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Argentina, brutte notizie per Scaloni: Messi non ci sarà

Leo Messi salterà le prossime partite dell’Argentina a causa di un infortunio muscolare all’adduttore, confermato dopo la partita contro l’Atlanta United.
L’infortunio di Messi: dettagli e conseguenze
Dopo la recente partita contro l’Atlanta United, Lionel Messi ha completato una risonanza magnetica che ha confermato un piccolo infortunio muscolare all’adduttore. Questo imprevisto terrà il campione argentino lontano dai campi di gioco, impedendogli di partecipare alle prossime gare con la sua nazionale. Un duro colpo per l’Argentina che dovrà fare a meno del suo fuoriclasse in un momento cruciale della stagione.

16.06.2018. Moscow, Russian: Lionel Messi in action during the match Fifa World Cup Russia 2018, Group D, football match between Argentina v Iceland in Spartak Stadium in Moscow.
L’impatto sull’Argentina e sui tifosi
La notizia dell’infortunio di Messi ha rapidamente fatto il giro del mondo, lasciando tifosi e addetti ai lavori in apprensione per le sorti della nazionale argentina. La mancanza del capitano rappresenta una sfida significativa per la squadra, che dovrà trovare nuove soluzioni tattiche per sopperire alla sua assenza. I tifosi sperano in un rapido recupero, consapevoli dell’importanza di Messi per le ambizioni internazionali dell’Argentina.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
🚨⚠️ Understand Leo Messi completed a scan in the morning after the game vs Atlanta United last night.
The scan confirmed that Messi suffered from a small muscle injury in the adductor area and he won’t be available to play for Argentina. pic.twitter.com/x7v6kAukyv
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) March 17, 2025
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Atalanta, De Roon a TL: “L’Inter è la più forte. Per lo Scudetto? Sognare è lecito, ma…”

Atalanta, Marten De Roon elogia l’Inter: “La squadra più forte del campionato. Per lo Scudetto? Sognare è lecito, ma…”
Durante una recente intervista, Marten De Roon, centrocampista dell’Atalanta, ha espresso parole di grande ammirazione per l’Inter, definendola la squadra più forte del campionato italiano. “L’Inter è la squadra più forte del campionato”, ha dichiarato De Roon, sottolineando la difficoltà di trovarsi di fronte a una squadra che raramente perde due partite di fila. Queste dichiarazioni sono arrivate al termine di una partita che ha visto l’Inter dimostrare tutto il suo potenziale.
La lotta per lo Scudetto
De Roon ha anche parlato delle ambizioni dell’Atalanta nella competizione per lo Scudetto, affermando che “bisogna sempre sognare”. Nonostante il desiderio di lottare per il titolo, il centrocampista olandese riconosce la superiorità dell’Inter, come dimostrato dalle recenti prestazioni in campo. L’Inter continua a essere un avversario temibile per qualsiasi squadra che aspira a vincere il campionato.
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Fonte: l’account X di Schira
#DeRoon a TL: “L’#Inter è la squadra più forte del campionato. Lottare per lo Scudetto? Bisogna sempre sognare, ma l’Inter stasera ha dimostrato di essere la più forte e difficilmente perdono due partire di fila…” pic.twitter.com/1zdebdw6mb
— Nicolò Schira (@NicoSchira) March 16, 2025
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Milan, la rifondazione parte con un manager della Ferrari

Il Milan sta attraversando una fase di rifondazione che parte dal settore marketing e branding, con una figura di grande rilievo chiamata a guidare questa riorganizzazione: Francesca Montini.

