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Champions League, Dottor Sarli: i focus del mercoledì
Questa sera scenderanno in campo altre due italiane per la terza giornata dei gironi di Champions League. Due partite molto delicate, una vale il primato, l’altra potrebbe già odorare di eliminazione. Vediamo tutto nel dettaglio.
La Lazio va in Olanda a caccia di conferme, il Milan giocherà a Parigi in cerca di riscatto.
Per i biancocelesti la sfida vale la conferma al primo posto, mentre per i rossoneri l’incubo eliminazione si fa sempre più concreto. Diamo un’occhiata a queste partite cercando di puntualizzarne rischi e pericoli.
Focus Champions: Feyenoord – Lazio
La squadra olandese e quella biancoceleste si conoscono bene a livello continentale, avendo già giocato insieme il girone di Europa League la scorsa stagione.
In quell’occasione le due compagini vinsero le rispettive gare interne e il Feyenoord cercherà stasera di replicare quel risultato in quella che è la sua prima partecipazione ai gironi di Champions per cercare di raggiungere la fase a eliminazione diretta.
Al momento gli olandesi hanno 3 punti, 1 in meno dei laziali.
Il Feyeenord comincia questo girone dopo 1 vittoria e 1 sconfitta, ruolino che li piazza sotto i laziali (1 vittoria, 1 pareggio).
In campionato gli olandesi vengono da due vittorie a “zero”, ottima risposta alla sconfitta in Champions contro l’Atletico Madrid (3-2) e contro le italiane gli olandesi hanno perso una sola volta su 9 partite casalinghe (5 vittorie. 3 pareggi), record che permette agli olandesi di avere un morale molto alto prima di questa sfida.
La vittoria interna della Lazio la scorsa stagione è stata l’unica contro squadre dell’Eredivisie nelle cinque partite contro tali avversarie (1 pareggio, 3 sconfitte). Nella fase a gironi di Champions, però, la Lazio è rimasta imbattuta in otto partite (3 vittorie, 5 pareggi).
Con 4 vittorie nelle ultime 5 partite in questa stagione (1 sconfitta) segnando almeno 2 goal in ogni occasione, la Lazio è in ottima forma e una vittoria qui è più che probabile.
Occhio ora i giocatori più pericolosi.
Per il Feyenoord attenzione a Stengs, che ha contribuito a 10 goal in 9 partite ufficiali (4 goal, 6 assist). Per la Lazio fari puntati su Castellanos, che ha contribuito a 3 goal nelle sue ultime 2 partite (1 goal, 2 assist).
La statistica curiosa
Quattro delle ultime cinque partite della Lazio hanno visto un goal dopo il 75° minuto.
Focus Champions: Paris SG – Milan
Nella mente dei francesi pesa il 4-1 subìto dal Newcastle, dettato da scelte tattiche errate che Luis Enrique non ha più ripetuto.
Il Paris SG, tuttavia, ha perso solo una delle 34 partite precedenti della fase a gironi di Champions (27 vittorie, 6 pareggi) ma vale la pena ricordare che non ha mai battuto il Milan in Champions (2 pareggi, 2 sconfitte).
Scontri questi che non hanno visto più di 2 goal, cosa al Milan accade da 6 partite su 7.
Dopo aver pareggiato a reti bianche le prime due partite di Champions, la semifinalista dello scorso anno è a disperata caccia di punti, ma i soli 3 goal nelle otto partite precedenti nella competizione non rassicurano i tifosi.
Il Milan stasera spera di migliore il proprio record contro squadre francesi in trasferta (15 vittorie, 4 pareggi, 7 sconfitte) ma contro l’ex Donnarumma non sarà facile far bottino. Forza Milan? Beh, da italiani lo speriamo tutti.
Ecco i giocatori più pericolosi.
Per il Paris SG occhio al solito Mbappé, che ha realizzato 6 dei suoi 9 goal precedenti in Champions prima del 25° minuto di gioco.
Per il Milan attenzione a Pulisic, che ha portato la sua squadra alla vittoria nelle ultime 10 partite in cui ha segnato, comprese 4 gare in questa stagione.
La statistica curiosa
C’è stato almeno un rigore trasformato in 9 delle ultime 11 partite casalinghe nella fase a gironi di Champions.
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Fiorentina-Verona 3-1: le pagelle viola al pepe
La Fiorentina, trascinata da Moise Kean, vince ancora in Campionato, stavolta ai danni del Verona. I voti ai protagonisti della sfida.
Sesta vittoria consecutiva della Fiorentina in Campionato (7 vittorie ed un pareggio nelle ultime 8 di Serie A), con Kean (autore di una tripletta) mattatore assoluto della gara. In difesa altra partita superlativa di Comuzzo, Ranieri e del solito tarantolato Dodò. Bravissimo anche Beltran.
E la Viola chiude con un altro dato incredibile: un solo fallo commesso in tutta la partita, contro i 19 del Verona.
Con i rientri di Cataldi (con il doppio play, lui e Adli, la Viola ha disputato le sue partite migliori) e Gudmundsson (un fuoriclasse), e l’acquisto di un vice Kean a gennaio, la compagine gigliata può non porsi dei limiti agli obiettivi di questa stagione.
Pagelle Fiorentina
De Gea 6,5: incolpevole sul goal, pomeriggio da ordinaria amministrazione per il resto, fino al lancio intelligente per la terza rete di Kean, quella che chiude la partita. Anche uomo assist.
