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Corsi e ricorsi storici, l’Italia è ancora in finale ad un Europeo
È grazie a una vittoria ai rigori proprio contro gli spagnoli che dopo quella del 2012 l’Italia figurerà nuovamente nella finale dell’Europeo. Una vittoria sofferta, che segue un percorso altrimenti netto, passato per il trionfo perentorio ai danni del Belgio. Una sofferenza inaudita, iniziata nei primi istanti della partita e terminata con l’errore dal dischetto di Alvaro Morata. Perché, diciamoci la verità, in cuor nostro eravamo tutti convinti del fatto che Jorginho avrebbe trasformato il suo rigore. Sapevamo che non ci saremmo dovuti rivolgere nuovamente al nostro portierone Gigio Donnarumma. E così è stato. Unai Simon era a terra prima ancora che il nostro regista colpisse il pallone, forte di una saltello letale, glaciale ma che allo stesso tempo ha bruciato lì lo spagnolo, immobile su quella linea di porta lungo la quale si era tanto divertito a muoversi. Per provare a intimorire i nostri tiratori. Senza successo.
Ora gli azzurri sono tornati a Coverciano, ma con la testa saranno già sul prato di Wembley, dove domenica sera attenderemo la vincente dell’altra semifinale, Inghilterra-Danimarca. I primi con la spinta di 60 mila tifosi amici pronti a ubriacarsi di birra e a continuare a inebriarsi di vittorie, i secondi con un’intera nazione sulle spalle, con la voglia di tornare in finale dopo la favola del 1992 e di farlo in nome di Christian Eriksen. Gli inglesi con una rosa profonda e ricca di equilibrio tra talento, grande esperienza e spregiudicata gioventù, i danesi con un sistema di gioco solido guidato da leader carismatici.
Insomma, chiunque uscirà vincente dalla nottata londinese avrà tutte le armi per metterci in difficoltà.
Le finali europee dell’Italia, il successo del 1968
L’unico successo italiano negli Europei risale al 1968, quando superammo per 2-0 la Jugoslavia al replay della prima finale, finita 1-1. In quel 8 giugno sul prato dell’Olimpico di Roma andarono a segno Gigi Riva e Pietro Anastasi, proprio due anni dopo i Mondiali del 1966, l’unico trionfo della nazionale inglese che potremmo incontrare in finale di Euro 2020.
Dopo il 1968, però, gli Europei non hanno più sorriso all’Italia. Ci siamo infatti ripresentati in finale nel 2000, quando 32 anni dopo il primo trionfo fummo riacciuffati sul punteggio di 1-1 al minuto 93 e poi sconfitti al golden goal dai francesi di David Trezeguet. Sconfitta terribile, che come l’errore di Alex Del Piero è stata però vendicata solo 6 anni dopo su suolo tedesco, con il gol praticamente fotocopia di quello sbagliato segnato questa volta ai padroni di casa da parte dell’attaccante della Juventus e il rigore sbagliato in finale proprio dallo stesso Trezeguet.
Passati poi altri 6 anni ci siamo riconquistati l’ultimo atto di un Europeo, quello del 2012. Anche in quel caso però non è andata bene, con gli spagnoli che ci annichilirono sul punteggio di 4-0, dopo che ci avevano eliminati già dall’edizione 2008 della competizione continentale e da quella 2013 della Confederations Cup, proprio ai rigori. La rivincita contro gli iberici ce l’eravamo presa nel 2016, con il 2-0 agli ottavi sempre dell’Europeo, ma allora l’urlo ci rimase strozzato in gola, colpiti a tradimento dagli errori dal dischetto dei nostri contro la Germania ai quarti. Oggi la rivalsa contro gli spagnoli è arrivata ancora, proprio alla lotteria dei rigori. Ed è valsa l’accesso alla finale.
Starà ai nostri ragazzi ora far sì che questa possa dirsi definitiva, arrivando a quel traguardo che sinceramente solo a pensarlo fa suggestione. Ma che ora è davvero lì, a 90, 120 o 120 minuti più calci di rigore di distanza. E allora forza azzurri, che se l’Inghilterra avrà già da stasera i 60 mila di Wembley dalla sua, voi ne avrete 60 milioni tutti con il tricolore scintillante intarsiato sul cuore.
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Inter, importanti novità sul futuro di Darmian
Tra i calciatori dell’Inter con il contratto in scadenza a giugno figura anche Darmian. Ma filtrano importanti indizi circa il futuro dell’esterno nerazzurro
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Inter, Darmian in scadenza
Sicuramente non sarà un top player ma in questi anni ha dimostrato di essere una pedina fondamentale per l’Inter e per il suo allenatore, Simone Inzaghi, che difficilmente se ne priva. Tuttavia, inutile fare programmi troppo a lungo termine quando l’età di un giocatore non è più giovanissima e quando la scadenza del contratto si avvicina. Matteo Darmian, braccetto ed esterno di centrocampo è sicuramente ancora utile alla causa, ma la sua situazione contrattuale non è ancora definita.
