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Cagliari è sprofondo rossoblù: come uscire da un incubo
Cagliari è sprofondo rossoblu. Si, stavolta lo possiamo dire. Tre punti in sette partite sono una miseria. Su 21 pinti disponibili, i rossoblu ne hanno fatto solo 3
Quando pareva che la partita contro il Venezia fosse ormai in ghiaccio, è arrivata la doccia gelata. Io gol del pareggio per 1-1 dei lagunari, ha fatto sprofondare il “castello dell’entusiasmo” che si respirava sugli spalti ed in campo. La solita distrazione, e la concessione di una possibilità agli avversari, che denota, mancanza di forza mentale. La preparazione fisica è a dir poco precaria. Dopo un tempo la squadra si scioglie come neve al sole. Una costante preoccupante, che esula da schemi, allenatori e moduli. Chi ha curato la preparazione estiva, ha fatto errori clamorosi. Il mercato-lungo è una scusa, visto che coinvolge tutte le squadre, anche quelle più in forma.
Cagliari è sprofondo rossoblu. Come uscire da questa situazione
Le crepe e le criticità sono evidenti. Ieri sera, i rossoblù hanno pagato ancora una volta, la non tenuta atletica e di concentrazione. Due cose che vanno di pari passo. Per uscire da questo incubo esiste solo un metodo, che va al di là degli schemi. Serve il lavoro, quello duro. Adesso la sosta dovrà servire per fare immediatamente un richiamo di preparazione. La stagione inizierà in forte ritardo. Dopo 7-8 gare “regalate”. Pazzesco! La migliore condizione fisica, darà spinta morale e qualche certezza. Tutte caratteristiche che adesso non esistono. Il presidente e la società hanno commesso l’ennesimo errore di valutazione con Semplici, dimostrando di non essere preparati per la serie A.
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Cardinale, ora bisogna osare: serve un gennaio da protagonisti sul mercato | L’editoriale di Mauro Vigna
Cardinale, la vittoria della Supercoppa ai danni dell’Inter è stata particolarmente gradita proprio dallo stesso patron di Redbird il quale non ha esitato a mandare un messaggio alla squadra. E’ però il momento di osare.
Dalle parole ai fatti, il mercato di gennaio dovrà vedere il Milan protagonista. Di soldi la proprietà Redbird finora ne ha spesi molti, non tutti per buoni affari ad iniziare dalla scelta scellerata di mettere sulla panchina Paulo Fonseca.
Si è visto come un allenatore di polso sia servito per rivoltare come un calzino questo Milan abituato a buone dosi di carote e poche di bastone. E’ bastato fare la voce grossa nello spogliatoio (rompere anche qualcosa, ndr) per invertire la rotta. I giocatori ora hanno un condottiero da seguire, un esempio. E lo si è visto subito.
Ora però questa squadra deve essere rinforzata e il momento è adesso. Ritrovata una certa compattezza, va inserito in organico un mediano di rottura, potrebbe andare molto bene Warren Bondo il quale peraltro conosce il campionato italiano. Aspettando il totale recupero di Ismael Bennacer. E possibilmente chiudendo per Samuele Ricci per la prossima estate.
Necessario anche un rinforzo in attacco. Suggestiva l’ipotesi Marcus Rashford qualora i rossoneri riescano a ottenere il pagamento dell’intero ingaggio da parte del Manchester United, in caso contrario la vedo dura.
La sensazione è che con un leader sulla panchina come Conceicao, non servano troppi investimenti, ma tre colpi mirati per raddrizzare un’intera stagione. E alla voce opportunità di giocatori utili alla causa se ne trovano eccome. Basta avere le capacità per andarli a scovare, e su questo punto permettetemi, ma nutro dei dubbi.
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Milan, il messaggio di Gerry Cardinale: “Godetevi questa vittoria ma quando tornate in Italia…”
Milan, profonda soddisfazione anche da parte del patron di Redbird Gerry Cardinale. Qui di seguito leggeremo il messaggio che ha lasciato all’intera squadra.
