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Ag. Buchanan: “È perfetto come quinto”
Mike Senkowski, agente del neo acquisto dell’Inter Buchanan, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di FcInterNews.
Indice
Le parole
Di seguito l’intervista completa dell’agente di Buchanan:
Quando sono iniziati i primi dialoghi con l’Inter?
“Dal Mondiale in Qatar. Non ovviamente in forma concreta, ma già allora avevamo capito potesse essere un giocatore che si sarebbe potuto inserire alla perfezione nel sistema di gioco nerazzurro e quindi che l’eventuale trasferimento a Milano potesse calzare a pennello per Tajon. In realtà si trattava di conversazioni normali. Le stesse che avevamo avuto anche con altri club importanti sparsi per il mondo. Certo, quando però ti chiama l’Inter è semplicemente bellissimo”.
Quando lei ha detto a Tajon: “Sarai un nuovo giocatore dell’Inter” lui come ha reagito?
“Ogni calciatore inizia la sua carriera sognando di giocare ad altissimi livelli. E quando arrivi in un club come l’Inter, che disputa la Serie A, con un manager fantastico e un sistema di gioco dove le qualità del giocatore possono esaltarsi, è semplicemente amazing (fantastico, ndr). Però le c’è da dire una cosa: Tajon non è quel tipo di ragazzo che sorride sempre. Lui gioca con intensità e passione, godendo di questo, ma non è uno che sorride in ogni momento. Detto questo, quando ha saputo fosse fatta con l’Inter ha sorriso eccome”.
Il Ruolo di Buchanan
Nel 3-5-2 dell’Inter Buchanan potrà sentirsi a suo agio.
“È perfetto per lui. Ha iniziato la sua carriera come attaccante e poi come esterno d’attacco. Dalla Syracuse University è passato alla MLS. Ha avuto come allenatore Bruce Arena, l’ex ct degli Usa che lo ha messo esterno. Nel Bruges poi ha dimostrato grande versatilità, proprio perché ha giocato come laterale ma anche come terzino. Tajon è esplosivo nella fase d’attacco ed è migliorato molto anche in quella difensiva grazie al lavoro degli ultimi mesi”.
In Italia potrà affinare ancora di più le sue abilità.
“Le sue caratteristiche lo rendono perfetto per giocare come quinto di centrocampo. È velocissimo e quando sei spettatore delle sue partite ti rendi conto come sappia inserirsi al meglio negli spazi usando la sua rapidità. È dinamico, è un piacere insomma vederlo all’opera”.
Magari avrà bisogno di tempo per adattarsi.
“Tajon sa perfettamente che deve mettersi a lavorare. Poi quando il manager gli darà l’opportunità di giocare, darà il massimo. Come ha sempre fatto. La sua mentalità è chiara: sono arrivato all’Inter e quindi devo allenarmi sempre al top, per impressionare i compagni di squadra e il mister senza non pretendere nulla e attendendo la mia possibilità”.
È il primo canadese della Serie A. Immagino ne sia orgoglioso.
“Lui è una persona speciale, un ragazzo d’oro. Ha esordito a 19-20 anni nella rappresentativa del suo Paese. Ne ha fatta di strada da quando era giovane. Tajon conosce la responsabilità di rappresentare il suo Paese anche in Serie A. Si è meritato questa opportunità perché è uno che lavora sempre. Penso l’Inter lo abbia preso anche per questo. Per la sua mentalità di giocatore che vuole sempre migliorare e che cerca sempre di dare il massimo”.
La scelta del Campionato
Perché l’Inter e non una squadra di Premier League?
“Avere la possibilità di lavorare con un manager come Simone Inzaghi è importante. Il sistema di gioco nerazzurro altrettanto. Se vediamo la storia degli esterni che ha allenato Inzaghi, hanno fatto tutti bene. In più l’Inter è un club storico. Insomma, non c’era posto migliore al mondo per Buchanan che non fosse l’Inter”.
Voi avete visto insieme la gara col Verona. L’Inter storicamente viene definita ‘Pazza’. E la gara con i veneti rappresenta bene il motivo di questo soprannome. Cosa le ha detto Tajon dopo il match?
“Guardi, Buchanan già non vede l’ora di cimentarsi a San Siro col supporto dei tifosi nerazzurri. Vuole che siano orgoglioso di lui. La passione dei sostenitori dell’Inter lo esalta. Tajon proverà giorno dopo giorno a sfruttare l’opportunità ricevuta, lavorando sodo. Sa che deve trovare la sua strada. Deve comunque imparare, è questa la sua mentalità. Per rispondere poi alla sua domanda le dico che è rimasto impressionato da come i tifosi dell’Inter abbiano supportato la squadra. E non vede l’ora di provare personalmente queste sensazioni incredibili”.
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Inchiesta Inter-Milan: iniziati gli interrogatori
Continua l’inchiesta che ha portato agli arresti degli ultras di Inter e Milan. Stamattina ci sono stati i primi interrogatori.
