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Cagliari, UFFICIALE il ritorno di Gaetano
Tutto è bene quel che finisce bene è la frase usata dal Cagliari per annunciare il ritorno di Gianluca Gaetano. Il centrocampista torna per restare.
La storia d’amora era cominciata a gennaio con un ottimo impatto sulle prestazioni e sulla piazza. Ora si apre un nuovo scenario per l’ex Napoli che è pronto a crescere ulteriormente.
Cagliari, ufficiale la firma di Gaetano
Con un comunicato sul proprio sito ufficiale e un post sugli account social, il club ha dato il benvenuto al nuovo acquisto:
Il Cagliari Calcio è lieto di annunciare l’acquisto del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Gianluca Gaetano che si trasferisce dal Napoli in prestito con obbligo di riscatto al verificarsi di determinate condizioni sportive. Il calciatore ha firmato un contratto che lo legherà al Club rossoblù sino al 30 giugno 2029.
Classe 2000, arrivato al Cagliari in prestito lo scorso febbraio, Gaetano ha saputo conquistare in fretta compagni e tifosi. Sapienti qualità tecniche, senso del gol e fantasia, abbinate a dedizione alla causa, lotta e sacrificio: autore di 4 reti e 1 assist in 11 partite, è stato tra gli artefici del cambio di passo della squadra, dando il suo prezioso contributo al raggiungimento della permanenza nella massima serie.
Già prima della sua esperienza in rossoblù, si era fatto largo a suon di prestazioni: 43 gol e 25 assist con la Primavera del Napoli, l’esordio in prima squadra a soli 18 anni. Il passaggio alla Cremonese per continuare a crescere: 86 partite, 17 gol, 11 assist, la promozione in A della squadra nella stagione 2021/22. Poi, rientrato alla base, la soddisfazione della prima rete in Serie A, nella vittoria di prestigio per 3-1 contro l’Inter, e soprattutto la conquista del titolo di Campione d’Italia 2022/23. Lascia il Napoli dopo aver totalizzato con i partenopei 31 gare tra Champions League, campionato e coppe nazionali.
Ora l’inizio di un nuovo capitolo rossoblù, un’Isola pronta a riabbracciarlo: il Cagliari e Gaetano, un futuro di nuovi traguardi da raggiungere insieme.
Bentornato, Gianluca!
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Juventus, il sogno in difesa è classe 2003
Alla Juventus si sta intavolando una trattativa per colmare il vuoto lasciato in difesa da Gleison Bremer: ecco chi è il giocatore che potrebbe sostituirlo.
La trattativa è già avviata: questo pomeriggio a riportare la notizia sono svariate fonti, Tuttosport compreso. L’oggetto è l’avvio della trattativa per un giovane prospetto classe 2003, cresciuto professionalmente al Benfica, dalle giovanili alla Prima Squadra.
Alludiamo al giovane difensore centrale portoghese Antonio Silva, che sarebbe un ottimo sostituto per Gleison Bremer, colpito da un infortunio al crociato.
Il lusitano è valutato dal Benfica 40 milioni di euro.
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Amarcord Juventus: 28 anni fa la conquista di una Coppa illustre
Ventotto anni fa la Juventus vinceva il suo ultimo trofeo internazionale di primo piano: la Coppa Intercontinentale. Autore della vittoria un immenso Del Piero.
Il 26 novembre 1996 un gol di Alessandro Del Piero all’81’ regalò alla Juventus la Coppa Intercontinentale, l’ultimo trofeo internazionale conquistato dai bianconeri.
A Tokyo, nella gara secca contro il River Plate, fu proprio il numero 10 della Juventus a decidere una sfida che, secondo lui stesso, “avremmo dovuto vincere 5-0, non 1-0“. Quel gol, come ricordato da Del Piero nel suo libro Manualex, è uno dei momenti più belli della sua carriera: “Quando segnai il gol-vittoria non capii più niente”.
Juventus, la partita
La Juventus di Marcello Lippi scese in campo con un 4-3-1-2: Peruzzi; Torricelli, Ferrara, Montero, Porrini; Di Livio, Deschamps, Jugovic; Zidane; Del Piero, Boksic.
In panchina, tra gli altri, c’erano Tacchinardi, subentrato all’89′ per Zidane, Vieri e Padovano.
Dall’altra parte, il River Plate, guidato da Ramón Díaz, si affidava a una formazione piena di futuri campioni: Bonano; Hernán Díaz, Celso Ayala, Berizzo, Sorin; Monserrat, Astrada, Sergio Berti; Francescoli; Ortega, Cruz.
Particolarmente interessante era la sfida tra i due numeri 10: Del Piero per la Juventus e Ortega per il River.
“Due giorni prima mi avevano comunicato che la regia giapponese avrebbe dedicato telecamere speciali a noi due”, ha raccontato Del Piero, aggiungendo che la notizia lo aveva riempito di responsabilità.
A distanza di 28 anni, quella Coppa Intercontinentale rimane l’ultimo trionfo internazionale importante della Juventus. All’epoca, la Coppa si assegnava in una gara secca tra la vincitrice della Champions League e quella della Copa Libertadores, mentre oggi si disputa il Mondiale per Club, un torneo con un format completamente diverso.
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Piqué: “Oggi ci sono troppe competizioni con tante partite”
L’ex centrale del Barcellona Gerard Piqué ha parlato del problema delle troppe partite che portano poi a troppi infortuni, proponendo una sua soluzione.
Il tema delle troppe partite è ormai al centro della critica sportiva: sono tanti gli allenatori, i presidenti e gli addetti ai lavori in generale che si lamentano dei troppi incontri ravvicinati. Questi sono la principale causa dei tanti infortuni, poiché il fisico dei calciatori è sottoposto ad un forte stress circa una volta ogni 3 giorni e sono più esposti a problemi fisici.
Di questo delicato argomento ha parlato anche l’ex difensore del Barcellona Gerard Piqué, il quale ha delle idee molto chiare in merito. Lo spagnolo è sempre stato un personaggio di spicco sia dentro che fuori dal campo, dicendo sempre la sua opinione e mettendoci la faccia anche nei momenti o su argomenti più delicati.
Le parole di Piqué
La principale soluzione al problema delle tante partite secondo Piqué, è quella di ridurre i campionati a 16 squadre, in modo tale da avere meno giornate da disputare.
Le sue parole: “Credo che ridurre il numero delle partite aiuterebbe i giocatori a riposarsi di più, quindi a meno infortuni, e non arriverebbero così stanchi alle partite importanti. Dobbiamo fare in modo che questi incontri siano unici, speciali.
Oggi ci sono troppe competizioni con tante partite. Questa è una delle proposte che, dopo il dibattito, è stata adottata da dirigenti e giocatori. È complicato da organizzare perché le organizzazioni vogliono che ci siano molte partite. UEFA, FIFA… nel mondo del calcio ci sono diverse organizzazioni e ognuna guarda ai propri interessi. È complicato trovare un accordo comune“.
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