C’è molta soddisfazione in seguito alla vittoria della Supercoppa ai danni dell’Inter. Una ventata di aria fresca che fa ben sperare per il cammino in campionato dei rossoneri.
Andremo qui di seguito a leggere il messaggio di Gerry Cardinale alla squadra:” Congratulazioni per questo straordinario risultato. Vincere questa coppa e farlo in un derby è stato speciale, qualcosa di cui dovete essere particolarmente orgogliosi. La stagione fino a qui è stata impegnativa, godetevi questa vittoria e con questa spinta tornate in Italia per rivendicare il posto che spetta al Milan ai vertici della Serie A. Vi abbraccio tutti e sono con voi in ogni momento”.
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Zanetti sull’inchiesta ultrà: “Sapevo che tipo di comportamento dovevo avere”
Lo storico capitano dell’Inter Javier Zanetti ha parlato in merito alla vicenda che ha coinvolto gli ultras delle squadre milanesi: “Ho incontrato Bellocco”.
Continua l’inchiesta che vede coinvolto il tifo organizzato delle due principali squadre di Milano, che lo scorso 30 settembre ha portato all’arresto di più di 18 esponenti delle curve. La procura ha interrogato in qualità di testimone anche lo storico capitano nerazzurro, nonché attuale vicepresidente, Javier Zanetti.
L’argentino ha parlato delle sue relazioni con i principali capi ultras dell’Inter come dei rapporti basati sul rispetto reciproco, ma ma mantenuti con un relativo distacco ed una professionalità che da sempre lo contraddistingue.
Il rapporto di Zanetti con la curva
Il vicepresidente dell’Inter ha messo fin da subito in chiaro la sua posizione, comunque ammettendo la conoscenza e il rapporto con alcuni dei membri del tifo organizzato nerazzurro: “sapevo che tipo di comportamento devo avere, ho avuto rapporti solo di conoscenza con alcuni esponenti della tifoseria organizzata.
Essendo da 30 anni all’interno della società, per forza di cose conosco qualcuno degli ultras e questo qualcuno mi ha contattato. A questi tipi di persone ho sempre precisato di non mettermi in difficoltà. Ho messo al corrente la società di questo incontro con i due ultras (Bellocco e Beretta ndr.) e non mi sarei mai permesso di andare contro per accontentare le richieste della curva”.
L’incontro con gli ultras al campo dell’Inter
Successivamente, Zanetti ha ammesso di aver incontrato Beretta e Ferdico al campo di allenamento di suo figlio, per ascoltare la protesta dei due ultras in vista della finale di Coppa Italia: “Beretta e Ferdico mi hanno raggiunto al centro sportivo dove mio figlio giocava a calcio per intercedere con il club.
Nell’occasione loro mi avevano anche anticipato che, il giorno della finale di coppa Italia, ovvero qualche giorno dopo, avrebbero sostenuto uno sciopero del tifo e dei cori per quindici minuti, cosa che poi, effettivamente, si è verificata. Un incontro durato circa 10 minuti e in cui dissi che avrei parlato con chi di dovere.
Quando arrivo a Roma nell’albergo della squadra parlo con Cameruccio, Claudio Sala, Silva e gli spiego quello che era accaduto. Mi rispondono che lo sapevano già e che ci avrebbero pensato loro, preciso che io in quella circostanza ho solo riportato la richiesta che mi era stata avanzata da Beretta e Ferdico, senza aggiungere altro”.
La conoscenza di Zanetti con Bellocco
Infine, l’argentino ha parlato della sua conoscenza con Bellocco, uno degli storici capi ultras dell’Inter, ucciso lo scorso 4 settembre dallo stesso Beretta: “L’ho incontrato una sola volta era venuto con qualche ragazzo della curva a uno dei ristoranti. Erano più o meno le tre del pomeriggio, quando la gente era andata via e Bellocco era fuori, aspettava in macchina. Beretta mi dice, “ti vogliamo presentare una persona” è appena uscito dal carcere. Mi trovavo in una situazione scomoda, però acconsento, sapendo che lo avrei soltanto salutato e poi sarei andato via”.
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