Le interviste
Intervista a Niccolò Brancati- esclusiva CalcioStyle!
L‘intervista che vi proponiamo oggi presenta come protagonista Niccolò Brancati, admin di Calciopanchina.wordpress.com.
“Ciao Niccolò, raccontaci la tua carriera calcistica!”
“La mia carriera calcistica è iniziata da piccolo, all’età di sei anni. Parto dal presupposto che l’amore per il pallone mi è stato trasmesso da mio padre, che calpestò anch’esso campi importanti. Iniziai in una squadra di quartiere, per poi smettere a nove anni, ma ripresi poi a quattordici. Ma dopo un altro anno sul campo, ma poi smisi subito perché non riuscivo a capire cosa volessi io da me stesso, arrivando a capire un giorno che il mio carattere da leader era più adatto all’altra sponda: la panchina. Iniziai ad approcciarmi al ruolo a diciassette anni, grazie ad una squadra di Catanzaro, che continuo a ringraziare per ciò che mi ha fatto diventare, grazie a concetti sia tecnici che umani, visto che prima che di grandi professionisti credo che si debba essere grandi persone, aspetto che io coltivo ogni giorno. Ad oggi mi trovo qui ad allenare, nella mia città, a Catanzaro. Sono molto soddisfatto, spero di migliorarmi sempre di più, frequentando corsi e confrontarmi con i miei colleghi, cosa che ritengo molto importante”.
“Quali qualità deve avere un allenatore?”
“Le qualità che un allenatore deve avere partono da un presupposto: un allenatore non può essere tale senza essere un uomo, intendendo che deve avere una vasta conoscenza, una capacità di autocritica ed una personalità decisa. Queste sono le basi che un uomo deve avere prima di essere un tecnico, oltre alla competenza, che deve essere alla base. Calandomi nella parte dell’allenatore, serve molta passione, molto coraggio, nell’affrontare emozioni, ma anche i momenti bui durante la stagione, come ad esempio una serie di sconfitte, ma è necessario saper gestire pure le sensazioni positive, come le vittorie. Queste sono le qualità che la persona deve acquisire, anche grazie al tempo e all’esperienza”.
“Cosa consiglieresti ad un bambino che vuole imparare a giocare a calcio?”
“Prima di tutto, deve sapere che il mondo del calcio non è per niente facile. Un ragazzo partendo dalle basse categorie deve avere comunque la mentalità che alla base c’è il gioco e il divertimento, senza badare troppo al risultato, e qui mi riallaccio alla domanda di prima, dove sta al mister comunicare questi valori e questa mentalità. Andando verso le categorie più grandi, bisogna essere sempre motivati nel fare di più ed essere decisi e consapevoli delle proprie qualità, soprattutto per raggiungere i propri obiettivi. Di sicuro, il ragazzo non deve pensare che i traguardi si raggiungano da soli, ma deve appoggiarsi sempre alla squadra, perché giocando da soli si rischia di restare isolati dal gruppo, facendo bruciare le tue qualità”.
“Quale allenatore preferisci?”
“Io ti dico che non ho allenatori preferiti o meno preferiti. A me piace acquisire nozioni e concetti da più allenatori. Ovviamente c’è chi mi lascia di più e chi meno, ma non posso parlare di preferenze. Diciamo che io mi baso molto sugli allenatori di bassa categoria, essendo quello un mondo più vicino a me. Ti cito il nome di Gaetano Auteri, tecnico che stimo molto per il gioco veloce, molto offensivo, con una filosofia che ho potuto ammirare a Catanzaro. Ho studiato due anni il suo metodo e il suo stile, acquisendo moltissimo. Consiglio a chi volesse osservare qualche lavoro sul tecnico in questione, si trova tutto sul mio sito “Calciopanchina.wordpress.com”. Un altro tecnico che mi piace e su cui sto lavorando è Antonio Calabro, tecnico attuale del Catanzaro, che utilizza il 3-5-2, con aspetti che posso studiare meglio. Salendo di categoria, posso dire che il calcio di Allegri e quello di Montella sono quelli su cui ho studiato di più, ma se dovessi elencare tutti quanti, i nomi sarebbero molti di più”.
“Quale giocatore professionista metteresti nella tua squadra?”