Dodò 7,5: quando lo vedi al 90′, nella stessa azione, stare prima in difesa a coprire e 30 secondi dopo in attacco, viene da chiederti se è umano oppure no? Instancabile.
Comuzzo 7,5: un muro che gioca con la tranquillità di un veterano. Insuperabile.
Ranieri 7,5: non esce su Serdar, ma è l’unica indecisione della gara. Anche lui si meriterebbe una convocazione in Nazionale. Impressionante.
Gosens 6,5: gioca senza strafare, ma sempre con costrutto. Intelligente.
Bove 6: sbaglia in maniera grave dando il via al goal degli scaligeri. Prova a riscattarsi utilizzando l’agonismo. Non la sua miglior partita, ma comunque sufficiente.
Adli 6,5: con lui perdi qualcosa in mobilità, ma lo riacquisti in sapienza e qualità del gioco. Sicuro di sé.
Colpani 6+: gioca una gara positiva, ma fa ancora troppo poco se pensiamo al suo talento. Deve crescere ancora.
Beltran 7: l’assist per il primo goal di Kean e la consueta qualità e quantità al servizio della squadra. Stantuffo.
Sottil 6: fa ammonire due avversari con i suoi strappi ma, come Colpani, può dare di più. Vorrei ma non posso.
Kean 9: tripletta al termine dell’ennesima gara da protagonista assoluto. Non prende 10 solo per un pizzico di egoismo di troppo. Inarrestabile.
Richardson 6: disputa una porzione di gara dignitosa. Positivo.
Kouamé 6: si batte come un leone. Combattivo.
Kayode n.g.
Parisi n.g.
Mandragora n.g.
Palladino 8: siamo costretti a ripeterci, ma è bravo ad ottenere il massimo dai suoi giocatori. Motivatore.
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Pisa, Caracciolo: “Dicevano non ce l’avrei fatta a 34 anni…”
Dopo la vittoria esterna del Pisa contro la Sampdoria, il capitano Antonio Caracciolo ha parlato in conferenza stampa della poca fiducia nei suoi confronti.
Reduce da una netta vittoria per 3 a 0 a Marassi, il capitano del Pisa Antonio Caracciolo ci ha tenuto a fare alcune precisazioni sul proprio rendimento e su quella della squadra.
Queste le sue dichiarazioni riportate da CalcioPisa.it.
Antonio Caracciolo sul proprio rendimento
“Dicevano che non ce l’avrei fatta a giocare tutte queste partite. E invece… . Sono stati cinque anni importanti, dopo l’infortunio ce ne sono stati di difficili a livello personale, si percepiva che non si remava tutti dalla stessa parte, adesso sin dagli allenamenti a porte aperte ha portato noi e i difensori nella stessa direzione: si percepisce che c’è qualcosa di diverso”.
Sulla squadra e sulla fase difensiva
“Questa comprende il lavoro di tutta la squadra. Il mister in seconda D’Angelo ci ha fatto lavorare parecchio da questo punto di vista. Ci tiene tutti sul pezzo: non vuole che lasciamo buchi, niente.
Sulla Serie B
“In Serie B quest’anno ci sono squadre molte attrezzate, partite per vincere. Noi siamo partiti per seguire il mister e cambiare le cose rispetto a questi due anni. Capiteranno momenti di flessione, ed è importante capitalizzare al meglio ora” conclude Caracciolo.
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Milan, Theo Hernandez ora è un problema: addio a fine stagione | Costretto controvoglia a rimanere la scorsa estate
Milan, non lo avremmo mai immaginato, ma ora qualcuno sta chiamando problema uno come Theo Hernandez.
Noi di Calcio Style lo scriviamo da diversi mesi, Theo Hernandez la scorsa primavera aveva iniziato a guardarsi intorno con l’aiuto del suo agente Manuel Garcia Quilon.
E la sua volontà era quella di lasciare il Milan in estate per accasarsi in una tra Real Madrid e Paris Saint Germain, nonostante fosse stato il Bayern Monaco ad essersi fatto avanti per primo. Tutto quanto è stato confermato da più fonti e possiamo sostenere, senza timori di essere smentiti, che avevamo raccontato fedelmente le cose come erano accadute.
In estate tuttavia c’è stata la forte influenza di Zlatan Ibrahimovic il quale contro tutto, contro tutti e contro Theo, ha deciso di non vendere il giocatore ancorché in presenza di offerte non ritenute economicamente adeguate dalla dirigenza stessa.
La promessa di fare una squadra in grado di competere in tutto e di avere un allenatore top, aveva fatto desistere Theo Hernandez dalla sua scelta iniziale. L’arrivo di Paulo Fonseca unito a una partenza di campionato molto lenta ha nuovamente riacceso la voglia di andarsene, tanto che l’addio a fine stagione pare certo.
Da mesi non ci sono incontri con l’agente e il Milan sta prendendo tempo perché non vuole più affrontare il discorso, certo che il giocatore la decisione l’abbia già presa.
Il modo di giocare di Theo è l’esempio lampante di quanto stiamo scrivendo. Forte contro le forti, questione di orgoglio e svogliato, quasi annoiato e assente contro le cosiddette piccole, vedasi ieri sera a Cagliari.
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