva CS – Rijeka, le parole di Djalovic
Il Rijeka occupa la posizione di leader nel campionato croato nonostante il fatto che si combattano due grandi allenatori italiani Gennaro Gattuso (Hajduk) e Fabio Cannavaro (Dinamo Zagabria). È vero che il budget annuale del Rijeka è di 15 milioni di euro, dell’Hajduk di 50 milioni e della Dinamo di 60 milioni? Come riesci a combatterli?
È vero che i budget di Dinamo e Hajduk sono 6, 7 volte più grandi dei nostri, ma a volte, anche se i soldi sono molto importanti, non sono decisivi. Cerchiamo con un grande lavoro di creare un clima familiare in cui i giocatori danno il massimo, insieme ai nostri tifosi, per lottare con loro, e per ora sta andando bene.
Chi è il tuo più grande rivale in questa stagione, Gennaro Gattuso o Fabio Cannavaro?
Sono entrambi bravissimi allenatori, come dimostrano i loro risultati, ed entrambi sono rivali nella corsa al titolo, a pari merito si potrebbe dire.
Pensi che i due allenatori italiani abbiano portato lo stile di calcio italiano nei due più grandi club croati?
Sì, entrambi hanno portato uno stile italiano riconoscibile in Croazia, e i loro risultati dimostrano che sono allenatori bravi e di grande successo.
Speri di poter ancora vincere il titolo?
Lo spero. anche se questo è il mio primo lavoro da allenatore, ma sarebbe bellissimo riuscire a superare entrambi e riuscire a festeggiare alla fine. Noi ci crediamo, anche se ci siamo indeboliti perché abbiamo venduto 3 dei nostri migliori giocatori una settimana fa. Una cosa è certa: non ci arrenderemo e lotteremo fino alla fine.
Hai mai pensato di allenare un club italiano?
Certo. Sono ancora giovane, ma sarebbe un onore e un privilegio lavorare in Italia in futuro.
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