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Crisi Milan, è tutta colpa di Fonseca? No, ma… | L’editoriale di Mauro Vigna
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Crisi Milan, difficile chiamarla in maniera diversa dopo il pareggio di ieri contro il Genoa. Ma di chi sono le colpe? Tutte di Fonseca?
Noi tifosi lo sappiamo, quando c’è una stagione no, si cerca sempre un capro espiatorio. Colui al quale addossare tutte le colpe, o gran parte di esse. Nel nostro caso il colpevole sembra essere – e dico sembra – Paulo Fonseca.
Vero, analizzando i numeri, sono impietosi. Ottavo posto, idea scudetto morta e sepolta e rischio concreto di non qualificarsi per la prossima Champions League, a meno che non vinciamo questa edizione, e qui parte una grassa e fragorosa risata.
Ad oggi due sono i capri espiatori: Fonseca e Theo Hernandez. E uno è la conseguenza dell’altro, difficile dire chi ha iniziato prima a fare ripicche, ma il calcio, soprattutto la Serie A, non è l’oratorio, con tutto il rispetto. I giocatori guadagnano in un anno, quantomeno i top, quello che un italiano medio non guadagna in una vita, ergo la maglia va sudata. Il francese probabilmente usa la stessa casacca per più gare, non puzzando di sudore.
Tutta colpa di Fonseca? No…ma quando i risultati non arrivano – e non stanno arrivando – va cambiato l’allenatore. Di solito funziona così. Soprattutto se l’allenatore dimostra di non avere in mano lo spogliatoio e cerca continuamente alibi senza mai, e ripeto mai, fare un mea culpa, che potrebbe essere ristoratore in certi casi.
Per Fonseca la colpa è sempre di altri. Dei giocatori che non lo capiscono, che non corrono, che non si impegnano, che difendono male individualmente…fino ad arrivare all’attacco sugli arbitri. Ci sta tutto, ogni situazione va analizzata, ma cavoli…è mai colpa sua? E soprattutto, da luglio a dicembre, quanto tempo ha avuto Fonseca per provare a spiegare il suo calcio? Tra poco finisce l’anno e si vedono in campo ancora giocatori spaesati. Lo stesso Rafael Leao ha detto ieri di iniziare a capire il suo gioco. A dicembre???
Certamente, le colpe vanno divise con una dirigenza scriteriata, e vorrei dire di peggio, ma la censura avrebbe la meglio. Non è certamente colpa di Fonseca se la dirigenza davvero crede di avere una squadra da scudetto. Non è certamente colpa di Fonseca se la dirigenza non prende posizione su nulla. Non è certamente colpa di Fonseca quando il mercato è volto solo all’acquisto di giocatori low cost e poco utili alla causa. Non è certamente colpa di Fonseca se chiede di far restare Saelemaekers e dopo due giorni glielo cedono, mandando a scatafascio ogni idea di equilibrio in campo.
La mia opinione è che le colpe vanno divise equamente, ma allo stesso tempo non si può aspettare oltre. Serve un cambio in panchina, che sia Allegri o Sarri, rimarrei in Italia per scegliere un tecnico, senza andare a scervellarmi in soluzioni esotiche così gradite alla dirigenza perché costano poco. Ma ce lo vogliamo immaginare questo Milan con Antonio Conte in panchina? Ecco…pensiamoci subito e agiamo, consiglio da amico alla dirigenza.
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Lutto nel calcio: l’ex Juventus Hidalgo ci lascia a 32 anni
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Il calciatore spagnolo, che aveva militato anche nella Juventus, si è spento dopo una lunga lotta contro la malattia con il quale combatteva da tempo.
Una notizia tragica: a soli 32 anni è morto Nico Hidalgo, calciatore spagnolo che, nella sua carriera, ha militato per un breve periodo anche nelle file della Juventus.
La notizia è stata diffusa dai canali del Granada, squadra in cui Hidalgo aveva militato dal 2012 al 2014 e dal 2014 al 2016. Nel mezzo la breve esperienza con il club bianconero con il quale, però, l’attaccante iberico non era mai riuscito ad esordire in Serie A.
L’omaggio del Granada a Hidalgo
Hidalgo lottava da tempo contro un tumore ai polmoni con metastasi alle ossa che, purtroppo, non gli ha lasciato scampo. Il Granada ha voluto comunicare la tragica scomparsa con un comunicato sui propri canali.
