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Assemblea azionisti Juventus: Parla Agnelli

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È stata convocata per oggi, alle ore 10 presso l’Allianz Stadium in Corso Gaetano Scirea 50, l’Assemblea degli Azionisti della Juventus. Ad aprire l’assemblea, ci sarà il discorso del presidente Andrea Agnelli che illustrerà, come al solito, obiettivi raggiunti e perseguibili. Per la prima volta dopo otto anni non ci sarà Beppe Marotta e Aldo Mazzia. L’ex ad è ancora legato alla Juve col contratto da direttore generale a tempo indeterminato, ma tutte e due le parti stanno cercando risolvere la questione al più presto possibile.

Parla Agnelli

Il presidente Agnelli inizia l’assemblea sulla trasmissione Report: “Una trasmissione televisiva ha riportato attenzione su fatti acclarati in ogni sede. La Juve è stata sanzionata dalla giustizia sportiva per due motivi: il primo aver venduto biglietti superiori al limite consentito dalla legge Pisanu: quattro a persona. Il secondo aver fatto entrare striscioni all’interno dello stadio. Il security manager Alessandro D’Angelo non mai fatto entrare striscioni allo stadio nel derby del 2013.Dopo i fatti in questione, Juve rispetta alla lettera la legge e non accetto altre insinuazioni. Alessandro D’Angelo non ha aiutato ad inserire striscioni canaglia sulla tragedia di Superga, lo prova la sentenza della corte d’Appello del 22 gennaio 2018. I responsabili sono stati consegnati alla giustizia anche grazie ai sistemi di sicurezza messi a disposizione della Juventus. Ogni altra considerazione deve essere ritenuta falsa perché non tiene conto dei fatti delle prove e delle sentenze.”

Ronaldo

Sapere che il calciatore più forte al mondo ha scelto la Juventus è un motivo di grande orgoglio. Agnelli afferma che ha sempre sostenuto e continua a sostenere che la squadra fa la differenza, ma avere i migliori in ogni ruolo aiuta ad ottenere gli obiettivi prefissati. Ronaldo aiuterà in questo, ma i risultati di oggi, ottobre, sono ancora molto lontani da quelli che  a maggio.la società vorrà a Maggio.

Mazzia e Marotta

Agnelli ringrazia Mazzia e Marotta per tutto quello fatto in Juventus. Mazzia è entrato in Exor nel 1987 ed è stato assunto da suo  padre, ha svolto incarichi nell’era amministrazione e finanza, il suo ruolo è stato importante per i progetti stadio e Continassa. Beppe Marotta è da 40 anni nel calcio e la sua capacità, l’esperienza e la conoscenza ha aiutato la crescita della società. Grazie a questi due persone hanno fatto  crescere dei professionisti sotto di loro, dei futuri leader che possono prendere le loro responsabilità. Si è voluto dare maggiore responsabilità a risorse già presenti in azienda, che saranno loro a gestire il futuro della Juventus.

Under 23

Agnelli è fiero per la costruzione della seconda squadra la Juventus Under 23: “Quest’anno è stato possibile solo formalmente da fino luglio, con incertezza fino all’ultimo. L’Under 23 ha avuto bisogno di una ricerca di identità. In Italia dopo i settori giovanili parte una girandola di prestiti. Nella parte sportiva ci sarà un efficentamento di tutto il settore giovanile. Ultimo, ma non ultimo, dagli under 8 alla prima squadra l’obiettivo deve essere vincere. ​Il nostro obiettivo sul campo sarà mantenere ciò per cui abbiamo duramente lavorato in questi anni​.”

I servizi

L’Area Sportiva sarà affidata a Fabio Paratici, l’Area dei Servizi a Marco Re e l’Area Revenue a Giorgio Ricci. La Juventus non è composta da tre persone am da donne e uomini che lavorano ogni giorno per permettere alla squadra di vincere sul campo.

Il calcio italiano

Il calcio Italiano e chi lo gestisce dovrà portare  a giocare tanti bambini, per far crescere i talenti.

