Le interviste
Intervista a mister Sandro Pochesci, la voce sincera del calcio
Abbiamo intervistato Sandro Pochesci, allenatore preparato e voce sincera del pallone. Mai banale e con idee rivoluzionarie, circa un mondo come quello del calcio, che spesso dimostra di essere obsoleto, e ricurvo su schemi “imposti” dal mondo del business. Ciao Sandro, veniamo a noi, partiamo con la prima domanda.
Sandro Pochesci ha allenato buone squadre, quale è stata la tua esperienza più bella e professionalmente importante?
Credo l’esperienza a Terni. Avevamo una squadra composta da “sconosciuti”. Abbiamo fatto una bella cavalcata, e siamo cresciuti tutti, sia dal punto di vista personale che professionale.
Che club ti piacerebbe allenare e perché?
Diciamo che mi piacerebbe allenare un club dove ci sia in progetto valido, dove si possa lavorare in serenità. La società dovrebbe sempre difendere l’allenatore per farlo lavorare bene, questa è ina condizione essenziale. Poi come si sa, chi comanda sono sempre i risultati.
La serie B forse è il campionato più difficile, cosa manca a questo torneo per fare il salto di qualità?
Credo che il più difficile sia la serie A, dove il livello è il elevatissimo. Siccome non ho mai allenatonnella massima serie, rispondo dicendo che il campionato più difficile è la serie D. Vince mail una squadra, bisogna fare le squadre con pochi soldi, cercando di coniugare al meglio i giovani ed i calciatori più esperti. Per vincere servono calciatori di categoria, abituati a giocare in certi campi e ambienti “caldi”. La serie B è un bel campionato, ma per fare il salto di qualità, sarebbe necessario a mio modesto parere, cambiare le regole. Bisognerebbe puntare in maggiormente sui giovani, con delle regole ben precise che consentano loro di giocare, regolando anche la questione degli stranieri. Insomma la B potrebbe essere una sorta di Under23 per le “prime” squadre. Ci vorrebbero anche dei tetti di spesa, in maniera tale che alcune realtà, come ad esempio il Monza in serie C, non siano in grado di ammazzare il campionato. Farei anche delle regole per ciò che concerne gli allenatori, non credo sia giusto che un mister senza esperienza possa sedersi su una panchina importante. Deve esistere la gavetta per tutti.
La serie A esprime club importanti. Quale credi sia il club più organizzato, e più competitivo all’estero?
Il progetto Juventus è senza dubbio il più importante, di un club serio e forte. Poi dico l’Atalanta che sta facendo cose importanti. Questo per me è il club da prendere ad esempio, soprattutto in B, dove ripeto sarebbe opportuno dar spazio ai giovani italiani.
Sandro, tu sei conosciuto non solo per essere un bravo allenatore, ma anche per essere una persona schietta. Cosa cambieresti nel calcio attuale?
Per quanto riguarda la serie A, cambierei alcune cose. Ad esempio farei giocare negli undici titolari sempre due ragazzi under 22, provenienti dal settore giovanile. Ciò consentirebbe ai grandi club di investire sui settori giovanili e di puntare maggiormente sui calciatori italiani. Farei delle regole anche riguardanti gli allenatori, con retrocessioni comprese, un sistema un po’ complesso ma credo interessante. Inoltre darei pieni poteri a ds e mister, che dovrebbero gestire il budget fornito dal club. In caso di fallimento ovviamente in entrambi verrebbero mandati a casa. Poi darei in ogni categoria l’obbligo di far giocare i giovani italiani. Questo è il modo migliore per rilanciare il calcio.
Le interviste
Esclusiva CS, Bernardo Corradi: “Bisogna insegnare ai giovani a conoscere il proprio corpo. Su Vieri ed Euro2004…”
L’ex-attaccante italiano, Bernardo Corradi, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di CS nel corso del “Soccer Football Summit 2024”.
Il 19 e il 20 di Novembre è andato in scena, allo Stadio Olimpico di Roma, l’evento “The Future of Football is Here“, presso il “Soccer Football Summit 2024“. Fra gli ospiti l’ex-attaccante (fra le altre) di Lazio e Udinese Bernardo Corradi, che ha parlato ai nostri microfoni della sua esperienza da tecnico dell’U20 italiana.
Le parole di Corradi a Calcio Style
Corradi ha parlato anzitutto dei suoi ricordi legati agli Europei del 2024, dove venne chiamato inizialmente per sostituire l’infortunato Vieri. Alla fine il centravanti prese regolarmente parte alla competizione e i due finirono per contendersi una maglia. Corradi giocò da titolare l’ultima del girone: la vittoria (2-1) contro la Bulgaria.
“Quando arrivi in pre-raduno, dove hai 24 calciatori, sai che dovrai dire a 4 di loro che non parteciperanno alla fase finale della competizione. Siccome ci sono stato dall’altra parte, mi metto nei loro panni. Ai miei tempi vivevo le cose in maniera molto serena. Ero pronto a tornare a casa dopo la partita, poi Maurizio Manzini (storico team manager della Lazio) mi ha detto che Vieri aveva avuto un problema al ginocchio e che sarei rimasto in ritiro. Eravamo tre esordienti: io, Miccoli e Camoranesi. Ero già contento di far parte della spedizione, poi il mister mi prese da una parte e mi disse: ‘Giochi dall’inizio’. Adesso, con l’età, riesci a vedere da un’altra prospettiva tutto quello che ti è successo. Mi emoziono sempre a ricordare certi momenti.”
