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Eriksson: Beckham, Mancini e la malattia
L’ex allenatore di Lazio e Sampdoria, Eriksson racconta come sta affrontando la malattia e come i suoi ex calciatori lo stiano aiutando in questo periodo.
La grave malattia che ha colpito l’ex allenatore di Lazio e Sampdoria, Sven Goran Eriksson, ha commosso tutto il mondo del calcio.
Lo svedese, intervistato dal ‘Telegraph‘, ha raccontato come sta affrontando questa battaglia, approfittandone per ringraziare alcuni suoi ex giocatori, che gli hanno manifestato grande solidarietà e vicinanza.
Indice
La visita di Beckham
Questo il racconto di Eriksson sull’ex campione della Nazionale inglese:
“Lo scorso fine settimana ho ricevuto la visita di Beckham. David mi ha chiamato e mi ha detto che sarebbe venuto.
Questo ti mostra chi è Beckham. Non aveva bisogno di venire qui ma voleva farlo. Ha portato sei bottiglie di vino, di cui una del 1948 che è l’anno in cui sono nato. Questo è David Beckham come lo conoscevo, una persona estremamente buona.
Ho ricevuto messaggi da molti altri giocatori dell’Inghilterra, come Rooney e Gerrard“.
La vicinanza di Roberto Mancini
Eriksson ha ringraziato pubblicamente anche l’ex CT azzurro Roberto Mancini:
“La persona che ho sentito più spesso forse è stato Mancini, è stato il capitano delle mie squadre per nove anni. Mancini e Beckham erano ottimi capitani e persone fantastiche”.
La malattia
L’ex allenatore si sofferma, anche, sulla malattia che lo ha colpito:
“Se chiedi ai medici quanto mi resta da vivere non sanno rispondere. Questo mi preoccupa? Penso che sia meglio non saperlo.
Bisogna cercare di rimanere positivi in
Non voglio sedermi sentendomi dispiaciuto per me stesso. No grazie. Non risolvi nulla così.
Giorno per giorno ci sono alti e bassi. Alcune mattine mi sveglio sentendomi come se fosse tutto quasi perfetto. E poi le altre mattine è un problema. Ma i giorni belli ci sono ancora e sto bene”.
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Italia, senti Italo Cucci: “Abbiamo bisogno di semplici vittorie”
Lo storico giornalista del Corriere dello Sport Italo Cucci firma una grandiosa analisi di Svizzera-Italia. Cucci, parlando di “semplici vittorie”.
Italo Cucci, storica firma del Corriere dello Sport, non si risparmia nella grande analisi effettuata su Svizzera-Italia. Cucci spiega come l’Italia non doveva giocare con l’arroganza di impartire lezioni di calcio. Al contrario, alla squadra di Luciano Spalletti sarebbero bastate poche ma semplici vittorie.
Cucci infatti spiega: “Adesso che tutti possono testimoniare quanto io sia stato discreto alla vigilia con Spalletti, direi tollerante, vediamo cosa dissi scherzando (ma non troppo) per la bocciatura di Orsolini: povero Orso, lui che si va a cercar la palla anche nella sua area e se serve fa il terzino, lo stopper, no, stia a casa perché Scamacca…Visto Scamacca? Visto Chiesa? Visto Fagioli? Non era meglio piegarsi a Camarda? Visti tutti? Chi salviamo? Nessuno, stavolta neanche San Gigio. Tutti colpevoli”.
Italia, senti Italo Cucci: “Abbiamo bisogno di semplici vittorie”
Cucci non si risparmia sull’Italia, dicendo: “Nessun colpevole. È storia patria. No, in verità c’è un solo colpevole: l’allenatore. Cosa gli ha fatto ai ragazzi di Berlino fra il bellissimo gol di Zaccagni e la vergogna di ieri sera? S’è trasformato in un santone, s’è messo a far prediche, faremo, vedremo. Mi hanno detto «Oggi gioca a quattro», 4-3-3, audace, pugnace, perspicace. Ha fatto peggio di Prandelli in finale con la Spagna, ma almeno prima ci aveva fatto divertire con Germania e Inghilterra. E qui comando io, e questa è casa mia.
Cucci poi conclude: “In questo Paese di poeti, artisti, santi, eroi… Ma mi faccia il piacere, 9-1, 9-1, 9-1, catenaccio, contropiede, sii italiano e basta. Non abbiano bisogno di lezioni ma di semplici, povere vittorie”.
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Milan, novità su Divock Origi: le parti trovano una soluzione
Milan, quello dell’attaccante belga è stato senza dubbio un flop. Ora le parti stanno trattando per una soluzione condivisa.
L’avventura di Divock Origi è stata del tutto fallimentare. In Serie A si è infatti presentato un giocatore dalla forma fisica rivedibile, inesistente in campo e con grandi difficoltà anche nel gestire le più semplici situazioni. Insomma, un flop.
Che nemmeno l’esperienza in Premier League ha saputo rivitalizzare. Con la maglia del Nottingham Forrest una rete in 22 partite, misero bottino per un attaccante.
La scelta di non riscattarlo con conseguente ritorno del classe ‘95 belga a Milano. Ma ecco la decisione del club e dell’entourage del giocatore, ovvero la rescissione consensuale del contratto.
Origi sarà quindi libero di accasarsi con chi vorrà, senza altri vincoli e il Milan si libererà di un giocatore sul quale nessuno più crede, dalla dirigenza all’allenatore.
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Milan, ten Hag parla con Zirkzee: il punto
Milan, sirene inglesi sempre più assordanti quelle che si sentono direttamente da Bologna e che sono rivolte al forte attaccante olandese. Tuttavia la sua volontà è sempre la stessa.
Il Manchester United, da semplici contatti conoscitivi, ora è passato alla fase due, quella dell’azione.
Non ci è dato sapere se sia stato lo stesso agente del ragazzo, Kia Joorabchian, a spingere questa trattativa, ma sappiamo che il club inglese ora fa sul serio.
Nei giorni scorsi, lo stesso Erik ten Hag, allenatore dei Red Devils, ha incontrato l’olandese. Un colloquio che ci riferiscono sia durato intorno alle due ore, tanto per essere un primo incontro.
Zirkzee sarebbe rimasto colpito e bene impressionato, tuttavia la sua volontà continua a essere quella di giocare in Serie A con la maglia del Milan. In questi casi, lo sappiamo, l’aspetto economico può giocare un ruolo fondamentale e a oggi il Manchester, sotto questo specifico aspetto, sembra avere più armi per essere convincente.
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