“Per come piace giocare a me, inserirei un calciatore dotato di velocità, tecnica individuale e reattivo. Una punta rapida. Ad oggi nel nostro campionato ce ne sono molte con queste caratteristiche, visto che il calcio d’oggi si basa sulla rapidità, a discapito della tecnica, che viene curata meno, mentre è più studiata la tattica. Questo, secondo me, ha portato ad una scarsità di talenti qui in Italia, visto che se non curi la tecnica individuale, è difficile approcciarsi poi ad un lavoro di gruppo. Tornando però alla risposta, se dovessi dire un nome, direi Kulusevski, giovane emergente tecnico e rapido, ma anche Brahim Diaz mi piace molto, visto ciò che ha fatto nelle presenze in rossonero. Ne potrei citare altri, ma per ora mi baso su loro due”.
“Cosa ti aspetti sul tuo futuro?”
“Sicuramente un futuro dove riesca a raggiungere i miei obiettivi, come quello di continuare questo viaggio iniziato quattro anni fa, aggiornandomi tramite studio, corsi e colloquio coi colleghi. Tramite anche l’appoggio famigliare, spero di potere arrivare in alto. Cito una frase che mi piace molto, “la vita è un viaggio dove non si finisce mai di imparare”, e voglio lasciarla a chi vuole percorrere un viaggio simile al mio, ma anche per chi volesse intraprendere un cammino fuori dal mondo dello sport, credendoci sempre e senza mai fermarsi”.
Tutta la redazione di CalcioStyle augura quindi a Niccolò un buon proseguimento di carriera, ringraziandolo per le parole rilasciate in esclusiva al nostro sito. A presto, con nuove interviste!
Le interviste
Esclusiva CS, Bernardo Corradi: “Bisogna insegnare ai giovani a conoscere il proprio corpo. Su Vieri ed Euro2004…”
L’ex-attaccante italiano, Bernardo Corradi, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di CS nel corso del “Soccer Football Summit 2024”.
Il 19 e il 20 di Novembre è andato in scena, allo Stadio Olimpico di Roma, l’evento “The Future of Football is Here“, presso il “Soccer Football Summit 2024“. Fra gli ospiti l’ex-attaccante (fra le altre) di Lazio e Udinese Bernardo Corradi, che ha parlato ai nostri microfoni della sua esperienza da tecnico dell’U20 italiana.
Le parole di Corradi a Calcio Style
Corradi ha parlato anzitutto dei suoi ricordi legati agli Europei del 2024, dove venne chiamato inizialmente per sostituire l’infortunato Vieri. Alla fine il centravanti prese regolarmente parte alla competizione e i due finirono per contendersi una maglia. Corradi giocò da titolare l’ultima del girone: la vittoria (2-1) contro la Bulgaria.
“Quando arrivi in pre-raduno, dove hai 24 calciatori, sai che dovrai dire a 4 di loro che non parteciperanno alla fase finale della competizione. Siccome ci sono stato dall’altra parte, mi metto nei loro panni. Ai miei tempi vivevo le cose in maniera molto serena. Ero pronto a tornare a casa dopo la partita, poi Maurizio Manzini (storico team manager della Lazio) mi ha detto che Vieri aveva avuto un problema al ginocchio e che sarei rimasto in ritiro. Eravamo tre esordienti: io, Miccoli e Camoranesi. Ero già contento di far parte della spedizione, poi il mister mi prese da una parte e mi disse: ‘Giochi dall’inizio’. Adesso, con l’età, riesci a vedere da un’altra prospettiva tutto quello che ti è successo. Mi emoziono sempre a ricordare certi momenti.”
Corradi ha poi parlato del suo percorso da allenatore, che lo ha portato a essere selezionatore di tutte le nazionali giovanili italiane. Ha poi parlato anche del suo approccio con i giovani calciatori, della disciplina che intende dare loro e soprattutto delle regole vigenti all’interno degli spogliatoi da lui presidiati.
“Sono stato assistente dell’U19. Poi ho fatto il primo allenatore nell’U16 all’U19, passando anche per l’U17 e l’U18. Sono abbastanza ferrato su questo argomento. Ho notato che chi effettua tutto il percorso generazionale, vale a dire dall’U15 sino all’U20, certi tipi di regole non c’è nemmeno più bisogno di metterle perché le fanno in automatico. I nuovi, invece, seguono la buona strada di chi dà l’esempio. Il gruppo si autoregola, poi un minimo di regole alla base ci vogliono sempre ma gli va data la libertà di sbagliare. Vanno ripresi a volte perché è giusto, l’ultima volta l’ho fatto due giorni fa, perché bisogna alzare il livello d’attenzione. In U15 sono piccoli e quindi sei ‘obbligato’ a dare delle regole rigide, come la sveglia alle 8:30 e la colazione alle 9, perché alcuni sono indisciplinati. 5 minuti prima dell’appuntamento devono essere davanti alla sala della colazione e il capitano deve assicurarsi che siano tutti presenti. Se qualcuno manca allora devono iniziare ad aiutarsi perché poi lo faranno anche in campo, magari quando qualcuno sbaglia una diagonale. In U20 è diverso perché inizi ad avere contezza del tuo fisico. Se uno è abituato a svegliarsi alle 9:30 glielo lascio fare, mentre chi è abituato a svegliarsi presto si sveglia presto. Ora non sto mettendo la sveglia, perché l’impostazione si costruisce così.”