Corradi ha poi parlato del suo percorso da allenatore, che lo ha portato a essere selezionatore di tutte le nazionali giovanili italiane. Ha poi parlato anche del suo approccio con i giovani calciatori, della disciplina che intende dare loro e soprattutto delle regole vigenti all’interno degli spogliatoi da lui presidiati.
“Sono stato assistente dell’U19. Poi ho fatto il primo allenatore nell’U16 all’U19, passando anche per l’U17 e l’U18. Sono abbastanza ferrato su questo argomento. Ho notato che chi effettua tutto il percorso generazionale, vale a dire dall’U15 sino all’U20, certi tipi di regole non c’è nemmeno più bisogno di metterle perché le fanno in automatico. I nuovi, invece, seguono la buona strada di chi dà l’esempio. Il gruppo si autoregola, poi un minimo di regole alla base ci vogliono sempre ma gli va data la libertà di sbagliare. Vanno ripresi a volte perché è giusto, l’ultima volta l’ho fatto due giorni fa, perché bisogna alzare il livello d’attenzione. In U15 sono piccoli e quindi sei ‘obbligato’ a dare delle regole rigide, come la sveglia alle 8:30 e la colazione alle 9, perché alcuni sono indisciplinati. 5 minuti prima dell’appuntamento devono essere davanti alla sala della colazione e il capitano deve assicurarsi che siano tutti presenti. Se qualcuno manca allora devono iniziare ad aiutarsi perché poi lo faranno anche in campo, magari quando qualcuno sbaglia una diagonale. In U20 è diverso perché inizi ad avere contezza del tuo fisico. Se uno è abituato a svegliarsi alle 9:30 glielo lascio fare, mentre chi è abituato a svegliarsi presto si sveglia presto. Ora non sto mettendo la sveglia, perché l’impostazione si costruisce così.”
Le interviste
ESCLUSIVA – Lino Banfi sulla Roma: “Nessuno avrebbe commesso errori simili. Ranieri…”
Esclusiva Calciostyle – Il noto attore comico e grande tifoso della Roma Lino Banfi ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai nostri microfoni.
Di seguito la sua opinione sul momento della squadra giallorossa.
Banfi sulla Roma
“Siamo tutti arrabbiati, persino i tifosi delle altre squadre. Neanche un neonato avrebbe commesso errori del genere. Una serie di “americanate” senza senso. Il presidente della Roma dovrebbe essere romano. Comprendo e condivido la frustrazione del tifo giallorosso che spesso fa dei sacrifici senza venire ripagato.”
Su Ranieri: “E’ un validissimo allenatore. Un profilo completo, diciamo. Sono sicuro che anche in questa sua terza esperienza alla Roma farà benissimo. Poi di romanisti come lui ce ne sono pochi, era l’unico da cui si poteva ripartire. Ora sarà importante partire bene nelle prime sfide, anche per placare gli animi di piazza e stampa.
Non ho mai avuto la fortuna di approfondire la conoscenza con lui, ci siamo solamente incrociati durante qualche premiazione, ma sono certo che sia una bravissima persona.”
Le interviste
Miriana Trevisan: “Il mio Napoli può vincere lo scudetto. Su Insigne…”
“Napoli può vincere lo scudetto, magari con Lorenzo Insigne in campo…”. L’evergreen Miriana Trevisan a tutto gas. Durante l’evento di ieri sera ‘Star People Award’ al Teatro delle Muse di Roma, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con la nota showgirl italiana e icona della tv Miriana Trevisan, napoletana doc e tifosa del Napoli. Miriana Trevisan, nel corso della sua carriera, ha partecipato a Pressing, Ruota della fortuna e altri storici programmi, sempre molto seguiti. Miriana è sicuramente una delle showgirl più conosciute del piccolo schermo. L’abbiamo intercettata a Teatro, dopo averla incontrata più volte alle Olimpiadi del Cuore di Forte dei Marmi. Ecco il suo breve commento sul Napoli di Antonio Conte che vede come principale candidato al titolo.
MIRIANA TREVISAN: “NAPOLI DA SCUDETTO”
Miriana Trevisan, al Teatro delle Muse di Roma, è apparsa molto fiduciosa sul nuovo Napoli di Antonio Conte. Non lo aveva nascosto nemmeno al Mattone del Cuore, evento benefico a cura di Paolo Brosio. “Napoli è il mio cuore, sono nata a Napoli e vivo con una famiglia completamente napoletana”, ci ha fatto sapere in queste ore la simpatica Miriana, ospite dello Star People Award 2024. ” Mi auguro con tutto il cuore che sarà scudetto! Se ho paura della Juventus di Thiago Motta? Assolutamente no, è un gradito sotto al Napoli”.
Quindi una battuta su Lorenzo Insigne: “Se rivedrei bene Insigne al Napoli? Certamente sì. A mio avviso Lorenzo Insigne sarebbe un bel portafortuna, oltre che ‘portabravura’ per così dire. Che altro aggiungere… D’altronde San Gennaro quest’anno si è espresso… Potrebbe essere a tal proposito un segno per la nostra bellissima, fantastica, affettuosa Napoli in chiave scudetto….”. Nelle foto Miriana in questi anni a Forte dei Marmi in occasione delle Olimpiadi del Cuore. Anche Amedeo Goria, ospite ieri sera al Teatro delle Muse, sulla stessa lunghezza d’onda: “Vedevo bene e vedo bene il Napoli per lo scudetto. Ma l’Inter resta secondo me la squadra qualitativamente più forte…”.
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