Categorie: Le interviste

ESCLUSIVA – Roberto Maida: “Il libro nasce dalla mia passione per le storie noir e crime. Racconto anche della vicenda Astori”

Il giornalista del Corriere dello Sport Roberto Maida è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per svelare aneddoti e curiosità concernenti il suo nuovo libro “Storie maledette del calcio. Ciò che la telecronaca non può raccontare”, promosso dalla casa editrice Diarkos, e fare il punto sui valori finora emersi nel campionato di Serie A.

Face to face con Roberto Maida

Hai definito il tuo libro “particolare”, differente. Cosa lo distingue dagli altri?

Il tratto peculiare di questo libro è proprio l’approfondimento sulle controverse e premature scomparse di numerosi calciatori avvenute sia durante che al termine delle rispettive carriere. Sono situazioni-limite, incidenti, suicidi o addirittura omicidi, che dal mio punto di vista sono state trattate con eccessiva superficialità.

Alcune di queste avrebbero meritato degli approfondimenti anche da parte della Magistratura, soprattutto per il rispetto che si sarebbe dovuto mostrare nei confronti delle famiglie coinvolte.

Il nucleo del libro è rappresentato proprio da questo: una ricerca strutturata sui casi più ambigui avvenuti nel nostro paese. Uno su tutti è quello riguardante Bergamini, inizialmente catalogato come suicidio, mentre in realtà era stato vittima di un omicidio: il processo è ancora in corso e non voglio anticipare il Giudice in merito, ma nel racconto faccio capire che ci sia stato un insabbiamento.

Rientra nel racconto anche la vicenda Astori.

Assolutamente si. Anche in questo caso c’è un procedimento aperto: il fatto che un atleta di 31 anni possa morire in quel modo significa che c’è una falla nel sistema di prevenzione riguardante i calciatori.

Come è nata l’idea di scrivere questo libro?

Tutto nasce dalla mia passione per le storie noir e crime, non solo inerenti lo sport. In questo racconto c’è anche un risvolto emotivo che parte dalla tragedia di Giuliano Taccola, raccontatami da mio padre quando ero piccolo. Ciò credo rappresenti il seme che ha contribuito a far germogliare questo mio interesse.

Nella stesura dei 14 racconti che compongono il libro c’è stata la collaborazione di tantissime persone legate a queste tragedie: familiari, amici, calciatori, giornalisti, senza i quali il libro stesso non avrebbe mai visto la luce.

Recentemente abbiamo assistito ad un episodio analogo con protagonista Szczesny. L’eccessiva pressione prodotta dal mondo del calcio odierno può essere un fattore in tal senso?

Il caso-Szczesny è talmente recente che neanche i diretti interessati sono realmente a conoscenza della scaturigine dell’accaduto. Sicuramente è stato un grande spavento per tutti. 

Il prodotto dell’eccessiva pressione sui calciatori si è materializzato con le lacrime di Fagioli domenica scorsa a Reggio Emilia. 

Dal mio punto di vista il più grande errore che si continua a commettere è il non prendere coscienza della fragilità umana, che non dipende da alcuno status sociale.

Passando al calcio giocato: il Napoli si appresta a diventare campione d’Italia per la terza volta.

E’ stato un capolavoro costruito con grande intelligenza ed alimentato anche da una buona combinazione di eventi. I meriti di Spalletti sono sotto gli occhi di tutti, ma dobbiamo anche sottolineare l’importanza del lavoro di Giuntoli che ha sostituito alla grande la vecchia guardia della squadra. 

Forse l’unico risvolto negativo è che gli azzurri hanno blindato la vittoria del tricolore con largo anticipo e ora rischiano di non goderselo abbastanza, specie se l’avventura in Champions League dovesse terminare per mano del Milan.

Nel campionato attuale stiamo assistendo ad un sovvertimento delle gerarchie: il centro-sud occupa le prime tre posizioni.

La stagione non è ancora finita e bisognerà vedere se la Lazio e la Roma riusciranno a difendere il secondo ed il terzo posto. Se il podio finale dovesse essere questo sarebbe una gran bella novità che dimostra che attraverso l’attuazione delle idee si possa compensare un gap di natura economica con le squadre abituate a spendere di più. 

In questo discorso inserisco anche il Frosinone, attualmente capolista in Serie B, ed il Catanzaro che ha monopolizzato il proprio girone di Serie C.

Quanti meriti ha Mourinho? Puoi svelarci un aneddoto su di lui?

Io non credo che i risultati arrivino per caso. Non c’è distinzione tra “giochisti” e “risultatisti” come vengono definiti oggigiorno. Ci sono vari modi di intendere e praticare il calcio che possono portare alla vittoria. 

La Roma è una squadra molto organizzata in termini difensivi: questa è una delle strade che possono condurre ad un risultato. Non sarà il più accattivante in termini estetici, ma veramente vogliamo discutere il curriculum del mister portoghese?!

Un aneddoto? Negli spogliatoi, dopo la finale di Tirana coincisa con il trofeo numero 26 della sua carriera, lo Special One con le lacrime agli occhi ha abbracciato tutti coloro che gli passavano di fronte, e tra questi c’ero anche io. E’ stato un momento surreale per me, che non avevo mai visto la Roma vincere in ambito europeo, essere abbracciato da un santone del calcio come lui.

Anche l’altra sponda del Tevere sta vivendo un ottimo momento. Come giudichi l’operato di Sarri?

Il lavoro che sta facendo è di valore indiscutibile. Non dimentichiamo che quest’anno non ha potuto contare su Immobile non avendo neanche un sostituto di ruolo. La Lazio è riuscita a fare 61 punti in 30 giornate grazie al mister toscano che ha contribuito a creare una solidità ed un’organizzazione invidiabili. 

E’ un peccato che non sia riuscita a competere anche in Europa dove, a mio avviso, aveva tutte le carte in regola per arrivare in fondo.

 

La redazione di Calcio Style ringrazia Roberto Maida per la gentilezza e la disponibilità mostrate augurandogli il meglio in ogni campo. 

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Pubblicato da
Alessandro Falzano

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