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De Laurentiis indagato per falso in bilancio: c’entra l’acquisto di Osimhen
I magistrati della Procura di Roma hanno chiuso l’indagine nei confronti di De Laurentiis, dichiarandolo indagato con l’accusa di falso in bilancio.
Tutti i nodi, alla fine, vengono sempre al pettine. Dopo che la Juventus pagò per tutti, portando sulle spalle il peso (come Atlante) di essere capro espiatorio di un problema sistemico, nell’ambito del processo-farsa sulle plusvalenze, nel mondo della giustizia (non solo sportiva) finalmente si sta muovendo qualcosa.
Il Napoli e lo “sgarbo” alle foxes…
Eppur si muove, avrebbe detto Galileo Galilei. La macchina burocratica della giustizia italiana si sarebbe finalmente decisa, stando a quanto riportato da Repubblica, a sdoganare l’elefante nella stanza. Ovvero, per usare un vasto eufemismo, il controverso acquisto di Victor Osimhen da parte del Napoli.
Come potesse una società come il Napoli assicurarsi le prestazioni sportive di qualcuno che già all’epoca veniva considerato (almeno potenzialmente) come uno dei migliori attaccanti del mondo sembrava un mistero.
E’ nebuloso soprattutto come abbia fatto una società con il Napoli a lottare alla pari con le big del calcio inglese da un punto di vista dello strapotere economico. Mi ricordo nitidamente quel periodo, dato che per il nigeriano si parlò lungamente anche di un possibile approdo al Leicester.
De Laurentiis indagato: la situazione
Nulla di strano se Osimhen non viene a Leicester, dato che dopotutto su di lui vi era anche il Liverpool. Vi è qualcosa di strano, invece, se uno dei club più ricchi e importanti al mondo viene beffato così dal Napoli.
E il motivo è presto detto. Degli 80 milioni complessivi (bonus inclusi) che i partenopei versarono nelle casse del Lille per Osimhen, appena 50 di questi erano autentici. I restanti venti e passa furono scritti a bilancio grazie alla cessione dell’allora terzo portiere, il greco Orestis Karnezis, e tre giovani calciatori del vivaio: Luigi Liguori, Claudio Manzi e Ciro Palmieri.
La cifra attribuita ai ragazzi, poi spariti dal panorama internazionale, sembrò sin da subito sospetta. Sensazione poi corroborata dalle parole dello stesso Liguori, che più tardi in un’intervista affermerà di non essere neppure mai andato a giocare nel Lille. Eppure la sua iniezione di capitale fu salvifica per i francesi, che all’epoca rischiavano la bancarotta.
L’ex-presidente del Lille, Gérard Lopez, ha visto pignorate le proprie quote associative del club dal Fondo Elliott (lo stesso che attualmente detiene il Milan) proprio per la disastrosa situazione in cui versano i conti societari.
La spinosa questione ha subito dei rallentamenti a causa dello spostamento dalla procura di Napoli a quella di Roma, insignita del compito di vigilare sull’accaduto in quanto proprio a Roma fu approvato il loro bilancio.
A verifiche concluse, la procura di Roma, sempre stando a quanto riportato da Repubblica, avrebbe iscritto Aurelio De Laurentiis nel registro degli indagati con l’accusa di falso in bilancio. Seguiranno aggiornamenti.
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Amarcord Juventus: 28 anni fa la conquista di una Coppa illustre
Ventotto anni fa la Juventus vinceva il suo ultimo trofeo internazionale di primo piano: la Coppa Intercontinentale. Autore della vittoria un immenso Del Piero.
Il 26 novembre 1996 un gol di Alessandro Del Piero all’81’ regalò alla Juventus la Coppa Intercontinentale, l’ultimo trofeo internazionale conquistato dai bianconeri.
A Tokyo, nella gara secca contro il River Plate, fu proprio il numero 10 della Juventus a decidere una sfida che, secondo lui stesso, “avremmo dovuto vincere 5-0, non 1-0“. Quel gol, come ricordato da Del Piero nel suo libro Manualex, è uno dei momenti più belli della sua carriera: “Quando segnai il gol-vittoria non capii più niente”.
