Nazionale
Italia, Spalletti: “Grosso modo la struttura è quella”
Il ct della Nazionale, Luciano Spalletti, ha partecipato all’evento di “Vivo Azzurro Tv” ed è stata una buona occasione per rilasciare alcune dichiarazioni.
Luciano Spalletti: Ct della Nazionale italiana
Indice
Italia, Spalletti: “Non ho mai avuto il mio calcio e non voglio averlo nemmeno ora”
L’attuale tecnico della Nazionale italiana, Luciano Spalletti, ha presenziato all’evento di presentazione per “Vivo Azzurro Tv” e per lui non sono mancati i quesiti.
Spalletti ha rimarcato quanto sia diverso il calcio italiano rispetto a come, da molti, viene descritto, e poi si è soffermato su alcuni punti importanti che riguardano, appunto, la Nazionale.
“Noi abbiamo seguito molti giocatori da vicino e imparato molte cose dai miei colleghi. Atalanta e Fiorentina che giocheranno finali europee, dimostrano che c’è qualcosa di diverso oltre alle ripartenze nello stile del calcio italiano.”
Il ct azzurro ha poi fatto un breve riepilogo di quelle che possono essere le scelte in attacco nella rosa che andrà all’Europeo. “Grosso modo la struttura è quella di sempre, poi dobbiamo tener conto della bravura e della condizione fisica per aggiustare qualcosa” ha detto.
Su Scamacca e le altre punte:
“Se Scamacca è questo diventa difficile…con me ha giocato nelle partite più fondamentali, non penso mi si possa dire qualcosa…Retegui ha fatto bene, Raspadori lo conosco benissimo e Lucca sta crescendo tanto, abbiamo potenzialità che ci possono sistemare e noi staremo attenti a tutti.”
“I dubbi li avremo fino alla fine perché in alcuni casi i segnali di quello che possono dare questi ragazzi sono inequivocabili, in altri invece bisogna sistemare la pressione che subiscono e delle problematiche individuali. Nel calcio c’è un ambiente interno ed uno esterno e per dare il massimo servono entrambi.”
La filosofia di calcio
“Non ho mai avuto il mio calcio e non voglio averlo nemmeno ora. Dobbiamo essere aperti a tutto e giocare liberi cercando di avere una nostra forza, se riusciamo a dividerci le fatiche, si difende e si attacca tutti, siamo una squadra.”
“Tutti devono essere un pò numeri 10, perché tutti devono essere in grado di fare la giocata che non ti aspetti e che emoziona.”
Nazionale
Italia, senti Sacchi: “Giusto ripartire da Spalletti”
Arrigo Sacchi, al contrario di molti, crede in Luciano Spalletti. L’ex allenatore del Milan e della stessa Nazionale Italiana crede nel tecnico ex Napoli, reduce da un Euro 2024 fallimentare.
Arrigo Sacchi dà fiducia a Luciano Spalletti. A differenza di molti, il tecnico ex Milan crede nell’attuale CT della Nazionale, bersagliato da numerose critiche dopo il fallimentare cammino ad Euro 2024. Sacchi si affida al Corriere della Sera per spiegare le sue opinioni in merito alla Nazionale, che ora deve ripartire a testa alta.
Sacchi spiega: “È giusto ripartire da lui perché è uno stratega. Farà tesoro degli errori, ne sono certo. Ma ora deve puntare solo su calciatori che ritiene ideali alle sue idee di gioco. Deve andare per persuasione e percussione, con un progetto definito e senza paure. Prima di tutto però deve puntare su uomini giusti, con valori morali solidi. Occorrono ragazzi affidabili e intelligenti. Siamo messi male, servono scelte forti e coraggiose”.
Italia, senti Sacchi: “Giusto ripartire da Spalletti”
Sacchi prosegue: “Il problema è che siamo vecchi. Come Paese. E il calcio è semplicemente lo specchio del Paese. Chi deve decidere è così preso dagli aspetti politici che non pensa mai alla tecnica, al pallone, nel senso stretto. Al centro del dibattito ci deve essere il gioco”.