IL PROPRIETARIO DEL MILAN GERRY CARDINALE E L’AMMINISTRATORE DELEGATO GIORGIO FURLANI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La sua nomina a Chief Brand Officer è stata ufficializzata il 17 marzo 2025 e segna un punto di svolta per il club. Montini, che riporterà direttamente al CEO Giorgio Furlani, avrà la responsabilità delle direzioni marketing, branding, comunicazione, content & digital, con l’obiettivo di rilanciare il brand Milan a livello globale.
Francesca Montini ha una vasta esperienza internazionale, avendo ricoperto incarichi significativi in aziende globali come Ferrari, dove ha lavorato fino al 2023 come Chief Communications Officer, e precedentemente in marchi come Nokia, Nike, Ford, e Jeep.
La sua carriera le ha permesso di sviluppare competenze strategiche nell’ambito della comunicazione d’impresa in vari mercati, inclusi Europa, Medio Oriente e Stati Uniti. La laurea in Comunicazione d’Impresa e il Ferrari Corporate Executive MBA completano il suo profilo altamente qualificato.
La sua nomina arriva in un momento di cambiamenti per il Milan, dopo l’addio a Pierdonato Vercellone, e segna un passo importante nella riorganizzazione del club, specialmente nell’ambito della comunicazione e della gestione del brand.
L’obiettivo è sviluppare una fanbase internazionale più solida e posizionare il Milan come protagonista nell’evoluzione dello sport-entertainment globale.
Questa nomina si inserisce in un contesto di crisi per il club, a causa dei risultati sportivi deludenti e del dissenso espresso dalla tifoseria, ma potrebbe rappresentare il primo passo per il rilancio del brand e la creazione di nuove esperienze per milioni di tifosi rossoneri nel mondo.
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Bove sul futuro: “Dovrò fare delle visite che mi diranno se posso togliere defibrillatore. Estero? Sì non voglio mollare”

Il centrocampista della Fiorentina Edoardo Bove è tornato a parlare del suo futuro, e delle sensazioni provate dopo il malore accusato contro l’Inter lo scorso 1 dicembre.
Edoardo Bove, a distanza di qualche mese dalla sua ultima partita giocata, in Fiorentina-Inter,è tornato a parlare della situazione difficile che sta vivendo, a seguito del malore che lo ha colpito in campo. Il centrocampista di proprietà della Roma, in prestito alla Viola, ha scelto di esporsi nuovamente, dopo averlo fatto al Festival di Sanremo. Le tematiche affrontate hanno riguardato la lontananza forzata dai campi, e la sua paura di non poter tornare a fare la cosa che gli riesce meglio: poter giocare a calcio. Bove si è raccontato al podcast BSMT di Gianluca Gazzoli. Di seguito le sue dichiarazioni:
Come Stai?
“Bene, in questo momento sto facendo tante cose, sto cercando di reinventarmi“.
Presenza al Festival di Sanremo.
“È stata una grande emozione, avevo bisogno di rivivere un po’ di ansia. Dico spesso che sono dipendente da adrenalina, il fatto che adesso n on posso vivere determinate emozioni in campo, mi porta a cercarle in altri modi. Sanremo è stata una grandissima emozione, quando stavo salendo le scale dell’Ariston mi è mancata quasi l’aria. Un po’ assurdo, perché non ho mai sentito una pressione simile nel giocare davanti a 80 mila persone, quanta quella di dover parlare in pubblico. La cosa difficile era essere chiaro e far arrivare il messaggio, mettendomi in gioco essendo me stesso. Senza far perdere far troppo tempo alla serata (ride ndr)”.
Sensazioni dopo il malore.
“Le persone quando mi guardavano avevano uno sguardo di pena. All’inizio mi dava quasi fastidio ma non posso biasimarli. Dopo però ho capito quanto questa cosa avesse spaventato la gente e di quanto fossero felici di vedermi. Lì ho capito la gravità di quello che è successo. Quando mi sono svegliato in ospedale non capivo cosa fosse successo e ho voluto rivedere quel momento in cui ho perso i sensi. Inizialmente le immagini non mi hanno dato fastidio ma riguardandole dopo un po’ di tempo è stato come tornare indietro e per questo mi turba. Sento che nel mio percorso di recupero, anche mentale, mi facciano fare un passo indietro. Mi tornano in mente domande capricciose: perché proprio a me? perché gli altri possono giocare e io no? Io ho realizzato subito di essere stato molto fortunato, per questo quasi mi sento in colpa quando mi faccio certe domande”.
Cosa ricordi di quel Fiorentina-Inter?
“Io mi ricordo il primo quarto d’ora e quando ha segnato Lautaro e poi il gol è stato annullato io già sentivo girarmi un po’ la testa anche se il cuore lo sentivo battere normalmente. A quel punto mi sono abbassato e quando mi sono rialzato sono andato giù. Non ho mai sentito nulla al petto. Mi sono svegliato all’ospedale senza ricordarmi nulla. Mi hanno detto che in ambulanza ho fatto un bel casino, ero abbastanza indemoniato, ma non ricordo niente. E’ incredibile come il nostro cervello scelga cosa ricordarsi o meno”.