Juventus, la partita
La Juventus di Marcello Lippi scese in campo con un 4-3-1-2: Peruzzi; Torricelli, Ferrara, Montero, Porrini; Di Livio, Deschamps, Jugovic; Zidane; Del Piero, Boksic.
In panchina, tra gli altri, c’erano Tacchinardi, subentrato all’89′ per Zidane, Vieri e Padovano.
Dall’altra parte, il River Plate, guidato da Ramón Díaz, si affidava a una formazione piena di futuri campioni: Bonano; Hernán Díaz, Celso Ayala, Berizzo, Sorin; Monserrat, Astrada, Sergio Berti; Francescoli; Ortega, Cruz.
Particolarmente interessante era la sfida tra i due numeri 10: Del Piero per la Juventus e Ortega per il River.
“Due giorni prima mi avevano comunicato che la regia giapponese avrebbe dedicato telecamere speciali a noi due”, ha raccontato Del Piero, aggiungendo che la notizia lo aveva riempito di responsabilità.
A distanza di 28 anni, quella Coppa Intercontinentale rimane l’ultimo trionfo internazionale importante della Juventus. All’epoca, la Coppa si assegnava in una gara secca tra la vincitrice della Champions League e quella della Copa Libertadores, mentre oggi si disputa il Mondiale per Club, un torneo con un format completamente diverso.
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Piqué: “Oggi ci sono troppe competizioni con tante partite”
L’ex centrale del Barcellona Gerard Piqué ha parlato del problema delle troppe partite che portano poi a troppi infortuni, proponendo una sua soluzione.
Il tema delle troppe partite è ormai al centro della critica sportiva: sono tanti gli allenatori, i presidenti e gli addetti ai lavori in generale che si lamentano dei troppi incontri ravvicinati. Questi sono la principale causa dei tanti infortuni, poiché il fisico dei calciatori è sottoposto ad un forte stress circa una volta ogni 3 giorni e sono più esposti a problemi fisici.
Di questo delicato argomento ha parlato anche l’ex difensore del Barcellona Gerard Piqué, il quale ha delle idee molto chiare in merito. Lo spagnolo è sempre stato un personaggio di spicco sia dentro che fuori dal campo, dicendo sempre la sua opinione e mettendoci la faccia anche nei momenti o su argomenti più delicati.
Le parole di Piqué
La principale soluzione al problema delle tante partite secondo Piqué, è quella di ridurre i campionati a 16 squadre, in modo tale da avere meno giornate da disputare.
Le sue parole: “Credo che ridurre il numero delle partite aiuterebbe i giocatori a riposarsi di più, quindi a meno infortuni, e non arriverebbero così stanchi alle partite importanti. Dobbiamo fare in modo che questi incontri siano unici, speciali.
Oggi ci sono troppe competizioni con tante partite. Questa è una delle proposte che, dopo il dibattito, è stata adottata da dirigenti e giocatori. È complicato da organizzare perché le organizzazioni vogliono che ci siano molte partite. UEFA, FIFA… nel mondo del calcio ci sono diverse organizzazioni e ognuna guarda ai propri interessi. È complicato trovare un accordo comune“.
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Milan, esclusione di Leao: scelta tecnica o reale infortunio?
Milan, la gara di questa sera rappresenta uno snodo importante, si cercano obbligatoriamente i tre punti contro una squadra non irresistibile.
Il Milan questa sera cerca la vittoria a Bratislava contro lo Slovan. Non sono più permessi passi falsi, Paulo Fonseca per mangiare il panettone a Natale dovrà vincere e convincere durante le prossime due gare.
In queste ultime ore si è parlato di un Rafael Leao il quale partirà dalla panchina. In effetti il portoghese è uscito malconcio dalla gara contro la Juventus in evidenti difficoltà ad appoggiare a terra il piede destro.
Tuttavia, voci che ci arrivano direttamente dal campo, Leao sembra essere recuperato, ma Fonseca, forse in via precauzionale, opterà per Noah Okafor dal primo minuto inserendo magari il portoghese in un secondo momento qualora le cose non dovessero prendere la giusta piega.
Pare piuttosto curioso che Fonseca in conferenza stampa non abbia fatto menzione dell’infortunio, quindi l’esclusione di Leao può essere catalogata alla voce scelta tecnica.
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