L’allenatore in seconda della Roma, Salvatore Foti, ha parlato al quotidiano Il Secolo XIX. L’ex Samp ha rilasciato delle bellissime parole su Mourinho.
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Salvatore Foti, allenatore in seconda della Roma, è stato intervistato dal giornale Il Secolo XIX. All’ex Sampdoria sono state fatte delle domande su Mourinho e sulla città di Roma. Allo Special One ha riservato delle bellissime parole, così come al tifo in città. Ecco ciò che ha riferito:
L’immagine più emozionante del trionfo in Conference?
“La festa con migliaia di tifosi in strada e il giro col bus scoperto sono stati incredibili ma il pensiero va a un magazziniere scoppiato in lacrime di felicità a Trigoria 24 ore dopo la finale. La gioia di chi ama e vive per la Roma mi emoziona. Mourinho ha parlato di famiglia: è così, c’era un’unione speciale che poi ti fa vincere”.
Ma come ci è finito alla Roma da vice di Mou?
“È stato inatteso, il preparatore atletico Rapetti con cui ho lavorato alla Samp mi parla di questa possibilità e pochi giorni dopo, a Natale, mi contatta Mourinho, una videochiamata lunga un pomeriggio. Da un lato c’era il dispiacere di lasciare Giampaolo, che in 5 anni mi ha insegnato il mestiere, dall’altra la chance di lavorare con uno dei migliori. Non potevo rifiutare e Giampaolo mi ha alleggerito la scelta: Va’ dove meriti, sei bravissimo. Marco è una persona di cuore, di grande valore umano, chi lo conosce bene come me lo sa”.
E Mou? In cosa è Special?
“Devi viverlo tutti i giorni per capire ma non è un caso se ha vinto tanti trofei non banali in posti in cui non si è abituati a vincere. È inimitabile, al di là delle competenze calcistiche ha un carisma innato, un’energia che crea una chimica unica per cui tutti vanno nella stessa direzione. A Tirana ero teso ma convinto che in qualche modo avremmo vinto, l’identica sensazione provata davanti alla tv prima di Inter-Bayern di Champions nel 2010″.
Quando l’ha sostituito per squalifica ha vinto due volte su due.
“Per fortuna è andata bene, la responsabilità è tanta ma ho capito presto che con lui devo solo essere me stesso e dare tutto”.
Avete vinto anche a Marassi contro la Sampdoria.
“La mia prima volta da rivale al Ferraris, è stata strana. Vivo a Nervi, Genova e la Samp sono casa mia, ho tanti amici, durante la gara fai il tuo lavoro, ma nel pre e nel post ho vissuto sensazioni mai provate”.
Da ex attaccante: dove può arrivare Abraham?
“Ha fatto 27 gol, i numeri parlano per lui, deve solo aumentare la continuità ma è giovane. Potenziale enorme, completo, ha tutto: con la voglia di migliorarsi ogni giorno avrà una carriera molto importante”.
Vincere aiuta a vincere: cosa si aspetta per la Roma?
“Se vinci ti viene voglia di rivincere, è contagioso, vuoi riprovare momenti così: abbiamo fatto un’annata bellissima, lavoreremo per migliorare ancora, col sogno di festeggiare di nuovo qualcosa con i tifosi”.
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