EDOARDO BOVE RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Sull’importanza del primo soccorso.
“Sì, uno dipende da chi ti ritrovi accanto. Se succede ad una persona per strada e si ritrova accanto ad uno che sa praticare un intervento di primo soccorso quella persona si può salvare. I defibrillatori sono importantissimi. Io mi trovavo nel posto giusto al momento giusto, i dottori mi hanno detto che mi sarebbe potuto capitare in qualsiasi momento. Queste sono quelle dinamiche che mi fanno capire di essere stato fortunato. I medici mi hanno subito avvertito che la cosa migliore sarebbe stata impiantare questo salva vita, dandomi tante garanzie. Ora ci sto imparando a convivere: quando dormo su un determinato lato o faccio certi movimenti lo sento”.
Sul giocare col defibrillatore in Italia.
“E’ un argomento che sto tutt’ora approfondendo. La legge italiana non permette di giocare a calcio con il defibrillatore ma non è una questione medica. Per questo all’estero certi Stati consentano la pratica agonistica. Nel futuro dovrò fare delle visite importanti che mi diranno se posso toglierlo e, in caso, cosa dovrei fare. Poi conta anche la salute mentale perché se io non mi sentissi sicuro senza allora cambierebbe tutto. Non c’è ancora nulla di definito quindi e questo mi fa ben sperare nel futuro”.
Continueresti all’estero?
“Sì, perché lo devo a me e a tutti i sacrifici che ho fatto io e la mia famiglia. Non mi sentirei di mollare, sono ancora giovane. Dopo il malore ho sentito subito Eriksen, è stato molto carino e mi ha dato tanti consigli”.
Sul momento più difficile.
“L’idea di smettere di giocare a calcio per me è inconcepibile. La mia vita è sempre girata attorno a quello: io so chi è Edoardo con il calcio, ma senza… Ho pausa di scoprirlo, ho paura che quella versione di me non mi piaccia o non piaccia alla mia famiglia”.
Sulla Fiorentina.
“I miei compagni hanno vissuto un momento che non si toglieranno più dalla testa. La squadra ha iniziato a perdere le partite ma è normale perché certi episodi ti restano in mente. Ognuno mi ha raccontato ciò che ha vissuto. Quando sono tornato al Viola Park ho provato tanta tristezza perché io volevo essere lì normalmente”.
Soddisfazioni più grande e il tuo percorso nel calcio.
“Ho capito che il calcio sarebbe stato il mio lavoro alla fine del mio percorso in Primavera. Io l’ho sempre vissuto come divertimento. Forse ho raggiunto certi risultati proprio per la mia spensieratezza. Uno dei giorni più importanti è stato scoprire di far parte della prima squadra della Roma: ho capito di avercela fatta. L’esordio? E’ stato sia un traguardo che un punto di partenza”.
I giocatori che ti hanno dato il benvenuto tra i grandi?
“Mancini, Pellegrini, Cristante e Dybala mi hanno dato tanti consigli all’inizio. Ma penso sia ciò che succede in ogni ambiente lavorativo. Le dinamiche di uno spogliatoio sono molto più semplici di quanto uno pensi. Gli allenatori poi sono stati fondamentali nella mia crescita. De Rossi? Io ho avuto il papà Alberto in Primavera e Daniele in prima squadra. Lui è molto portato per fare l’allenatore e sono convinto che farà una grande carriera”.
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