“Nico Hidalgo ci ha lasciato il 1° marzo 2025 all’età di 32 anni. Dietro di lui c’è un innegabile esempio di lotta e sacrificio, come ha già dimostrato nel Granada Club de Fútbol, realtà che ha difeso tra il 2012 e il 2016, debuttando con la prima squadra.
Nato a Motril, ha potuto sentire il calore dei tifosi granadini al Granada City Trophy 2022. Quel pomeriggio c’è stato un momento emozionante quando, insieme a Pepe Macanás, è sceso sul terreno di gioco del Nuevo Los Cármenes e ha ricevuto un’ovazione più che meritata dai suoi tifosi, che hanno voluto sostenerlo fin dal primo momento in una lunga e sfortunata lotta contro la malattia Con la partenza di Nico, non se ne va solo un calciatore eccellente, ma anche una brava persona.
Ma l’affetto dei compagni di squadra, degli allenatori, dei lavoratori, dei dirigenti e dei tifosi sarà sempre presente. Riposa in pace, Nico Hidalgo García”.
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Messi svela alcuni retroscena: “A Barcellona ero felice, a Parigi…”
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Ripensando al passato, Lionel Messi ammette: “I due anni a Parigi non sono stati felici”, svelando le difficoltà vissute al PSG.
Le dichiarazioni di Messi sulla sua esperienza al PSG
Lionel Messi ha recentemente rivelato di non aver trovato la felicità nei due anni trascorsi al Paris Saint-Germain.
In un’intervista, il campione argentino ha espresso il suo malessere per non essersi mai adattato completamente alla vita quotidiana a Parigi. Ha sottolineato come fosse difficile per lui sentirsi a suo agio durante gli allenamenti e le partite, non riuscendo mai a godersi appieno la sua esperienza francese.
Messi ha anche ricordato il momento doloroso in cui ha dovuto lasciare il Barcellona, una separazione che ha segnato profondamente la sua carriera e la sua vita personale. Il trasferimento al PSG, inizialmente visto come una nuova avventura, si è rivelato meno entusiasmante di quanto sperato.
Il ritorno alla felicità per Messi
Nonostante le difficoltà vissute in Francia, Messi sembra ora aver ritrovato la serenità. Le sue parole lasciano intendere che il calciatore abbia finalmente voltato pagina, concentrandosi su nuovi obiettivi.
L’esperienza parigina, sebbene complessa, ha rappresentato una fase di crescita personale e professionale per il campione, che ora guarda al futuro con maggiore ottimismo.
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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano
🔴🔵 Leo Messi: “I had to leave Barcelona and I spent 2 years in Paris that I didn’t enjoy…”.
“I was not happy on a daily basis, with games, training, it was hard for me to adapt”. pic.twitter.com/fa6XQa4iOR
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) March 1, 2025
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Il figlio di Daniel Fonseca liberato dopo rapimento di due ore in Messico
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Nicolas Fonseca, figlio dell’ex attaccante di Roma, Napoli e Cagliari Daniel Fonseca, è stato rapito e liberato dopo due ore. I dettagli sull’incidente.
Nicolas Fonseca, centrocampista uruguaiano classe ’98 del León, club di massima serie messicana, ha vissuto momenti di terrore.
Il figlio di Daniel Fonseca, ex attaccante di Roma, Napoli, Cagliari e Juventus, è stato rapito da malviventi mentre si stava recando all’allenamento della sua squadra.
La notizia è stata divulgata dai media locali dello Stato di Guanajuato in Messico.
Il rapimento di Nicolas Fonseca: i dettagli dell’episodio
Secondo quanto riportato, l’incidente è avvenuto la mattina del 27 febbraio. Nicolas è stato intercettato da malviventi che si aggiravano nella zona con un furgone.
Dopo aver rubato e portato la macchina del giocatore a poche miglia dal luogo del rapimento, Fonseca è stato caricato a forza nel veicolo e portato via per circa 25 chilometri.
Il calciatore è stato rilasciato dopo circa due ore. Nonostante l’esperienza traumatica, Nicolas ha deciso di non rilasciare dichiarazioni sull’accaduto. Le sue uniche parole sono state: “Sono solo felice di essere andato via con i miei arti intatti”.
Il club, accortosi dell’assenza del calciatore durante l’allenamento, ha immediatamente avvisato le forze dell’ordine. L’uruguaiano ha ricevuto tutto il sostegno necessario dal suo team, mostrando la solidarietà e l’unità che caratterizzano il mondo del calcio in momenti difficili come questo.
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Fonte: Gianluca Di Marzio
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