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Come disinfettare e riutilizzare una mascherina

Sono difficili da trovare e se si trovano costano davvero molto.

Le mascherine sono il vero problema di questa emergenza legata al Coronavirus in Italia.

Quando partirà la fase 2 che prima o poi arriverà, si dovrà uscire di casa necessariamente indossandone una. Ogni volta. E’ dunque facile capire la necessità di reperire con maggior facilità un numero consistente di mascherine (magari anche in edicola, come si sta provando a fare in Spagna) senza dover spendere per ognuna di esse un occhio della testa e magari aver dovuto fare il giro di una decina di farmacie.

In commercio ce ne sono tante, tutte più o meno affidabili. Sicuramente più di quelle fatte in casa con un bandana o con la carta forno seguendo un tutorial su YouTube. Un metodo magari utile per chi deve fare una passeggiata intorno al palazzo con il proprio cane, non di certo per un operatore sanitario o una persona chiamata a spostarsi con i mezzi e a frequentare un posto di lavoro molto affollato.

I tipi di mascherine in circolazione

Non tutte le mascherine sono uguali. Dato per scontato che la loro reperibilità sarà molto, ma molto, più semplice nelle prossime settimane (e la situazione è già migliorata in questo senso), ognuno deve capire il tipo di mascherina della quale ha più bisogno per le proprie esigenze. La scelta è facile:

1) La mascherina chirurgica

Hanno la capacità filtrante del 95% verso l’esterno ma proteggono poco (solo il 25%) dall’esterno verso chi le indossa. In parole povere sono consigliate per chi è raffreddato e ha bisogno di evitare di contagiare gli altri.

2) FFP1/FFP2/FFP3 SENZA VALVOLA

Sono mascherine con un’elevata prevenzione sia per chi le indossa sia per gli altri. Riducono al minimo il rischio di essere contagiati e di contagiare. In questo momento sono le più indicate.

3) FFP1/FFP2/FFP3 CON LA VALVOLA

Sono le cosiddette “mascherine egoiste” perché proteggono chi le indossa dal rischio di prendere il virus ma indossate da chi è positivo, espongono gli altri al potenziale contagio. Queste, in parole povere, sarebbe meglio evitarle, soprattutto se siete malati (non per forza di Coronavirus).

Come sanificare e disinfettare una mascherina

Vista la ancora non facile reperibilità delle mascherine, quest’ultime possono essere riutilizzate? Anche qui vanno fatte delle distinzioni partendo sempre da un presupposto. Tutti questi tipi di mascherine dovrebbero essere monouso, ovvero si utilizzando una volta e poi si dovrebbero buttare. Viviamo, però, in tempi non comuni e quindi vi segnaliamo un modo molto semplice e pratico per sanificare la vostra mascherina in caso di scarsa reperibilità di nuove.

1) La mascherina chirurgica

Andrebbe utilizzata una sola volta (sono tutte monouso) perché l’impiego di disinfettanti o vapori di aria calda potrebbe danneggiare il tessuto e quindi esporre al contagio. Se non ne avete a disposizione altre, si può correre comunque ai ripari.

Per eseguire la sanificazione, per prima cosa lavatevi bene le mani. Togliete dal vostro volto la mascherina appena utilizzata usando esclusivamente gli elastici cercando di evitare di toccarla sulla parte esterna con le dita.

A questo punto bisogna lavarsi nuovamente le mani e indossare un paio di guanti monouso o in alternativa sanificare le mani con una soluzione idroalcolica al 75-85%. Poggiate la mascherina su una superficie lavata con acqua e sapone o disinfettante idoneo, e spruzzate uniformemente la mascherina stessa con alcool al 70% su tutta la superficie, compresi gli elastici, senza eccedere nella bagnatura.

Ripetete l’operazione dopo averla girata. A questo punto lasciatela per almeno 30 minuti i nun luogo protetto fino alla completa evaporazione. Se emana ancora un forte odore di alcool dopo la mezz’ora, lasciatela asciugare ulteriormente su una superficie pulita e sanificata, altrimenti riponetela in una busta di plastica fino al nuovo uso.

2) Le mascherine FFP1/FFP2/FFP3

Si possono riutilizzare dopo aver effettuato due trattamenti:

– Esposizione da entrambi i lati ad alta temperatura (superiore a 60°) come ad esempio il vapore del ferro da stiro a debita distanza.

– Trattamento con soluzioni disinfettanti e spray con alcol almeno al 70% (effettuare la stessa operazione descritta con la mascherina chirurgica)

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Pubblicato da
Francesco Tripodi

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