Il blitz, scattato 2 giorni fa, ha portato all’esecuzione di 19 misure cautelari, 16 delle quali con la detenzione in carcere e 3 con gli arresti domiciliari. Le accuse spaziano dal bagarinaggio alla gestione di parcheggi e servizi di catering durante le partite allo stadio San Siro, fino all’estorsione e alla violenza. Vediamo cosa è successo nella giornata di oggi.
Inchiesta ultrà Inter-Milan, i primi interrogatori
Stamattina, i primi ultras sono stati chiamati a comparire davanti al gip di Milano Domenico Santoro, accompagnato dai pm Paolo Storari e Sara Ombra. Tra gli interrogati c’è stato Luca Lucci, noto capo della curva del Milan, accusato di guidare l’associazione per delinquere, assieme ai suoi uomini di fiducia, Riccardo Bonissi e Luciano Romano.
Particolarmente rilevante è poi il coinvolgimento di Andrea Beretta, membro del direttivo della curva Nord dell’Inter, già in carcere da quasi un mese per l’omicidio di Antonio Bellocco, figura legata alla ‘ndrangheta. L’assassinio ha gettato luce su legami profondi tra il tifo organizzato e la criminalità organizzata calabrese, aprendo scenari inquietanti che vanno ben oltre lo sport.
Il silenzio scelto dagli imputati è stato interpretato come una chiara strategia difensiva: nessuno degli ultras interrogati ha rilasciato dichiarazioni.
Nel pomeriggio, invece, ci saranno altri interrogatori nelle carceri di Pavia e Monza, mentre le procedure continueranno nei prossimi giorni per coinvolgere tutti gli arrestati.
Nel frattempo, Inter e Milan…
Inter e Milan, finora spettatori indiretti di questa vicenda, seguono con apprensione lo sviluppo delle indagini, in attesa di capire se e come l’inchiesta potrà avere ripercussioni sulle rispettive società. Le due squadre hanno preso le distanze dai comportamenti dei loro gruppi ultras, ma la portata dell’inchiesta potrebbe comunque avere effetti pesanti sull’immagine e la gestione delle tifoserie nel prossimo futuro.
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Leao, eterno incompiuto o campione da aspettare?
Leao, il dubbio del titolo rimane legittimo e alimenta giornalmente tutta una serie di commenti da parte dei tifosi rossoneri del tutto spaccati sull’argomento.
Diverse le critiche piovute su Rafael Leao in seguito alla sconfitta di ieri sera ad opera del Bayer Leverkusen. Una sconfitta che sta sicuramente stretta ai giocatori rossoneri i quali nel secondo tempo non hanno affatto demeritato.
Tuttavia la posizione sull’esterno portoghese divide in due la tifoseria. C’è chi sostiene che all’interno del gruppo sia l’unico a possedere quel cambio di passo, mentre altri ne invocano la partenza.
Ma dove sta la verità? E’ sempre nel mezzo come si dice? Veramente difficile dirlo. La nostra interpretazione è che senz’altro il giocatore ha bisogno di sentire la vicinanza di tutti, dall’allenatore ai tifosi, cosa che ultimamente, soprattutto da parte di questi ultimi, è venuta meno.
Nessuno sa se Leao diventerà un campione. Le premesse ci sono, ma è anche vero che tempo per esplodere in questi anni ce n’era. E non l’ha ancora fatto. I tifosi stanno perdendo la pazienza.
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Scandalo ultras, parlano i pm: “Problema sottovalutato”
Infuria la bufera ultras. Dopo lo scandalo che ha travolto i tifosi di Inter e Milan, si sono pronunciati duramente anche i pm.
Paolo Storari e Sara Ombra, pm della Dda di Milano, hanno sentenziato: il fenomeno ultras è stato ampiamente sottovalutato.
Come hanno ammesso apertamente nella richiesta di custodia cautelare per gli ultras arrestati, c’è stata “una totale sottovalutazione del fenomeno anche da parte della Commissione comunale antimafia indotta in errore da FC Inter“.
Il riferimento è alle audizioni di due responsabili dell’Inter in Commissione antimafia del Comune di Milano, il 15 marzo scorso. Audizioni che attestano “la totale sottovalutazione del fenomeno qui investigato e il completo scollamento dalla realtà dello stadio, non senza considerare alcune omissioni in mala fede”.
E non è finita qui. In un’e-mail risalente al 28 marzo “il Presidente della commissione comunale antimafia ha riferito a FC Internazionale che l’audizione ha “mostrato l’azione positiva di FC Inter”. Una cosa che è stata ampiamente smentita “dai fatti”.
La condotta del club nerazzurro, poi, sarebbe stata ambigua: avrebbe assunto un doppio atteggiamento, “uno rivolto all’interno, dove le regole organizzative vengono pretermesse (omesse, ndr), e l’altro rivolto all’esterno, dove le medesime regole sono oggetto di formale ossequio”.
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