Sacchi conclude poi una grande critica al movimento calcistico italiano. Spiega infatti: “Serve un rinnovamento, siamo rimasti fuori due volte dal Mondiale. Ma quante volte lo abbiamo ripetuto? Poi però non facciamo niente. In Germania hanno 24 centri federali. In Francia 16. La Svizzera 3. Noi uno, costruito nel 1957. Senza strutture non c’è progettualità. Senza progettualità non c’è crescita”.
Nazionale
Italia, il commento di Bergomi: “Giocatori fuori ruolo!”
Giuseppe Bergomi, a margine della cocente sconfitta ed eliminazione dell’Italia ad Euro2024, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky.
Il post Svizzera è una pioggia di commenti e dichiarazioni negative verso la Nazionale italiana di Spalletti. Beppe Bergomi, ai microfoni di Sky, ha detto la sua sul brutto cammino ad Euro2024, che ha portato ad una dolorosa eliminazione agli ottavi di finale.
Bergomi: “Non siamo questi! Qui c’è gente che ha disputato e vinto delle finali europee”
L’ex nazionale azzurro, nonché ex capitano dell’Inter, ha rilasciato alcuni commenti sulle prestazioni dell’Italia nell’avventura tedesca e fa un bilancio dopo l’eliminazione a favore della Svizzera di Yakin.
Di seguito le sue parole.
“Noi non siamo questi! Qui c’è gente che ha giocato finali di Champions con l’Inter, i due della Roma che hanno giocato una finale di Europa League e addirittura Scamacca che l’ha vinta. In queste competizioni c’è ritmo. Ndoye ed Embolo non sono più forti di Chiesa e Scamacca, abbiamo Donnarumma in porta!”
Prosegue poi:
“Il contesto non funziona e i giocatori non sono stati messi nelle condizioni di rendere. Quando convochi 10 difensori vuol dire che hai in mente la difesa a 3, uomo su uomo. Oggi arrivi qui e giochi con Barella centro-sinistra quando lui giocherebbe a destra, Darmian a sinistra, ma fagli fare il quinto!”
“I giocatori andavano messi nelle loro posizioni, poi Calafiori ha fatto bene ma hai già Bastoni che fa quel lavoro e così lo condizioni perché sono simili.”
Nazionale
Vaciago: “Questa è l’Italia più indecorosa di sempre. Su Gravina…”
Il direttore di Tuttosport Guido Vaciago ha analizzato tramite il suo editoriale il match tra Italia e Svizzera, che si è giocato nella giornata di ieri.
Italia, le parole di Vaciago
Di seguito le parole del direttore di Tuttosport Guido Vaciago, rilasciate tramite il suo editoriale e relative al match di ieri tra Italia e Svizzera: che ha sancito l’eliminazione degli azzurri da Euro 2024:
“Ieri a Berlino è stata disonorata la maglia della Nazionale quattro volte campione del Mondo e due volte d’Europa. Non perché perdere con la Svizzera sia disonorevole in sé (si sono dimostrati più forti di noi); sono il modo e le circostanze a rendere tutto indecoroso.
Andare a casa contro la Svizzera, senza mai essere entrati in partita, è il dito, che indica la luna (nera) del nostro sistema calcio, incapace di produrre talento e qualità.
Un sistema che non è riuscito a mandare la nazionale maggiore agli ultimi due mondiali, che non supera la fase a gironi del mondiale dal 2006, che non si riforma se non a piccoli pezzi e molto lentamente, che si concentra su falsi problemi, che è estremamente litigioso e che troppo spesso si avvita stretto al mantenimento del potere personale invece di progettare il bene del movimento.
E il fatto che la politica, e in particolare chi governa, inizi a volteggiare minaccioso sui centri del potere calcistico, a partire dalla Figc, ha una disdicevole componente di sciacallaggio mediatico (oggi prendersela Gravina è rigore a porta vuota),
ma nello stesso tempo è anche vero che il sistema calcio italiano ha fatto troppo poco per evitare di trovarsi in queste attaccabili condizioni. Soprattutto ha smesso di produrre talenti e non si è mai chiesto il perché”.
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