Questo è un momento storico per il calcio femminile italiano di Serie A: si passa al professionismo a partire dal 1 luglio prossimo.
Ieri sera la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha dato l’annuncio che tante e tanti stavano attendendo: il passaggio del calcio femminile italiano di Serie A al professionismo. Sebbene per il momento le serie minori restino ancora nel dilettantismo, si tratta di un momento storico.
Il professionismo comporterà diversi vantaggi per le giocatrici, fra cui soprattutto la presenza di un salario minimo garantito e il pagamento dei contributi da parte dei vari club. E alcuni doveri da assolvere: a livello economico, per poter restare nella Serie A, i club dovranno rispettare alcuni parametri di bilancio.
Del professionismo del calcio femminile si parlava almeno dal 2019, quando le Azzurre riuscirono ad accedere ai quarti di finale dei Mondiali in Francia. Il presidente della Figc Gabriele Gravina aveva dichiarato di occuparsene ma di avere bisogno di tempo, soprattutto perché il professionismo richiede una certa sostenibilità economica.
Quando è arrivata la concreta possibilità di realizzare questo obiettivo, inizialmente, la Serie A maschile si è ribellata. Infatti, quando la questione è finita sul tavolo del Consiglio Federale, la Serie A di Lotito, Marotta e Casini ha votato contro.
In seguito il presidente della Lazio ha dichiarato che si era trattato di un “malinteso” e il presidente Casini ha chiesto di poter effettuare una seconda votazione. Che ha avuto esito positivo.
Il presidente Gravina evidenzia il primato della Figc sulle altre federazioni sportive italiane: “Dal primo luglio inizia il percorso del professionismo del calcio femminile, siamo la prima federazione in Italia ad avviare e ad attuare questo percorso”.
L’allenatrice della Lazio Carolina Morace si rallegra del professionismo ma sottolinea che è solo un primo passo verso il pari trattamento del calcio femminile e del calcio maschile. Che in Europa è già a buon punto.
“Che non sia un traguardo ma che sia il traguardo di una partenza. E’ positivo. Ci sono tanti esempi in Europa. Non siamo i primi. I 90 mila spettatori a Barcellona dicono che c’è interesse per il calcio femminile, anche in Paesi latini come la Spagna e l’Italia. I risultati dell’Italia hanno certamente contribuito così come l’ingresso delle squadre professionistiche”.
Le fa eco la presidente di Assist (Associazione Nazionale Atlete) Luisa Rizzitelli: Oggi è un bel giorno per il calcio italiano: dalla nascita della Federalcio, nel lontano 1898, mai una donna aveva avuto accesso al professionismo, mai.
Ma oggi con un annuncio giustamente roboante, sappiamo che alle calciatrici sarà finalmente riconosciuto il diritto sacrosanto e sancito dalla Costituzione di essere professioniste come possono esserlo gli uomini. La notizia è una cosa buona per il calcio italiano e per le calciatrici”.
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