Nella trasmissione illegale delle partite di Serie A e delle coppe europee, un affare da circa 200 milioni di euro all’anno che riguarda 2 milioni abbonamenti alle pay-tv piratati e che coinvolge oltre 4 milioni di italiani. Come racconta Federico Fubini per Il Corriere della Sera, si tratta di una vicenda con ramificazioni in Cina, Ucraina, Bulgaria e Olanda, che denuncia le difficoltà delle istituzioni e delle forze delle ordine di prevenire e perseguire reati che stanno arricchendo in maniera incredibile, per certi versi inconsapevole, la criminalità organizzata.
Tutto parte dalla Cina, dove alcuni ingegneri hanno elaborato un software capace di nascondere i codici dagli abbonamenti dai quali viene estratto il segnale, poi riprodotto e rivenduto su larga scala. Non solo calcio, ma anche tennis e Formula 1 nei pacchetti da poche decine di euro messi in commercio dalle varie organizzazioni criminali, che negli ultimi tempi hanno sviluppato il modo di scambiarsi pacchetti di diritti da migliaia di di canali, che includono anche Sky e DAZN
.Oltre alla prospettiva di guadagni enormi e semplici, le mafie italiane hanno trovato terreno fertile in questo nuovo mercato perchè le pene massime (facilmente riducibili) per la violazione dei diritti d’autore prevedono 4 anni di carcere, meno severe per esempio per reati come lo spaccio di stupefacenti o l’estorsione.
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