Negli ultimi anni c’è stato un continuo ricorso, campionati che partono con società fallite, deroghe, il movimento femminile venire strattonato tra la LND e la sezione professionisti. Per Agnelli il calcio non è politica, tutti hanno lgi stessi obiettivi, tutti vogliono vedere le squadre italiane triofare in Champions ed Europa League, abbiamo tutti il sogno di alzare ancora la Coppa del Mondo.

Agnelli parla poi che serve armonia senza togliere lo sfottò: “Il risultato di una partite ci fa andare al bar con sorriso o tristezza per via di una partita. Lo sfottò è un discorso, l’odio è un altro. Vedere che nel calcio si sta divulgando un sentimento generale di odio contro qualcuno o qualcosa, bisogna andare contro. Parlando di cambiamenti, non posso non dare lo sguardo al panorama internazionale.”

Il calcio europeo

Agnelli conferma che a Parigi sono iniziati i lavori per le stagioni 2021/2024, in Champions non cambierà nulla, sull’Europa League ci sono stati discussioni accese. Quello principale è allargare la partecipazione, aggiungendo 16 squadre. E’ stato scelto poi di creare una terza competizione e di cambiare le modalità di accesso all’Europa League.

I calendari internazionali

Agneli afferma che Il calcio è gestito dal calendario internazionale e oggi è definito fino al 2024,  con un enorme disordine ed i club vogliono riorganizzare i vari tornei confederali negli anni pari e nei mesi estivi.​ ​Dal 2024 in poi si dovrà garantire ai calciatori un mese di riposo completo almeno negli anni dispari e organizzare le date di rilascio degli atleti alle Nazionali​.

 

 

Fondatore e Direttore Editoriale della testata giornalistica Calciostyle.it. Nato a Roma, classe 1981.

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Milan, ora Leao deve svoltare: le parole di Conceicao e l’impatto di Joao Felix

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Leao

Milan, la vittoria di ieri sera contro la Roma ha restituito maggiori consapevolezze ai rossoneri. Ci si aspetta un deciso upgrade da parte di tutti, soprattutto da Rafael Leao.

Vincere aiuta sicuramente a vincere e avere campioni in squadra può e deve essere uno sprone per tutti a fare di più. E’ il caso del dirompente impatto di Gimenez Joao Felix i quali hanno letteralmente mostrato un vero e proprio cambio di passo. Il primo ha infatti confezionato un assist al bacio, il secondo un gol di pregevole fattura.

Ed è stato chiarissimo Sergio Conceicao nel post gara, Rafael Leao deve fare di più. Lo ha detto al termine della partita vinta contro la Roma per 3-1 dopo che ha fatto entrare il portoghese nel secondo tempo, non per infortunio o febbre, ma per scelta tecnica.

Con l’arrivo di Joao Felix è quindi richiesto a Leao di invertire la rotta, cambiare un passo che spesso non sembra essere quello di un top player, ma di un giocatore normale. E non è quello che ci si aspetta dal Milan.

Riteniamo che l’arrivo del portoghese dal Chelsea possa dare una svegliata collettiva all’intero ambiente, soprattutto allo stesso Leao il quale avrà ora un temibile contendente della corsia di sinistra in luogo dell’inesistente Okafor il quale non rappresentava di certo un ostacolo sotto il punto di vista della competitività sulla fascia.

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Lazio, Fabiani: “L’operazione Casadei poteva andare in porto, ma non sono per i matrimoni allargati”

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Lazio, Fabiani

La Lazio ha chiuso il mercato con alcuni innesti strategici: innesti che il direttore sportivo Angelo Fabiani ha commentato in conferenza stampa.

Ecco le parole del ds della Lazio Angelo Fabiani in conferenza stampa:

Lazio, la conferenza stampa di Angelo Fabiani

Sulla sessione appena conclusa del calciomercato invernale: “Abbiamo individuato tre profili in linea perfettamente con quelle che sono le prerogative e il programma della società. Si tratta di tre profili a noi noti, il giovane difensore Oliver Provstgaard lo seguivamo già. Abbiamo mandato un nostro osservatore a vederlo a settembre, è risultato idoneo al nostro progetto.

