L’Ex direttore sportivo della Juventus, Luciano Moggi, è stato ospite di Match!, la trasmissione di approfondimento sul calciomercato a cura di LBDV e calciostyle.
Nel corso dell’intervista sono state varie le tematiche trattate da Luciano Moggi, tra le quali l’attuale situazione del calcio italiano e il periodo che sta vivendo il Napoli.
“Il calcio italiano è rappresentato dalla Nazionale di calcio che va in giro a collezionare brutte figure. Basterebbe puntare di più sui calciatori italiani che su quelli stranieri. Anche perché i calciatori stranieri che giocano oggi in Italia non sono piu i Maradona, i Van Basten o i Gullit di un tempo.
Adesso questi tipi di giocatori non vengono o, se vengono, arrivano in Serie A solo in età avanzata come Ribery o Ibrahimovic: è questo è il dramma del calcio italiano.
Bisogna dare nuovo vigore al settore giovanile.
Attualmente in Serie A giocano 362 stranieri e di questi saranno guardabili al massimo una decina.
Di questo il campionato italiano ne soffre, anche perché non c’è più né il senso di appartenenza né attaccamento alla maglia.
Nella finale del Mondiale del 2006 tra l’Italia e la Francia giocavano ben 10 giocatori della Juventus, oltre all’allenatore Lippi e al massaggiatore Esposito, sembrava quasi un’amichevole tra la Juventus A e quella B. Quello è un esempio pratico di quanto fosse importante il campionato italiano e di come anche ora potrebbe esserlo.
Oggi purtroppo la situazione del calcio italiano è quella di società pesantemente indebitate”.
“Conte potrebbe essere sicuramente il toccasana del Napoli. Toccasana sportivo ma non economico, su questo non c’è dubbio. Al Napoli occorre una scelta del genere per dare una svolta all’attuale situazione, ma per prendere Conte è importante che il presidente si metta in disparte.
Solo a quel punto lì potrebbe arrivare conte e le condizioni per farlo arrivare ci sarebbe sicuramente, magari con Ciro Ferrara come secondo.
Un allenatore come Conte però sicuramente non gradirebbe le incursioni di De Laurentiis negli spogliatoi tra il primo e il secondo tempo.
Cosa che il presidente del Napoli, per esempio, non faceva con Spalletti lo scorso anno.
Per quanto riguarda l’aspetto economico dell’operazione Conte va detto che esistono due De Laurentiis, quello imprenditore che riesce a mantenere i conti della società in regola e a mantenere gli stipendi dei giocatori bassi. Rendendo il Napoli una squadra che fa gola a molti giocatori, i quali possono mettersi nel club azzurro per poi puntare a squadre più importanti.
Vedi Osimhen che il prossimo anno sicuramente sarà in Premier League.
C’è poi il De Laurentiis presidente sportivo, il quale se prende un allenatore come Conte deve mettersi da parte e lasciar fare a chi parla di calcio”.
“Sono le squadre che vogliono poter giocare più partite in modo da poter guadagnare di più con la vendita dei biglietti.
Fifa e Uefa vogliono spettacolarizzare il calcio, ma la critica che si può muovere a loro é quella, per esempio, di far giocare partite degli Europei in giro per il Mondo. Queste cose funzionano poco.
Anche il campionato che ha vinto lo scorso anno il Napoli è stato un campionato particolare, poiché diviso in due. Io non sono un indovino, ma Spalletti veniva dall’esperienza in Russia doveva aveva vinto il campionato con lo Zenit, torneo anch’esso diviso in due parti:una fino a dicembre e l’altra da febbraio in poi.
Secondo me ha avuto modo di mettere in pratica quello che ha appreso in Russia: ha impostato gli allenamenti per partire subito forte a inizio campionato e poi i vari richiami quando riparte il campionato.
E lì Spalletti é stato bravo perché veniva da questa esperienza russa e quindi ha creato una squadra che ha fatto molti punti nella prima parte di campionato”.
“L’errore più grande che ha commesso De Laurentiis è stato quello di cambiare troppi allenatori. Cambiando troppi mister permetti ai giocatori di avere l’alibi, di non rendere come dovrebbero.
E se cambi tre allenatori non puoi che avere risultati diversi da quelli di quest’anno.
Hai permesso ai giocatori di non rendere più come dovevano sapendo che questi sono allenatori di passaggio.
Personalmente avrei continuato con Rudi Garcia, ma facendolo lavorare e senza gli inserimenti di del Presidente che hanno di fatto delegittimato l’allenatore.
Oltretutto permettendo ai giocatori di fare come volevano, vedi Osimhen che è stato oltre un mese in Nigeria per farsi curare dai suoi medici e non da quelli societari”.
“Queste sono scelte che dovrà fare la dirigenza con il nuovo allenatore. Più che l’attaccante è importante avere giocatori che permettano agli attaccanti di segnare. Lo scorso anno Osimhen ha realizzato molti gol anche grazie agli assist di Kvaratskhelia, che quest’anno ha reso meno dello scorso anno”
“Come ho detto bisognerebbe puntare su pochi stranieri ma buoni.
Valorizzare i giocatori italiani, sopratutto quelli delle giovanili.
Prendete la Juventus che ha tre giocatori giovanissimi in prestito al Frosinone che stanno ben facendo già quest’anno.
A Torino hanno pure Yildiz e Iling junior che stanno facendo ottime prestazioni.
Di fatto la Juve ha già pronta la squadra del futuro”.
Aggiornato al 17/05/2024 18:53
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