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ESCLUSIVA – Lino Banfi sulla Roma: “Nessuno avrebbe commesso errori simili. Ranieri…”
Esclusiva Calciostyle – Il noto attore comico e grande tifoso della Roma Lino Banfi ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai nostri microfoni.
Di seguito la sua opinione sul momento della squadra giallorossa.
Banfi sulla Roma
“Siamo tutti arrabbiati, persino i tifosi delle altre squadre. Neanche un neonato avrebbe commesso errori del genere. Una serie di “americanate” senza senso. Il presidente della Roma dovrebbe essere romano. Comprendo e condivido la frustrazione del tifo giallorosso che spesso fa dei sacrifici senza venire ripagato.”
Su Ranieri: “E’ un validissimo allenatore. Un profilo completo, diciamo. Sono sicuro che anche in questa sua terza esperienza alla Roma farà benissimo. Poi di romanisti come lui ce ne sono pochi, era l’unico da cui si poteva ripartire. Ora sarà importante partire bene nelle prime sfide, anche per placare gli animi di piazza e stampa.
Non ho mai avuto la fortuna di approfondire la conoscenza con lui, ci siamo solamente incrociati durante qualche premiazione, ma sono certo che sia una bravissima persona.”
Le interviste
Miriana Trevisan: “Il mio Napoli può vincere lo scudetto. Su Insigne…”
“Napoli può vincere lo scudetto, magari con Lorenzo Insigne in campo…”. L’evergreen Miriana Trevisan a tutto gas. Durante l’evento di ieri sera ‘Star People Award’ al Teatro delle Muse di Roma, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con la nota showgirl italiana e icona della tv Miriana Trevisan, napoletana doc e tifosa del Napoli. Miriana Trevisan, nel corso della sua carriera, ha partecipato a Pressing, Ruota della fortuna e altri storici programmi, sempre molto seguiti. Miriana è sicuramente una delle showgirl più conosciute del piccolo schermo. L’abbiamo intercettata a Teatro, dopo averla incontrata più volte alle Olimpiadi del Cuore di Forte dei Marmi. Ecco il suo breve commento sul Napoli di Antonio Conte che vede come principale candidato al titolo.
MIRIANA TREVISAN: “NAPOLI DA SCUDETTO”
Miriana Trevisan, al Teatro delle Muse di Roma, è apparsa molto fiduciosa sul nuovo Napoli di Antonio Conte. Non lo aveva nascosto nemmeno al Mattone del Cuore, evento benefico a cura di Paolo Brosio. “Napoli è il mio cuore, sono nata a Napoli e vivo con una famiglia completamente napoletana”, ci ha fatto sapere in queste ore la simpatica Miriana, ospite dello Star People Award 2024. ” Mi auguro con tutto il cuore che sarà scudetto! Se ho paura della Juventus di Thiago Motta? Assolutamente no, è un gradito sotto al Napoli”.
Quindi una battuta su Lorenzo Insigne: “Se rivedrei bene Insigne al Napoli? Certamente sì. A mio avviso Lorenzo Insigne sarebbe un bel portafortuna, oltre che ‘portabravura’ per così dire. Che altro aggiungere… D’altronde San Gennaro quest’anno si è espresso… Potrebbe essere a tal proposito un segno per la nostra bellissima, fantastica, affettuosa Napoli in chiave scudetto….”. Nelle foto Miriana in questi anni a Forte dei Marmi in occasione delle Olimpiadi del Cuore. Anche Amedeo Goria, ospite ieri sera al Teatro delle Muse, sulla stessa lunghezza d’onda: “Vedevo bene e vedo bene il Napoli per lo scudetto. Ma l’Inter resta secondo me la squadra qualitativamente più forte…”.
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