Il tempo dirà se abbiamo indovinato l’elemento o meno. Anticipiamo l’arrivo come facemmo per Mandas, che poi ritenemmo opportuno inserire subito per farlo ambientare. E ora ci sta togliendo soddisfazioni. Provstgaard è sulla stessa linea”.

Belahyane era il calciatore che volevate?

“Vorrei essere chiaro una volta per tutte. Bisognerebbe capire qual è lo spirito del calciomercato. Si è appena concluso il mio sessantesimo, ogni calciomercato ha dinamiche contorte e complesse. Ognuno fa il proprio gioco, c’è chi bluffa e chi si ritira. Bisogna stare al gioco, conoscere il gioco del calciomercato. Solitamente, insieme all’allenatore si stilano diversi profili nei diversi ruoli. Si possono chiudere affari subito, o che si debba giocare a poker per ottenere il risultato prefissato.

Belahyane, al pari di altri tre o quatto giocatori, era nel novero di nomi condivisi con il tecnico. Lui deve allenare i calciatori, anche se nel calcio funziona che il calciatore viene individuato dalla società e viene messo a disposizione del tecnico, che mette il veto però sulle cessioni.

Quali sono state invece le valutazioni in uscita?

Noi abbiamo ricevuto richieste per nostri giocatori, rifiutando svariati milioni di euro. Chiaramente a ogni richiesta se ne parla con l’allenatore, che in questi casi ha detto di non cedere nessuno. Era anche lo spirito della società, stiamo ricostruendo e non avrebbe avuto senso cedere qualcuno. Abbiamo rifiutato diversi milioni. Siamo dentro al programma che ci siamo prefissati. Iniziare un ciclo che va da uno a tre anni. Siamo al 50-60%, c’è ancora tanto da fare.

C’è un percorso da compiere, piano piano cerchiamo di arrivare almeno al 70-80%. Ognuno di noi ha un compito ben preciso. In una società, nella normalità, c’è un presidente che mette un disposizione un budget al direttore sportivo tracciando linee guida. Il direttore sportivo poi trasferisce il tutto all’allenatore che poi allena i calciatori. Questa filiera non si può slegare”.

Chi sono stati i calciatori che Baroni ha chiesto di far restare?

Su ogni uscita l’allenatore può mettere un veto. Se dice che un calciatore non esce, anche se devi rifiutare 20 milioni, devi seguirlo. Parliamo di Tavares, di Romagnoli… ma fare nomi diventa stucchevole. Anche i più critici sanno perfettamente che le richieste erano e sono reali. Anche questa mattina ci hanno bussato alla porta dai mercati ancora aperti. La risposta è stata la stessa di qualche giorno fa. Poi a luglio si apre una nuova parentesi e si fanno nuove valutazioni: posso anche dar via un giocatore, a patto di sostituirlo con un giocatore altrettanto valido se non migliore.

Il mercato di gennaio è di riparazione. Ora, facendo debiti scongiuri, il calcio è un’idea. Il calcio non è una scienza esatta, a volte costruisci una squadra per vincere e invece ti trovi in difficoltà. A volte la costruisci per non retrocedere e ottieni risultati straordinari. Ci sono molteplici variabili, l’importante è fare le cose con coerenza. E credo che il sottoscritto essendo il responsabile di tutta l’area tecnica si assume tutta la responsabilità. Non Lotito, non Baroni: sono io il responsabile. Non bisogna nascondersi dietro nulla”

Come valuta la vostra stagione?

“Abbiamo fatto un percorso straordinario nella prima fase di Europa League, nessuno se lo aspettava. E allora come posso non fare un plauso all’allenatore e a tutti i calciatori che si sono resi protagonisti di questo bellissimo avvio? Domani non lo so, il calcio è fatto di alti e bassi. Io mi auguro che per la Lazio, per i tifosi, per la società e per gli stessi ragazzi sia quest’anno una costante ciò che abbiamo fatto finora”.

Ci sono delle notizie che vengono inventate secondo lei?