Una risorsa mai sottovalutata
Quando si pensa ai fenomeni dell’Inter si parla di Lautaro, Thuram, Bastoni, mai di Darmian. Eppure le sue presenze e le sue prestazioni parlano per lui. Esperto esterno di difesa, all’occorrenza impiegabile anche a centrocampo, si è sempre ritagliato un posto di rilievo nello scacchiere sia di Conte che di Inzaghi.
Rinnovo o addio all’Inter?
Oggi forse non si pensa tanto ai rinnovi, ma al campionato in corso e a una condizione non ancora ottimale per i nerazzurri. Ciò nonostante, le società sono sempre al lavoro per gestire al meglio la questione relativa ai rinnovi e agli eventuali acquisti. Qual è quindi, attualmente, la situazione che riguarda Darmian? Come rivela Inter Live, la dirigenza sta pensando di esercitare l’opzione per il rinnovo per un altro anno, già presente nell’attuale contratto del giocatore. Qualora l’ipotesi dovesse concretizzarsi, Darmian potrebbe anche pensare di chiudere la carriera in nerazzurro.
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Inter, parla Stramaccioni: “Vi svelo la causa dei troppi gol subiti”
L’allenatore e opinionista Andrea Stramaccioni ha commentato l’attuale situazione dell’Inter. In particolare, si è soffermato sui troppi gol subiti
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Inter, troppi gol subiti
Intervenuto a Dazn, Andrea Stramaccioni ha parlato del motivo per cui l’Inter, in questa particolare fase della stagione, stia faticando a trovare una stabilità. Si è parlato soprattutto dei troppi gol subiti dalla squadra di Inzaghi, aspetto da non sottovalutare, perché una difesa rocciosa ed efficace ha contribuito sensibilmente alla vittoria dello scudetto, la scorsa stagione.
Parola a Strama
Come anticipato, Stramaccioni ha dichiarato quanto segue: “Secondo me lo schiaffo del derby, ammesso che servisse, c’è stato. L’Inter, dopo i primi 15 minuti di sbandamento, anche al derby reagisce e gioca una buona mezz’ora importante. Questa fame che si è vista a Udine, togliendo gli errori individuali, è la strada giusta”.
Il problema dell’Inter
Secondo l’allenatore le principali difficoltà del club nerazzurro quest’anno vengono dalla difesa. Le sue parole: “Per me l’Inter è tra le 5 o 6 più complete ed esperte d’Europa. Solo un reparto è un po’ scoperto: la difesa. Quando ruota, qualcosa manca. Acerbi è molto esperto, Bastoni è il giocatore più importante. Al derby Inzaghi ha finito con Darmian e Carlos Augusto, che sono importanti ma non sono difensori veri, strutturati”.
Sul primo gol dell’Udinese
Quello di Kabasele è il quarto gol subito da palla “aerea”, dopo quelli contro Genoa, Monza e nel derby. Sono cose su cui l’allenatore può martellare ma sono situazioni individuali di fame, di duello io contro di te e tu non segni. Se mi fai una partita perfetta a Manchester e prima col Monza e poi col Milan fai degli errori individuali è una questione di fare uno step. Anche perché rischi di rovinare una prestazione positiva come quella a Udine”.
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La sorella di CR7 contro Cassano: “E’ un pover’uomo”
Le parole della sorella di CR7 contro Cassano, dopo le sue accuse nei confronti del fratello di non saper giocare a calcio. Ecco le sue dichiarazioni.
Non le manda a dire Elma Aveiro, sorella dell’ex Juventus Cristiano Ronaldo che, ancora una volta, è stato preso di mira da Antonio Cassano. L’ex attaccante barese ha infatti espresso nuovamente in modo molto colorito il suo pensiero sull’attaccante dell’Al-Nassr.
Le parole di Cassano
“Ronaldo è sempre stato un esterno sinistro, ma se lo metti tra gli attaccanti non sa giocare a calcio. Ho fatto 900! Adesso faccio 901! Non me ne frega una m… Fai pure 3000 goal, non me ne frega un c…”.
La replica della sorella di Cristiano Ronaldo
“Una persona si sveglia con queste cose. Non conosco questo pover’uomo e neanche mi interessa. Ma gli dico solo una cosa, se Ronaldo non sa giocare e ha segnato 900 gol, immagina se sapesse giocare. Dicono che fosse un giocatore di calcio, penso che si siano sbagliati, in realtà era un raccattapalle”.
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