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Italia, Calafiori: “La svolta a Basilea, ma non fu una mia scelta. Su Motta…”

Il centrale di difesa della Nazionale Italiana e del Bologna, Riccardo Calafiori, è stato protagonista nel terzo giorno di ritiro a Coverciano.

Riccardo Calafiori, difensore del Bologna e della Nazionale Italiana, è intervenuto in conferenza stampa soffermandosi sulla sua giovane carriera, partendo dal trasferimento al Basilea dalla Roma fino alla straordinaria stagione con il club di Saputo, culminata con l’accesso alla prossima edizione della Champions League.

A conferma della sua grande annata, Spalletti lo ha inserito nella lista dei 29 pre-convocati in vista di Euro2024, raggiungendo così la prima chiamata in Nazionale maggiore.

Italia, le parole di Calafiori

Un anno fa stavi andando a Basilea, oggi sei qui. Cosa è successo?

“Sono accadute tantissime cose, ci sarebbero tantissime cose da elencare. Ma il miglioramento più grande è stato quello fatto dal punto di vista mentale, ho ragionato come se non fosse cambiato nulla dal Basilea alla Serie A, seppure quello italiano è un campionato molto più competitivo. Mi sono impegnato tantissimo”.

Cosa ti ha dato il Basilea? Similitudini tra l’Italia e il Bologna?

“Quella di Basilea non fu una scelta propriamente mia, fui quasi obbligato perché era l’unica squadra rimasta e fui costretto ad andare lì. Però dal primo giorno mi sono ricreduto, lì ho trovato quella continuità che mi è sempre mancata giocando trenta partite. Sì, c’è qualcosa di simile con Thiago: non è tanto importante in questa Italia chi occupa certi spazi, ma che vengano occupato nel modo e nel momento giusto”.

Sei un giocatore molto duttile, ti sta servendo anche in Nazionale? Cosa ti ha dato Bologna da un punto di vista delle emozioni?

“Sì, ci sono similitudini tra i due approcci, l’esigenza del calcio di adesso è quella di andare in questa direzione, si cercano questi movimenti per non dare punti di riferimento. A Bologna posso dire solo grazie, fin dal primo giorno abbiamo vissuto un’atmosfera bellissima, l’ultima partita contro la Juventus è stata incredibile e non mi aspettavo così tanta gente quando abbiamo girato la città col pullman, anche perché era una qualificazione in Champions, non un trofeo”.

Avresti potuto fare lo stesso percorso senza andare a Basilea?

“Sono successe una serie di cose e poi è andata così… non punto il dito contro nessuno. Con Mourinho all’inizio ho anche giochicchiato, poi sono andato al Genoa ed è andata male. Nel frattempo a Roma sono salite le quotazioni di altri giocatori, è emersa la possibilità Basilea e sono andato lì”.

Hai parlato al passato della festa a Bologna. E’ perché andrai via?

“Ho parlato al passato perché i festeggiamenti sono finiti. Sul futuro ora non ci penso: siamo in Nazionale, vorrei godermi questa prima convocazione, ce la metterò tutta per andare all’Europeo. Vorrei concentrarmi su questo”.

Che estate sarà questa per te? Cosa vorresti portare da Bologna a questa Nazionale?

“Sono contentissimo di tutto ciò che sta accadendo, è una soddisfazione enorme essere qui, un sogno che si avvera. Da Bologna porterei la serenità, la tranquillità, quel divertimento che è fondamentale per fare questo lavoro”.

Cambia giocare centrale o terzino?

“Cambia tutto da terzino a centrale, la visione della palla e anche lo spazio da occupare. Per il resto, a tre o a quattro non cambia molto”.

Che effetto ti fa essere al centro di un’asta internazionale?

“Il segreto è quello usato tutta la stagione, ovvero non cambiare nulla rispetto all’approccio avuto fin dai tempi di Basilea, sono sempre lo stesso calciatore”.

Pensavi potesse finire la tua carriera dopo l’infortunio? Ti piacerebbe tornare alla Roma?

“Ormai dall’infortunio sono passati sei anni, ma la mia reazione è sempre stata quella di tornare in campo, non ho mai pensato che avrei smesso. Sul mercato non rispondo: coi miei ex compagni ho un bellissimo rapporto, sono cresciuto lì e sono stato molto bene, questo lo posso dire”.

Ci sono tanti giocatori con poca esperienza in Nazionale

“La squadra che ha vinto l’Europeo è cambiata parecchio e questo credo possa essere un punto di forza, l’innocenza di essere giovani e non pensare troppo credo possa essere un punto di forza”.

Ti senti centrale in questa Nazionale anche se non hai ancora debuttato?

“Saper fare due ruoli, la duttilità credo sia un punto a mio favore. Poi vorrei avere la tua sicurezza sul fatto di andare all’Europeo: non sono così sicuro, ma mi alleno tutti i giorni per questo”.

Dove hai visto la finale dell’ultimo Europeo?

“Di quell’Europeo ho un ricordo bellissimo. Ero a casa con la mia famiglia, con amici, poi sono uscito in piazza a festeggiare. In quel momento, non mi aspettavo minimamente di ritrovarmi qui nell’Europeo successivo”.

Quanto ti aiutò Raiola nel tuo momento più difficile?

“E’ stato fondamentale. Con lui mi sono visto poche volte, ma quando c’era da aiutare era sempre il primo. Fu lui il primo a consigliarmi l’operazione negli Stati Uniti, non fu una scelta facile ma gli diedi retta e alla fine è andata bene così. E’ stato fondamentale”.

Una cosa che accomuna Motta e Spalletti?

“Sono entrambi meticolosi. Cercano di migliorarti sempre, non accettano alcun errore”.

Sei più un costruttore goleador o vuoi diventare un centrale più tignoso alla Chiellini?

“Ho tanti punti di forza ma altrettante cose che devo migliorare. Credo sia difficile arrivare a marcare un attaccante come Chiellini, da quando sono nato credo sia stato il numero uno in assoluto. Ho tanto da imparare da lui, ma devo migliorare anche in fase di possesso”.

Come ti sembra l’atmosfera attorno a questo gruppo?

“Si sente che c’è qualcosa di speciale, molti li conosco e molti li sto conoscendo adesso. Siamo uniti”.

La parola libero ti dice qualcosa? Scirea o Baresi

“Come nomi sì, ma non li ho visti giocare. Però il calcio oggi è molto diverso da allora, non si possono comparare le due cose”.

Aggiornato al 02/06/2024 15:36

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Pubblicato da
Pietro Sciamplicotti
Tag: Italia

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