“Ognuno fa il suo gioco. Chi gestisce magazine, siti, giornali e trasmissioni fa un altro tipo di calcio rispetto al mio. Fa più effetto mettere un 3 in pagella a Provedel, che non ho capito cosa abbia fatto per meritarsi un 3 a Cagliari. Il fatto che se ne stia parlando significa che stiamo portando acqua al mulino. Dall’altra parte è giusto e normale, guai se fosse il contrario. Ognuno applica il principio della propria azienda. Prima bastava mettere d’accordo due società e il discorso era chiuso nel mondo del calcio.

Oggi ci sono cinque o sei società tramite cui passare: le due società, il procuratore, il giocatore, l’intermediario. Poi sopraggiungono altri fattori esterni, come chi fa informazione che a sua volta è società a sé. Mettere d’accordo tutte queste società non è facile. Aggiungo anche i genitori, siamo a sette”.

È soddisfatto del mercato?

“Mi si rimprovera Casadei. A volte mi prendono per un burbero, ma ho anche senso dell’humor e della battuta. Se non viene colta non è un mio problema. A domanda precisa risposi che conosco soltanto la banda, e sbagliai anche il termine perché dovevo dire complesso. Anche io faccio parte del gioco del poker: devo fare delle cose per arrivare ad altre. Fazzini e Casadei erano inseriti in un contesto di lavoro che dovevo sviluppare per arrivare al nostro obiettivo.

Quando sento che l’allenatore voleva a tutti i costi Fazzini si dice una bugia. L’allenatore non ha mai fatto opposizione, fosse arrivato Fazzini che è un gran giocatore l’avrebbe accolto come ha accolto Belahyane. Fazzini era nella lista di determinati centrocampisti. Se oggi Belahyane è alla Lazio è perché c’è l’avallo anche del tecnico. L’operazione Fazzini non è andata in porto, quella di Casadei poteva andare in porto, ma non sono per i matrimoni allargati. Non accetto mi si imponga anche un altro giocatore. Parlo di Sylla: se mi interessa lo tratto a parte, se mi viene imposto metto un muro e non mi interessa Casadei”.

Come mai Pellegrini è stato escluso dalla lista per la Serie A?

“Mi domando perché le stesse considerazioni non sono state fatte a inizio campionato quando fu stilata la stessa lista e finì fuori Hysaj. I consigli del diavolo se li mangia la volpe e io non sono il diavolo. La valutazione e l’inserimento nella lista, legata a norme, è di pertinenza dell’allenatore. L’allenatore decide in base al suo progetto futuro o nell’immediatezza e ci dice delle cose, ci compila una lista. Noi come società dobbiamo avallare quello che dice l’allenatore. Nel momento in cui non si avalla quello che dice il tecnico lo si delegittima.

E quando si delegittima il proprio condottiero, il proprio comandante, è la fine della società. Ci vuole rispetto delle figure. La decisione su Pellegrini e quella di reinserire Basic, che abbiamo cercato di dar via fino alla fine, è motivata dal fatto che per l’allenatore potesse diventare più funzionale in base al progetto che ha in mente. Ognuno ha un compito preciso, l’uno deve rispettare l’altro”.

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Milan, parla Bennacer:” Col Marsiglia avevamo già avuto contatti in estate”

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Milan

Milan, ha fatto certamente discutere la partenza di Ismael Bennacer nell’ultima giornata di mercato. In realtà tutto torna, anche sulla base di quanto scritto da noi di Calcio Style la scorsa estate.

Ismael Bennacer aveva da tempo maturato l’idea di andarsene da Milano. Come avevamo scritto noi di Calcio Style la scorsa estate, l’algerino aveva infatti chiesto di essere ceduto, ma in assenza di offerte idonee, la dirigenza aveva bloccato tutto.

Diversa la situazione a gennaio quando invece una soluzione è stata trovata, prestito con diritto di riscatto al Marsiglia.

Leggiamo qui di seguito le parole del giocatore:” Sono sempre stato un tifoso del Marsiglia, fin da quando ero piccolo. Avevamo già avuto contatti questa estate, non è successo all’ultimo secondo e ho avuto tempo di pensarci. Non sono qui perché il Milan non mi voleva più, sono io che ho detto alla mia dirigenza che volevo il Marsiglia e sono molto contento di essere qui”.

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